Teleradio-News ♥ mai spam o pubblicità molesta

'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

Teleradio-News ♥ mai spam o pubblicità molesta
Attualità

Caro Cassese, la “giusta direzione” è sbagliata DI ANTONIO D’ANDREA

Teleradio News ♥ Sempre un passo avanti, anche per te!




Caro Cassese, la “giusta direzione” è sbagliata

DI ANTONIO D’ANDREA

7 NOVEMBRE 2023

Se c’è una cosa che può essere facilmente verificata da chi si imbatte negli scomposti tentativi di modificare il sistema parlamentare vigente, mi sembra essere non solo lo scarso realismo di chi auspica il suo superamento quanto piuttosto la paradossale inconsistenza tecnica di quel che si propone. Costoro, partendo da una generica predilezione per una forma di governo nella quale fare scegliere – si dice, finalmente, al popolo – chi deve governare stabilmente il Paese, si avventurano per strade che, in realtà, non hanno alcuno sbocco sensato, nonostante quel che pensa Sabino Cassese. Le cronache abbondano di varianti sul punto: il capo del governo da eleggere è stato talvolta identificato dai più sprovveduti costituzionalmente come il “Sindaco d’Italia”; altre volte si è fatto riferimento, almeno in prima battuta, al c.d. semipresidenzialismo alla francese che ha tuttavia la sua peculiare scaturigine; meno frequente il ricorso, in effetti troppo lontano dalla nostra tradizione parlamentarista, al presidenzialismo vero e proprio che è, come è noto, quello nordamericano e, in verità, ha attecchito solo lì; altre volte ancora si è pensato di proporre una correzione “dentro” il sistema parlamentare guardando, per la verità, ad esperienze che si ritengono di più efficace razionalizzazione del nostro sistema parlamentare e quindi si è pensato di proporre non già l’elezione diretta del capo del governo, ma il voto di investitura parlamentare diretto, secondo quanto stabilisce il sistema costituzionale tedesco che da quelle parti nessuno mette in discussione anche di fronte a contingenti difficoltà politiche.

Alla fine di questi fermenti istituzionali interni al sistema politico, che appassionano da sempre anche una quota di studiosi, tutto quel che ne scaturisce è lo sforzo di produrre una (ulteriore) subordinazione dell’organo parlamentare (in realtà si tratta della sua maggioranza) all’indirizzo politico imposto da chi “comanda” e perciò “governa”, ancorché non si voglia, per alcuna ragione, separare l’investitura popolare del presidente del Consiglio da quella contestuale della maggioranza servente. A mio modo di vedere, se c’è qualcosa di patologico nel nostro sistema di governo parlamentare, ormai da tempo, è l’essere diventato il governo – politico o tecnico che sia – padrone assoluto della vita parlamentare, unico responsabile dell’indirizzo politico nazionale e non è neppure vero che attualmente l’indirizzo politico non riesce adeguatamente a esaltare la capacità della leadership, che si afferma per via parlamentare in virtù di meccanismi elettorali vergognosi per la loro strumentale semplificazione rispetto alla scelta degli eletti totalmente individuati dai quattro o cinque capi di partito in campo che li hanno “a disposizione”. Può forse dirsi che la presidente Meloni avrebbe tratto un’ulteriore, più definita legittimazione da un voto diretto che l’avrebbe issata alla guida del governo?

L’ipocrisia più intollerabile della proposta di riforma è proprio questa: si vuole formalizzare la subordinazione della maggioranza parlamentare al presidente del Consiglio costituzionalizzando un premio di maggioranza che supererebbe di colpo le obiezioni del giudice costituzionale a proposito della razionalità del sistema elettorale da prescegliere. E si vuole impartire anche una lezioncina al Capo dello Stato: se il Presidente eletto “per cinque anni” (sic!) non convince più la sua maggioranza, per una qualsiasi ragione, se ne può fare ugualmente un altro che certo agli elettori sarebbe risultato nascosto. Sarà mica questo un sistema nel quale si elegge, per tutta la durata della legislatura, un presidente del Consiglio?

La rigenerazione del sistema parlamentare italiano dovrebbe passare piuttosto dalla rivitalizzazione della rappresentanza parlamentare mortificata negli anni, già prima del 2005, da congegni costruiti per ottenere a tutti i costi una maggioranza “purché sia”, affidandola a un leader capace di tenerla a bada, drenando il consenso elettorale più largo possibile sulla base di un suo personale appeal. Ma questo schema, almeno sul versante della partecipazione e dunque della legittimazione dal basso del potere politico, sembra non funzionare più a prescindere dall’individuazione diretta del capo (penso proprio all’elezione dei Sindaci e dei Presidente di Regione e ancor più al recente, patetico esito di un’elezione suppletiva in un collegio uninominale senatoriale). L’astensionismo, specie tra i giovani, ha raggiunto un livello di guardia assai preoccupante che va al di là di un crescente disinteresse e di una “estraneità” che, prima o poi, rinnegherà il senso e il valore stesso delle aule parlamentari e dei palazzi di governo, insinuandosi sempre più al fondo della società neppure liquida ma nebulizzata. È o non è questa un’emergenza che dovrebbe condurre a strade differenti rispetto a quelle che incredibilmente e impunemente intendono percorrersi?

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Teleradio News ♥ Sempre un passo avanti, anche per te!

Teleradio News

tel. (+39) 0823 862832; 333 148 1414 - 393 2714042 - 334 539 2935; mail to: info@tr-news.it - info@teleradio-news.it - http://teleradionews.info - web: www.tr-news.it - htps://www.teleradio-news.it e vari siti web collegati