Teleradio-News ♥ mai spam o pubblicità molesta

'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

Teleradio-News ♥ mai spam o pubblicità molesta
AttualitàCaserta e Sannio

Per ogni donna e non solo/ L’emancipazione femminile

Teleradio News ♥ Sempre un passo avanti, anche per te!

Aversa, Salutiamo anche quest’oggi tutti i lettori di Belvederenews e della rubrica “ Per ogni donna…e non solo”.

Ricordiamo ai nostri lettori che la rubrica è diretta dal prof. Pasquale Vitale ed è curata dalla dottoressa in giurisprudenza e criminologa Speranza Cardillo, e, da questo numero, anche dall’avvocato Giulio Amandola, cassazionista e presidente dell’Osservatorio Giuridico Italiano. Il tema trattato oggi è quello dell’emancipazione femminile. Oltre alla dottoressa Cardillo e all’avvocato Amandola, sull’argomento è intervenuta anche l’avvocato e dottoressa in psicologia, Lucia di Bello, che ha citato un esempio di emancipazione femminile già presente nell’antichità, quello di Ipazia di Alessandria. L’avvocato di Bello è anche autrice di pubblicazioni giuridiche, di opere monografiche e collettanee per riviste e case editrici di rilievo nazionale e relatrice in convegni su temi giuridici e sociali.

Commento della dottoressa Cardillo

Rivolgendo in particolare lo sguardo alle riforme italiane volte ad affermare la parità tra i due sessi, possiamo dire che esistono, effettivamente, delle leggi che hanno dato una svolta alla penosa condizione femminile e riconosciuto alla donna il suo ruolo sia in famiglia che in società. Da ricordare, in questo senso, è sicuramente il traguardo della capacità di voto attiva e passiva riconosciuta alle donne tra il 1945 e 1946. Altro grande passo in avanti risale 1963, anno in cui è stato stabilito l’accesso alle donne agli impieghi  pubblici. Gli anni ‘70, poi, sono stati ricchi di riforme e riconoscimenti quali  il divorzio, nel 1970; la riforma del diritto di famiglia nel 1975; l’aborto nel 1978. Nel 1981, invece, fu negata ogni forma di liceità al delitto d’onore.

Tuttavia le disparità tra i due sessi, ancora evidenti, ma,soprattutto, la grave forma di soggezione che molti uomini esercitano nei confronti di donne in famiglia e sul posto di lavoro, sono sotto la lente di osservazione in questi ultimi decenni. Da qui le leggi del 2009 sullo stalking, fino alla legge sulla parità dei sul posto di lavoro del 2010, la legge sulle quote rosa del 2011.

Al di là di ciò che può essere o non essere stato ancora raggiunto in fatto di parità tra uomo e donna a livello legislativo, credo sia fondamentale il riscontro di certi cambiamenti a livello “culturale”. La vera rivoluzione non credo sia operata soltanto da leggi, ma all’interno delle famiglie, dalla scuola, e soprattutto nel mondo interiore di ogni donna. Ad esempio una grave ingiustizia, che ritengo sia stata compiuta in passato nei confronti di donne, é stata la scelta, attuata da tanti genitori, di concedere solo ai figli maschi la possibilità di studiare. Questa limitazione ha imprigionato le donne in stereotipi e ruoli che di fatto non avevano scelto o che, peggio ancora erano divergenti rispetto alle loro reali attitudini o al di sotto delle loro effettive potenzialità. Per fortuna certi schemi, basati sulla diversità tra uomo e donna sono stati “largamente” superati, ma il mondo interiore mondo interiore di molte donne  è ancora abitato da insicurezze dettate da antichi retaggi culturali. È per questo quindi che, nonostante l’aiuto di tanti esperti che mettono il proprio lavoro a disposizione della comunità, di tante associazioni, che supportano famiglie e donne in difficoltà, è ancora necessario scalfire mentalità dure a morire.

Intervento dell’avvocato di Bello

Ipazia di Alessandria: emblema ancora attuale dell’emancipazione femminile. Un modello a cui guardare 

