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Attualità

TUTTO QUELLO CHE E’ STATO DETTO E FATTO SU SANREMO 

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TUTTO QUELLO CHE E’ STATO DETTO E FATTO SU SANREMO

Concorrenza

A Sanremo 2010, qualche attimo di panico quando, durante le prove, ci si è accorti che Antonio Cassano, ospite della prima serata, era sparito nel nulla. Fermi tutti, sguinzagliati polizia e carabinieri, e poi lui dov’era In albergo, a guardarsi Uomini e donne con l’avviso «non disturbare» sulla porta della stanza. Poi si è scusato: «Mi dispiace, non rinuncio per nulla al mondo al programma di Maria De Filippi, ho fatto anche installare due televisori negli spogliatoi della Samp» [Mariana Aprile, Novella 2000].

Distruggerlo

«Mi piacerebbe fare Sanremo, per distruggerlo definitivamente» (Adriano Celentano).

Circo

«Oggi Sanremo è un fatto di costume. E di soldi. L’attenzione si è spostata dalle canzoni ai cantanti, dai cantanti agli ospiti, dall’evento al business. La posta sale sempre: le top model più strepitose, i conduttori fenomenali, l’elefante colorato che balla. Il circo, insomma. Rispetto alle canzoni, lo Zecchino d’oro assolve molto meglio la sua funzione. Il Festival è un alibi, perché bisogna farlo per forza» (Ricky Gianco).

Carnevale

«Il segreto del successo di Sanremo è che mischia i due generi principali della tradizione italiana, il Carnevale e il Melodramma. È una melodrammatica carnevalata, una pagliacciata dove tutti si travestono e tutti si prendono molto sul serio, fino alla più demente autocommiserazione» (Curzio Maltese).

Automi

«Che bella la metà d’Italia libera, che non guarda Sanremo! Evidentemente metà italiani sono automi, rispondono all’appello di mediocrità mostruose: Sanremo, Celentano e Benigni. Grandi annunci, incomprensibile attesa e, poi, all’ora X, il 52% dei telespettatori, pari a 11 milioni di persone, si sintonizzano. Cosa cercano? Cosa vogliono vedere? Non è un film, non è un testa a testa, sono canzoni. Vanno ascoltate, non viste; potrebbe avere senso il boom di ascolti alla radio, ma in video la noia prevale. Eppure, procedendo la serata, calano i numeri assoluti e aumenta lo share, qualcuno cede al sonno, altri sono sopraffatti dalla banalità. Così, dalle 23.57, gli spettatori calano a 5,8 milioni. Sempre troppi, all’evidenza. Un dato che ci fa pensare che gli italiani sono più svegli quando dormono. Hanno un momento di resipiscenza, escono dall’incubo catatonico, in veglia apparente, e vanno a dormire. In quel momento ritrovano sé stessi. Se i cittadini italiani sono 60 milioni, possiamo dire che a mezzanotte i fedeli reali sono in realtà il 10%: circa 6 milioni. Possiamo immaginare che, davanti ad ogni televisore, ci sia una media di due o tre persone, a mezzanotte. E, dunque, il dato può crescere fino a 10 o 12 milioni di italiani semiaddormentati. Ci rassicura. Dunque, molti dormono, alcuni leggono, 5 milioni guardano altri canali, i più saggi fanno l’amore. Come qualcuno ha detto, si tratta di casi di legittima difesa» [Vittorio Sgarbi, Giornale].

Sinistra

Lei ha detto che c’era troppa sinistra.

«No, ho detto che la prima cosa da fare è eliminare la politica e mettere la cultura. Avrei voluto Augias».

Ha parlato di festival del Pd, ma Al Bano le ha ricordato che Sanremo è come la chiesa, accoglie tutti.

«Al Bano è un Mattarella di destra».

E Fedez è politico, come lei del resto.

«Sì, ma lui la fa senza sapienza».

Amadeus dice che se lo cacciano è per le sue idee.

«Andrebbe cacciato per la mancanza di idee. Ma lo terranno lì, perché comanda Lucio Presta»

[Vittorio Sgarbi a Concetto Vecchio, Rep 12/2/2023].

Agnelli

La volta che, intervistato da Enzo Biagi, Giovanni Agnelli confessò di non guardare il Sanremo. Biagi rispose: «Avvocato, non sa cosa si perde». E Agnelli: «Non sapete cosa vi perdete voi» [Michele Masneri, Foglio].

Proust

«Non disprezzate la cattiva musica. Il suo posto è nullo nella storia dell’arte, ma immenso nella storia sentimentale della società» (Marcel Proust).

Visto in Tv
di Maramaldo

Il Festival si concede un tocco sovranista. A incoronare Amadeus, ecco Alberto di Monaco (Sanremo 2024, Raiuno). Il principe siede nel palco rosso che l’anno scorso ebbe ospite Mattarella. Giusto a timbrare il mix tra passato e presente nella puntata delle cover, che associa la repubblica delle canzonette al monarca insediato in ciascuno di noi: il sentimento. All’Ariston tutto diventa senza età: interpreti di ieri e d’oggi in naturale gioco d’insieme; pezzi vari e gloriosi riuniti nell’unica melodia del vivere; questa spicciola poesia riassunta da Lorella Cuccarini, testimonial infra-generazionale che accende l’entusiasmo con La notte vola. Ama ripete: commozione, commozione, commozione. Esagerato? Sì, ma ci sta. Provvede Fiorello al bilanciamento dissacrante: naso finto a imitazione di quello del conduttore. Eccetera. La piccola storia italiana passa in allegra malinconia da un brano all’altro, da una bravura all’altra. Il Festival si concede un tocco sopranista: in alto le voci, in alto i cuori. Soprattutto quelli dei ripescati Jalisse, ventisette anni dopo.

M.

Colors

di Lauretta Colonnelli

Si vestono d’azzurro le fiabe e i miracoli e tutti gli eventi che suscitano stupore. Sono azzurri i principi attesi dalle ragazze in età da marito, e turchini i capelli della fata di Pinocchio. Blu oltremare è il mantello della Vergine Maria, simbolo di intensa spiritualità e purezza. E azzurro il mantello che avvolge la Terra, inquadrata nella fascia dell’esosfera, come rivelano le immagini scattate dai satelliti. E le volte a crociera delle cattedrali gotiche, che trasformano le navate in bastimenti marini spinti dal vento.

[da: Lauretta Colonnelli La vita segreta dei colori Marsilio]

LC

Altre cose

Abbiamo anche appreso: che in tutto il mondo ci sono 245 mila ebrei sopravvissuti alla Shoah; che nei Paesi dell’Unione europea in dieci anni nel 2014 era un suv un’auto su cinque, ora siamo saliti a uno su due; che la metropolitana giapponese ha istituito vagoni riservati alle donne per proteggerle dalle molestie; che Facebook vuole applicare un bollino speciale alle immagini generate con l’intelligenza artificiale che girano sul suo sito; che la mattina dell’antivigilia di Natale il ministro Calderoli ha preso la patente C; che Willem Dafoe ha acquistato una fattoria poco fuori Roma e si diverte a coltivare l’orto e ad allevare animali; che Raquel Welch non volle mai posare nuda per Playboy («Il mistero di una donna è parte del suo sex appeal»).

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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