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Delitti e suicidi

Roberta Bartacchi, 26 anni, salentina di Ugento, operaia in un calzaturificio, da tempo in cura da uno psichiatra, la mattina dell’Epifania fu trovata impiccata a Casarano, in una casa presa in affitto per avvicinarsi al posto di lavoro. Per ammazzarsi la giovane utilizzò una sciarpa del Casarano calcio, squadra di cui il suo compagno, 35 anni, era grande tifoso.

Suicidio? Omicidio? Ancora non si capisce. Il fidanzato, attivo in ambienti ultrà, già noto alle forze dell’ordine, è stato portato in caserma e interrogato. Stando alle ultime notizie la sera prima della morte di Roberta lei e lui avrebbero litigato.

Matteo Concetti, 23 anni, di Fermo, fisico da culturista, anche lui in cura da uno psichiatra, messo in isolamento per aver aggredito un secondino a colpi di sedia, si impiccò nel bagno della cella con il lenzuolo della branda (venerdì, nel penitenziario Montacuto, ad Ancona).

Omar Edgar Nedelko, 24 anni, rumeno, già noto alle forze dell’ordine, assieme a un connazionale andò a passare la serata in casa di Delia Zarniscu, 58 anni, anche lei rumena, vedova di un ragioniere siciliano, da tempo in difficoltà economiche. I tre cenarono assieme. Bevettero. Lui probabilmente si era anche drogato. Quando Nedelko cominciò ad allungare le mani sulla signora Delia, quella si scocciò e li buttò entrambi fuori di casa. Fu questo rifiuto ad innescare qualcosa nella mente di lui. Mentre l’amico se ne tornava a casa, lui raggiunse un’altra sua amica – Maria Rus, rumena anche lei, 54 anni, separata, sempre al verde, costretta a vivere di espedienti. Bussò, si fece aprire e le entrò in casa. I due rimasero assieme per 40 minuti e fecero l’amore: ancora non è chiaro se si trattò di un rapporto consensuale o di violenza. A un certo punto, suggestionato dall’alcol e dalla droga, lui divenne violento. Massacrò di botte la poveretta, adagiò il corpo su una poltrona e le dette fuoco. Le telecamere fuori dal palazzo lo ripresero con i pantaloni ancora slacciati, mentre si avvicinava a una finestra e usava la torcia del cellulare per guardare il cadavere divorato dalle fiamme.

Milano gennaio 1984 DELITTI Pregiudicato ucciso in un bar di Via Teodosio. Negativi formato 35 mm. Sulla bustina il timbro “8”.

Dopodiché decise di vendicarsi anche della prima donna. Animato da una furia bestiale, sfondò la porta, aggredì la signora Zarniscu. Le spaccò in testa tutto quel che trovava in casa: oggetti, suppellettili, persino una stufetta. Un gruppo di romeni, sentite le grida della donna che cercava di difendersi, corse sul posto. Uno dei connazionali dell’assassino, un ragazzo di 20 anni, lo obbligò a chiamare i soccorsi (ormai inutili). All’arrivo dei militari fu il testimone ventenne a dire tutta la verità. L’assassino, invece, non pronunciò una parola (nella notte tra giovedì e venerdì, in vicolo Avenia, poi in via Vinci, a Naro, 7 mila anime, in provincia di Agrigento).

Il giovane è stato arrestato per duplice omicidio e vilipendio di cadavere: ora si trova in carcere ad Agrigento. Si è avvalso della facoltà di non rispondere. Le due donne saranno sepolte oggi. A Naro sarà proclamato il lutto cittadino.

Poco prima delle 8, alcuni cacciatori hanno chiamato i soccorsi dopo essersi accorti di un’automobile ferma con il motore acceso, sulla sponda del lago di Massaciuccoli, nella zona tra via della Bonifica e via della Palude, vicino a Viareggio. All’interno del veicolo è stato trovato un uomo di 40 anni che si era tolto la vita [R.I., Mess].

Uno spacciatore tunisino di 25 anni fu colpito con numerose coltellate durante un regolamento di conti. Tentò di difendersi in tutti i modi: sul luogo del delitto furono trovati cocci di bottiglia e molto sangue. Ma lui era da solo, gli aggressori in tanti: un fendente al torace gli fu fatale (nella notte tra venerdì e sabato, a Pisa, sotto i portici dell’edificio delle Poste).

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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