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S.Potito Sannitico. Ex ‘Gezoov’: esposti e querele per la futura gestione aziendale

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Ha impugnato il decreto di  sfratto

prodotto un esposto querela, rivendicando la necessità di accedere alle stalle per curare gli animali, il legale dell’azienda della famiglia Altieri che gestiva la ex Gezoov; il giudice dell’esecuzione presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere si è riservato di decidere nei prossimi giorni.
La vicenda che riguarda i ventisette ettari di pianura
fertilissima alle pendici del Matese è destinata a spostarsi nuovamente nelle aule di un Tribunale.
Un contenzioso sorto fin dalla vendita dell’area, nel 2008,
da parte della San Simeone srl al Comune per circa un milione e 200.000 euro, alla quale si oppose la famiglia
Altieri-Crispino, affittuari dei fondi, sostenendo il proprio
diritto di prelazione.
Lo scorso 12 marzo c’è stato lo sfratto, per morosità, e l’esecuzione da parte dell’ufficiale giudiziario che,
come è noto, provocò l’eclatante protesta dei fratelli Crispino, i quali si incatenarono ai cancelli.
Milleduecento tra bovini, bufalini e maialini neri casertani; diciassette capannoni; decine di ettari coltivati a foraggio.
Oggi è questo l’ex Gezoov, area sulla quale il Comune intende realizzare un polo agro alimentare, come da
progetto preliminare approvato in giunta l’11 novembre 2013, e una stazione per la raccolta differenziata di rifiuti
urbani e assimilati, come da progetto definitivo approvato dall’esecutivo il 20 giugno 2013.
Intanto che il destino del latifondo si compia, modello e frontiera di uno sviluppo agricolo di nuova generazione, accarezzato dalle amministrazioni altocasertane, e che si vorrebbe incentivare sfruttando i fondi europei, derivati e diretti, la vicenda va avanti attraverso le carte bollate.
Sul piano civile c’è, dunque, la memoria difensiva, redatta dagli avvocati Petrella e Bersani.
Nella stessa si chiede: di revocare l’ordinanza di sfratto sull’intero immobile in quanto la sentenza si riferisce solo a
una porzione dello stesso; di avere un termine per spostare gli animali; di essere nominati custodi per poter governare gli stessi, in considerazione del fatto che, allo stato, possono accedervi solo i dipendenti dell’azienda Altieri.
Sul piano penale, la Procura è stata interessata per verificare le cause del decesso di due animali e della sussistenza
di mastite in altri, nonché le condizioni per un sequestro cautelativo dell’immobile e di parte del fieno che, secondo i vecchi affittuari, assistiti dall’avvocato Francesco Piccirillo, non è idoneo.
Sullo sfondo, di pochi giorni fa,  una lettera di Parmalat, da Piana di Monte Verna, che annuncia a Crispino, e al sindaco, che è l’attuale custode, il mancato rinnovo del contratto per la raccolta latte.

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