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IN PARLAMENTO

Parte l’Antimafia con tre imputati. 5S: “Colosimo no”

INSEDIAMENTO – Dopo otto mesi. “Impresentabili”. Silvestro, Castiglione e Carrà rinviati a giudizio. Sorella d’Italia presidente? 5S via dall’aula

DI SAUL CAIA E VINCENZO IURILLO 
23 MAGGIO 2023
Ci sono voluti otto mesi per avere la nuova Commissione parlamentare Antimafia del governo Meloni. Si insedia nel giorno del trentunesimo anniversario della strage di Capaci, ma con buona pace del valore simbolico della data, è piena di indagati e imputati per corruzione, concussione e reati ambientali. La premier non ha nemmeno ascoltato i familiari delle vittime delle stragi di mafia, che con una lettera al Fatto chiedevano il passo indietro di Chiara Colosimo, per la sua presunta vicinanza all’ex Nar Luigi Ciavardini, condannato a 30 anni per la strage di Bologna (e immortalata da una foto mostrata da Report). La deputata di Fratelli d’Italia, vicina a Meloni, è stata scelta per guidare la commissione. Mentre il vicepresidente potrebbe essere il forzista Mauro D’Attis, ma le opposizioni Pd-5Stelle annunciano di votare un nome comune, tipo Cafiero De Raho. Sulla presidenza Colosimo, il M5s annuncia: “Se si insiste su questo nome, non parteciperemo al voto in segno di totale contrarietà”.

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Ma il caso Colosimo non ha fatto batter ciglio ai meloniani, meno che mai a senatori e deputati sotto processo. Tra loro c’è l’ex sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe Castiglione, eletto alla Camera con Calenda e genero dell’ex rais delle preferenze Pino Firrarello. Rinviato a giudizio a marzo 2017, Castiglione è imputato per corruzione perché avrebbe promesso “assunzioni al Cara di Mineo” in cambio di voti. La vicenda riguarda gli appalti per la gestione dei servizi del Centro Accoglienza Richiedenti Asilo tra il 2011 e il 2014. All’epoca Castiglione era soggetto attuatore del Cara, e insieme all’ex presidente Luca Odevaine e al componente della commissione aggiudicatrice Giovanni Ferrera, avrebbero “predisposto il bando di gara con la finalità di affidamento all’Ati appositamente costituita”. Altro nome è quello del senatore di Forza Italia, Francesco Silvestro, “il principe della notte”, soprannome conquistato grazie a una florida attività di produzione di materassi nell’azienda di famiglia, dichiarato “impresentabile” dalla vecchia commissione parlamentare antimafia e ora nominato nella nuova. La lettera scarlatta gli fu impressa sulla candidatura alle regionali 2020 perché imputato insieme all’ex sindaco di Arzano (Napoli), Giuseppe Fuschino, di tentata concussione all’imprenditore titolare dell’appalto comunale dei rifiuti, vittima – secondo l’accusa – di un presunto boicottaggio per ottenerne una sponsorizzazione a una squadra di pallavolo e qualche assunzione pilotata. All’epoca Silvestro era presidente del consiglio comunale e quella amministrazione fu sciolta per infiltrazioni camorristiche un paio di anni dopo. I fatti dell’imputazione risalgono al 2013, in aula si sono alternati diversi magistrati della procura. Ma il processo striscia come una lumaca, intralciato dai numerosi cambi di collegio. La difesa di Silvestro fa sapere che il presunto concusso, sentito in aula, ha negato di aver subito pressioni, e che l’istruttoria dibattimentale nei suoi confronti, di fatto, si sarebbe conclusa.Poi c’è il deputato leghista Anastasio Carrà, vicesegretario della Carroccio in Sicilia e sindaco di Motta Sant’Anastasia, sotto processo per delitto colposo contro la salute pubblica nel suo comune alle pendici dell’Etna. Per i magistrati catanesi, Carrà avrebbe favorito l’utilizzo di un bypass non autorizzato in cui sarebbero confluiti scarichi abusivi delle acque reflue, contenenti percentuali di elementi chimici e batterici superiori ai limiti previsti, che avrebbero compromesso il fosso acquifero e il suolo.Sempre per reati ambientali è sotto inchiesta la senatrice Dafne Musolino, eletta con Sud chiama Nord, il partito di Cateno De Luca, che risponde della mancata bonifica dell’ex discarica di Portella Arena. A novembre i magistrati hanno ottenuto una proroga delle indagini per ulteriori accertamenti su Musolino, all’epoca assessore all’ambiente di Messina, e dell’ex primo cittadino De Luca, oggi deputato regionale.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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