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'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

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Maddaloni. Oltre trecento giovani alla fiaccolata in memoria di Matteo, in attesa dei funerali

A distanza di circa 24 ore dagli ultimi momento di vita di Matteo, tanti giovani come lui, oltre 300, hanno sentito il bisogno di stare insieme per ricordarlo, per condividere questo dolore lacerante che ognuno di loro sta provando e di viverlo in maniera corale, ritrovandosi sotto casa sua, in quello slargo che lo ha strappato per sempre alla vita terrena.

Con loro anche tanti adulti, genitori come i genitori di Matteo, che hanno voluto esserci.

Tutti insieme ad  ascoltare le parole di don Antonio Traviso,  giovane parroco molto attivo in città. Ha parlato ai tanti giovani presenti e insieme hanno pregato per Matteo.

Alle 21.30 questo raduno quasi spontaneo si è trasformato in una fiaccolata silenziosa e struggente che ha attraversato tutta la città e sta per raggiungere la villa comunale di via Appia, luogo di ritrovo prediletto di Matteo con i suoi amici, luogo in cui ha trascorso tanti pomeriggi spensierati con gli amici e forse anche l’ultimo.

Sempre sorridente ma con un malessere dentro che aveva e che non è riuscito a raccontare, che non si è trasformato in una richiesta di aiuto bensì in un’interruzione della vita.
A scortare il corteo i poliziotti del commissariato di Maddaloni.

La fiaccolata, dopo circa un’ora, ha raggiunto la villetta di via Appia.

Qui Don Antonio ricorda ancora Matteo e chiede un minuto di silenzio.

Si prega per Matteo e si prega per darsi forza.

Sabato alle 15.00 l’ultimo saluto nella chiesa di San Francesco.

(Fonte: Belvederenews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Maddaloni. Donata all’ANFI una carrozzina ‘Hippocampe Marathon’ per atleti disabili

Mercoledì mattina a Caserta, presso la Sede Amministrativa di I.B.G. SpA Società Benefit, l’Amministratore Unico Rosario Caputo ha ricevuto una delegazione dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia (ANFI), ente morale che riunisce i finanzieri in servizio e in congedo, custode dei valori del Corpo, guidata dal Presidente della sezione di Maddaloni (CE), Luogotenente Giuseppe Farina e dal Consigliere Regionale ANFI per la Campania Luogotenente Andrea Grassi e da Valentina Picazio per AIL Caserta, per una speciale donazione.

Infatti, I.B.G. SpA SB, nell’ambito del proprio Piano di Responsabilità Sociale d’Impresa, ha voluto omaggiare l’Anfi Sez. di Maddaloni della speciale carrozzina modello Hippocampe Marathon, progettata per consentire a persone con ridotta mobilità di partecipare attivamente a discipline sportive all’aria aperta.

La Hippocampe Marathon è una carrozzina all’avanguardia, nota per la sua leggerezza, robustezza e
capacità di adattarsi a diversi tipi di terreno. La donazione da parte di I.B.G. SpA mira a supportare le
iniziative di benessere e aggregazione promosse dall’ANFI. Infatti, la carrozzina sarà custidita dall’ANFI sez. Maddaloni e sarà messa a disposizione delle persone con ridotte capacità motorie per l’allenamento e la partecipazione alla IV edizione dell’Ecomaratona dell’Acquedotto Carolino, organizzata dall’Anfi di
Maddaloni in collaborazione con l’Associazione Italiana contro le Leucemie (AIL), in programma per il 15 giugno 2025, nonché per altre future competizioni.

L’obiettivo è quello di promuovere, in questo modo, uno stile di vita attivo e rafforzare il messaggio universale dello sport senza barriere.

Siamo orgogliosi – sostiene Rosario Caputo, Amministratore Unico di I.B.G S.p.A SB – di poter sostenere l’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia, un’istituzione di grande valore che rappresenta un punto di riferimento per chi serve e ha servito con dedizione il nostro Paese nel Corpo delle Fiamme Gialle.

Crediamo nell’importanza del benessere e dell’attività fisica come elementi di coesione e supporto reciproco.

La donazione della carrozzina Hippocampe Marathon é la testimonianza che Sport e Inclusione sono valori imprescindibili per la nostra azienda e che l’impegno verso la comunità e il supporto ad iniziative e realtà meritorie restano al centro del nostro piano di responsabilità sociale”.

A nome mio personale e di tutti i nostri associati – aggiunge il Lgt. Giuseppe Farina, Presidente
dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia sez. di Maddaloni – esprimo sentimenti di profonda
gratitudine ad I.B.G. SpA SB e al dott. Rosario Caputo per questo nobile gesto, un atto di concreta vicinanza e generosità. La nostra Associazione, oltre a custodire le tradizioni e i valori del Corpo, è profondamente attenta al benessere dei propri membri e promuove lo spirito di solidarietà. Ricevere in dono la carrozzina Hippocampe Marathon rappresenta un’opportunità preziosa, uno strumento che potrà essere impiegato per supportare soci con specifiche necessità o nell’ambito di iniziative volte a promuovere l’attività fisica, l’aggregazione e l’inclusione

I.B.G. S.p.A Società Benefit

La I.B.G. S.p.A., oggi Società Benefit, è un’ Azienda campana leader nel settore del food and beverage. In essa lavorano 120 dipendenti tra lo stabilimento di produzione di Buccino (SA) e gli uffici commerciali e
amministrativi di Caserta. Produce e commercializza nel Mezzogiorno d’Italia, da oltre trent’anni, i brand Pepsi Cola (Pepsi Regular, Pepsi Max, Pepsi Zero, 7 Up e Mirinda) oltre a quelli riconducibili ai marchi Gatorade, Lipton e Chinotto Neri. Quest’ultimo, di proprietà della I.B.G., è da molti considerato la prima e la più celebre bevanda a base dell’agrume chinotto commercializzata in Italia. La I.B.G. S.p.A., dal 2017, commercializza su licenza PepsiCo, anche gli snack a marchio “Lay’s”, leader mondiale delle patatine fritte, dal 2019, i prodotti del food a marchio “Doritos”, leader nella categoria delle tortilla chips e dal 2020, i cruesli “Quaker”, cereali per la prima colazione tra i più venduti al mondo. I.B.G. S.p.A. SB detiene, nell’ambito della comunità europea, la migliore quota di mercato nella distribuzione dei marchi Pepsi Cola. Recentemente, I.B.G. S.p.A. ha varato un piano di investimenti di oltre 10 milioni di euro mirato all’efficientamento produttivo, tecnologico e informatico dell’azienda e legato al raggiungimento di obiettivi significativi in chiave E.S.G. (Environmental, Social and Governance). Tale investimento è stato supportato da un bond da 7 milioni di euro, interamente sottoscritto da UniCredit.

