Piedimonte Matese. Da due anni non può accedere alla tomba del fratello: toccante appello di una signora
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Sono nata in una famiglia cattolica. Credo negli insegnamenti della Chiesa
e li osservo con fede, consapevolezza e responsabilità. E sono quegli stessi insegnamenti che mi hanno guidato nell’amore per i miei cari e nel senso cristiano dell’evento della morte che li ha portati via da questa vita terrena.
Ed è ancora la Chiesa che accompagna il defunto da questa vita a quella eterna, lasciando a coloro che soffrono la possibilità di consolazione nella fede e nella preghiera.
Il culto verso il defunto è un diritto dell’anima, sancito dallo stesso credo cristiano, e si esprime con la visita al cimitero come momento di raccoglimento, di preghiera e di consolazione.
Ed è quindi alla stessa Chiesa che io mi rivolgo, ed anche agli amministratori e a chiunque ne è in potere, affinché venga restituito a me, ai miei cari e ad altre famiglie, il diritto inviolabile di piangere sulla tomba di un fratello e di onorarne la scomparsa. Dall’evento sismico del dicembre 2013, che colpì la cittadina di Piedimonte Matese, dopo un primo periodo in cui era ancora possibile l’accesso alle cappelle del cimitero, è stato apposto un lucchetto che chiude l’entrata della cappella in cui è sepolto mio fratello e mai più tolto. Da allora nulla è stato fatto affinché i necessari interventi di messa in sicurezza o ricostruzione fossero realizzati nei giusti tempi, come avvenuto per le altre cappelle, così da consentire di raggiungere nuovamente le tombe, ormai polverose e abbandonate, dei nostri familiari. E’ un dolore che si rinnova ogni volta che raggiungo il mio paese di origine e constato che l’accesso alla cappella è ancora interdetto. Sono qui ad interrogarmi sui motivi che determinano questa inaccettabile situazione. Se le necessarie somme di denaro destinate alla ricostruzione sono state rese disponibili, per quali motivi non si è ancora provveduto al ripristino della cappella, diversamente da quanto avvenuto per le altre? E’ questo uno sfogo, un appello a coloro che possono sbloccare questa dolorosa situazione e un grido contro chi ci sta impedendo di onorare il ricordo dei nostri defunti.
(Lettera Aperta – Archiviata in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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