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Ancien Régime, tutte le ‘innovazioni’ del nuovo ‘DLL Nordio’ in fatto di ‘giustizia’: ad usum delphini’?!

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“Ddl Nordio”, via l’abuso d’ufficio e test attitudinali per le toghe: la destra sfida la Ue e riesuma pure Gelli.

IMPUNITÀ GIUDIZIARIA

Rischio. La Commissione stronca la riforma: “Riduce la lotta alla corruzione” Ma Nordio insiste e Lega e FI provocano i magistrati

Per l’Unione europea stiamo indebolendo la lotta alla corruzione. Ma poco importa, la destra non ci sente: sull’abolizione dell’abuso d’ufficio “non ci saranno esitazioni”, per dirla con il ministro della Giustizia Carlo Nordio. E nella trance agonistica fatta di bavagli all’informazione, stretta alle intercettazioni e smantellamento dei reati dei colletti bianchi, la maggioranza non perde l’occasione per rilanciare un vecchio pallino di Silvio Berlusconi, a sua volta ispiratosi agli scritti di Licio Gelli: come annunciano Pierantonio Zanettin (FI) e Giulia Bongiorno (Lega), presto potrebbero prendere forma i famigerati test attitudinali per i magistrati, forma di valutazione per le aspiranti toghe che ogni tanto viene riproposta (l’ultima volta, lo scorso anno, era stata spinta senza successo dal sottosegretario Alfredo Mantovano).

È l’affresco giudiziario in cui si muove la maggioranza, che ieri ha continuato a votare la riforma Nordio in commissione al Senato proprio mentre Bruxelles stroncava la norma che abolisce l’abuso d’ufficio. A picconare la legge è Christian Wigand, portavoce della Commissione europea per la giustizia: “Quello che posso dire è che la lotta alla corruzione è una priorità assoluta per la Commissione. Siamo a conoscenza del disegno di legge italiano che propone alcune modifiche alle disposizioni che regolano i reati contro le pubbliche amministrazioni. Come spiegato nel nostro ultimo rapporto sullo stato del diritto del luglio 2023, tali modifiche depenalizzerebbero importanti forme di corruzione e potrebbero incidere sull’efficacia dell’individuazione di quel reato e quindi sulla lotta contro la corruzione”.

Wigand dice che l’Ue “continuerà a seguire gli sviluppi” della riforma, ma a sentire il clima a Roma non c’è da aspettarsi grosse novità. Tutt’altro. Al Senato il Guardasigilli Nordio risponde a un’interrogazione del Movimento 5 Stelle chiarendo che indietro non si torna: “Non vi sarà nessuna esitazione da parte del governo e da parte di questo ministero sull’abolizione del reato di abuso d’ufficio e non esiteremo di un pollice rispetto a quanto abbiamo fatto, detto e promesso”. Il parere dell’Europa Abbiamo capito male: “Posso assicurare che l’Europa non ci chiede la reintroduzione del reato di abuso d’ufficio, ci chiede di combattere la corruzione in tutte le sua manifestazioni secondo quanto scritto nella Convenzione di Merida. E su questo noi abbiamo un arsenale normativo e repressivo che è all’avanguardia in tutta Europa”. Sarà. Eppure stando alla proposta di direttiva del Parlamento e del Consiglio Ue, dove si cita un questionario svolto in 25 Paesi europei, l’Italia sarebbe l’unico Stato a non prevedere il reato di abuso d’ufficio nella definizione emersa proprio dalla Convenzione di Merida.

Poi c’è la Lega. Con una nota a metà pomeriggio, il partito di Matteo Salvini liquida come carta straccia il parere di Wigand: “Quella della commissione Ue è l’ennesima intromissione in vicende che riguardano solo l’Italia. Il governo è determinato a far lavorare sindaci e imprenditori: secondo il ministero della Giustizia, dal 2019 al 2022 ci sono stati in totale 21.278 procedimenti con appena 202 condanne, lo 0,95 per cento”. Numeri che si riferiscono ad anni in cui il reato era stato già ampiamente svuotato, senza peraltro esaurire il tema dell’utilità delle indagini nel far emergere reati collegati.

Ma la destra gioca al rialzo e, non paga dell’abolizione dell’abuso d’ufficio, già pensa alla prossima crociata. Quella sui test psico-attitudinali, appunto, profetizzati dal capo della P2 negli anni 70 e poi rilanciati da Berlusconi durante i suoi anni d’oro, senza tuttavia riuscire mai a introdurli per davvero. Dopo il blitz fallito di fine anno – complice l’opposizione di Nordio – Forza Italia e Lega buttano l’amo durante la discussione in commissione Giustizia al Senato sul decreto legislativo che riforma l’ordinamento giudiziario, eredità della riforma Cartabia. Durante la seduta, il forzista Zanettin e la leghista Bongiorno si dicono a favore dell’inserimento nel parere al decreto di una indicazione per introdurre i test attitudinali per le toghe (“Basta macchina del fango”, dirà poi Maurizio Gasparri). FdI, che in commissione dovrà redigere il parere col presidente Ciro Maschio, per il momento tace. Ma il sottosegretario Mantovano non potrà che gradire.

(Di Lorenzo Giarelli – Fatto Quotidiano – Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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