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Dragoni, ponte Margherita: un miliardo di lire solo per ‘metterlo in sicurezza’: martedì vertice ‘per la riapertura’

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cavallo-15X11-campa-13ponte-15x10-margherita-12Nuovamente rinviata a martedì prossimo la riunione decisiva

sulla riapertura del Ponte Margherita, l’importante infrastruttura chiusa dagli inizi di gennaio per il rischio crollo.

Per gli inizi della settimana, è stato convocato dal presidente della Provincia Angelo Di Costanzo, unitamente ai consiglieri provinciali delegati alla Viabilità Stefano Giaquinto e all’Ambiente Silvio Lavornia, il comitato scientifico chiamato a validare i risultati delle ulteriori prove sulla staticità e sismicità del Ponte Margherita eseguite a fine gennaio da un laboratorio specializzato in analisi strutturali ed autorizzato dal Ministero delle Infrastrutture, e consegnate in Provincia a metà dello scorso mese di marzo.

L’organismo tecnico composto da esperti e docenti universitari, tra i quali il dirigente del settore Viabilità dell’Ente di Corso Trieste Antonino Del Prete e gli ingegneri dell’ateneo Federico II Gennaro Di Lauro e Massimo Ferraioli, dovrà esaminare l’intera documentazione attesa la ferma volontà dell’amministrazione provinciale di addivenire subito ad una risoluzione positiva dell’intera problematica.

Allo stato attuale, nel confermare il rischio di crollo del cavalcavia sul fiume Volturno che collega il Matese con il Monte Maggiore e la media valle del Volturno, la relazione depositata di recente dai tecnici incaricati di ripetere carotaggi ed esami sulla struttura ha evidenziato che per la sua riapertura parziale è necessario un massiccio intervento di messa in sicurezza i cui costi ammontano ad oltre un miliardo delle vecchie lire.

Nell’ambito delle nuove verifiche relative alla vulnerabilità sismica e alla valutazione della sicurezza del ponte chiuso da inizio gennaio scorso perché giudicato pericolante dalle prime prove eseguite nell’ultimo anno e consegnate alla Provincia alla vigilia di Natale, è emerso che ci sono due diverse soluzioni per riaprire lo stesso al transito veicolare e pedonale: la prima di consolidamento della sola parte centrale per consentire il passaggio limitato ai mezzi leggeri lungo due corsie larghe 3,25 metri per un costo presuntivo di quasi 550 mila euro, la seconda di adeguamento complessivo dell’intero cavalcavia per risanarne la parte strutturale e ammodernarlo in toto che richiederebbe una spesa totale di  oltre 5 milioni di euro.

Somme di cui l’Ente di Corso Trieste, tra l’altro andato di recente in dissesto, non dispone nè per il primo nè per il secondo intervento, pertanto sarà necessario giocoforza un intervento della Regione Campania che, quale proprietaria del ponte, dovrà finanziare le opere eventualmente dovessero essere validate dal comitato scientifico di esperti universitari.

La relazione del tecnico verificatore, Domenico Della Corte, attende ora di essere convalidata e approvata dal comitato scientifico, quindi toccherà allo stesso dirigente Del Prete esprimere il proprio parere vincolante sulla fattibilità dei lavori di adeguamento del ponte e dire quando potrà aprire al traffico; infine, l’eventuale progetto sulla prima o seconda soluzione prospettata dal tecnico dovrà essere inviato in Regione per essere finanziato.

È ovvio che la Provincia lavorerà sulla prima ipotesi di messa in sicurezza del cavalcavia per poterlo aprire ai soli mezzi con peso inferiore alle 3,5 tonnellate e renderlo transitabile sulle due corsie centrali, atteso che la seconda ipotesi viene scartata al momento comunque per assenza di tali ingenti fondi, e poi perché la richiesta di finanziamento pari a 8 milioni di euro per rendere possibile la ricostruzione di ponte Margherita, con abbattimento dell’attuale struttura, avanzata dall’amministrazione Di Costanzo alla giunta regionale De Luca, è stata già inserita tra i progetti strategici del Piano del Sud che Regione e Governo dovrebbero firmare a giorni.

Nel riportarsi alle conclusioni della prima perizia di dicembre, atteso che anche le nuove prove di distruzione e di resistenza tanto del ferro che del calcestruzzo usati nel secondo dopoguerra per erigere il ponte hanno confermato che lo stesso non soddisfa totalmente le verifiche di norma, il tecnico verificatore ha ribadito che è necessario intervenire radicalmente con opere in grado di aumentare o ripristinare la capacità portante del cavalcavia sul Volturno.

(Comunicato Stampa – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

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