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Piedimonte Matese. ‘Tentar non Nuoce’ per gli studenti della scuola ‘Vitale’ al concorso nazionale ‘Cronisti per un giorno’

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cronista-per-un-giorno-11-300x200C’è grande apprensione fra gli studenti della scuola “Giacomo Vitale”

di Piedimonte Matese che partecipa al sesto concorso letterario nazionale “Cronista per un giorno” organizzato dall’associazione culturale Art-Opera “Deus Day”, con sede a Cassino, che ha raccolto numerosi elaborati provenienti da diversi istituti scolastici e riguardanti la complessa, e attualissima, tematica dei migranti.

Uno dei concorsi più ambiti e attesi dell’anno scolastico, che si rivolge persino agli studenti universitari, cui è dedicata una sezione specifica.
Una possibilità per mettersi in gioco, crescere, ma soprattutto confrontarsi.
Entriamo nello specifico: quest’anno ogni partecipante ha dovuto rispondere alla domanda:

“Sarebbe disponibile ad ospitare uno o più migranti – quali sarebbero le ragioni che la spingerebbero a farlo?”

I numerosi elaborati sono stati inviati per la valutazione a una commissione che ha poi proceduto alla premiazione di quelli ritenuti non solo più attinenti, ma anche capaci di attirare il lettore e offrire un forte spunto di riflessione.

Come spesso accade per questo genere di concorsi, soprattutto a carattere nazionale, la voglia di partecipare è tanta, ma la speranza di vincere, o piazzarsi ai vertici della classifica può lasciare spazio ai dubbi.

Invece no, la Scuola Media Giacomo Vitale si distingue e piazza un secondo posto grazie al lavoro di Cristian Bloisi, il quale porta a casa una coppa, una maglietta e un diploma di merito. Una piccola grande conquista per un giovane studente che ha dato prova di essere già in grado di confrontarsi in un’arena nazionale: raccontando le vicende che hanno caratterizzato la sua famiglia e suscitando emozione nella lettura del suo racconto che abbiamo allegato in calce all’articolo.
Merito e congratulazioni vanno non solo a tutti gli altri partecipanti della scuola, tra cui spiccano anche Serena Valente e Martina Guadagno che si portano a casa la maglietta e il diploma di merito, ma anche i Referenti: le professoresse Gloria della Paolera ed Angela Gambella.
Massima soddisfazione ovviamente da parte del Dirigente scolastico Riccardo Russomando che invoglia continuamente docenti e studenti a mettersi in gioco e cercare il confronto nelle iniziative.

Molti degli elaborati dei partecipanti sono stati pubblicati in una raccolta deniminata “Il quaderno del Cronista”; di seguito riportiamo quello di Cristian:

Nella mia famiglia c’è stata una storia di immigrazione e voglio raccontarla per spiegare perché sarei disposto ad ospitare un immigrato.
Il mio bisnonno, uomo forte e testardo, elemento che caratterizza tutti gli abitanti delle zone di montagna, nel periodo della grande guerra, a causa della carestia fu costretto ad emigrare in America: sogno di libertà e benessere di tutti. Lasciò la moglie ed il figlio maschio più piccolo (mio nonno), ma portò con sé la figlia più grande.

Decise di andarsene per costruire un futuro migliore per sé e per la sua famiglia. Vendette alcune cose per racimolare i soldi per acquistare i biglietti della nave e si imbarcarono a Napoli con la promessa che, appena sistemati, si sarebbero riuniti.
Non appena arrivati, la loro prima preoccupazione fu cercare un alloggio ed un lavoro. In quel momento la fortuna fu loro vicina: arrivati nella “Grande Mela” trovarono subito ospitalità presso una famiglia del posto che ebbe fiducia in loro e, poco dopo, anche lavoro. La famiglia che li ospitò era americana. Nonostante la primaria diffidenza, il mio bisnonno riuscì ad accattivarsi la loro fiducia. Iniziò a lavorare, accettando tutto quello che gli veniva proposto, con umiltà e orza d’animo.

Lì trovarono un po’ di tranquillità, rispetto e fiducia. Lavorava oltre 10 ore al giorno e si fermava soltanto per mangiare un boccone di pane e per dormire. Tutti gli stenti ed i sacrifici erano destinati alla famiglia in Italia.

Quando si resero conto che avrebbero potuto vivere decorosamente, non sopravvivere, anche con il resto della famiglia lasciata in Italia, decisero di rimpatriare, mettere a posto le loro cose e ripartire questa volta tutti insieme per l’America. Il destino, però, aveva in serbo per loro qualcosa di ben diverso dalle loro aspettative: un incidente stroncò la vita ad entrambi, lasciando moglie e figlio questa volta soli per sempre.

Da questa esperienza mio nonno ne uscì segnato: l’unico ricordo che gli rimase del padre e della sorella furono le lettere di gioia e di speranza che gli avevano mandato dall’America. Quanta emozione rileggerle! Dopo sacrifici e rinunce, mio nonno non aveva mai mollato e finalmente si era sentito nuovamente utile alla società e di supporto alla sua famiglia, grazie a quelle persone che gli avevano dato fiducia. Ecco, questo dovrebbe farci riflettere quando vediamo in TV quei volti stanchi, esausti di immigrati che finalmente arrivano salvi sulle nostre coste. Ci siamo mai chiesti se il benessere che abbiamo oggi in Italia sia anche dovuto al sacrificio di tanti italiani come il mio bisnonno?

Io sarei disposto a dare ospitalità agli immigrati, perché dietro ogni uomo c’è una storia, un dolore, ma anche la speranza che spinge ognuno di loro, oggi come allora, a lasciare la Padria e la famiglia con la speranza di un futuro migliore.

Queste persone si affidano a gente senza scrupoli per attraversare il Mediterraneo, ma sanno che non possono voltarsi indietro, perché lasciano le loro terre in balia di persone senza scrupoli che usano la religione come pretesto per compiere atti indescrivibili. Chi non intende sottostare a questi regimi sceglie, come unica via, l’emigrazione.

Noi italiani, che abbiamo già vissuto questa esperienza come protagonisti circa un secolo fa, dobbiamo essere in grado di dar loro una mano, perché possano rialzarsi e conquistare la libertà e la dignità di uomini.

Soltanto in questo modo sarà possibile, speriamo un giorno non troppo lontano, che possano ritornare nella loro Patria da uomini liberi.

(Comunicato Stampa – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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