“A causa della sua straordinaria saggezza tutti la rispettavano profondamente e provavano verso di lei un timore reverenziale”, così Socrate Scolastico descrive Ipazia, figlia del filosofo Teone, vissuta ad Alessandria d’Egitto tra la fine del IV e l’inizio del V secolo d. C..
Donna di straordinaria cultura, matematica, filosofa ed astronoma, a 1600 anni dalla sua morte viene ancora considerata il simbolo della libertà di pensiero e dell’indipendenza femminile.
Secondo le fonti, Ipazia cominciò ad affrontare i difficili studi matematici alla scuola del padre, succedendogli nell’insegnamento presso la Scuola matematica di Alessandria dove rimase per più di vent’anni: da quella data la sua attività pedagogica è attestata fino al giorno del suo assassinio, avvenuto nel marzo del 415 d. C.. Con i suoi insegnamenti, volti a trasmettere in modo adeguato e comprensibile un sapere millenario, “introdusse molti alle scienze matematiche”, rendendo la Scuola un punto di richiamo per un grande numero di studenti e un indiscusso riferimento culturale nello scenario dell’epoca.
L’inserimento di una donna, quale maestra, in una tradizione di autorità e riferimento rigorosamente maschile che fino ad allora aveva mostrato di tollerare la presenza femminile solo a prezzo di cancellarla o assimilarla a sé, rappresentò un notevole punto di svolta. La leader del movimento neoplatonico, per la magnifica libertà di parola ed azione che derivava dalla sua cultura, era in grado di accedere in modo assennato anche al cospetto dei capi della città e per lei non rappresentava motivo di vergogna lo stare in mezzo agli uomini. L’estrema liberalità con cui ella si offriva di insegnare a chiunque volesse apprendere, senza distinzioni di ceto, razza, religione o sesso, è sottolineata ancora più chiaramente da Damascio, il quale scrive che “la donna gettatosi addosso il mantello e facendo le sue uscite in mezzo alla città, spiegava pubblicamente a chiunque volesse ascoltarla Platone o Aristotele o le opere di qualsiasi altro filosofo”.
La popolarità raggiunta da Ipazia fu tale da suscitare il disappunto e la preoccupazione del violento episcopo Cirillo, il quale si trovò nella necessità di competere con il prestigio e la fama di una donna la cui forza non le proveniva dal potere (da cui come ogni altra donna era esclusa), ma dall’autorità che i politici e il popolo unanimemente le riconoscevano. Lungi dal radunare attorno a sé solo uomini e donne desiderose di apprendere a pensare in modo filosofico, nel corso degli anni Ipazia era divenuta il punto di riferimento più importante, sia per i capi della città che per il resto della popolazione. La popolazione di Alessandria era solita accalcarsi davanti alla sua abitazione, al fine di attenderne l’apparizione sulle strade della città esclusivamente per salutarla; ciò dimostra che, nel corso dei suoi molti anni di insegnamento, ella aveva assunto un valore sacro e politico simile, o forse maggiore, a quello cui i vescovi cattolici ambivano per loro.

Il suo prestigio derivava anche dalla pratica politica, posto che, senza la sua approvazione, le decisioni varate dagli uomini di potere avevano ben poco peso. Ciò significava che, nonostante il potere istituzionale fosse nelle mani del prefetto Oreste, di fatto era Ipazia ad essere a capo della città. L’invidia portò il vescovo Cirillo a diffondere una calunnia che attribuiva alla filosofa la causa della sua mancata riconciliazione con il prefetto. Questo spinse i monaci della Nitria, guidati da un lettore di nome Pietro, ad accordarsi e ad appostarsi “per sorprendere la donna mentre faceva ritorno a casa”. La violenza brutale che si scatenò contro Ipazia, l’accanimento sul suo corpo e il conseguente desiderio di cancellazione che questo gesto manifesta, non hanno paragoni.
Il brutale assassinio di Ipazia segnò la fine di una delle più importanti ed esemplari comunità scientifiche di ogni epoca, una comunità di studio, di ricerca e di insegnamento, la cui origine risaliva alla fondazione stessa della città di Alessandria e la cui storia rimandava al Liceo di Aristotele, all’Accademia di Platone e alle antiche comunità pitagoriche. Sulla sorte delle allieve e degli allievi di Ipazia le fonti tacciono, né si ha notizia di filosofi che, nel periodo immediatamente successivo alla sua morte, si fossero dichiarati esplicitamente suoi eredi.
Figura ancora attuale ed emblema dell’emancipazione femminile, al suo nome è dedicato il Centro Internazionale Donne e Scienza, creato nel 2004 dall’UNESCO di Torino, per sostenere lo studio, la ricerca e la formazione delle donne scienziato del Mediterraneo e dei Balcani.

VIDEO AVV. AMANDOLA

clicca qui per il video del Dott. Amandola IMG_8280

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Teleradio News ♥ Sempre un passo avanti, anche per te!

Teleradio News

tel. (+39) 0823 862832; 333 148 1414 - 393 2714042 - 334 539 2935; mail to: info@tr-news.it - info@teleradio-news.it - http://teleradionews.info - web: www.tr-news.it - htps://www.teleradio-news.it e vari siti web collegati