Morfopsicologia e Biologia Molecolare, prima domanda da porci: quale è il meccanismo iniziale, a livello biomolecolare che si mette in moto per la Dilatazione o Ritrazione?

La risposta la troviamo in uno studio condotto dal gruppo del professore Stefano Piccolo, del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Padova, sintetizzato in un articolo dello stesso Piccolo e collaboratori, apparso su Nature il 9/6/2014.

Questo il riferimento bibliografico :”Role of YAP/TAZ in mechanotrasduction, Nature, 2011, 474, 179-183”

Lo studio di Piccolo et all. era finalizzato ad apportare un contributo alla risoluzione del problema dei tumori, ma anche al differenziamento guidato delle cellule staminali, sforzo felicemente riuscito.

Questo gruppo di ricercatori non credo che pensassero di contribuire anche a dare delle basi scientifiche (non più ipotesi, dunque) alla Morfopsicologia ed alla nascita degli svariati morfotipi. L

e ricerche di Piccolo hanno, intanto, confermato una intuizione di Aristotele, di oltre duemila anni fa, il quale definiva la “forma” l’essenza della vita e che dalla forma nascono le funzioni e non il contrario.

Concetti basilari sono i seguenti:
a-le cellule nell’uomo non hanno la stessa forma;
b-acquisiscono delle funzioni specifiche a seconda di quale tessuto fanno parte;
c-tutte le cellule hanno vita breve, mentre il tessuto o l’organo di appartenenza conserva la stessa forma. Si verifica una sorta di “autorinnovo” o “autoassemblaggio”.

Come può avvenire tutto ciò? In sostanza è la forma delle cellule, quindi dei tessuti, degli organi e nel nostro caso del viso è quella che controlla il nostro GENOMA, quindi tutte le funzioni correlate, comprese evidentemente quelle più squisitamente psichiche o gli stessi atteggiamenti psicologici. Va subito ribadito che alla base della morfologia del viso si devono annoverare numerosi altri fattori, che sono solo concorrenti ma non i determinanti.

Per dimostrare  quanto affermato, ossia dalla forma le funzioni, va puntualizzato che:

1-tutte le cellule sono immerse in un ambiente (spazio) tridimensionale (anche il nostro viso deve fare i conti con questa realtà)

2-in questo ambiente le cellule sono a contatto con le altre oppure devono legarsi ad un sostegno (una matrice). Le cellule, dunque, per rimanere nello spazio tridimensionale devono avere la possibilità, le potenzialità di modificare la loro forma che esprimerà un certo Genoma e quindi delle specifiche funzioni, praticamente i futuri morfotipi.  Ma che significa, inoltre, che una cellula nel suo ambiente è meno compressa o più compressa se non più DILATATA o più RITRATTA?

La maggiore o minore compressione delle cellule determinerà Genomi e funzioni diverse, cioè morfotipi diversi. Per modificare la loro forma, principio della vita, devono fare i conti con diversi stimoli che sono di tipo meccanico. Si tratta di vere forze che possono essere:

a-di COMPRESSIONE(=ritrazione)

Si riduce il loro volume nell’ambiente intercellulare

b-di STIRAMENTO

Ossia occupazione di uno spazio maggiore (=Dilatazione)

c-di FORZE IDROSTATICHE.

Tutte queste forze sono parte integrante del loro appartenere ad un certo tipo di tessuto o organo o sistemi, quindi del corpo in toto.

Come  un segnale meccanico, per esempio durezza o morbidezza, si può tradurre in un segnale chimico e di tipo biomolecolare? Tutto questo è stato studiato sulle cellule staminali, di cui si è potuto guidare il loro differenziamento. Il tutto è dovuto ad una proteina specifica denominata con la sigla YAP.

Come agisce? Entra nel nucleo delle cellule e vi rimane solamente se è capace di “fare  forza” o di “tirare” contro il proprio substrato. Si verifica una sorta di “tiro alla fune”.

Quindi, le cellule si espanderanno in una certa maniera a seconda della capacità della proteina YAP di permanere nel loro nucleo e ciò dipende dal substrato diverso.

A questo punto si verifica la trasduzione meccano-chimica, si determinerà il Genoma e, quindi, le funzioni correlate. Nasce il morfotipo.

Le funzioni, evidentemente, vanno intese in senso generale. Ovvero si porranno le basi delle future morfologie tissutali, organi, corpo (viso) e delle future tipologie psicologiche.

In conclusione possiamo dedurre che:

1-Il principio basilare della vita è l’espansione e non la ritrazione

2-La capacità più o meno accentuata della proteina YAP di rimanere nel nucleo delle cellule varia a secondo del substrato intercellulare, ossia ambiente. Ciò porterà a Genomi e  Funzioni diverse per la trasduzione meccano-chimica, quindi, a futuri morfotipi altrettanto diversi.

(di Bartolomeo Valentino – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)