Lo sfogo se l’è lasciato sfuggire direttamente il presidente del Consiglio di Stato, Luigi Maruotti, all’ultima riunione del Cpga, il Csm dei magistrati amministrativi: gli incarichi extra-istituzionali, specie quelli “fuori ruolo” dei consiglieri di Stato sono così tanti che si rischiano problemi seri a Palazzo Spada. “Le sofferenze che mi sono state segnalate per comporre le sezioni confligge con l’esigenza della ragionevole durata dei processi e con il problema degli obiettivi del Pnrr. Una situazione al limite della sostenibilità: si rischia di andare fuori controllo”, ha spiegato Maruotti il 27 settembre.

Epperò anche quel giorno, il Cpga, che presiede, ha autorizzato una lunga serie di incarichi, soprattutto nei collegi consultivi tecnici, i nuovi arbitrati previsti dal codice appalti per i quali i consiglieri vengono generosamente remunerati, pur avendo già in media stipendi tra i 150 e i 200 mila euro. Maruotti ha spiegato che sono vacanti ben 19 posti solo al Consiglio di Stato, un bel po’ a causa degli incarichi nei ministeri con obbligo di andare fuori ruolo. Ma c’è pure altro, che sarebbe sintomo di una fuga da Palazzo Spada. Non a caso lo sfogo di Maruotti è arrivato al momento di decidere sul caso del consigliere Roberto Proietti, passato dal fuori ruolo non obbligatorio come vice capo di Gabinetto al ministero della Salute a un altro fuori ruolo (Segretario Generale della Commissione sugli scioperi) che lo porterà per sei anni altrove. Tra incarichi, docenze etc. quello di consigliere di Stato diventa quasi un secondo lavoro e l’arretrato cresce. Poco male, si dirà. Una pattuglia di giudici s’è offerta di partecipare alle udienze di smaltimento, ma non gratis: circa 50 euro a sentenza per gli “straordinari”.

Alla faccenda dei fuori ruolo si aggiunge la questione degli incarichi extra, riesplosa con la stretta di cui Maruotti si è fatto promotore a luglio scorso facendo approvare una delibera al Cpga che metteva una serie di paletti alle docenze (durata dei corsi, numero degli iscritti, etc.) tenute dai consiglieri: un giro d’affari cresciuto notevolmente grazie a una normativa molto lasca risalente al 2001 a cui si è inteso porre un freno in estate. Contro la stretta ha già fatto ricorso il presidente di sezione del Consiglio di Stato, Roberto Giovagnoli, che il 1º settembre aveva scritto al Cpga una lettera di fuoco accusando Maruotti di conflitto di interessi (in passato ha tenuto corsi privati a casa sua), chiedendo di ritirarla.

La delibera, in vigore da luglio, peraltro è già cambiata. Il 13 settembre, per dire, il Cpga, a causa di non meglio precisate difficoltà applicative ha cancellato la norma, ritenuta eccessivamente severa, che prevedeva la revoca delle docenze nel caso in cui le società che organizzano i corsi vendano o pubblicizzino i libri scritti dal magistrato che li tiene. Serviva a evitare rapporti di affari troppo stretti tra scuole e magistrati. Adesso basterà solo segnalare la circostanza con un’autodichiarazione.

Nel frattempo le autorizzazioni per le docenze continuano a fioccare, anche in deroga alle disposizioni, ad esempio per i limiti temporali previsti per le docenze domestiche se congiunte (cioè fatte da almeno due magistrati). È la stessa delibera, peraltro, che prevede un “periodo transitorio” in cui sarà consentito superare il numero di studenti, dai 150 previsti come nuovo limite a 250 fino a giugno 2024 e 200 fino a dicembre. Il presidente di sezione Francesco Caringella, per esempio, si è visto autorizzare 180 ore (compenso 60 mila euro) per 30 giorni un corso alla famosa società Dike, dove insegnano diversi magistrati di Palazzo Spada, a cui a luglio erano già iscritti più di 250 allievi. Stesso discorso per Vincenzo Lopilato, che ha ottenuto il via libera a un corso a cui erano iscritti già 283 studenti. Poi ci sono le tante docenze autorizzate che rientrano nei limiti della delibera: chi per 60 mila euro, chi per 35 mila più 5 mila ogni 20 iscritti in più, chi per 15 mila. Nel suo ricorso, Giovagnoli ha accusato il Cpga di voler penalizzare solo i suoi corsi con la società Ita (fino a 60 mila euro l’uno), e quelli di altri “4-5 consiglieri”. Sembra dolersene solo lui, però.

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