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Roma. Migliaia di manifestanti contro la soppressione del ‘Superbonus’: ‘Questo governo ci ha traditi’

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Superbonus, migliaia a Roma: “Questo governo ci ha traditi”,

“Esodati”: in piazza la rabbia di chi ha cantieri fermi e crediti bloccati: “Dopo un anno e mezzo con la casa divelta devo dormire da mia madre”.

La vera truffa del Superbonus è quella dello Stato italiano ai danni di noi cittadini, di noi professionisti, di noi imprenditori, di noi persone perbene: vi dovete vergognare.
Ci sono proprietari di casa che non sanno più dove andare”.
Scende in piazza per le strade del centro di Roma la rabbia degli “esodati dei bonus edilizi”: martedì mattina hanno manifestato contro il governo Meloni che, modificando le regole in senso molto stringente, li ha lasciati in una terra di mezzo: migliaia di famiglie e aziende non sanno più come recuperare le spese anticipate per la ristrutturazione, titolari di ditte di costruzione hanno dovuto bloccare i cantieri, non sono più in grado di pagare gli stipendi degli operai e le tasse. In testa al corteo, l’ex presidente del Consiglio e leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, acclamato dalla piazza.
Al comitato aderiscono associazioni che riuniscono imprese, artigiani, tecnici, consumatori, sigle ambientaliste. Tra i presenti c’è chi aveva impiegato i risparmi di una vita, chi aveva chiesto un prestito ai parenti o aveva ottenuto un mutuo. Ora sono in seria difficoltà nel cedere quei crediti fiscali – salvo proroghe, la scadenza è prevista per il 30 marzo – e se non ci riusciranno il serio rischio è di perdere definitivamente quei soldi.Il motivo è semplice: trattandosi spesso di persone a basso reddito, non hanno sufficiente capienza fiscale per recuperare quelle somme tramite le detrazioni. In sostanza, pagano imposte troppo basse e quindi non sufficienti a essere scontate con le spese sostenute per l’efficientamento energetico delle case.

Questo il danno economico, ma poi c’è quello pratico, con nuclei che hanno iniziato i lavori nelle proprie case e hanno dovuto interromperli e ora non possono tornarci. “Conosciamo storie assurde – dice uno degli organizzatori con il megafono in via dei Fori Imperiali – famiglie con bambini, con disabili, gente in sedia a rotelle”.

I manifestanti, arrivati da tutta Italia, hanno esposto sul petto un cartellino per farsi riconoscere: c’è chi arriva dal Friuli-Venezia Giulia e sostiene di avere crediti incagliati per 200 mila euro.

Committenti e imprenditori uniti: “Ho una piccola azienda – spiega uno di loro – avevo otto dipendenti e ora sono rimasti in tre. Negli ultimi due anni e mezzo ho sottratto molto tempo ai miei affetti anche perché ogni volta cambiavano le regole e io dovevo passare notte e giorno a studiare le novità”.

Poi ci sono quelle più grandi: Giuseppe, siciliano di 37 anni, è titolare di un’impresa attiva da generazioni, era arrivata ad avere 150 lavoratori: “Da oltre 15 mesi – spiega – il sistema si è fermato e abbiamo i cantieri più grossi incompleti, ponteggi per tutta la mia città dai quali ancora non abbiamo incassato un centesimo, più di 7 milioni di euro tra cassetto fiscale e Sal (stato di avanzamento dei lavori, ndr.) non fatti, siamo rimasti con 60 dipendenti di cui almeno 20 stanno agendo legalmente”.

I clienti non stanno meglio: Ginevra viveva in una casa molto antica in Abruzzo, il tetto era comunque da rifare ma con il suo stipendio non poteva permettersi l’intervento, poi ha scoperto l’opportunità del bonus.

Nel mentre – dice – il mio tecnico si è ammalato, è disperato poiché non ha capienza fiscale e ha paura di lasciare i figli senza nulla. Ha lavorato tre anni gratis e ora non ha futuro. Dopo un anno e mezzo, con la casa divelta e mentre dormo con il mio compagno nella mia stanzetta da adolescente di 8 metri a casa di mia madre, penso: chi me lo ha fatto fare?”.

Monica, 45enne friulana, è una madre separata: “Con l’eredità di mio padre – racconta – ho iniziato i lavori sulla mia casa unifamiliare, pensando che con la prima cessione avrei finito di pagare i lavori, ci siamo trasferiti in affitto, mi sono rimasti sulle spalle tutti questi costi più il mutuo. Io faccio la bidella, prendo 1.200 euro al mese, ho un aiuto economico per la disabilità di mia figlia ma non basta, abbiamo i mobili nuovi fermi”.

Dopo il raduno sotto l’Altare della Patria, una parte del corteo si è spostata sotto il ministero dell’Economia, ritenuto il vero responsabile del taglio.

Qualcuno ha lamentato l’assenza di Cgil, Cisl e Uil alla manifestazione, ma bisogna ricordare che le due sigle degli edili Fillea Cgil e Feneal Uil saranno in piazza in diverse città italiane il primo aprile.

La protesta di martedì non è stata solo a Roma: nel pomeriggio a Genova il traffico è andato in tilt perché una carovana di furgoni è sfilata per le vie cittadine contro le decisioni sul Superbonus.

(Di Roberto RotunnoFonti: Fatto Quotidiano – Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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