Per il raggiungimento degli stessi, I.B.G. si è impegnata formalmente, assumendo nell’Assemblea Straordinaria del 21.11.2022 la qualifica di Società Benefit, cristallizzata nell’Oggetto Sociale assieme all’obiettivo primario di generare profitti stabili ed una solida patrimonializzazione. Tale vocazione si esplicita attraverso le seguenti finalità di beneficio comune: favorire il benessere e la crescita delle Persone; promuovere la salute dei Consumatori e la soddisfazione della propria clientela; crescere insieme alla Comunità che ci circonda; avere cura e attenzione dell’Ambiente e preservare gli Equilibri climatici.

I.B.G. S.p.A. ha ricevuto nel tempo numerosi riconoscimenti, premi nazionali e internazionali. Come il
“PepsiCo Donald M. Kendall Awards” ricevuto a New York, insieme alla PepsiCo Italia, a marzo del 2019, che rappresenta il più importante riconoscimento tra tutti i Bottler che agiscono su licenza PepsiCo. Un premio che prevedeva una “finale” tra le 24 Nazioni distinte per le migliori performance nei precedenti 3 anni in diversi campi: profittabilità, quote di mercato ma anche competenza del team e allineamento agli standard internazionali.

Per ultimo, ma non in ordine di importanza, nel maggio del 2023, lo stabilimento produttivo di I.B.G. S.p.A. Società Benefit, attivo nell’ Area Industriale di Buccino, si posiziona al terzo posto tra gli oltre 100 bottler europei di PepsiCo e sale sul podio del prestigioso Caled Bradham Award, il riconoscimento internazionale riservato ai siti di produzione che hanno conseguito una serie di performance positive in materia di sicurezza, qualità e tutela dei consumatori.

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Congresso di Fratelli d’Italia. Sabato tocca a Maddaloni

Si terrà  sabato 22 marzo, dalle ore 10.30, il congresso cittadino di Fratelli d’Italia, presso la sede della biblioteca comunale, già sede del liceo classico Giordano Bruno, sala Bruno Iorio, Maddaloni. L’organizzazione a cura dei dirigenti locali in collaborazione con Dipartimento Provinciale.

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Maddaloni. ‘La primavera delle donne’: evento che celebra la donna nella società odierna

L’associazione CDS AMA e Donare è amore, con il patrocinio di Comune di Maddaloni- Villaggio dei Ragazzi e CSV ASSOVOCE CASERTA, in sinergia con l’associazione Carabinieri e Finanzieri, presentano: “La primavera delle donne” venerdì 21 marzo ore 10.30, presso il Villaggio dei Ragazzi, a Maddaloni.

L’evento avrà inzio con i saluti istituzionali del Sindaco Andrea De Filippo e del Commissario del Villaggio dei Ragazzi Antonio Caradonna. Presenti, certo con viva partecipazione, gli alunni degli istituti scolastici della città di Maddaloni.

Un momento culturale che darà rilevanza alle personalità che si distinguono in diversi campi professionali e sociali e che hanno contribuito a rendere migliore la nostra società.

Durante la manifestazione verranno premiate le eccellenze del nostro territorio e nazionali divise in varie sezioni: Impegno Solidale, Donne in corsia, Mater, Premio alla memoria, Uomini che non hanno paura, Donne coraggio, Premio Vittoria De Lucia, Donne per la città, Donne fuori dal guscio, Donne imprenditrici e Le curandere. Saranno previsti intermezzi musicali degli artisti, Enrico Bellotta con chitarra e Voce e Giuseppe Bellotta al violino.

La mission dell’evento sottolinea il bello che appartiene al mondo femminile e che magicamente si riversa nella sfera maschile, quella più sensibile alle tematiche sociali” ha dichiarato Maria Pia Lurini.

Un premio meritato alle eccellenze del territorio Campano e nazionale che danno un continuo e fattivo contributo alla nostra comunità” ha chiosato Pina Pascarella.

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Aversa. Nasce il comitato civico per l’utilizzazione pubblica del centro ‘Caianiello’

Nel cuore dell’Agro Aversano, territorio spesso segnato da una carenza cronica di spazi pubblici e culturali, nasce il Comitato Civico per l’Utilizzazione Pubblica del Centro “Caianiello”.

L’iniziativa risponde a una necessità ormai urgente: restituire alla cittadinanza luoghi di aggregazione e di espressione culturale, favorendo la partecipazione collettiva e la crescita sociale.

In una zona dove le opportunità di incontro e di sviluppo culturale sono spesso limitate, il recupero e la valorizzazione di uno spazio come il Centro “Caianiello” rappresentano un’opportunità cruciale per creare un punto di riferimento per giovani, famiglie e associazioni.

Il Comitato si pone l’obiettivo di trasformare questo spazio in un centro polifunzionale aperto a tutti, dove arte, cultura e socialità possano trovare un luogo di espressione e condivisione. Pubblichiamo il comunicato ricevuto dal gruppo di associazioni e privati cittadini

“Come gruppo di associazioni e privati cittadini, siamo lieti di annunciare la nascita del Comitato Civico per l’Utilizzazione Pubblica del Centro Culturale “Vincenzo Caianiello”, spinti dal forte impegno per la nostra comunità e dalla passione per la cultura, con l’intento di restituire alla cittadinanza uno degli spazi pubblici più importanti per la cultura e la socialità.

