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Attualità

Santo condannato. Il Senato che lo ha cacciato beatifica l’eroe Berlusconi

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POMPE FUNEBRI

Santo condannato. Il Senato che lo ha cacciato beatifica l’eroe Berlusconi

LA COMMEMORAZIONE A PALAZZO MADAMA – Per FI era “Un condottiero”, “Un genio col sole in tasca”. Letta sr. rappresenta la Famiglia e benedice

DI GIANLUCA ROSELLI
21 GIUGNO 2023

Dopo i giorni del lutto nazionale, dei funerali di Stato a reti unificate e delle decine di ore di dirette e speciali tv, ieri la beatificazione di Silvio Berlusconi è arrivata dentro il Palazzo, in Senato per la precisione, dove buona parte della seduta pomeridiana è stata dedicata alla sua commemorazione. Diventata subito melassa. “Un combattente della politica” (Tajani); “un genio, un condottiero delle imprese impossibili, un uomo di Stato col sole in tasca” (Ronzulli); “mi ha cambiato la vita, avevamo idee simili su società ed economia quando erano minoritarie” (Mario Monti); “è stato un eroe moderno” (Biancofiore); “un unicum, non ci può essere un erede, era uno statista capace di rapporti umani” (Renzi); “un uomo di pace” (Salvini); “un combattente, da lui mai parole d’odio” (Malan).

Insomma, se un marziano fosse atterrato ieri a Roma e si fosse sintonizzato su Rai2, si sarebbe chiesto: “Chi era mai costui? Un santo? Un premio Nobel?”. Si parlava invece di Berlusconi proprio nell’aula che fu costretto ad abbandonare nel 2013 per effetto della legge Severino dopo la condanna per frode fiscale, dove poi è riuscito a tornare, eletto, lo scorso 25 settembre. Assai delicati, quasi carezze, pure gli interventi dell’opposizione: Renzi, Casini, ma pure Peppe De Cristofaro di Verdi-Sinistra. “La sua era una destra illiberale, ma non sovranista. Da lui ci divideva tutto e ha lasciato l’Italia peggiore di come l’ha trovata”, afferma De Cristofaro.

Per il Pd parla solo Francesco Boccia (“l’abbiamo sempre contrastato ma nel segno del rispetto”), marito dell’ex berlusconiana De Girolamo, mentre i 5Stelle scelgono di non intervenire. Al mattino, invece, in Regione Lombardia, dov’era andata in scena un’altra commemorazione, i pentastellati avevano optato per l’uscita dall’aula.

Così, per ascoltare l’unico intervento davvero critico bisogna attendere Julia Unterberger, capogruppo di Svp-Autonomie, che infatti è l’unica contro cui il centrodestra si scaglia. “Devo ammettere che da noi non è facilmente comprensibile che una figura come Berlusconi sia riuscita a fare quattro volte il premier”, esordisce la senatrice altoatesina. “Nella nostra concezione, il privilegio di guidare un Paese si accompagna alla necessità di affrancarsi dai propri interessi economici per perseguire solo il bene pubblico, cosa che di Berlusconi non si può dire. Diceva di essere un liberale, ma temo che questo per lui significasse soprattutto non attenersi alle regole”, afferma Unterberger. Che poi rifila a B. una stoccata pure sulle donne. “Col suo approccio patriarcale, le sue esternazioni e le cene eleganti ha fortemente danneggiato l’immagine della donna italiana”. Da destra partono urla e fischi, unico momento un po’ vivace della sinfonia monocorde.

Nel posto di Berlusconi c’è un mazzo di rose e tulipani bianchi. “Fiori che il presidente adorava”, sottolinea Ronzulli che, dopo Tajani, parla per FI. “Vittima di decisioni ingiuste, è tornato in questo Senato da vincitore. Camminare al suo fianco, apprendere dalla sua saggezza, imparare a sorridere degli insulti è stato un privilegio assoluto di cui sarà grata alla vita. Buon vento…”, dice la capogruppo forzista, senza trattenere le lacrime. “C’è chi l’ha chiamato presidente, io amo chiamarlo infinito perché il suo modo d’essere non è finito con la vita terrena, perché dal caos, dalla sua energia creatrice, è scaturita la stella danzante”: stavolta è Michaela Biancofiore, che cita addirittura Friedrich Nietzsche.

Molti ricordi vanno sul personale. “Quella volta a Merano, come ci siamo divertiti, eravamo matti…”, sempre Biancofiore. Mentre Tajani rammenta quando B. ricevette gli operai in lotta della Gilera, “trattati allo stesso modo dei capi di Stato, per lui non faceva alcuna differenza”. Com’è umano lei, verrebbe da dire. Qualcuno, timidamente, ricorda che era anche divisivo. “Nel suo esserlo, ha plasmato il bipolarismo. Ora senza di lui destra e sinistra non hanno più alibi”, dice Casini. In alto, nel palchetto degli ospiti, Gianni Letta presenzia alla cerimonia e, quando qualcuno lo evoca, in aula è quasi standing ovation. E “il dottor Letta”, ecumenico, ringrazia con un cenno del capo.

FONTE:

 

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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