Piana M.Verna. Latte: produttori in ‘guerra’ con Parmalat, interviene il presidente della Provincia

a seguito di richiesta di imprenditori agricoli di circa 50 aziende ubicate nei comuni di Alife, Alvignano, Baia e Latina, Caiazzo, Ciorlano, Dragoni, Francolise, Gioia Sannitica, Piana di Monte Verna, Piedimonte Matese, Pietramelara, Pietravairano, Praia Sannita, Pratella, San Potito Sannitico e Sant’ Angelo d’Alife, a rischio chiusura a causa del prezzo del latte pagato alla stalla, ritenuto troppo basso.

La richiesta di intervento, indirizzata anche al Prefetto di Caserta, intendeva coinvolgere le massime cariche istituzionali provinciali presso la filiale di Parmalat di Piana di Monte Verna perché «nell’ultimo quinquennio – spiegavano nella lettera i responsabili delle aziende – il prezzo del latte è stato sensibilmente ridotto. Infatti dal mese di dicembre del 2014 a oggi il prezzo ha subito un drastico ribasso, tanto che al momento viene acquistato dalla citata società a 0,37 centesimi di euro al litro. Tale situazione è diventata insostenibile – proseguiva la comunicazione – perché il prezzo attuale non garantisce la copertura dei costi di gestione e produzione delle nostre aziende. Tale comportamento della società acquirente risulta assolutamente incomprensibile e vessatorio nei confronti delle nostre aziende, in quanto il prezzo al litro del latte ai consumatori finali non ha subito alcun ribasso (vendita al dettaglio al litro, un euro e 59 centesimi!)». Un’ulteriore preoccupazione stava a cuore ai richiedenti: Il fatto che la sede di imbottigliamento della Parmalat, situata in località «Fagianeria» a Piana di Monte Verna, occupa circa quaranta operai con posti di lavoro praticamente a rischio in una eventuale crisi, anche per un indotto certamente rilevante». A tal proposito Di Costanzo fa sapere di essere «prontamente intervenuto presso la Parmalat per tutelare gli operatori agricoli – ha riferito il presidente della Provincia – ma di aver dovuto amaramente constatare che il prezzo che viene pagato agli agricoltori dell’Alto Casertano è più alto di quelli corrisposti da altri raccoglitori della zona e che la Parmalat ha evidenziato che l’ammontare pagato è superiore a quello imposto dalla Comunità Europea, proprio perché l’azienda riconosce l’ottima qualità del prodotto».

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