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S.Maria C.Vetere. Tecnologia robotica 3D, grazie a Corcione, per rioperare Angela Iannotta?

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Con una strumentazione d’avanguardia, molto probabilmente, nelle prossime settimane Angela Iannotta (trasferita la settimana scorsa dall’Ospedale Civile di Caserta al Secondo Policlinico partenopeo) sarà operata dal luminare della chirurgia italiana, il professor Franco Corcione, che ha accettato il rischioso compito di ricostruire l’esofago e gran parte dell’addome, andato in necrosi, della giovanissima mamma sammaritana di 29 anni.

Quest’apparecchiatura robotica di alta precisione è stata utilizzata, per la prima volta al mondo, proprio a Napoli, un anno fa, in chirurgia generale, con l’uso di un esoscopio di ultima generazione e tecnologia 3D ad alta risoluzione in 4k, (cosiddetto sistema OrbEye”) dallo stesso professor Corcione, direttore della Chirurgia Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II e dall’equipe da lui diretta (formata dai professori universitari: Umberto Bracale, chirurgo vascolare, Michele D’Ambra, chirurgo gastro-enterologo e colon-proctologo, Michele Danzi, chirurgo generale, Saverio Dilillo, chirurgo generale e Ruggero Lionetti, chirurgo generale).

Si tratta di una strumentazione del tutto innovativa utilizzata, fino ad un anno fa, solo in neuro-chirurgia, ma che, proprio grazie al geniale intuito del professor Corcione (nella foto qui accanto con l’avvocato Raffaele Crisileo), ha segnato l’inizio di una nuova era nella chirurgia generale: la “Video Assisted Open Surgery“, che ha fornito risultati sorprendenti in campo chirurgico.

Queste sono le prime notizie e indiscrezioni trapelate dal secondo Policlinico di Napoli ma quanto prima, con una sua dichiarazione, lo stesso professor Corcione dovrebbe rendere noto se effettivamente potrà utilizzare questa tecnica o se dovrà ricorrere alla chirurgia tradizionale per elezione, cosiddetta “open” (addome aperto) per cercare di dare un minimo di funzionalità’ agli organi interni di Angela, che tuttora viene alimentata per via endovenosa.

Certamente si tratta di un intervento estremamente rischioso, che l’accademico Corcione ha accettato di affrontare, forte della sua lunghissima e riconosciuta esperienza professionale, rischi di cui Angela è ben consapevole.

Quanto prima, pertanto, la giovane mamma sarà trasferita dalla Divisione di Clinica Medica universitaria del professor Antonio Cittadini alla divisione di chirurgia generale del professor Corcione.

Prosegue, intanto, l’indagine sotto il profilo giudiziario: dopo la denuncia degli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo è stato eseguito il sequestro delle cartelle cliniche e della documentazione sanitaria e amministrativa, presso la Clinica Villa Letizia de L’Aquila e presso la Clinica Villa del Sole di Caserta, dove, a metà gennaio di quest’anno, il chirurgo bariatrico dottor Stefano Cristiano ha operato Angela Iannotta, poi colpita da setticemia e choc settico e trasportata, dopo ben 15 giorni di degenza, all’Ospedale Civile di Caserta.

Intanto il Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere attende il deposito di consulenze da parte di un pool di esperti da lui stesso nominati, sia in campo chirurgico-medico legale che in campo grafologico (per la cronaca, Angela ha disconosciute alcune sue firme sul consenso informato e su altri documenti in occasione del suo intervento presso la clinica Villa del sole di Caserta e ha definito quelle firme false).

Il dottore Stefano Cristiano, altri chirurghi e altri medici (di cui non si conoscono ancora i nomi), sia della clinica Villa del Sole di Caserta che della clinica Villa Letizia de l’Aquila, sono stati iscritti nel registro degli indagati per una serie di reati.

Sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti è finita anche la posizione del direttore sanitario della struttura privata casertana, convenzionata con il sistema sanitario regionale, per esaminare se ricorrono estremi di responsabilità, di una colpa organizzativa e funzionale, in relazione al caso di Angela e di altre persone sottoposte anch’esse ad interventi chirurgici nella struttura casertana e poi colpiti da setticemia (da ultimo, il caso del sammaritano Francesco Di Vilio, di 69 anni, deceduto il 2 gennaio di quest’anno presso l’Ospedale Cardarelli di Napoli dove venne trasferito d’urgenza dopo che era stato operato nella clinica Villa del Sole di Caserta, dove il chirurgo dottor Cristiano lo sottopose a tre interventi chirurgici per un tumore allo stomaco).

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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