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Attualità

“Il governo intimidisce le toghe e rincorre la cronaca coi decreti”

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L’INTERVISTA

“Il governo intimidisce le toghe e rincorre la cronaca coi decreti”

MICHELE AINIS, COSTITUZIONALISTA – È deprecabile personalizzare lo scontro. Contro l’omnibus, promulgazione parziale

DI LORENZO GIARELLI

5 OTTOBRE 2023

Il governo legifera “rincorrendo la cronaca”, “confonde i poteri” e “intimidisce i magistrati”, ponendosi quindi “contro la Costituzione”. Il giudizio del costituzionalista Michele Ainis è spietato e inchioda l’esecutivo di Giorgia Meloni a errori tecnici (la cattiva scrittura di alcuni decreti) e sgrammaticature istituzionali (lo scontro con le toghe), ricordando i vizi che hanno contraddistinto il primo anno della premier a Palazzo Chigi: troppi decreti e troppi decreti omnibus, ovvero con dentro provvedimenti su temi che non c’entrano nulla l’uno con l’altro.

Professor Ainis, in un suo editoriale su Repubblica ha parlato di governo “anticostituzionale”. Perché?

Sono ormai diversi i provvedimenti su cui esistono perplessità costituzionali, a partire dal decreto rave party, il quale teneva insieme norme sui medici no-vax e sull’ergastolo ostativo. Ma poi abbiamo avuto il decreto Caivano, con la custodia cautelare in carcere per i minori in caso di pericolo di fuga, già bocciata dalla Consulta in passato. E infine il decreto Cutro, con dentro la norma sulla “cauzione” da 5.000 euro per il richiedente asilo che non vuole finire nei Cpr. Qui vorrei fare una premessa.

Prego.

Se fossi stato nella giudice di Catania e avessi avuto quei dubbi, anche fondati, sulla legittimità del decreto, avrei sollevato la questione di fronte alla Consulta, piuttosto che disapplicare il testo. Detto ciò, nel merito credo che se fai un decreto in cui il diritto di asilo viene subordinato alla condizione economica del richiedente, allora stai violando la legalità costituzionale.

La giudice è accusata di avere in antipatia la destra e Matteo Salvini.

Ogni conflitto istituzionale deve essere spersonalizzato, perché altrimenti, se diventa uno scontro con il nome e il cognome di un giudice, allora assume un sapore intimidatorio e questo è assolutamente deprecabile. Purtroppo ci siamo abituati al fatto che la neutralità non faccia parte di questo mondo. E soprattutto viviamo in un sistema i cui i poteri non sono ben separati, ma ormai confusi al punto che la presidente del Consiglio fa la pm, il Parlamento fa le commissioni per sostituirsi alla magistratura e così via.

L’attacco alla magistratura nasconde errori materiali nella scrittura dei decreti?

Questo è un lato del problema. Il panpenalismo, l’abuso del diritto penale, deriva da una rincorsa frenetica alla cronaca e all’opinione pubblica, peraltro molto volatile. Andrebbe ripresa la lezione degli Illuministi per la quale ogni legge deve essere generale, e non fotografare la situazione del momento. In questa rincorsa, è più probabile che le norme siano scritte male.

A questo si aggiunge il problema dell’abuso dei decreti, spesso omnibus. Perché il Colle non riesce a limitare il fenomeno?

L’abuso di decreti è ormai una costante degli ultimi governi, ma l’ultimo rapporto di Openpolis ci dice che con Meloni abbiamo raggiunto un record. Questo avviene intanto perché siamo abituati a un sistema che funziona al rovescio, col governo che fa le leggi. Siamo in un mondo social in cui si reclamano risposte immediate. Io credo che il presidente della Repubblica si trovi quasi sotto ricatto, nel senso che spesso questi decreti omnibus contengono anche norme urgenti e necessarie, perciò si finisce per dare il via libera a tutto. Non solo: spesso si arriva ad approvare la legge di conversione al 59esimo giorno utile su 60. Il presidente della Repubblica potrebbe rifiutarsi di firmare, ma il decreto perderebbe di efficacia.

C’è una soluzione?

Bisognerebbe che il Quirinale potesse promulgare soltanto la parte del decreto conforme e coerente con la sua intestazione. La cosiddetta promulgazione parziale mi sembra l’unica via d’uscita a questa degenerazione. È un azzardo interpretativo, certo, ma in passato era utilizzato nelle Regioni.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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