L’obiettivo principale è la riapertura dell’auditorium, e tenerlo aperto ogni giorno grazie alla gestione condivisa delle associazioni del territorio. Lo scopo è rendere il luogo una vera e propria “Casa delle Associazioni”, ovvero uno spazio dinamico dove possano svolgersi attività, laboratori e progetti che coinvolgano e stimolino la cittadinanza da un punto di vista culturale.

Questo progetto si ispira al valore originario del Centro Culturale, che doveva essere un punto di riferimento per tutti e a tutti aperto. Per tale motivo, ci distanziamo dalle proposte di utilizzo pervenute nel corso degli anni che, per quanto nobili, ne snaturerebbero la funzione e la vocazione iniziali.

Riteniamo che Aversa abbia bisogno di spazi pubblici dedicati alla cultura, specie in vista di una potenziale candidatura della città come Capitale italiana della cultura nel 2030.

Il Centro “Caianiello” (o Ex Macello), oggi inutilizzato, rappresenta una risorsa fondamentale per la crescita culturale di Aversa, e il nostro comitato intende ridare vita a questo luogo, affinché diventi il cuore pulsante delle iniziative di interesse culturale della città.

A tal proposito, chiediamo un incontro con l’amministrazione comunale, nella speranza che ci sia disponibilità all’ascolto e alla collaborazione. Il nostro intento non è solo quello di riaprire uno spazio, ma di valorizzarlo e farlo diventare un punto di riferimento stabile per la cultura ad Aversa, oltre a un luogo di partecipazione, inclusione e sviluppo.

Invitiamo, pertanto, tutte le associazioni e i cittadini che condividono il progetto a unirsi a noi, così da restituire insieme alla città un centro culturale vivo e partecipato. Siamo convinti che solo attraverso la collaborazione e la valorizzazione dei beni comuni possiamo costruire un futuro degno di essere scritto per la nostra città

Per informazioni e adesioni, è possibile contattarci all’indirizzo mail: comitatocaianiello@gmail.com

Il Comitato Civico per l’Utilizzazione Pubblica del Centro Culturale “Vincenzo Caianiello”

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Napoli. Claudio De Martino: l’eccellenza nel mondo dell’hairstyling e della bellezza

Nel cuore pulsante di Napoli, il nome di Claudio De Martino risuona come sinonimo di eccellenza nel mondo dell’hairstyling e della bellezza. Con una carriera iniziata all’età di 17 anni al fianco del padre Salvatore nel rinomato De Martino Salon Uomo Donna, Claudio ha saputo trasformare la tradizione familiare in un’arte innovativa che continua a brillare da oltre 60 anni.Soresa 640×320

La sua formazione è vasta e riconosciuta a livello internazionale, con attestati che spaziano da stylist uomo/donna a tecnico, tricologo, estetista e formatore. Questa solida base gli ha permesso di sviluppare una visione unica, combinando creatività e competenza tecnica per offrire servizi personalizzati che rispettano la morfologia e l’incarnato di ogni cliente.

Il Claudio De Martino Hair Salon Uomo Donna Tricologia Beauty Center, situato presso il Centro Direzionale Isola A3 Galleria Le Gemme a Napoli, è un luogo dove l’innovazione incontra la tradizione. Qui, Claudio e il suo team dedicato offrono una gamma completa di servizi, dalla cura dei capelli alla tricologia, fino ai trattamenti estetici più avanzati. L’attenzione al cliente è al centro di ogni servizio, garantendo un’esperienza di bellezza su misura e di alta qualità.

La missione di Claudio è chiara: selezionare i migliori prodotti disponibili a livello mondiale per garantire che ogni trattamento rispetti la salute della cute, dei capelli, del viso e del corpo dei clienti. Questo impegno verso l’eccellenza si riflette nella scelta di prodotti di alta gamma e nell’adozione di tecniche all’avanguardia, assicurando risultati che esaltano la bellezza naturale di ciascuno.

Per chi desidera un’esperienza di bellezza completa e personalizzata, il salone di Claudio De Martino rappresenta una destinazione imperdibile nel panorama napoletano. Con un team di professionisti altamente qualificati e una passione inesauribile per l’innovazione, ogni visita si trasforma in un momento di puro piacere e trasformazione.

Per ulteriori informazioni o per prenotare un appuntamento, è possibile visitare il sito ufficiale di Claudio De Martino o contattare direttamente il salone.

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Liceo Manzoni, studentessa prima tra i casertani nel Primum Certamen Salesianum – BelvedereNews

Grande soddisfazione per il Liceo Classico “Alessandro Manzoni” di Caserta: la studentessa , della classe , ha conquistato il terzo posto nel Primum certamen salesanium, prestigiosa competizione dedicata agli studenti appassionati di cultura classica. L’evento, promosso dall’Unione Ex allievi dell’Istituto Salesiano di Caserta con il patrocinio della Presidenza della Repubblica e dell’Istituto Nazionale dell’Enciclopedia Treccani, si è concluso sabato 15 febbraio 2025 con la cerimonia di premiazione presso la Sala ‘Don Rua’ dell’Istituto Salesiano.

Il concorso – che ha visto la partecipazione di numerosi liceali provenienti dalle province di Caserta, Napoli ed Avellino – ha premiato il talento e l’impegno degli studenti nella traduzione e interpretazione di testi classici.

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Giovanna Santo ha ricevuto il terzo premio con la seguente motivazione: ” . , .”

La “” , ha espresso grande orgoglio per il risultato ottenuto da Giovanna Santo e ha sottolineato l’importanza della cultura classica: “La traduzione e l’esegesi dei testi antichi rappresentano uno straordinario strumento  per formare il pensiero critico dei giovani. In un’epoca dominata dalla velocità e dalla tecnologia, la riscoperta della cultura classica è una bussola che orienta verso una comprensione profonda della nostra identità storica e culturale. Complimenti a Giovanna per il suo brillante risultato, che premia la sua passione e il suo impegno costante.”

L’evento ha rappresentato un’importante occasione di crescita e confronto, dimostrando come il sapere classico, lungi dall’essere superato, continui a offrire strumenti fondamentali per interpretare il presente e costruire il futuro. 

