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Conad, la guerra interna per gli strani affari – Il gigante è scosso dalle accuse di alcuni azionisti per l’operazione Auchan in cui era coinvolto il rider imputato in Vaticano: “Danni per centinaia di milioni”

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Conad, la guerra interna per gli strani affari con Mincione

SILURATO L’AD PUGLIESE – Il gigante è scosso dalle accuse di alcuni azionisti per l’operazione Auchan in cui era coinvolto il rider imputato in Vaticano: “Danni per centinaia di milioni”

DI CARLO DI FOGGIA

3 LUGLIO 2023

La sintesi migliore l’ha data su Twitter Michele Arnese, direttore di Startmag: “Siamo ben strani noi direttori di giornali. Anni e anni di pezzoni su Conad, approfondimenti sulle bontà commerciali e intervistone al capo azienda Pugliese, poi Pugliese viene silurato e manco una breve sui giornali di carta…”. E in effetti è bizzarro. Il primo gruppo italiano della grande distribuzione, roba da 18 miliardi di fatturato, è scosso dalle accuse di alcuni grandi azionisti che lamentano danni per centinaia di milioni, ma nessuno fiata. La vicenda è inquietante e un anno fa è approdata alla procura di Bologna con un dettagliato esposto presentato da due delle cinque coop che controllano il consorzio nazionale Conad: Conad Centro Nord (Ccn) e Conad Nord Ovest (Cno). I pm hanno aperto un un fascicolo, che però è ancora a carico di ignoti.

Eppure le accuse sono pesanti e così circostanziate che nei giorni scorsi sono costate il posto all’ad Francesco Pugliese, ai vertici di Conad da 18 anni. Il 9 maggio l’assemblea degli azionisti ha deciso di cambiare il Cda, nominando alla presidenza Mauro Lusetti, ex presidente di Legacoop. Senza questo ricambio si sarebbe pronunciato il Tribunale di Bologna, a cui le due coop azioniste avevano chiesto di rimuovere i vertici e commissariare la società. Il giorno prima dell’assemblea, il ministero delle Imprese ha avviato un’ispezione.

Che succede? Il guaio nasce nel 2019 quando Pugliese decide di compare il ramo italiano di Auchan, il colpo della vita del manager tarantino che corona così un’ascesa vertiginosa. I francesi dovevano vendere: la campagna d’Italia è stata un bagno di sangue, anni di perdite da centinaia di milioni. Per fermare l’emorragia, regalano i punti vendita dando pure mezzo miliardo in dote. Conad diventa il primo operatore del settore.

La modalità però lascia perplessi. Siccome l’operazione è grossa, si cerca un socio forte per condividerne i rischi e le perdite (che si sono manifestate). Pugliese lo individua in Raffaele Mincione, discusso finanziere con base a Londra, oggi imputato in Vaticano nel processo per lo scandalo del palazzo londinese di Sloane Avenue, accusato, insieme al broker Gianluigi Torzi, di aver depredato le finanze del Papa con una ragnatela di società offshore.

Per l’acquisto di Auchan (ribattezzata “Margherita spa”) viene creata la società Bdc Italia, che pare l’acronimo di “Bottadiculo”, il nome di una barca di Mincione. Presidente è lo stesso Pugliese, Mincione è il vice. Conad ha il 51% del capitale, il restante 49% è del finanziere, tramite la società Time&Life, controllata dal suo gruppo lussemburghese Wrm. Uno si aspetterebbe che l’impegno finanziario e i rischi siano equamente divisi, ma non pare così. Ad aprile 2019 Conad e Wrm sottoscrivono un “Accordo quadro” in cui la prima si impegna a cedere per 1 euro alla seconda il 46% delle quote di Bdc una volta che le coop di Conad si sono prese i punti vendita. È un prezzo giusto? Non pare, visto che ad agosto 2021 Pugliese propone al cda di Conad di vendere anche il residuo 5% per 16 milioni (quindi il 46% ne varrebbe 150). I due azionisti Ccn e Cno, secondo cui il cda di Conad sarebbe stato tenuto all’oscuro dell’accordo per oltre un anno, iniziano a protestare, scoprono che i bilanci di Bdc e Margherita non sono mai stati depositati e accusano Pugliese di aver nascosto moltissime informazioni al Cda. A ottobre del 2022 un consulente incaricato dal cda di verificare il valore di Margherita darà il responso: vale 480 milioni, quindi il 46% di Bdc destinato a Mincione per un euro vale 220 milioni.

