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Caserta. Provincia: venerdì 11 Consiglio per approvare il rendiconto, le nuove commissioni e una surroga

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caserta-15x7.5_provincia-consiglio-1di+costanzo-19x15-angelo-firma-11La conferenza dei capigruppo consiliari

della Provincia di Caserta ha programmato per venerdì 11 settembre la data di prima convocazione della prossima assise.
L’ordine del giorno prevede nell’ordine: surroga con Fabio Monaco del consigliere Domenico D’Angelo, decaduto con l’amministrazione di San Prisco, dove era consigliere comunale; composizione delle commissioni consiliari e approvazione del conto consuntivo.
Le commissioni saranno cinque (Bilancio, Viabilità, Edilizia scolastica, Ambiente e, infine, Controllo e Garanzia degli atti) riprendendo le competenze che sono rimaste in capo alla Provincia salvo poi provvedere ad una integrazione delle stesse qualora la Regione dovesse decidere di demandare qualche competenza. Poi ci sarà l’approvazione del conto consuntivo, il cui avanzo di amministrazione (circa 16 milioni di euro), consentirà alla Provincia di riequilibrare il bilancio che dovrà essere approvato a fine mese. È stata proprio questa previsione,ottenuta grazie agli emendamenti alla legge di conversione del decreto 78 del 2015 che consentono alle Province di procedere alla redazione del solo bilancio di previsione 2015 entro fine settembre, di utilizzare l’avanzo di amministrazione 2014 per il conseguimento del pareggio di bilancio, di non destinare il 10% dei proventi da alienazione dei beni patrimoniali al fondo di ammortamento dei titoli di stato e di libero utilizzo delle somme derivanti da operazioni di rinegoziazione dei mutui. Tali misure consentiranno alla Provincia di portare in pareggio il bilancio che fino a fine luglio, così come relazionato dal dirigente dell’area finanziaria Vetrone, risultava squilibrato per circa tredici milioni di euro. Gli accorgimenti che il presidente della Provincia, Angelo Di Costanzo ha già predisposto sono, sia sul versante del contenimento della spesa che su quello dell’ottenimento di maggiori risorse che consentirebbero, all’ente di corso Trieste, di superare questo momento di impasse. L’iter di approvazione del bilancio che dovrà ricevere l’ok entro il 30 settembre prevede che sia passato al vaglio prima della consulta dei sindaci e poi dei consiglieri provinciali mentre il consuntivo che va a determinare solo l’avanzo o il disavanzo di amministrazione ha ricevuto il via libera con decreto da parte del presidente. Quindi, secondo un cronoprogramma che però attende di essere ufficializzato a metà mese, i sindaci approveranno il bilancio e l’ultima settimana di settembre si riunirà il Consiglio che deciderà anche la composizione delle cinque commissioni che avranno sette membri (quattro della maggioranza e tre dell’opposizione) e come da prassi la presidenza della quinta commissione (Controllo degli atti) sarà ad appannaggio della minoranza. Sui nomi dei presidenti si può azzardare qualche previsione per la maggioranza potrebbero essere in campo Silvio Lavornia, Antonio Lepore e Francesco Bortone, mentre per la minoranza quello di Angelo Sglavo.
PRIMO SETTEMBRE: 70° ANNIVERSARIO DELLA RINATA PROVINCIA DI CASERTA
Era il primo settembre di settant’anni fa e rinasceva la provincia di Caserta, soppressa con Regio Decreto Legge n.1 del 2 gennaio 1927, entrato in vigore il 12 successivo, ossia il giorno seguente alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n.7, fu ricostituita con Decreto legislativo luogotenenziale n.373 dell’11 giugno 1945, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.85 del 17 luglio (a firma di Umberto di Savoia e di Ivanoe Bonomi) ed entrato in vigore il primo settembre. Non più la provincia tra le maggiori d’Italia con le 186 Municipalità del 1896 elevate a 191 nel 1897: dell’antica Terra di Lavoro, risalente ad uno dei tre giustizierati creati in Campania il 25 maggio 1139 da Ruggiero il Normanno, “rientravano” soltanto 73 Comuni che durante il ventennio erano stati spalmati tra Napoli, Benevento e Campobasso dopo l’iniziale e parziale annessione anche a Roma e Frosinone. Per la riconquistata autonomia ottenuta da municipalità che erano state accorpate ad altre di maggiore estensione, i Comuni del casertano attualmente sono 104. Due le correnti di pensiero sulla soppressione della provincia di Terra di Lavoro, definita “ingiusta” dallo stesso Duce durante una delle conversazioni tenute con l’allora maggiore medico Tommaso Santillo, nativo di Casapulla, poi Capo della Sanità Militare, nei tre giorni in cui fu tenuto agli arresti nella caserma dei Carabinieri a Roma. Sono certo che dopo questa guerra – affermò Benito Mussolini – Caserta riavrà la sua provincia (come riportato testualmente dal diario del nostro conterraneo, spentosi ultracentenario qualche anno fa). Dunque: pressioni di Napoli, che vedeva compromesso il proprio ruolo di capoluogo regionale per la presenza “ingombrante” di Caserta oltre che per i limiti naturali posti dal mare e dal Vesuvio; oppure “azione punitiva” per insufficiente fede fascista da parte della Città? Il dibattito non è ancora chiuso. Sta di fatto, comunque, che, dopo il fatidico 25 luglio del 1943, caduto il fascismo, a Caserta iniziarono i fermenti per la ricostituzione della provincia. La prima mossa concreta, dopo la liberazione di Roma avvenuta il 4 giugno del 1944, si ascrive al sindaco Luigi Giaquinto, che fu ricevuto dal sottosegretario agli Interni Canevari, il quale assicurò (Il Giornale del 23 settembre 1944) che “il Governo, consapevole dei gravi sacrifici dell’indomita Caserta, non tarderà ad adottare il provvedimento legislativo che le ridonerà il Capoluogo della storica Provincia di Terra di Lavoro”. Indimenticabile artefice di quei giorni determinanti per il futuro di Caserta fu Clemente Piscitelli, nativo di Cervino, casertano di adozione con studio legale su corso Trieste, deputato popolare nel 1921, tornato all’avvocatura dopo l’avvento del fascismo. Presidente del Comitato di Liberazione di Caserta, si batté leoninamente per la ricostituzione della provincia. Lo testimonia Vincenzo De Michele (Presidente negli anni ’70), che gli fu accanto all’esordio del proprio impegno politico. Piscitelli fu il primo presidente della ricostituzione, nominato con decreto prefettizio del 29 agosto 1946.

(Comunicato Stampa – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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