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Bavaglio alle toghe, Anm: “Siamo parte della democrazia”

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Bavaglio alle toghe, Anm: “Siamo parte della democrazia”

IL MINISTRO “VIETATO CRITICARE” – Di fronte alle critiche dell’Anm alla riforma-colpo di spugna dei reati contro i colletti bianchi e di fronte a un rafforzamento del bavaglio ai giornalisti, lui che fa Pontifica, a sproposito

DI ANTONELLA MASCALI

16 GIUGNO 2023

Il “liberale”, il “garantista”, per sua definizione, ministro della Giustizia, Carlo Nordio, vuole magistrati zitti e muti. Di fronte alle critiche, legittime, dell’Associazione nazionale magistrati alla riforma-colpo di spugna dei reati contro i colletti bianchi e di fronte a un rafforzamento del bavaglio ai giornalisti, lui che fa Pontifica, a sproposito, sul principio della separazione dei poteri e dice ai magistrati che non possono commentare le riforme della Giustizia. Si scaglia pure contro il procuratore Nicola Gratteri, reo di aver detto quello che hanno sostenuto tanti altri suoi colleghi: il reato di abuso d’ufficio è importante perché è un reato “spia” della corruzione, sempre difficile da scoprire e perseguire.

In merito al ddl Nordio, dedicato a Silvio Berlusconi, il padre delle leggi ad personam, il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, a Radio Anch’io, dice che “Nordio sembra dimenticare che la riforma del 2020” dell’abuso d’ufficio, “punisce la violazione dolosa della legge quando non consente alcuna valutazione discrezionale. Cioè, la legge dice al pubblico ufficiale ‘devi fare questo o devi omettere di fare quest’altro’. Come si può pensare che un comportamento di questo tipo, in palese violazione di legge, per avvantaggiare se stesso o i propri amici o danneggiare altri, possa sfuggire alla norma penale? Sinceramente non capisco”. Secondo il presidente dell’Anm, la cancellazione del reato non potrà, però, fermare le indagini su quel tipo di condotte: “Quando il privato si sente violato dal pubblico ufficiale che secondo lui ha sfruttato l’ufficio per vantaggi personali, le indagini vanno fatte”, anzi, “l’abrogazione del reato, di fronte a una denuncia, costringerà il pm a trovare nel sistema una norma diversa con cui poter far luce su quanto avvenuto”. L’Anm critica anche il resto del pacchetto Nordio, a cominciare dall’avvertimento all’indagato, con un interrogatorio, prima della decisione sull’arresto: “È forte il rischio che si assume l’ordinamento. Se domani dovessero chiamarmi e dire, ‘ti devono interrogare perché il pm ha chiesto la cattura e resto a piede libero sino a quando i tre giudici non decidono, il pericolo che mi dia alla fuga è più reale” e se negli altri sistemi è previsto, Santalucia osserva che, però, si prevede anche “l’arresto provvisorio in attesa della decisione del giudice. Così, invece, significa aprire le porte alla probabilità che un soggetto che sa che pende sul suo capo una richiesta di cattura possa fuggire”. Quanto all’inappellabilità per i pm di sentenze di assoluzione, eccetto per i reati più gravi, Santalucia prevede “una nuova pronuncia di incostituzionalità”, come nel 2006 per la legge Pecorella: ‘È uno sbilanciamento in danno dell’accusa pubblica’”.

Opinioni che sono una lesa maestà per Nordio: “Quel che è patologico – dice a Sky – è che molto spesso la politica abbia ceduto alle pressioni della magistratura sulla formazione delle leggi. Non è ammissibile, il magistrato non può criticare le leggi, come il politico non può criticare le sentenze. È un principio elementare della divisione dei poteri. Ascoltiamo tutti, ma poi il governo propone e il Parlamento dispone”. C’è anche la lezioncina all’Anm: “È assurdo pensare che un pm si inventi un altro reato” per punire le condotte contestabili con l’abuso d’ufficio, “significherebbe che il suo obiettivo non è colpire il reato, ma una determinata persona e questo sarebbe un sacrilegio”. In conclusione, pretende di spiegare a Gratteri come fare il pm: “Mi stupisco che un magistrato parli di reato spia e ammetta che questo reato non è servito a nulla, perché sono state pochissime le condanne. Vorrei insegnare a questo collega che un reato c’è o non c’è, non si può cercare a strascico”. A Nordio ribatte l’Anm: “Credo che una democrazia partecipata – ha detto Santalucia – non debba individuare nella posizione critica di categorie professionali un’interferenza indebita. Noi rispettiamo la sovranità parlamentare, siamo un’istituzione, è assurdo pensare che i magistrati vogliano interferire con un altro potere dello Stato. Cerchiamo un confronto democratico con chi poi assumerà tutte le sue decisioni. Questa è la cifra di una democrazia matura”. Ma Nordio lo ignora fin dal suo debutto come ministro, quando disse che il Parlamento non avrebbe più dovuto essere “supino” ai pm.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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