Si scopre anche altro. A luglio del 2019 Conad e Bdc (rappresentate da Pugliese) e Time&Life di Mincione sottoscrivono una scrittura privata che impegna Conad a versare a Bdc tre milioni come “prestito soci” per pagare delle consulenze fornite da Pwc. Due mesi dopo, il cda di Bdc, su proposta di Mincione, decide di dare un compenso una tantum al presidente Pugliese, guarda caso, di tre milioni (nonostante lo stipendio previsto dall’Accordo Quadro fosse di 10 mila euro). Il sospetto che i soldi per Pwc siano invece finiti a Pugliese è stato poi confermato da una perizia chiesta dal Cda, che di quel bonus non venne informato da Pugliese, come ha accertato il collegio sindacale. Ignaro del primo bonus, il Cda di Conad ne ha deliberati altri due a Pugliese per l’operazione Auchan per un totale di 1,22 milioni.

Bdc custodisce gli immobili Auchan (in origine 94), apportati in due fondi immobiliari gestiti dalla Wrm capital management di Mincione che – secondo il ricorso presentato al Tribunale di Bologna dai due azionisti Conad – ha ricevuto commissioni tra i 3 e i 4 milioni. L’accusa è che, a conti fatti, Wrm ha messo nell’operazione Auchan solo gli 1,4 milioni versati nel capitale di Bdc, senza accollarsi rischi. Nel 2018 Time&Life aveva un patrimonio netto negativo per 20 milioni (30 nel 2020).

Gli strani giri però non sono finiti. A giugno 2022 una denuncia anonima ad un consigliere di Cno segnala che, in base a un accordo di dicembre 2019, la Wrm di Mincione avrebbe dato 10 milioni in consulenze relative a due fondi immobiliari alla società Ramaf, nata nel 2017 e i cui azionisti sono schermati dalla fiduciaria Eurofinleading. Ramaf è stata amministrata per circa un anno, tra il 2020 e il 2021, da Fabio Bosio, fratello dell’ex direttore finanziario di Conad Mauro Bosio. Secondo la denuncia, gli azionisti schermati, almeno nel dicembre 2021, erano tale Paolo Bosio e Luigi Pugliese, omonimo del figlio di Francesco Pugliese. L’Ad di Conad ha negato rapporti di parentela, anche al collegio sindacale, che però non aveva il potere di indagare. Quello che avrebbero i magistrati a cui sono ricorse le due coop azioniste ipotizzando per Pugliese, Bosio e Mincione i reati di infedeltà patrimoniale, corruzione tra privati e appropriazione indebita aggravata. Per dare l’idea, a giugno 2021, al momento di dimettersi, Pugliese e Mincione hanno ottenuto dall’assemblea di Bdc (cioè da loro) la rinuncia a eventuali azioni di responsabilità contro di loro.

Dopo mesi di battaglia, a settembre scorso il Cda di Conad, a maggioranza e nonostante le diffide dei due azionisti, ha approvato la cessione per 1 euro del 46% di Bdc a Mincione (che aveva minacciato causa) e la permuta del residuo 5% con una quota del Fondo Immobiliare 2 gestito da Wrm. Otto mesi dopo, l’assemblea ha cambiato il Cda, tagliando fuori i due azionisti critici e Pugliese è stato silurato senza dare spiegazioni. Contattata, Conad non ha voluto rispondere al Fatto. Diciotto anni dopo, pare di rivivere la saga del boss di Unipol Gianni Consorte, cacciato dalle coop azioniste quando mise nei guai il sistema con la scalata a Bnl. Ma qui la storia non pare finita.

FONTE:

 

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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