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‘Spiccioli di spiritualità’: la storia di Ruth

Per il consueto numero domenicale della rubrica “spiccioli di spiritualità” diretta dal prof. Pasquale Vitale, il prof. Michele Pugliese ci parla della storia di Ruth.

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Leggendo la Bibbia si incontrano storie belle e brutte, racconti misteriosi, storie di vendette e tanta durezza. È proprio un testo scritto da mani diverse, e in momenti diversi, ma nel quale si incontrano a volte delle piccole gemme di straordinaria bellezza. Una di queste è la storia di Ruth, raccontata nel libro omonimo e di cui consiglio la lettura per la delicatezza e la sensibilità del racconto.
Nell’immaginario collettivo la suocera (ovvero la mamma del maschio sposato) è sempre vista con un pizzico di antipatia e oggetto di numerose battute legate al fatto che sarebbe, negli affetti, quasi un’antagonista della moglie rispetto al figlio maschio (è vero ciò anche per la femmina, sebbene accada più raramente). Ebbene nella Bibbia, contrariamente alla vulgata classica che vuole che fra la madre dello sposo e la sposa ci sia sempre un certo attrito, fatto di incomprensione, gelosia e rivalità, c’è una storia di suocera e nuora, dove questo schema è del tutto capovolto mettendo in evidenza un rapporto pieno di grande affetto e solidarietà, a dimostrazione che nel testo sacro per eccellenza del cristianesimo e dell’ebraismo abbondano storie di varia umanità rette sempre da un filo che lega Dio all’umanità, e che i cristiani chiamano Provvidenza.
Ma veniamo alla storia, che come tutte le storie, cominciamo con un classico “c’era una volta…” una donna, Noemi, che aveva un marito di nome Elimelek. La coppia aveva due figli, Maclon e Chilion, e i quattro formavano una bella famiglia unita e felice. Ma, come sempre accade in tutte le storie, questa tranquillità materiale e degli affetti fu turbata da una grave carestia, che portò la famiglia, come tante persone del circondario, alla fame e all’indigenza. Così Elimelek morì di stenti Noemi decise di portare i figli al di là del fiume Giordano – siamo nel territorio della Palestina almeno mille anni prima di Cristo – nel territorio dei Moabiti, più fertile e accogliente. In quella terra i due figli crebbero e si sposarono con due giovani donne moabite, Orpa e Ruth.
Col passare del tempo però anche la terra dei moabiti si ritrovò con una tremenda carestia e gli animali cominciarono a morire e, purtroppo anche i figli di Ruth, Maclon e Chilion, morirono di stenti. Rimasero così in vita solo le tre donne, affamate, magrissime ma ancora vive: Noemi e le sue due nuore, Ruth e Orpa, le quali, contrariamente a quanto di solito succedeva anche a quei tempi, erano molto affezionate a Noemi. Quest’ultima, non volendo morire in terra straniera, decise di ritornare da sola a Betlemme. Salutò le due ragazze ben decisa intraprendere il viaggio da sola, ma le due fanciulle dissero che non l’avrebbero mai lasciata partire da sola. Così intrapresero il viaggio con lei verso Betlemme. Durante il cammino Orpa cambiò idea e decise di ritornare presso il suo popolo, i moabiti. Ruth invece continuò la strada con Noemi, a cui era molto affezionata. Il viaggio fu molto faticoso, ma le due donne comunque, vestite di stracci, con i piedi nudi e feriti, affamate e sole, sotto il sole e sotto la pioggia, in qualche modo alla fine riuscirono ad arrivare a Betlemme.
Giunte alla meta, si pose il problema di cosa fare per sopravvivere. Noemi allora si ricordò di un suo parente, Boaz, e gli chiese di prendere a servizio nel suo campo con Ruth, per aiutarlo nel lavoro e guadagnare di che nutrirsi. Boaz acconsentì alla richiesta e col tempo, vedendo la modestia, il garbo, l’energia nel lavoro della fanciulla, se ne innamorò e le chiese di sposarlo.
Ruth acconsentì, e i due si sposarono. Fecero anche un figlio il quale, quando fu adulto, si sposò a sua volta e la moglie gli diede un bambino a cui fu dato il nome di Davide. Vi dice qualcosa questo nome? Fu il famoso e grande re d’Israele, sì proprio quello che sconfisse il gigante Golia nella guerra contro i filistei, l’autore dei Salmi, l’uomo fedele a Dio, dalla cui discendenza, circa mille anni dopo, uscirà Gesù il salvatore del mondo.
E così da una storia di fame, di carestia, ma anche di grande amore di una donna, per giunta neanche israelita, per la propria suocera, nascerà il più grande re d’Israele, e dalla sua discendenza il Salvatore, a testimonianza che Dio non fa differenza tra i ricchi e i poveri, tra il popolo che si è scelto e gli stranieri, ma sa trarre cose buone anche dalle vicende più assurde che possano accadere, purché segnate da quel frammento di amore che la protagonista di questa storia ha mostrato nei confronti dell’anziana Noemi.

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Intelligenza artificiale e computer quantistici: un futuro da comprendere e monitorare

L’intelligenza artificiale (IA) è ormai una realtà consolidata, con applicazioni che spaziano dai chatbot come ChatGPT fino ai sistemi di monitoraggio del lavoro. L’avvento dei computer quantistici, con la loro capacità di elaborare informazioni in modo esponenzialmente più potente, promette di portare questa rivoluzione a un livello superiore. Ma quali saranno le implicazioni?

L’IA oggi

L’intelligenza artificiale, con i suoi algoritmi, analizza dati e prende decisioni, funzionando su computer classici che utilizzano bit, unità che possono essere 0 o 1. Questo ha già portato a cambiamenti significativi nel mondo del lavoro, sollevando questioni etiche e sociali.

Il futuro: i computer quantistici

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I computer quantistici utilizzano qubit, capaci di esistere in più stati simultaneamente, permettendo elaborazioni complesse in modo più efficiente. Questo potrebbe rivoluzionare ulteriormente l’IA, ma richiede un monitoraggio attento per bilanciare progresso e responsabilità.
Implicazioni per il mondo del lavoro

L’adozione di queste tecnologie solleva preoccupazioni legate al controllo e alla sorveglianza nel mondo del lavoro. È fondamentale che i sindacati e i decisori politici vigilino per tutelare i diritti dei lavoratori, garantendo un equilibrio tra innovazione e protezione.

