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Il regista Eduardo De Angelis, casertano : “le leggi del mare non vanno mai infrante”. La lezione del Comandante. Affonda il nemico e salvalo IL COMANDANTE – Impeccabile Favino nei panni dell’eroe sommergibilista fascista.

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VENEZIA/1

La lezione del Comandante. Affonda il nemico e salvalo

IL COMANDANTE – Impeccabile Favino nei panni dell’eroe sommergibilista fascista. Salvini in sala, il regista Eduardo De Angelis, casertano : “le leggi del mare non vanno mai infrante”.

DI ANNA MARIA PASETTI
31 AGOSTO 2023

“Nulla di creativo arriva dalla paura”. Mette tutti a tacere il Comandante Pierfrancesco Favino, che annusava l’insinuazione politica rispetto al film di Edoardo De Angelis sull’impresa di Salvatore Todaro, presentato ieri sera in apertura dell’80ma Mostra veneziana davanti a un parterre de rois governativo – in primis il ministro Sangiuliano, poi Salvini e Renzi, dopo il red carpet con mogli e compagne – e ai vertici della Marina Militare commossi e virtuosi, tutti quanti evidentemente sciolti in patriottiche lacrime.

Già perché l’eroismo del comandante sommergibilista fascista che salvò 26 naufraghi belgi nel 1940 – dopo averne affondato la nave – scegliendo di disobbedire alle leggi della guerra per obbedire a quelle della vita, trova ragione nella più tricolore delle risposte, “perché noi siamo italiani”. Ovvero? “Quel che significa ce l’ha mostrato Todaro nel suo gesto: affondare il nemico, ma salvare l’uomo” precisa il regista napoletano. “E questo – continua – ci ha insegnato il senso della forza, e cosa poteva e può significare anche oggi essere italiani”. A chi gli chiedeva quale potesse essere la reazione al film di Salvini, De Angelis ha risposto: “Mi auguro che chiunque guardi questo film convenga che esistono leggi eterne, immutabili, come quelle del mare, e sono leggi che non devono essere infrante mai”.

Insomma, Comandante è un melò di guerra bipartisan a tinte forti, muscolarmente virile, inserito nelle ragioni del suo tempo ma “anche” in quelle di un presente in emergenza migranti, con quel barcone stipato di belgi già morti viventi dove compaiono un paio di volti africani, “coloro che non salveranno vite in mare saranno maledetti”: nulla è lasciato al caso.

In perfetta cadenza veneta e istruito al millimetro dai sommergibilisti, Favino è come al solito impeccabile, vestendo rocciosamente i panni di quest’eroe complesso, crepuscolare, militare e asceta in una somma di contraddizioni, un po’ fachiro e profeta, chiuso in un busto da penitente, soffriva, vigilava e sapeva le cose prima e meglio di tutti. De Angelis lo inquadra nel suo cinema di passioni e pulsioni, le ispirazioni (“per gli interni dello scafo a noi ignoti”) dal film di propaganda del 1942 firmato dal regista-marinaio De Robertis aiutato da Rossellini, l’unica pellicola italiana sui sommergibilisti, la verace e famelica napoletanità a guidare nel bene e nel male il sarcasmo dei giovani sommersi votati alla morte: “Io sono già morto” sussurra negli abissi il coralliere di Torre del Greco che salva il sommergibile Cappellini (ricostruito per il set 1:1) da un incastro subacqueo in una delle scene più suggestive del film. Testo intimista eppure ipertrofico, forse tutto un po’, e tutto un po’ troppo, dal 1° novembre nelle sale per 01 Distribuito.

E nella Mostra dal tappeto rosso ingrigito causa sciopero degli attori hollywoodiani (il direttore Alberto Barbera ha elencato tra gli assenti il cast di Maestro di e con Bradley Cooper, Emma Stone di Poor things di Lanthimos, gli interpreti di The Killer di Fincher con Michael Fassbender) protagonista, e molto presente nei suoi inossidabili 90 anni, è stata Liliana Cavani, premiata con il Leone d’oro alla Carriera. “È davvero un bel giorno della mia carriera questo” ha esclamato la cineasta modenese a cui l’età avanzata non ha scalfito vis militante e coltissima ironia. Del resto sarà affiancata a questa Venezia 80 da coetanei coriacei, Roman Polanski e Frederick Wiseman.

E i giovani? Loro stanno in giuria, a partire dal 38enne presidente del concorso Damien Chazelle, “l’unico modo per prepararmi a questo incarico è avere la mentalità aperta”. L’augurio è che la premessa diventi una promessa.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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