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Berlusconi ora spara su Zelensky. Poi dice: “Dossieraggio su di me”

LA BOMBA CAIMANO – Nuovo audio. Gli eletti forzisti applaudono B. che sposa la linea di Putin. La maggioranza preoccupata per le reazioni estere

DI PAOLA ZANCA 

20 OTTOBRE 2022

La bomba numero due piomba alle sei del pomeriggio sul governo che deve nascere. Nemmeno il tempo di digerire il pranzo con Matteo Salvini a Villa Grande che Silvio Berlusconi si ritrova a sentire la sua voce registrata mentre difende la linea russa in Ucraina e racconta, tra gli applausi dei neo-eletti forzisti, che è meglio che non dica quel che pensa di Volodymyr Zelensky. Uno, spiega, che quando è diventato presidente “ha triplicato” gli attacchi alle repubbliche del Donbass. E che doveva essere rapidamente sostituito da “persone perbene e di buon senso”, se non fosse arrivato l’Occidente “senza leader” a fornire soldi e armi trasformando “una operazione” che doveva durare “due settimane”, in “una guerra di duecento e rotti anni”. Poi, come ai vecchi tempi, telefona al direttore del tg del La7 Enrico Mentana per dire che le sue parole “vanno contestualizzate”. E a sera, ribadendo la sua fede nella Nato, parla di “dossieraggio” nei suoi confronti.Quell’audio, in una manciata di minuti ha sbriciolato la patente di atlantismo che Giorgia Meloni si è conquistata negli otto mesi di conflitto e ha minato la poltrona degli Esteri a Antonio Tajani, il coordinatore del partito che il toto-ministri assegna alla Farnesina.

Ancora non l’ha sentito, il nuovo audio, mentre si confida con l’ex sodale di Berlusconi, Michela Vittoria Brambilla. Tajani è una specie di statua di cera. A qualsiasi domanda sugli sproloqui del leader del suo partito non solo non risponde, ma fa come se non avesse sentito. Ripete: “Io domani vado a Bruxelles”. A rassicurare? “Io rassicuro sempre”, dice, per poi richiudere bocca e non fiatare più. C’è il summit del Partito popolare europeo e un paio d’ore dopo, evidentemente preoccupato che il messaggio lanciato in Transatlantico non fosse arrivato a destinazione, si mette in vetrina su Twitter. “Domani sarò al Summit del Ppe per confermare la posizione europeista, filo atlantica e di pieno sostegno all’Ucraina, mia e di Forza Italia”. Dieci minuti dopo traduce in inglese: “Tomorrow I will be…”. Non è un vezzo da ex presidente del Parlamento europeo. È che dal momento in cui, due giorni fa, Berlusconi ha raccontato del suo scambio di vodka e lambrusco con Putin, dal Ppe arrivano segnali di preoccupazione, anche se tutti ribadiscono la fiducia in Tajani che “sarà il primo a battersi per difendere i valori dell’Ue”.

Eppure ai piani alti di Fratelli d’Italia l’allarme per le reazioni internazionali è scattato eccome. Perché di certo non può essere Giorgia Meloni a pagare le conseguenze degli “show senili” di Silvio Berlusconi. Loro conoscono l’uomo, sono abituati da anni ai suoi siparietti, non si stupiscono degli applausi degli eletti allenati a colpi di barzellette. Sono “irritati”, però. E hanno un solo mantra: “Giorgia non ci può rimettere niente”. Ma credono anche che “bisogna pesare le effettive conseguenze” che lo scoop di LaPresse avrà a livello internazionale. Perché sul governo non ci sarà nessun riverbero: “L’autore di queste fughe di notizie centellinate voleva destabilizzare la delegazione di Forza Italia al governo. Per noi, stabilito che Casellati non va alla Giustizia e che a loro spettano 5 ministeri, non cambia nulla”.La lista è chiusa e appena ricevuto l’incarico, venerdì, Giorgia Meloni la consegnerà al Quirinale. Francesco Lollobrigida dovrebbe andare all’Agricoltura, su cui ieri la Lega ha dovuto arrendersi, ottenendo in cambio l’elezione di Gianmarco Centinaio a vicepresidente del Senato. Berlusconi arranca, ieri ha perfino chiamato La Russa per lamentarsi del fatto che Forza Italia non ha avuto nemmeno un questore a Palazzo Madama. Potrebbero concedergli la delega all’Editoria, con l’ex presidente della Vigilanza Rai, Alberto Barachini (un altro ronzulliano). Matteo Salvini invece si vede già ministro delle Infrastrutture e fa sapere in una nota che la Lega è tutta “buonsenso, nessun veto, zero impuntature”. Si è ritagliato un’inedita veste da pontiere, da leader moderato. Un modo per ricollocarsi. Il ruolo di guastafeste gliel’ha rubato il caro vecchio Silvio.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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