Piedimonte Matese. Comune degli ‘sprechi interni’ secondo i sindacati che vogliono accorpare vari settori

dei lavoratori comunali del Municipio di Piedimonte Matese, che discutevano sui temi da trattare da parte della “Delegazione trattante” l’organo che rappresenta gli impiegati comunali con i vertici dell’Ente. Eppure dati alla mano, quelli snocciolati dai sindacalisti, vi sono molti punti che davvero fanno riflettere.

Ad esempio il Settore “RGP” Risorse Umane e Patrimonio, guidato dalla dottoressa Maria Luisa De Lellis, che ha esternalizzato tutti o quasi tutti i ruoli che assorbe sulla carta il suo comparto. Dalla riscossione dei tributi alle buste paghe, alle pratiche Inps e quant’altro.

Due anni fa è stato dato mandato per un periodo di tre anni alla Interdata, società di informatica, di occuparsi delle incombenze che riguardano i lavoratori comunali, altrimenti di competenza del Settore RGP per un appalto di 150.000 euro.

A questi si aggiungano i 39.900 euro di spese per la società “Aerarium” che funge da supporto nella riscossione dei tributi comunali.

Poi molte pratiche Inps degli stessi lavoratori, le disbrigano in prima persona gli interessati recandosi direttamente a Caserta.

La lettura dei contatori è affidata sempre a esterni, quindi il ragionamento dei sindacalisti non fa una piega.

I Settori attualmente in piedi al Comune di Piedimonte Matese che annovera una popolazione di poco più di 11.000 abitanti sono sette, mentre, sempre quanto si apprende dalla riunione degli esponenti sindacali, quelli in piedi ad un Comune come Caserta, capoluogo di Provincia e con 80.000 abitanti sono appena quattro!

Quindi una discrepanza davvero notevole se andiamo a spulciare poi i costi che comporta tenere in piedi un Settore, un’articolazione comunale.

Ora bisognerà capire in che direzione si muoveranno i sindacati e se spiegheranno queste circostanze anche al capo dell’Amministrazione Comunale Vincenzo Cappello.

“Si ha l’impressione che da un lato si faccia credere alla gente che si risparmia, anche con la famosa storiella della rinuncia alle indennità, mentre poi non si verifica effettivamente quanto si potrebbe risparmiare eliminando uffici e articolazioni con una seria campagna di accorpamento dei servizi!” Così un sindacalista si chiede e chiede perché davvero non si incomincia a risparmiare laddove effettivamente c’è bisogno di risparmiare.