Conclusione

Per affrontare questa nuova era, è cruciale che la società civile adotti un approccio informato e proattivo, consapevole delle potenzialità e dei rischi. I lavoratori devono essere formati e supportati per affrontare le sfide future, mentre i sindacati devono continuare a vigilare per proteggere i diritti. La politica deve adottare regolamentazioni equilibrate per guidare l’innovazione in modo responsabile, e gli imprenditori devono abbracciare un’etica che metta al centro l’essere umano. Solo con un’azione coordinata e consapevole potremo garantire che l’innovazione sia al servizio dell’umanità, creando un futuro in cui tecnologia e umanità possano coesistere armoniosamente.

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Disfatta nel derby per la Casertana – BelvedereNews

La Casertana esce sconfitta per 2 a 1 davanti al pubblico amico al cospetto di un Avellino in ottima salute. Stavolta, però, il risultato è bugiardo e il pari non avrebbe certo fatto gridare allo scandalo. Il primo tempo è stato condotto molto bene, rintuzzando gli irpini in difesa e avendo varie chance in attacco, il secondo un po’ meno. Certo è che se si giocassero le restanti partite come questa, la salvezza sarebbe cosa quasi certa: si è giocata una partita alla pari con la seconda forza del campionato. Occasioni in alternanza nella prima parte, con Panico al 2’ e Bunino al 3’. Colossale chance al 13’ per Bunino, che manda alto un’ottima palla messa in mezzo da Vano. In questa fase, Casertana ben organizzata e battagliera. Al 21’ Pavanel perde Llano per infortunio, dentro Heinz. La svolta al 37’, quando Cancellotti offre un bell’assist a Lescano, che tira alto; poi rovesciamento di fronte e Damian serve Vano, che con un bel rasoterra porta la Casertana in vantaggio. Il tutto dura poco, perché al 43’ Cancellotti mette in mezzo per un tiro a volo potente e preciso di Cagnano: 1-1. La ripresa si apre come peggio non poteva per i rossoblù: corner di Palmiero e deviazione vincente di Patierno per l’1-2. Esplode la gioia dei tifosi irpini, accorsi in massa al “Pinto”. In questa fase, effettivamente, i falchetti fanno fatica a farsi vedere dalle parti di Iannarilli. All’ 83’ la gioia dei tifosi di casa è strozzata in gola dall’arbitro Mirabella, che annulla un gol a Bunino per fuorigioco. I falchetti si buttano in avanti, ma si segnala solo un tiro da fuori di Proia al 91’, mentre i lupi rischiano tre volte il 3-1 in contropiede, trovando strada sbarrata da Zanellati. Inutile dirlo, ma bisogna reagire prima possibile. Alla prossima ci sarà un bel Cavese-Casertana da non fallire. È dura, ma abbiamo la possibilità di rimettere le cose a posto.

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Intensificati i controlli della polizia nei luoghi della “movida” napoletana. – BelvedereNews

Nell’ambito dei servizi predisposti dalla Questura di Napoli, volti ad intensificare il controllo del territorio nelle aree della “movida”, sono stati attuati nella serata di ieri, da parte del personale della Polizia di Stato, controlli nel quartiere Vomero ed in particolare nelle vie Bernini, Scarlatti, Fiore, Kerbaker, Cimarosa, in viale Raffaello e nelle piazze Vanvitelli e Fanzago.

Nel corso degli accertamenti sono state identificate 259 persone, di cui 42 con precedenti di polizia. Hanno subito controlli quindici persone sottoposte a varie misure di prevenzione.

Un individuo è stato sanzionato amministrativamente per detenzione illecita di sostanze stupefacenti per uso personale.

Infine, una persona è stata denunciata per furto aggravato.

Sono stati, altresì:

  • esaminati 85 veicoli,
  • contestate 43 violazioni del Codice della Strada,
  • ispezionate 32 attività commerciali, di cui 2 sospese.
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Nella attività commerciali non in regola sono stati sequestrati circa 500 kg di generi alimentari in cattivo stato di conservazione elevando, complessivamente, sanzioni amministrative per un totale di circa 10mila euro.


Curiosità

(fonte Treccani )

La parola movida, registrata dai principali dizionari della lingua italiana dell’uso, è attestata per la prima volta nell’italiano scritto nel 1990. È un prestito dallo spagnolo. Si tratta propriamente della forma femminile sostantivata dell’aggettivo movido ‘movimentato’. In italiano mantiene il significato originario che la parola aveva in spagnolo, quando nacque per designare la speciale atmosfera di vitalità in campo culturale e artistico e il particolare dinamismo intellettuale che presero a caratterizzare la Spagna a partire dall’inizio degli anni Ottanta, dopo gli anni in parte cupi, in parte torpidi vissuti dalla nazione sotto il regime di Francisco Franco (morto nel 1975).

Come ben documenta il vocabolario di neologismi Le parole degli anni Novanta di Andrea Bencini ed Eugenia Citernesi (Le Monnier, 1992), s.v. movida, l’ispanismo, appena accolto in italiano, fu usato, oltre che nel significato proprio, in una serie di accezioni estensive che lo portarono tra l’altro a designare, specialmente nella lingua a effetto dei giornali, una qualsiasi persona che per vivacità ed estroversione sembrasse in sintonia con la stessa movida spagnola; poi la squadra di calcio rinnovata e vincente del Real Madrid; infine, scherzosamente, ‘mossa’ (diamoci una movida).

Nel linguaggio giovanile degli anni Novanta, movida ha assunto il significato generico di animazione, situazione, ambiente piacevolmente movimentati. Nella lingua comune, col tempo, si è depositata stabilmente una sola accezione estensiva, tra le tante fiorite al primo apparire del vocabolo nella nostra lingua: quella di ‘intensa e vivace vita artistica e culturale notturna’, propria in particolare di tutti i grandi centri urbani, spagnoli e di altre nazioni.

