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DIETROFRONT – Su pressione di FdI, il ministro annuncia modifiche urgenti: i reati di mafia e altri più gravi tornano procedibili d’ufficio

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Nordio cede sulla Cartabia. No di FI: “È giustizialismo”

DIETROFRONT – Su pressione di FdI, il ministro annuncia modifiche urgenti: i reati di mafia e altri più gravi tornano procedibili d’ufficio

DI GIACOMO SALVINI
15 GENNAIO 2023
La pressione politica della sua maggioranza e delle procure di mezza Italia era troppo forte. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio a metà pomeriggio annuncia il dietrofront: il governo cambierà la riforma Cartabia. Se c’è l’aggravante mafiosa si procederà d’ufficio. La norma che rendeva procedibili molti reati solo a querela e non più d’ufficio, tra cui alcuni legati alla mafia, stava creando allarme in molte procure d’Italia e anche nel governo che in un report riservato, rivelato ieri dal Fatto, paventava “pericoli per l’ordine pubblico”. Un altro passo indietro del ministro che si piega a Fratelli d’Italia e a Giorgia Meloni che da giorni lo pressava per modifiche immediate: è stata la premier a chiederlo direttamente al Guardasigilli, dicono due esponenti di governo.
Così ieri Nordio ha annunciato, con tanto di comunicato ufficiale, le modifiche che si sono rese necessarie per le “recentissima segnalazione di talune criticità”. Il governo si muoverà in due tempi. In primo luogo approverà un decreto ad hoc per tornare alla vecchia procedibilità d’ufficio per una serie di reati più gravi che hanno una pena minima di due anni, a partire dalla mafia: bisogna “riconsiderare alcune scelte di rendere procedibili a querela reati contro il patrimonio in contesti mafiosi e altre ipotesi di reato che, per il contesto in cui maturano, rendono indispensabili provvedimenti cautelari di urgenza” si legge nel comunicato. Quindi tutti i reati che saranno commessi con l’aggravante mafiosa torneranno a essere procedibili d’ufficio. Due giorni fa a Palermo è stata chiesta la scarcerazione di tre imputati di lesioni con metodo mafioso.

Per gli altri reati invece al ministero stanno studiando una soluzione per risolvere il problema dell’improcedibilità e della scarcerazione di autori di reati contro la persona e il patrimonio, dalle lesioni al furto passando per la truffa, l’appropriazione indebita e il sequestro di persona. Un’ipotesi è che per questi reati, come anticipato ieri dal Fatto, si preveda l’esclusione dall’applicazione della legge Cartabia nei casi in cui il giudice rilevi una circostanza aggravante “a effetto speciale”. Cosa significa Quando il giudice ipotizza un’ aggravante che determina un aumento della pena superiore a un terzo, allora non si applica più la legge Cartabia e i magistrati potranno continuare a perseguire il reato d’ufficio. Un escamotage legislativo che servirà per mantenere in piedi la riforma, ma eliminare la possibilità di “liberare” gli autori dei reati più gravi, come quelli di mafia o rapina con l’uso della violenza. Inoltre si sta studiando una norma per dare 48 ore di tempo alla vittima per sporgere querela (spesso non si trova) e mantenere la custodia cautelare. Questa la soluzione annunciata, poi bisognerà leggere la norma.

Il ministero aggiunge che arriverà un’altra legge – ma stavolta ordinaria – “per rendere più scorrevole l’applicazione di norme processuali, ad esempio in materia di presentazione dell’appello, sgombrandole da qualsiasi dubbio interpretativo”. Tutto questo, specifica Nordio, senza pregiudicare l’impianto della riforma che è un obiettivo del Pnrr.

La decisione di modificare la norma è arrivata dopo la pressione di FdI e Lega che vogliono mostrarsi come i paladini della legalità soprattutto per i reati di mafia e micro-criminalità. A volerla è stato soprattutto il sottosegretario meloniano Andrea Del Mastro Delle Vedove, poi si è aggiunto il collega leghista Andrea Ostellari. Ma il pressing è anche dell’opposizione: ieri l’allarme lo aveva lanciato, dalle colonne del Fatto, l’ex pg di Palermo e oggi senatore del M5S Roberto Scarpinato parlando di giustizia “come questione privata”. Ma anche su questo tema il governo dovrà affrontare una nuova spaccatura nella maggioranza: Forza Italia infatti è contraria a una modifica della norma. In prima fila c’è il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, che nella scorsa legislatura ha appoggiato la riforma Cartabia. Gli azzurri si oppongo anche perché non vogliono che a prevalere sia l’anima “securitaria” del governo, rappresentata da FdI e Lega.

Da qui la contrarietà di Pierantonio Zanettin, capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia al Senato: “L’Europa ha detto chiaramente all’Italia che non si può più andare avanti con processi che durano decenni e carichi giudiziari patologici e ha messo quindi risorse all’interno del Pnrr per velocizzare la giustizia nel nostro paese – dice il senatore berlusconiano al Fatto – La strada intrapresa con la riforma Cartabia è quella della deflazione”. Per questo, aggiunge, non deve essere toccata: “La ratio è quella di concentrare le risorse della giustizia sui reati di maggiore allarme sociale e lasciar perdere quelli bagattellari, che intasano gli uffici e finiscono il più delle volte prescritti. Ho l’impressione che le polemiche di questi giorni siano condizionate dal solito populismo giudiziario, e per questo non mi appassionano”. Zanettin poi manda una frecciata agli alleati di Lega e FdI: “I temi della giustizia vanno affrontati senza pregiudizi ideologici e senza pensare di lucrare qualche voto solleticando la pancia della gente”. Stessa linea di Italia Viva/Azione: per Enrico Costa l’anima “giustizialista” della maggioranza sta “frenando il ministro Nordio”.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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