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LE ACCUSE DEI MAGISTRATI – Il caso Striano. Iscritto per accesso abusivo, ma non ci sono prove di “fascicoli” contro politici. Alcune ricerche sfociate in relazioni per la Dda DI VALERIA PACELLI

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Ma quali “dossieraggi”. Cosa dice l’inchiesta sul finanziere indagato

LE ACCUSE DEI MAGISTRATI – Il caso Striano. Iscritto per accesso abusivo, ma non ci sono prove di “fascicoli” contro politici. Alcune ricerche sfociate in relazioni per la Dda

DI VALERIA PACELLI

3 MARZO 2024

La politica per tutta la giornata di ieri ha gridato al dossieraggio. Eppure dalle carte dell’indagine della procura di Perugia su Pasquale Striano, il finanziere accusato di aver eseguito centinaia di “accessi abusivi” alle banche date, di questo dossieraggio non c’è traccia. Agli atti dell’inchiesta non c’è la prova che siano stati realizzati dossier su personalità delle istituzioni o politici. E che dunque quelle informazioni ricercate siano state usate. I pm guidati da Raffaele Cantone invece ritengono che ci siano stati accessi abusivi al sistema informatico delle cosiddette Sos, le operazioni ritenute sospette che gli operatori finanziari sono tenuti a segnalare. E che non si tratti di oscuri rapporti nascosti chissà dove lo dimostra anche il fatto che alcune di quelle informazioni siano finite in articoli di giornale. E proprio per aver fatto il loro dovere, ossia trovare notizie vere, alcuni giornalisti sono finiti indagati. Si tratta di tre cronisti del quotidiano Il Domani. Non hanno nascosto le notizie trovate nei loro cassetti, ma ne hanno fatto articoli, su fatti di interesse pubblico, finiti spesso in prima pagina.

Ad di là dei rapporti con i giornalisti, però, secondo i pm di Perugia Striano si muoveva con troppa disinvoltura nelle banche dati. Per i magistrati i cronisti non erano gli unici destinatari delle informazioni del finanziere su determinati soggetti e società. Così la procura nel capo di imputazione che riguarda Striano elenca oltre 500 accessi “non consentiti” (circostanza questa che non coinvolge i cronisti). Il finanziere lo faceva nella sua qualità di ufficiale di Polizia giudiziaria in servizio alla Procura Nazionale Antimafia con il ruolo di comandate del “Gruppo Sos”.

Il Fatto, incrociando le date delle ricerche, ha scoperto però che molto spesso erano concomitanti con fatti di cronaca: dagli atti emerge il profilo di un uomo che, spulciando tra le notizie, trovava input per le sue ricerche. I nomi sono tanti e spesso eccellenti. Da Andrea Agnelli a Cristiano Ronaldo; dall’attuale presidente della Commissione antimafia Chiara Colosimo al sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro. Il 25 agosto 2022 ad esempio Striano avrebbe controllato se vi fossero Sos sulla compagna di Silvio Berlusconi Marta Fascina, ma, in altri momenti, anche sui ministri Adolfo Urso, Giovanbattista Fazzolari, Francesco Lollobrigida. Il 20 ottobre 2022 tocca a Marina Elvira Calderone e Gilberto Pichetto Fratin.

Il 18 febbraio 2020, secondo la procura, c’è “un accesso abusivo (…) per individuare la presenza di segnalazione per operazioni sospette” di Olivia Paladino, compagna di Giuseppe Conte. Il 21 luglio del 2022 invece tocca a Tommaso e Francesca Verdini. In questo caso alcuni giorni prima, il 16 luglio 2022, il figlio di Denis Verdini era stato perquisito nell’ambito di un’inchiesta della procura di Roma. Altro esempio: il 16 settembre 2021 Tpi scrive un articolo su Giambattista Casellati. Quello stesso giorno alla Procura risulta che sia stato cercato il nome del marito dell’ex presidente del Senato. Il 25 febbraio 2021 la ricerca invece aveva riguardato l’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri.

Adesso Striano dovrà dimostrare ai magistrati, nome per nome, a cosa servivano quegli approfondimenti. In alcuni casi le ricerche corrispondono con relazioni da inviare magari alla Dda, la Direzione distrettuale Antimafia. In sostanza stava facendo il suo dovere.

Su Gabriele Gravina, presidente della Figc, invece secondo i pm il 28 luglio 2022 c’è stato “un accesso abusivo alla banca dati Siva2 per consultare le eventuali Sos”. Al Fatto risulta che in questo caso Striano abbia scritto una relazione destinata a una Procura. Escludendo qualsiasi collegamenti con fenomeni criminali, il finanziere chiedeva di fare chiarezza su presunti illeciti patrimoniali. Nulla che è stato provato. Infatti questa relazione è stata spedita alla Procura di Roma che ha archiviato la vicenda. Come in questo caso il finanziere ora dovrà dimostrare anche il perché di tutte le altre sue ricerche.

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(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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