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Luca Trapanese aprirà la rassegna Casertalegge – scrittori in città – BelvedereNews

Sarà Luca Trapanese, autore di “Non chiedermi chi sono” (Salani) l’ospite che lunedì 24 febbraio alle 18.30 alla Libreria Giunti al Punto Caserta inaugurerà il patrocinio siglato tra la rassegna Casertalegge Scrittori in città, l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e il Patto per la lettura del Comune di Caserta. Un riconoscimento che premia il lavoro di Giuseppe Bellone per l’organizzazione e dalla giornalista Mariamichela Formisano per la comunicazione, entrambi con una consolidata esperienza nella direzione del festival “Capua, il Luogo della Lingua”, la manifestazione letteraria più longeva della provincia di Caserta. Ed è il successo di pubblico ed il prestigio degli scrittori ospitati che premia la rassegna il cui obiettivo principale resta quello di valorizzare il ruolo delle librerie come centri nevralgici della cultura cittadina, ponendole al centro di un rinnovato interesse per la letteratura e per il dibattito culturale, essenziale per restituire centralità a questi luoghi, favorendo una fruizione qualificata della letteratura e un’interazione diretta tra autori e lettori. La rassegna offre anche l’opportunità agli scrittori di vivere, visitare e raccontare la città grazie alla partecipazione attiva di imprese come l’agenzia Tulum Viaggi e l’Hotel dei Cavalieri per l’accoglienza, i ristoranti Pepe Nero e Tequila per l’ospitalità, e Vanessa Sound per la comunicazione di una esperienza da condividere. Moderato dall’autore Michele Casella, l’incontro di lunedì prossimo alla libreria Giunti al Punto di Caserta sarà introdotto da Lucia Monaco, docente del Dipartimento di Giurisprudenza, delegata per la Terza Missione e la Promozione del Territorio dell’Università Vanvitelli, e referente del Patto per la Lettura del Comune di Caserta. Con Luca Trapanese, assessore al Welfare del comune di Napoli, si affronterà il tema centrale del suo ultimo romanzo che sta nel significato profondo della sofferenza, da quella per amore a quella semplicemente legata alla giovane età. Ma centrale sarà anche il significato del riconoscersi uguali agli altri nella diversità e nelle bellissime imperfezioni.

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Caserta. ‘Lo Stato del potere ai tempi della post-libertà’: il libro di Carlo Iannello alla ‘UniVanvitelli’

Il libro ” Lo Stato del potere – Politica e diritto ai tempi della post-libertà” e’ una gemma da custodire per tutti coloro che in questo tempo vocato a fake news e alla lettura approssimativa di ogni accadimento volessero conoscere con dettagli e riferimenti storici lo stato di profondo disfacimento del rapporto tra democrazia e capitalismo.

L’autore e’ Carlo Iannello, professore di Diritto dell’ambiente e Diritto pubblico presso l’Università degli Studi di Napoli “Luigi Vanvitelli”. Giovedì 20 febbraio presso il Dipartimento di Scienze politiche della stessa Università l’autore ha presentato il testo a dottorandi e dottorande, in un interessante e serrato confronto seminariale con il professore Diego Giannone, il ricercatore Adriano Cozzolino, l’Assegnista di ricerca Fabio Carbone.

Il grande contributo del testo di Carlo Iannello risiede, oltre che nell’offrire una lettura inedita e audace nelle sue tinte radicali del tramonto del costituzionalismo moderno, nel linguaggio accessibile a tutti e nella ricchezza notevole delle fonti con cui quella lettura viene offerta al grande pubblico e non solo ad accademici.

Il pregio di una periodizzazione accurata delle fasi di trasformazione della sovranità statuale si coniuga con una limpida focalizzazione della contemporanea metamorfosi della sovranità popolare, logorata dall’esplosione di nuovi poteri indiretti, dalla perdurante crisi dei partiti politici e degli stessi corpi intermedi, dall’indebolimento dello Stato sociale. Si assiste pertanto più che ad una crisi del neoliberalismo, ad un suo salto di qualità in termini totalitari.

Lo Stato non e’ “scomparso” ma si è trasformato: non adempie più alla tutela di quello che un tempo venivano chiamati i diritti naturali dei cittadini (quelli individuali del primo costituzionalismo o anche quelli sociali del costituzionalismo novecentesco), ma diventa stampella nella creazione dell’ordine giuridico del mercato.

In sostanza si consolida “una inedita forma di neodirigismo” (diverso da quello di fattura socialdemocratica) che punta alla centralizzazione dei capitali e alla simultanea neocentralizzazione dei luoghi decisionali. Il liberalismo non piú solo sistema economico, ma un vero e proprio progetto di ingegneria sociale che rende ogni struttura politica performante per il mercato, degradando ogni intermediazione democratica. Cosa rimane allora della democrazia rappresentativaLe origini e gli sviluppi della distanza sempre piú grande tra professionisti della politica e cittadini sembrerebbe alimentare la nascita di movimenti e governi di stampo populista che, in ultima analisi, esprimono tuttavia prospettive illusorie e contraddittorie. Al centro della riflessione a cui conduce il testo l’amara constatazione di quanto pregnante sia uno dei maggiori punti di forza del neoliberalismo, infarcito di emergenzialismo: aver condotto l’individuo ad introiettare la logica del mercato e a comportarsi in accordo ad essa tramite l’impiego di tecnologie disciplinari che non si presentano agli occhi di chi le subisce come limitazioni della propria libertà ma come strumenti di difesa e garanzia della libertà individuale. Così emerge una spietata descrizione della inevitabile condizione di sfruttamento della libertà imposta agli individui dal dominio della razionalità neoliberale contrapposta purtuttavia alla natura umana che si vede assoggettare al principio della massimizzazione delle risorse non solo economiche, ma biologiche, cognitive ed emotive dell’individuo in base agli standard posti dall ‘ambiente competitivo in cui la sua vita si svolge. La premessa e l’esito di questo perenne stato di concorrenza e’ la diseguaglianza. La vera sfida sarà per il capitale umano riappropriarsi della sua dimensione di demos nella declinazione di solidarietà sociale ed uguaglianza.

