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Il Rinascimento meridionale

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Gli spagnoli a Napoli. Il Rinascimento meridionale propone una rassegna di opere di alcuni dei principali artisti di Spagna

CITTÁ METROPOLITANA DI NAPOLI – Al Museo e Real Bosco di Capodimonte lunedì 13 marzo sará inaugurata la mostra Gli spagnoli a Napoli. Il Rinascimento meridionale

Le opere resteranno in esposizione fino al prossimo 25 giugno nella sala Causa.

La mostra e a cura del professor Riccardo Naldi, docente di Storia dell’arte moderna all’Università L’Orientale di Napoli e del professor Andrea Zezza, docente di Storia dell’arte moderna all’Università della Campania Luigi Vanvitelli.

Il progetto espositivo è stato realizzato in partenariato con il Museo Nacional del Prado, dove una prima versione della mostra è stata inaugurata, ottenendo un notevole successo di critica e di pubblico, lo scorso 18 ottobre con il titolo Otro Renacimiento. Artistas españoles en Nápoles al comienzos del Cinquecento.

Grazie a questa importante collaborazione, tornerà a Napoli per la prima volta dopo 400 anni la Madonna del pesce eseguita da Raffaello. Il dipinto, destinato alla cappella della casata del Doce in San Domenico Maggiore a Napoli, divenne un punto di riferimento fondamentale per gli artisti attivi a Napoli durante il Cinquecento. Asportata dai governanti spagnoli e trasferita a Madrid intorno alla metà del Seicento.

La mostra è dedicata a uno dei momenti più fecondi e meno conosciuti della civiltà artistica napoletana, dal 1503 al 1532 circa. È un trentennio che, sotto il profilo politico, vide l’estinguersi della dinastia aragonese, con il passaggio del Regno di Napoli sotto il dominio della Corona di Spagna. Sotto il profilo culturale, invece, il raggiungimento dell’apice della sua grande stagione umanistica, con il passaggio di consegne da Giovan Gioviano Pontano a Iacopo Sannazaro.

Le novità artistiche elaborate in quegli anni da Leonardo, Michelangelo e Raffaello furono prontamente recepite e reinterpretate in modo originale in una cittá ancora molto viva, per la quale la perdita della funzione di capitale autonoma non costituì un ostacolo allo sviluppo culturale, ma, al contrario, contribuì alla definizione di un nuovo ruolo di cinghia di trasmissione della cultura rinascimentale tra le due sponde del Mediterraneo.

La mostra Gli spagnoli a Napoli. Il Rinascimento meridionale propone un’ampia rassegna di opere eseguite da alcuni dei principali artisti spagnoli attivi in quegli anni, quali Pedro Fernández, Bartolomé Ordóñez, Diego de Siloe, Pedro Machuca, Alonso Berruguete.

Trasferitisi molto per tempo in Italia, essi sprigionarono una straordinaria originalità inventiva nel confronto con le opere eseguite dai massimi protagonisti del pieno Rinascimento italiano.

Gli spagnoli divennero i protagonisti dell’eccezionale stagione artistica naoletana di primo Cinquecento, sostenuta dal mecenatismo degli Ordini religiosi e dell’aristocrazia, desiderosa di lasciare una traccia indelebile della propria grandezza finanziando opere di ambiziosa magnificenza, spesso realizzate, alla maniera degli Antichi, servendosi del durevole marmo di Carrara.

Tornati in patria, gli spagnoli si fecero ambasciatori di una particolare declinazione della cultura figurativa dell’alto Rinascimento, sostenuta da inventiva e capacità tecniche straordinarie, cui il passaggio della Spagna all’interno della compagine imperiale di Carlo V diede un respiro europeo.

Obiettivo della mostra è focalizzare l’attenzione su questa breve ma felicissima stagione, ponendo nel giusto rilievo l’altissima qualità delle opere e il loro carattere cosmopolita.

Alla base del percorso espositivo vi è la convinzione che quella fioritura vide una strettissima connessione tra pittura e scultura. Il confronto tra le cosiddette “arti sorelle” trovò a Napoli un terreno particolarmente fertile per l’elaborazione di modelli che contribuirono al definirsi di un’autonoma scuola locale, di cui viene proposta un’ampia selezione dei maggiori protagonisti, dai pittori Andrea Sabatini da Salerno e Marco Cardisco agli scultori Giovanni da Nola e Girolamo Santacroce.

Come avvenne a Roma a causa del celebre “Sacco” del 1527, anche per la capitale già aragonese e poi vicereale questa “età dell’oro” venne improvvisamente spezzata dal durissimo assedio francese del 1528 e dalla grave crisi politica che ne derivò.

La differenza principale tra la mostra di Napoli rispetto a quella di Madrid è il forte legame con il territorio: molte delle opere degli artisti del periodo sono presenti nelle chiese cittadine, in particolare a San Giovanni a Carbonara, San Domenico Maggiore e anche a San Giacomo degli Spagnoli, simbolo della presenza politica e culturale della Spagna a Napoli, ovvero proprio l’oggetto della esposizione.

La mostra è realizzata in partenariato Museo Nacional Prado di Madrid, in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna in Italia e l’Ambasciata italiana a Madrid, con il Ministero dell’Interno-FEC | Fondo edifici di culto e la Curia di Napoli, ed è finanziata grazie al progetto POC Capodimonte. Le rotte dell’arte della Regione Campania.

Gli spagnoli a Napoli. Il Rinascimento meridionale gode del patrocinio del Comune di Napoli e annovera la GESAC come main sponsor e il supporto dell’associazione Amici di Capodimonte ets.

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Fai clic qui per vedere lo slideshow.

Museo e Real Bosco di Capodimonte, via Miano 2 – Napoli

Sala Causa – tutti i giorni (mercoledì giorno di chiusura), dalle ore 10.00 alle ore 17.30 (ultimo ingresso ore 17.00)

Biglietto intero: 15 euro

ridotto young (18-25 anni): 2 euro

gratuito (0-18 anni) e possessori Artecard.

Per maggiori info e prenotazioni: 848 800 288

da cellulare e dall’estero: 06 39967050 / www.coopculture.it

Prenotazioni tramite app Capodimonte su App store e Google store e capodimonte.cultura.gov.it  |   +39 0817499130 |

 mu-cap.accoglienza.capodimonte@cultura.gov.it

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L’articolo Il Rinascimento meridionale proviene da Lo Speakers Corner.

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