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Cellole, la città prega per Giovanni. L’ imprenditore resta in coma

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Cellole. Sulla bacheca dell’impresa familiare di Giovanni Sasso, 40 anni, cellolese, numerosi i post che si susseguono per manifestare la propria vicinanza alla famiglia e ad una persona speciale: «un amicone, disponibilissimo con tutti».
Grande è, dunque, l’affetto che lo circonda.
Un calore che si esprime nelle preghiere a lui rivolte da tutta la comunità, mentre è ricoverato in coma farmacologico alla clinica Pineta Grande di Castel Volturno. Le condizioni al suo arrivo in ospedale, venerdì sera, dopo aver allertato immediatamente i Carabinieri e il 118, rivelavano un grave trauma cranico: una frattura alla testa. L’imprenditore sarebbe stato spinto e avrebbe battuto la testa, in seguito ad una discussione nata per un rimprovero.
Ad innescare la lite, il gesto compiuto da un 17enne: era con lo zio, questi, quando avrebbe gettato gusci di arachidi davanti alla sua attività commerciale. L’episodio è avvenuto tra la salumeria e l’autosalone in via Risorgimento.
Da qui la caduta dell’uomo che, spintonato, ha perso l’equilibrio ed è caduto all’indietro, battendo con la base del cranio tra l’asfalto e la porzione di marciapiede.
Ancora da chiarire la dinamica dell’aggressione per la quale le testimonianze raccolte non hanno fornito elementi utili ed univoci. E l’assenza della videosorveglianza in quella zona non può essere di supporto alle indagini.

Intanto, sono due le persone – zio e nipote – già iscritte nel registro degli indagati per le lesioni gravissime provocate all’uomo.

Inviata dai militari dell’Arma l’informativa alla Procura della Repubblica che coordina le indagini, condotte dai Carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca.

«Non possiamo fare altro che pregare per Giovanni» ha dichiarato il sindaco, Guido di Leone, sull’episodio che ha turbato l’intera comunità.

«Una vera e propria tragedia, non c’è altro modo per definire quanto accaduto. Evitiamo di sostituirci ai giudici senza essere a conoscenza dei fatti, mi sembra davvero inutile parlare di violenza giovanile.
Conosco il ragazzo che era sul posto, così come suo zio. Purtroppo si è trattato di un tragico incidente. Sul caso, adesso, indagheranno i Carabinieri di Cellole e di Sessa Aurunca».

«Ha solo cercato di difendere la compagna e tutelare la propria attività commerciale.
È inconcepibile che ora si trovi in un letto d’ ospedale. Per una banalissima discussione, si rischia di distruggere un’intera famiglia.
Continueremo a pregare per lui, stringendoci intorno ai suoi giovanissimi figli».
È quanto ha voluto aggiungere Federica A., una delle collaboratrici più strette.

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