“La riemersione del conflitto sociale potrebbe rappresentare un terreno fertile affinché i partiti ricomincino a interpretare i bisogni delle persone in carne ed ossa, le finalità sociali e gli interessi collettivi – ha sostenuto Carlo Iannello – invertendo il dominio dell’economia e il processo di corrosione della democrazia”.

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Acerra. Neonata morta: appartamento ripulito, inquinata la scena del crimine

Cosa non torna ancora in questo caso? Le tre versioni incongruenti del padre, l’esame tossicologico da cui l’uomo, Vincenzo Loffredo, è risultato positivo all’hashish, ma l’unico sotto accusa e che rischia, ancora una volta di essere denigrato, odiato dalla massa e dipinto come serial killer è lui: il Pitbull, Tyson.

Eppure dagli esami non è risultata alcuna traccia ematica dalla bocca del pitbull. Si attendono gli esami delle feci di entrambi i cani per rintracciare il dna della piccola. L’autopsia parla di una morte dovuta alla rottura del collo della neonata. Rottura del collo? E se la piccola fosse caduta?

Le dinamiche sono poco chiare, ma ancora più inquietante è stato il gesto dei familiari di ripulire l’appartamento, la scena del crimine, prima che all’abitazione venissero apposti i sigilli.

Cosa volevano nascondere? Vincenzo Loffredo, al momento, è indagato per omicidio colposo.

Ma dove sono ora Tyson e Laika Entrambi i cani sono in una struttura di Frattaminore, nel centro multifunzionale Fido&Felix, convenzionato con l’Asl Napoli 2 Nord. Sono state smentite le notizie sulla presunta soppressione di Tyson.

L’Asl, inoltre, ci tiene a precisare che non c’è stato alcun coinvolgimento del pitbull nella morte di un altro cane della zona, lo scorso anno, voci fasulle del vicinato.

Ma quale sarà il suo destino? Quando un essere umano compie un atto di violenza, un crimine, troppo spesso, paga meno di quanto dovrebbe…o addirittura non viene nemmeno incriminato.

Ma se è un cane a essere coinvolto in una vicenda del genere, tutti sono pronti a gridare all’abbattimento.

Siamo sicuri che in questo triste evento c’entri davvero il cane? E fino a che punto ha colpa Se la piccola fosse precedentemente caduta, è solo un’ipotesi ovviamente, ma un cane per rianimarla avrebbe usato la bocca in primis e le zampe in secondo luogo, e un cane di quella mole, di quella forza, immaginate che segni potrebbe lasciare involontariamente sul corpo di una piccola creatura.

L’autopsia ci conferma che la morte è avvenuta per la rottura del collo, ciò significherebbe che potrebbe essere deceduta sul colpo da una precedente caduta. Un’aggressione perpetua e violenta avrebbe comportato altra situazione…

Inoltre se il cane ha aggredito per istinto predatorio, come poteva scattare quest’istinto se la bambina era nel letto, distesa e tranquilla a dormire?

È una famiglia oscura, che sta nascondendo qualcosa, altrimenti chi si sarebbe preso la briga di ripulire l’appartamento?

Perché fare ciò se non si ha nulla da nascondere e soprattutto da temere?

Intanto la stampa, la tv ecc ci stanno sguazzando in questa tremenda vicenda, letteralmente divertendosi a marchiare, sempre e per sempre il pitbull come il mostro.

Possiamo solo sperare che a pagare in questo crimine non sia ancora una volta un animale, solo perché tale, ma il vero responsabile: l’uomo.

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Caserta. ‘Max Mara Resort 2026’: la collezione sarà presentata martedì 17 giugno 2025 in una location d’eccezione: la Reggia

Capolavoro barocco e neoclassico, un tempo residenza reale, la Reggia di Caserta è oggi patrimonio dell’umanità UNESCO.

La sfilata Max Mara Resort 2026 unirà dunque moda, storia e cultura in un contesto straordinario, esaltando l’eleganza e lo stile raffinato del brand.

La scelta di un luogo così prestigioso conferma l’attenzione di Max Mara per il connubio tra tradizione e innovazione.

Max Mara è uno dei marchi di moda italiani più prestigiosi e riconosciuti a livello internazionale. Fondato nel 1951 da Achille Maramotti, il brand è sinonimo di stile sofisticato, minimalismo raffinato e alta qualità. I suoi cappotti iconici, i tagli impeccabili e i materiali pregiati lo rendono un punto di riferimento nel settore del lusso. Con la collezione Resort 2026, la maison continua a innovare, mantenendo l’eleganza come firma distintiva. L’evento alla Reggia di Caserta sarà un’occasione perfetta per mostrare capi sofisticati in un’atmosfera regale. Ogni dettaglio sarà studiato per esaltare la bellezza della collezione, rispettando al tempo stesso l’estetica storica della location.

La Reggia di Caserta è uno dei palazzi più belli e maestosi d’Europa. Costruita nel XVIII secolo per volere del re Carlo di Borbone, è famosa per la sua architettura imponente e i suoi giardini spettacolari.

Le sue sale affrescate, le scalinate monumentali e le fontane scenografiche creano un ambiente fiabesco e suggestivo.

La scelta di questo luogo per la presentazione della collezione Max Mara Resort 2026 esalta la fusione tra moda, arte e storia.

L’evento del 17 giugno 2025 sarà un appuntamento imperdibile per il mondo del fashion. Con la collezione Resort 2026, il brand conferma il suo legame con la bellezza, l’eccellenza e il patrimonio culturale italiano.

Sarà una sfilata che unisce tradizione e modernità, celebrando l’arte della moda in una cornice senza tempo.

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Caserta. Giuseppe Santonastaso, politico poliedrico: toccante ricordo nel centenario della nasica

Mercoledì 19 febbraio 2025 ricorre il centenario della nascita del Senatore Giuseppe Santonastaso a cui è collegata la pagina social https://www.facebook.com/senatoregiuseppesantonastaso/ .

Nel tempo il politico ha ricevuto molti riconoscimenti come l’intitolazione a Caserta il 29 gennaio 2021 di una strada nella frazione di San Benedetto, cosa avvenuta nel 2014 a San Felice a Cancello e successivamente nel 2023 ad Arienzo.

