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Le tre condizioni di BERLUSCONI a Meloni: “I nomi, io referente, no ai tecnici” IL NUOVO ESECUTIVO – I due ad Arcore si scontrano sulla squadra “di alto profilo”. Berlusconi: “La lista dei ministri te la do io” e s’impunta su Ronzulli

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Le tre condizioni di BERLUSCONI a Meloni: “I nomi, io referente, no ai tecnici”

IL NUOVO ESECUTIVO – I due ad Arcore si scontrano sulla squadra “di alto profilo”. Berlusconi: “La lista dei ministri te la do io” e s’impunta su Ronzulli

DI GIACOMO SALVINI
2 OTTOBRE 2022
All’ora di pranzo Giorgia Meloni arriva al villaggio di Coldiretti a Milano e si dice “ottimista”. La nota congiunta di Forza Italia e Fratelli d’Italia è la solita messa cantata: si parla di “collaborazione e unità di intenti” e della necessità che “l’Italia abbia bisogno di un governo di alto profilo”. Ma è proprio su quest’ultimo concetto che Meloni e Silvio Berlusconi, in un colloquio di un’ora e mezzo ad Arcore, si scontrano duramente. La premier in pectore vorrebbe mettere i “migliori” nei posti chiave (Esteri, Interni ed Economia), il leader di Forza Italia (che fa asse con Matteo Salvini) invece non è d’accordo: “Abbiamo vinto le elezioni, serve un governo politico: noi abbiamo una classe dirigente all’altezza”, è il ragionamento di Berlusconi. “Non farò il governo col manuale Cencelli – il senso delle parole di Meloni – serve una squadra di qualità”.Il leader di Forza Italia, che venerdì aveva visto Salvini ad Arcore decidendo di muoversi insieme per arginare Meloni, ieri ha chiarito anche altre condizioni sul governo. Oltre ai tecnici, Berlusconi ha spiegato a Meloni che l’unico interlocutore con cui parlare è lui e che non vuole “scherzi” dell’ultim’ora: “Devi parlare solo con me – ha detto – la lista dei nostri ministri te la do io”.

In questo ragionamento pesano i malumori interni nei confronti di Antonio Tajani che martedì aveva incontrato Meloni e, secondo l’ala ronzulliana di Forza Italia, “sta lavorando solo per sé” facendo asse con la leader di FdI per andare agli Esteri o addirittura all’Interno. Per questo ieri proprio Tajani ha abbassato i toni su Salvini su cui fino a due giorni fa doveva “decidere la premier”. Ieri il coordinatore azzurro ha aggiustato il tiro: “Salvini può avere il ministero che vuole, anche l’Interno”. L’altra questione dentro Forza Italia riguarda Licia Ronzulli che punta al ministero dell’Istruzione o della Sanità. Meloni però non la vorrebbe in Consiglio dei ministri perché non la ritiene “all’altezza” (le preferisce Anna Maria Bernini o Maria Elisabetta Casellati), ma ieri Berlusconi si è impuntato: la considera imprescindibile come “sentinella” a palazzo Chigi. La lista di FI parte da tre nomi: Tajani, Ronzulli e Bernini a cui Berlusconi ha aggiunto il sottosegretario con delega all’Editoria. Poltrona strategica per gli interessi Mediaset del leader.

Infine Berlusconi, come ha ripetuto anche Tajani ieri, ha chiesto alla leader di Fratelli d’Italia “pari dignità”. Ovvero, lo stesso numero di ministri – 4 e 4 – tra Forza Italia e Lega perché “siamo entrambi decisivi”. Lo stesso vale per le presidenze delle due Camere.

Dall’altra parte resta la questione Salvini. Il leghista sa di non poter andare al Viminale e sta alzando la posta per fare il vicepremier con una delega: oltre alle Infrastrutture, punta molto su Agricoltura e Affari Regionali. Ieri ha twittato due volte sull’importanza dell’agroalimentare e sull’autonomia (“sarà la legislatura che la attuerà”). Dall’Agricoltura passano i fondi del Pnrr anche se le associazioni di categoria sono preoccupate perché il ministero richiede trattative con l’Ue. Meloni poi deve sbrogliare il nodo dell’Economia: se Fabio Panetta non accetterà, sta ascoltando i suoi consigli per trovare una figura simile a lui.

Dopo l’incontro ad Arcore, a Coldiretti Meloni ha parlato di politica economica (“non faremo da soli ma coi corpi intermedi”) ed è preoccupata per la crisi energetica: “Siamo in contatto col governo uscente che sta facendo una difficile trattativa con l’Europa, ma la crisi impatterà sulle bollette nei prossimi mesi”. A novembre arriverà un decreto Aiuti-quater ma senza scostamento di bilancio. Meloni sta pensando a un commissario ad hoc per le questioni energetiche e sul dossier gas si confronta con Cingolani e con l’ad di Eni Claudio Descalzi. Ieri intanto il presidente ucraino Zelensky ha invitato Meloni a Kiev per rinforzare i legami tra i due Paesi.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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