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Faicchio. Dal carcere ai domiciliari un componente della banda che spadroneggiava nel comprensorio telesino

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carabinieri-15x10-videata-5telesia-15x10-all-conferenza-11Misura attenuata, dal carcere ai domiciliari, per Morrys Pettorelli, 26enne di Faicchio.

E’ quanto ha deciso il Riesame per una delle cinque persone arrestate il 3 novembre nell’operazione “Telesia”: indagine dei carabinieri della Compagnia di Cerreto Sannita, centrata su una serie di furti messi a segno ai danni di attività commerciali e abitazioni in Valle Telesina e non solo.
Costoro infatti imperversarono coi loro raid delinquenziali nell’area della Valle Telesina e dell’Alto Casertano insieme a Salvatore Maria Izzo, 27 anni di San Salvatore Telesino, Giovanni Santangelo, 21enne di Benevento, Cosimo Zotti 23enne ed Egidio Di Mezza entrambi di Telese Terme.
L’OPERAZIONE DI SERVIZIO DEL 3 NOVEMBRE SCORSO
Questa mattina, all’alba, i Carabinieri della Compagnia di Cerreto Sannita, a conclusione d’indagini, nell’ambito dell’operazione denominata “Telesia”, hanno eseguito in provincia di Benevento, Belluno e Foggia, cinque ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale di Benevento su richiesta della locale Procura, nei confronti di altrettante persone.
Sono ritenute responsabili di estorsioni, rapine consumate e tentate, furti commessi e danneggiamenti anche con l’uso di materiale esplodente, nei confronti d’imprese edili, agricole ed abitazioni private. Reati, questi, commessi in Valle Telesina e nella confinante provincia casertana, in particolar modo nell’agro caiatino e nella vicina Gioia Sannitica.
A finire in manette sono stati: Salvatore Maria Izzo, 27enne di San Salvatore Telesino, rintracciato a Cortina d’Ampezzo e condotto presso il carcere di Belluno; Giovanni Santangelo, 21enne di Benevento; Morrys Pettorelli, 26enne di Faicchio; Cosimo Zotti (fermato a Vieste in provincia di Foggia) 23enne, Egidio Di Mezza, 28enne entrambi di Telese Terme ed ora ai domiciliari. Quindici le persone denunciate.
L’attività dei militari dell’Arma è iniziata nel dicembre 2014 e si è sviluppata a seguito di vari furti commessi, soprattutto in orari notturni, presso capannoni, rimesse e abitazioni, nei confronti di cittadini e aziende sannite.
“Le indagini – scrive il procuratore aggiunto presso il Tribunale di Benevento, Giovanni Conzo – hanno consentito di far luce sulla banda, composta da giovani dallo spiccato profilo criminoso, indiziati di episodi delittuosi tra i quali furti di auto, motoveicoli e mezzi agricoli”.
In un’occasione, spiega ancora, un agricoltore di San Lorenzello avrebbe dovuto pagare circa 2.500 euro per riavere il suo trattore che era stato rubato.
I furti sarebbero stati commessi a danno d’imprese edili di San Lorenzello e Cerreto Sannita, alle quali hanno portato via anche ingenti quantitativi di gasolio per autotrazione. Negli uffici di una delle ditte derubate, avrebbero anche lasciato un bigliettino nel quale si prendevano gioco del titolare.
In un altro episodio, i malviventi avrebbero tentato di rubare la cassa self service di un distributore di carburanti a Pietraroja.
Qui la banda avrebbe prima provato a forzare la struttura con arnesi per lo scasso e poi a farla esplodere utilizzando una bombola di gas.
Tale evento non si è verificato per l’intervento dei militari dell’Arma.
A Pontelandolfo, invece, è stato utilizzato materiale esplodente per far deflagrare la cassa di un distributore automatico di sigarette ed impossessarsi dell’incasso.
Il gruppo criminale avrebbe anche danneggiato diverse auto, tra queste anche quella del sindaco di Cusano Mutri e di un cittadino di San Salvatore Telesino.
In alcuni casi, hanno utilizzato un fucile a canne mozze con matricola abrasa, scoperto questa mattina nel corso di una perquisizione domiciliare. Sin qui i dati dell’operazione.
Maggiori dettagli sono stati forniti nel corso di una conferena stampa cui hanno preso parte il procuratore aggiunto Conzo ed il comandante della Compagnia dei Carabinieri Cerreto Sannita, il maggiore Alfredo Zerella.
Conzo ha rimarcato l’abilità di fermare un gruppo che realizzava reati predatori sul territorio, creando un forte allarme sociale:
“Queste persone si sono prese gioco delle vittime, ma in questa partita lo Stato ha vinto.
I miei complimenti al maggiore Zerella ed ai Carabinieri di Cerreto Sannita”.
Zerella ha spiegato che si trattava di un gruppo che ha operato sicuramente dall’ottobre del 2014 fino al giugno di quest’anno e che si trattavano di reati odiosi e di rilevanza sociale.
C’è stata una vera e propria escalation, partendo da una serie di furti, alla tentata rapina e poi alle rapine vere e proprie.
Zerella ha poi aggiunto: “Era un gruppo coeso che operava senza grosse paure. Per loro era una sorta di sfida”.
Sui pizzini ha ricordato: “Negli uffici di una delle ditte derubate hanno lasciato un bigliettino nel quale hanno scritto: A vita è na partita, s’edda sapè perd“.

(Comunicato Stampa – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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