Giuseppe Santonastaso nel tempo ha ricoperto molti ruoli istituzionali, fu sindaco di Santa Maria Capua Vetere (città in cui fu segretario DC dal 1952) nel mandato dal 21 dicembre 1960 al 14 febbraio 1963 e in quello dal 24 gennaio 1967 all’8 febbraio 1968; fu componente della prima legislatura Consiglio della Regione Campania dal 1970 al 1972; fu per lungo tempo in Parlamento (ininterrottamente dal 1972 al 1987 nel Senato e dal 1987 al 1994 nella Camera dei Deputati), infine anche nel Governo (quale Sottosegretario ai Trasporti dal 1983 al 1987 e dal 1989 al 1992).

Per i suoi meriti professionali è nominato, per il triennio 1° luglio 1967- 30 giugno 1970, Ispettore onorario per i Monumenti, le Antichità e le Opere d’Arte dei Comuni di Teano, Caianello e Vairano, per aver curato e diretto, tra il 1954 e il 1960, nuovi scavi e le conseguenti sistemazione e catalogazione dei resti dell’Anfiteatro romano di Santa Maria Capua Vetere.

Ancora, gli è stato conferito l’alto riconoscimento, da parte del Presidente della Repubblica, del 2 giugno del 1969, del “Diploma di prima classe ai Benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte, con la facoltà di fregiarsi della relativa Medaglia d’Oro”; è noto il suo impegno per l’insediamento dell’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato, nonché degli Istituti Professionali di Stato per l’Industria e l’Artigianato di Sessa Aurunca, Vairano Scalo, Alife, Caserta, Caiazzo, San Felice a Cancello, Santa Maria a Vico e Vitulazio.

Giuseppe Santonastaso, figlio del maddalonese Domenico e della sammaritana Anna Granata nasce a Santa Maria Capua Vetere il 19 febbraio 1925, morirà nel beneventano il primo gennaio del 2007 mentre si trovava presso la casa della figlia.
Giuseppe Santonastaso con il tempo si sposerà con Giuseppina Rendina e con lei avrà due figli, ovvero Domenico e Annalisa.

Al netto dell’esperienza politica, dopo la formazione di base nella città che vanta la storicità romana nel 1954 si laurea in ingegneria elettrotecnica all’Università di Napoli “Federico II”. A ciò si aggiunga che negli anni ’60 fu funzionario Dirigente dell’Ufficio Provinciale E.N.P.I. di Caserta e Presidente dell’Istituto Professionale di Stato Industria e Artigianato “Righi”.

Lo studio biografico sul senatore è ancora in corso, sono graditi contributi, osservazioni, testimonianze, e disponibilità varie a sostenere questo libero, gratuito progetto culturale. Ho attivo un account mail studioanniversario@gmail.com dove poter ciascuno fornire testimonianza, testuale e fotografica se opportuna, etc., e comunque si raccomanda la necessità di riportare i propri dati e i propri recapiti per opportuno contatto. Nella mail si chiede di specificare in oggetto l’identità della persona a cui si riferisce ovvero “Senatore Giuseppe Santonastaso”.

(Articolo a cura di Michele Schioppa, cronista maddalonese – Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Villa Literno. Omicidio di camorra: nuove rivelazioni in aula sul delitto di Gennaro Barba

Il processo per l’omicidio di Gennaro Barba, avvenuto il 27 ottobre 1993 nell’ambito della guerra di camorra tra i clan Lago e Contini, si arricchisce di nuove testimonianze.

Durante l’ultima udienza, Domenico Bidognetti ha ricostruito nei dettagli l’esecuzione del giovane affiliato del clan Contini, strangolato e poi finito con due colpi di zappa prima di essere gettato in un pozzo.

La ricostruzione dell’omicidio

Secondo la testimonianza di Bidognetti, Barba fu attirato in una masseria a Villa Literno, in località San Sossio, di proprietà di un parente di Pasquale Giovanni Vargas.

Qui sarebbe stato sequestrato e condotto da diversi esponenti del clan Lago.

Continuava a dire che non c’entrava nulla, che era stato operato da poco, ma non servì a nulla”, ha raccontato il collaboratore di giustizia.

Barba venne strangolato con una corda, ma quando si accorsero che respirava ancora, Vargas prese una zappa e lo colpì al torace e alla testa, uccidendolo definitivamente.

Il corpo fu poi caricato nel cofano di un’auto e gettato in un pozzo.

Il movente e il contesto criminale

Secondo quanto emerso dalle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, l’omicidio sarebbe stato ordinato da Pietro Lago, capo dell’omonimo clan, perché Barba era considerato vicino a Giuseppe Contini, noto esponente del clan rivale. Tuttavia, lo stesso Bidognetti ha ammesso in aula di aver avuto dubbi sulla reale appartenenza della vittima: “Alla fine lui stava lì, ed era già condannato a morte, anche se non c’entrava”.

Vincenzo Cantiello, un altro imputato che ha già ricevuto una condanna a 20 anni di carcere per questo delitto, ha confermato che il motivo dell’omicidio fu una presunta informazione riferita da Barba a Contini su un piano per eliminarlo. Questo tradimento, vero o presunto, fu sufficiente a decretarne la morte.

Il processo e le nuove udienze

L’inchiesta sugli omicidi di camorra avvenuti nell’ottobre del 1993 è stata riaperta grazie alle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, tra cui Bidognetti e Vargas.

Oltre all’assassinio di Gennaro Barba, i pentiti hanno fornito elementi anche sugli omicidi di Antonio Russo e Sergio Bruno, eseguiti dallo stesso gruppo criminale nell’ambito della lotta per il controllo del territorio.

Il processo proseguirà ad aprile, quando verranno ascoltati nuovi testimoni, tra cui il pentito Vargas e i familiari della vittima. Nel collegio difensivo figurano gli avvocati Giovanni Formicola e Giovanni Nicolas Balzano.

L’udienza si inserisce in un più ampio contesto di indagini che puntano a far luce sulle dinamiche della camorra negli anni ’90 e sulle responsabilità dei clan che per anni hanno dominato il territorio con violenza e terrore.

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