Alvignano. ‘Maialata’, ci risiamo: domenica gran festa per tutti.. ma non per i suini
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Quello che una volta era un rito annuale per tutte le famiglie dell’Alto Casertano e oltre,
attualmente si ripete in gran parte delle masserie della stragrande maggioranza degli abitanti dei centri rurali di Terra di Lavoro.
Sarà rievocata domenica ad Alvignano l’ormai rituale tradizione della ‘Maialata’.
Giunta all’ottava edizione, continua “per non dimenticare non solo gli antichi sapori ma anche le tradizioni alimentari – ha riferito Gianluigi Barbiero, tra gli organizzatori dell’evento – patrimonio culturale delle popolazioni dei piccoli centri dell’Alto Casertano”.
Soprattutto per evidenziare quei cibi, un tempo a disposizione delle famiglie che, soprattutto con il suino, ritenevano di avere la ‘casa piena’.
Atteso che “tutte le porzioni del maiale – ha riferito Alberico Pacelli, tra i promotori dell’iniziativa – erano a sostentamento familiare per tutto l’arco dell’anno”.
Per l’evento il verro sarà spezzettato, cucinato e servito per consentire ai commensali di conoscerne anche le qualità organolettiche e nutritive.
Un’iniziativa di Gianluigi Barbiero, Sergio Civitella, Massimiliano De Matteo, Antonio Di Leone, Stefano Giannetti, Alberico Pacelli, Alfonso Valentino e Giovanni Zullo “con l’intento di far comprendere – ha dichiarato il maresciallo Civitella – quanto importante è stato ed è attualmente, nella culinaria delle nostre zone, l’allevamento di quell’animale”.
I verri da sacrificare sono stati scelti tra quelli rigorosamente nutriti con cibi accuratamente genuini.
Durante l’agape fraterna, ai commensali sarà illustrato il maiale.
Il menu previsto, sarà tutto di ‘Porco’, dall’antipasto all’ultima portata.
Infatti comprenderà la pettera (la punta di petto) che si cucinava il giorno stesso in cui si ammazzava il maiale.
Poi il soffritto, il tortano con le cicciole, le braciole di cotica e i tocchetti di piedi di porco, oltre al cosciotto di maiale e alla pancetta.
Con assaggi vari di lingua, piedi, orecchie e coda. Con il dolce finale che pure rappresenterà il verro in questione. Il tutto innaffiato da vino locale.
“Un’iniziativa che abbiamo ritenuto continuare – ha dichiarato l’avvocato Massimiliano De Matteo, uno degli organizzatori – per trasmettere alle giovani generazioni quanto ci hanno tramandato i nostri avi.
Per fare in modo che i giovanissimi abbiano a perpetuare le loro meravigliose esperienze ricche di quella genuinità da conservare rigorosamente insieme alla loro esperienze immortalate nei tempi”.
(Comunicato Stampa – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)
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