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Editoria-Quotidiani. Il ‘caso’ del ‘Riformista’: vende a pochi intimi e ha perso 1,7 milioni

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Ahiahiahi – L’edicola non premia Sansonetti: incassa 585 euro al dì in media. Parla solo di pm e giornalisti “manettari”.
Il Riformista deve essere molto importante per Alfredo Romeo almeno a giudicare dai soldi che sta spendendo nella sua avventura editoriale. Il 10 giugno scorso negli uffici di Napoli si è riunita l’assemblea della società Romeo Editore Srl per approvare il bilancio dell’esercizio chiuso il 31 dicembre 2020.
I conti disegnano un caso editoriale davvero interessante. Se la Srl che pubblica Il Riformista puntasse davvero a fare profitti vendendo un giornale con articoli che interessano i lettori dovremmo concludere che Romeo ha fallito miseramente l’obiettivo. Nel 2020 la società, che ha 11 dipendenti, ha realizzato ricavi da vendite del giornale pari a 152 mila e 339 euro.
Solo per avere un termine di paragone Il Fatto Quotidiano nello stesso periodo ha realizzato ricavi da vendite per 21 milioni di euro circa. Praticamente Il Riformista incassa ogni giorno che sta in edicola solo 585 euro dalle vendite del giornale, sommando edicola e abbonamenti. Pochini.Il direttore Piero Sansonetti ingaggia battaglie gradite al proprietario della società che gli paga lo stipendio ma probabilmente non incontra i gusti del pubblico.
Le prime pagine strillate con titoli come “Palamara sfida le toghe: lotterò per il diritto in Parlamento” (7 agosto) o “Storari batte Salvi e manda la magistratura a gambe all’aria”, 5 agosto. O ancora “Lo scandalo Caridi: un senatore innocente calunniato dal Senato”, 3 agosto. O “Prestipino è abusivo, ora si scollerà dalla sedia?” del 31 luglio 2021, possono interessare i pm e gli imputati, i giudici e gli avvocati. I titoli riguardano personaggi ignoti al grande pubblico (quanti sanno chi sono Caridi e Storari?) e non attirano le folle in edicola. La scelta di sparare in una settimana ben due volte in prima pagina la foto di Marco Travaglio stile Wanted a corredo di articoli allarmati di Michele Prospero (“Sinistra sciagurata: eccolo il tuo oracolo!”, 27 luglio) e di Tiziana Maiolo (“Sotto perenne ricatto. Fino al 2023 nelle mani di Travaglio?”, 31 luglio) non sembra la più azzeccata per invertire la tendenza.Unica nota positiva: la pubblicità. Il Riformista piace decisamente più agli inserzionisti che ai lettori: 414 mila euro di raccolta nel 2020 sono una gran performance rispetto alle vendite.

Nonostante la generosità degli inserzionisti però i ricavi totali si fermano a 581 mila e 794 euro. Per quanto il quotidiano sia ospitato negli uffici romani del gruppo Romeo (che si occupa di immobiliare e facility management) e abbia un organico smilzo, Il Riformista fatica a stare in piedi. I soli costi del personale superano i ricavi e sommano 609 mila euro tra salari, oneri previdenziali e accantonamenti per il tfr. Più pesanti i costi delle consulenze e dei servizi amministrativi (voce nella quale figurano probabilmente le collaborazioni necessarie per riempire le pagine) pari a 953 mila euro. Non bisogna stupirsi allora se il conto economico 2020 si chiude con la perdita di 1 milione e 327 mila euro. L’anno prima non era andato meglio: 396 mila e 419 euro di perdite dalla prima uscita nel settembre 2019. Il totale delle perdite nei due anni, comprese quelle riportate a nuovo del 2019, arriva a 1 milione e 743mila euro.

La società editoriale è controllata dalla Romeo Partecipazioni di Alfredo Romeo. Il socio è stato generoso e ha iniettato finora più di 2 milioni e 100 mila euro di capitali ma la liquidità risente del trend. A inizio anno i depositi bancari erano pari a 981 mila euro e a fine 2020 sono scesi a 357 mila euro. Dal suo ritorno in edicola la direzione è saldamente nelle mani di Piero Sansonetti, ex direttore del Dubbio e di Liberazione, giornali che non sono passati alla storia dell’editoria per le vendite. La linea anti-magistrati e anti-giornalisti (soprattutto quelli che indagano e scrivono su Alfredo Romeo) piace all’editore ma non fa bene ai conti.

Il Riformista è davvero un caso di scuola da studiare nei corsi di editoria. Il tema di studio è questo: un imprenditore indagato e poi processato per corruzione nel caso Consip fonda, in attesa di sentenza, un giornale che attacca i pm (con pezzi come: “Consip, indagini truccate? L’esposto di Romeo contro Ielo valutato da …Ielo”, 27 aprile 2021 di Piero Sansonetti) e i giornalisti con titoli assurdi come “Scandalo Consip-Fatto, Travaglio colpevole di concorso esterno”, 28 febbraio 2020. Il giornale recluta poi le firme più ‘garantiste’ e lancia campagne contro i pm e i giornalisti più ‘manettari’. Accumula pochi lettori e perde più di 1,7 milioni di euro. Dica il candidato, visti questi numeri, quale può essere la ragione più sensata dell’esistenza in vita del giornale a due anni dalla sua prima uscita.

(di Marco Lillo – Il Fatto Quotidiano – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

 

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