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VATICANO

Caso Orlandi: “Nuovi atti da 2 prelati vicini al Papa”

SCOMPARSA NEL 1983 – Riaperte le indagini dopo le rivelazioni del fratello: “Ho diverse chat in cui si parla del cardinale Abril e di mons. Balda”, condannato per Vatileaks

DI VINCENZO BISBIGLIA 
10 GENNAIO 2023
“Devi andare per questa strada… (…) però bisogna risolvere perché questa è una cosa molto grave… (…) lo dobbiamo dire (…) al Comandante della Gendarmeria (…) No, no, assolutamente… ma che scherzi, assolutamente no!”. È uno degli scambi di messaggi contenuti in una chat WhatsApp i cui screenshot sono stati allegati da Pietro Orlandi nella denuncia presentata alle autorità vaticane che ha permesso, a otto anni dall’ultima archiviazione della Procura di Roma, di riaprire l’inchiesta legata alla sparizione, il 22 giugno 1983, della sorella Emanuela, all’epoca 15enne. Questa volta, a indagare sulla vicenda della giovane cittadina vaticana, sarà la Procura della Santa Sede, guidata dal promotore di giustizia Alessandro Diddi. L’obiettivo del nuovo fascicolo è acquisire i nuovi elementi forniti dalla famiglia e dai legali di Emanuela, riunire il materiale già presente negli archivi degli inquirenti vaticani e scandagliare nuovamente tutti gli atti raccolti anche dalla Procura di Roma, come alcuni verbali allegati all’indagine archiviata nel 2015.

Molto ruota, come detto, attorno a questa chat, di cui Pietro Orlandi aveva già parlato durante il sit-in del 22 giugno scorso nel 39° anniversario dalla scomparsa. I nomi dei due interlocutori della chat per il momento restano riservati. A quanto rivelato da Orlandi, tuttavia, nella conversazione in suo possesso si fa riferimento a “due persone molto vicine a Papa Francesco”, ovvero, dice Orlandi, il cardinale Santos Abril y Castellò – che nel 2014 era presidente della Commissione cardinalizia dello Ior – e monsignor Lucio Vallejo Balda, condannato nel 2016 a 18 mesi nel processo Vatileaks. I due prelati – che non sono in alcun modo indagati, ma che potrebbero essere sentiti dai pm vaticani come persone informate sui fatti qualora la circostanza fosse verificata – secondo Orlandi sarebbero in possesso “di documenti di Emanuela, di cose di Emanuela”. “A loro ho scritto in privato dei messaggi che hanno visualizzato senza rispondere – disse Orlandi il 22 giugno –. Ci sono dei fatti che possono far chiarezza su quello che è successo a Emanuela, ma queste persone non vogliono andare oltre. C’è chi addirittura parla di segreto pontificio”.

Non Bergoglio, evidentemente, che già nell’aprile del 2022, replicando a una lettera in cui Orlandi denunciava di non essere ascoltato dalle autorità d’Oltretevere, rappresentava “il comune interesse di voler fare luce sul caso” e invitava Orlandi a “condividere tali elementi col tribunale dello Stato vaticano”. Non solo. Nella denuncia, Orlandi ripercorre anche le rivelazioni che portarono all’apertura delle tombe del cimitero teutonico di San Pietro che avrebbe custodito i resti, o qualche oggetto di Emanuela fino a poco tempo prima dell’apertura avvenuta l’11 luglio 2019, quando i sepolcri risultarono vuoti.

“È da un anno che attendevamo di essere ascoltati”, ha commentato ieri Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi. A contribuire alla necessità, anche mediatica, da parte del Vaticano, di riaprire l’inchiesta c’è il clamore mondiale del documentario Vatican girl, prodotto da Netflix, come pure alcuni dettagli sul caso che sarebbero contenuti nel libro Nient’altro che la verità di monsignor Georg Gaenswein, ex segretario di Joseph Ratzinger, in uscita fra pochi giorni. Secondo le anticipazioni, l’arcivescovo tedesco scrive che nel 2011 anche la Gendarmeria vaticana “consultò la documentazione dell’epoca e concluse che non c’era stata alcuna notizia tenuta nascosta alla magistratura italiana e che nel frattempo non erano maturate ulteriori ipotesi riguardo alle quali poter approfondire le indagini in Vaticano”. Probabile, infine, che il Parlamento italiano decida di aprire una commissione d’inchiesta in Italia, su proposta del deputato Pd, Roberto Morassut, che vuole indagare anche sul caso di Mirella Gregori, altra 15enne scomparsa nel maggio del 1983, poche settimane prima della sparizione di Emanuela Orlandi.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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