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Il Garante dei detenuti, Felice Maurizio D’Ettore, fa il ‘garante’ del governo?!

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Il meloniano affonda la proposta Giachetti che potrebbe dare respiro alle prigioni. D’Ettore garante dei detenuti? Lui è il Garante del governo. Anzi, di Fratelli d’Italia. L’hanno scelto loro. Anche se di carceri non s’è mai occupato. Carlo Nordio, un altro venuto fuori dal cappello dei meloniani, lo ha solo nominato. E dunque, se al governo non piace la “liberazione anticipata speciale” i due, il Guardasigilli Carlo Nordio e il Garante Felice Maurizio D’Ettore, si adeguano. Nordio l’ha liquidata perché “può suonare come una resa dello Stato”. D’Ettore ha diffuso presunti numeri per impallinarla. Cento suicidi in due anni come documenta Antigone? Un po’ di suicidi “sono inevitabili”, ha osato dire il Guardasigilli in Parlamento.

Tutto questo giusto nei giorni della vergogna del Beccaria. Il carcere dove nessuno ha visto le torture contro i giovani detenuti. E per fortuna che a Milano c’è un Garante coraggioso come Francesco Maisto, ex presidente del Tribunale di sorveglianza dell’Emilia Romagna, uno che le patrie galere sa cosa sono. C’è da rabbrividire a leggere le pagine dell’ordinanza di custodia cautelare sul Beccaria, di cui le tv hanno mandato le immagini con tanto di sottolineature, giusto quell’ordinanza che “grazie” al bavaglio di Enrico Costa in un futuro assai prossimo non potremo più pubblicare, ma solo “riassumere”, e l’effetto non sarà più lo stesso.

Ma torniamo a D’Ettore. Che per la prima volta mercoledì ha fatto il suo esordio alla Camera, in commissione Giustizia. Quando era in predicato per essere scelto hanno preferito invece non “esporlo” alle domande. A Montecitorio si parla della proposta di Roberto Giachetti, da sempre radicale ora con Iv, sulla “liberazione anticipata speciale”. Lui ha fatto 24 giorni di sciopero della fame con Rita Bernardini presidente di Nessuno tocchi Caino per farla mettere all’ordine del giorno. Anziché ottenere 45 giorni di sconto di pena ogni sei mesi “solo” in caso di buona condotta, se ne potrebbero ottenere 60. Una proposta giusta, come Toghe ha già scritto sollecitandola. Invece finirà nel dimenticatoio. Per certo alla Camera se ne parlerà dopo le Europee. Anche la garantista Forza Italia si adegua.

Proprio D’Ettore ha provato a dimostrare che non solo la “liberazione anticipata” è inutile perché le carceri poi si riempiono lo stesso, mentre altre proposte del tutto futuribili, come quelle delle caserme di Nordio, sono ottime. C’è Garante e Garante ovviamente. Con Repubblica, il 28 novembre 2020, Mauro Palma, allora Garante delle persone private della libertà (aveva voluto lui questa denominazione), e che oggi all’università Roma Tre presiede lo European Penological Center, aveva parlato così: “La liberazione anticipata ha un brutto nome e andrebbe spiegata meglio all’opinione pubblica. Qui non stiamo parlando di tagliare la pena a qualunque detenuto. Bensì di fare uno sconto a chi sta scontando bene la pena. Sembra un gioco di parole ma non è così”. E ancora: “Coloro che già hanno ottenuto dal magistrato di sorveglianza una riduzione di 45 giorni ogni sei mesi di carcere scontato in modo positivo, così come avviene già oggi, potranno avere 30 giorni in più, quindi accorciando la pena. Sembra di poco, ma aiuta a ridurre le presenze in carcere”.

Si può mai sospettare che chi ha il curriculum di Mauro Palma possa essere un fiancheggiatore di Cosa nostra Perché ai danni di D’Ettore si aggiungono le suggestioni di chi da giorni sostiene la tesi che la “liberazione anticipata speciale” equivalga a un indulto, anzi “è” proprio un indulto mascherato. Perché si applica anche ai mafiosi non pentiti. Una tesi già “entrata” in commissione Giustizia alla Camera dopo l’audizione del procuratore aggiunto di Catania Sebastiano Ardita. Il procuratore nazionale Antimafia Gianni Melillo ha chiesto, nella stessa sede, che mafia e terrorismo siano esclusi. E tra gli emendamenti presentati c’è anche questa proposta. Come c’è quella che debba essere il magistrato di sorveglianza, e non il direttore del carcere, a decidere chi può usufruire dello sconto in base alla sua “buona condotta”.

Perché il punto è qui. La “liberazione anticipata” non è un regalo automatico che prescinde da chi è il detenuto. Una sorta di bonus generalizzato. Accreditare che usciranno dalle prigioni 5.080 detenuti, secondo una tabella diffusa da D’Ettore, cioè tutti coloro che devono scontare ancora 8 mesi qualsiasi reato abbiano commesso, non corrisponde alla verità. Innanzitutto perché le Camere possono escludere i reati gravi, poi perché la posizione di ciascun detenuto sarà vagliata in base al suo percorso, e cioè se avrà scontato “bene” la sua pena.

Una “misura tampone” che “da sola non risolve” come sostiene D’Ettore? Non è “una risposta sistemica ampia”? Intanto “è” una risposta. Un premio che incentiva il detenuto a scontare “bene” la sua pena. D’Ettore la boccia in quanto “rimedio sintomatico, transitorio e contingente”. Una soluzione che “con tutta evidenza mostra i limiti della sua efficacia deflattiva se, dopo pochi anni dalla cessazione della sua vigenza, i movimenti in ingresso e i correlati tassi di sovraffollamento hanno ripreso a riproporsi in modo crescente”. Ancora, la liberazione per il Garante non sarebbe “uno strumento di contrasto al sovraffollamento, bensì una manifestazione del trattamento penitenziario individualizzato in funzione rieducativa e di reinserimento sociale con il duplice effetto di cancellazione di quote di pena e di anticipazione delle soglie di ammissibilità degli altri benefici penitenziari”.

Basterebbe dire che “la liberazione anticipata” è un premio a chi si comporta “bene” in carcere, scontando “bene” la pena. Ma è proprio quella parola, “bene”, che non piace a chi ritiene di conquistare voti facendo la faccia feroce. E cioè, chi aumenta le pene per qualsiasi reato, proprio come ha fatto questo governo; chi non mette immediatamente in strada le guardie carcerarie che picchiano; chi ipotizza che per risolvere il problema delle patrie galere si debbano utilizzare le caserme dismesse.

Alla fine la soluzione di D’Ettore è quella di “un piano organico di edilizia penitenziaria proporzionato all’effettivo carico penale e con riserva di posti disponibili per fronteggiare flussi imprevisti di carcerazione, come risulterebbe già programmato dal governo”. Già, D’Ettore, il Garante del governo, non dei detenuti.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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