Teleradio-News ♥ mai spam o pubblicità molesta

'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

Teleradio-News ♥ mai spam o pubblicità molesta
AttualitàCaserta e Sannio

Scandalo all’Ospedale di Caserta. 41 indagati : tutti i NOMI

Teleradio News ♥ Sempre un passo avanti, anche per te!

In data odierna, i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità (N.A.S.) di Caserta hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta di questa Procura, nei confronti di 6 persone, delle quali: una in carcere, due agli arresti domiciliari, due raggiunte dalla misura interdittiva dei rapporti con la Pubblica Amministrazione, un’altra, infine, dall’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.

I sei indagati destinatari dei provvedimenti cautelari sono, a vario titolo, coinvolti, con molteplici altri indagati, in un’associazione per delinquere dedita alla commissione di svariate truffe in danno del Servizio Sanitario Nazionale.

Si procede, infatti, per i seguenti reati: associazione per delinquere aggravata finalizzata alla commissione di fatti di peculato, di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, di falsità ideologica e di truffa aggravata.

La misura cautelare personale giunge all’esito di un complesso lavoro investigativo, originato dai contenuti delle intercettazioni telefoniche, volte alla cattura dell’allora latitante Pasquale SCOTTI, notorio esponente della Nuova Camorra Organizzata (N.C.O.), facente capo a Raffaele CUTOLO, operante ed egemone su Napoli e Provincia negli anni ’70 e 480. Le intercettazioni, disposte dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Napoli, da un lato, consentivano di porre fine alla latitanza di SCOTTI (arrestato in Brasile il 26 maggio del 2015 ed estradato il 10 marzo del 2016) e dall’altro, disvelavano un diffuso malaffare presso l’Azienda Ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta.

Le indagini, dapprima, ponevano in risalto la figura di Angelo COSTANZO, medico primario del reparto di Patologia Clinica dell’Azienda Ospedaliera di Caserta, che, unitamente con la moglie, Vincenza SCOTTI, sorella appunto dell’adora super latitante, Pasquale e titolare di un laboratorio privato di analisi (Sanatrix) sito in provincia di Napoli, avevano piegato la struttura sanitaria pubblica alle esigenze del centro privato, distraendo indebitamente, a benefìcio di quest’ultimo, beni strumentali in dotazione della struttura sanitaria pubblica (strutture, macchinari, personale e reagenti chimici).

Entrambi i coniugi sono stati posti agli arresti domiciliari per il delitto di associa/ione per delinquere, nonché per svariati episodi di peculato. I fatti per i quali si procede risalgono all’arco temporale 2015-2017, periodo in cui l’ Azienda era commissariata (per un precedente scioglimento dovuto ad infiltrazioni mafiose) e gestita da manager diversi da quelli attuali. In particolare, dagli approfondimenti investigativi delegati ai Carabinieri del NAS, è emersa la esistenza e la operatività di un sodalizio criminale costituito dai dipendenti dell’unità operativa complessa (U.O.C.) di Patologia Clinica dell’ospedale, attraverso il quale, presso il laboratorio ospedaliero, veniva eseguita una serie indeterminata di esami clinici su campioni prelevati ai clienti del laboratorio della Scotti, privato ed accreditato con il Servizio Sanitario regionale che provvedeva, poi, a richiedere, ingiustamente, il rimborso delle relative ricette di prescrizione alla competente ASL.

Nel corso delle attività, espletate anche mediante intercettazioni telefoniche, perquisizioni, pedinamenti ed acquisizione di copiosa documentazione contabile/amministrativa, è stata disvelata l’esistenza di un sodalizio criminoso, caratterizzato da un’articolata ripartizione di compiti. I promotori sono stati individuati in COSTANZO Angelo, responsabile della citata UOC ospedaliera, e da Angelina GRILLO, tecnico di laboratorio, sua fidata collaboratrice, anch’ella dipendente aziendale destinataria della misura in carcere, i quali ottenevano, in forma corruttiva, da Giovanni BAGLIVo e Ernesto ACCARDO, rappresentanti di una ditta fornitrice e destinatari del provvedimento interdittivo dai rapporti con la pubblica amministrazione, compensi in danaro o soggiorni nelle isole partenopee, in cambio della indebita attribuzione di forniture di beni strumentali e diagnostici per l’ospedale. Le richieste di approvvigionamento, infatti, però, non erano legate al reale fabbisogno per il laboratorio, ma decise dagli stessi rappresentanti della ditta fornitrice che articolavano le forniture adeguandole alle richieste corruttive effettuate dai due dipendenti pubblici. Le conversazioni telefoniche evidenziano, infatti, che gli ordini, per lo più inutili, venivano commissionati alla ditta che maggiormente si dimostrava disposta a versare la “tangente”.

Il tutto avveniva sotto il connivente avallo del Direttore del complesso diagnostico pubblico, COSTANZO Angelo, che, in maniera compiacente e nella certezza della di impunità, non si preoccupava di dover giustificare al management aziendale la destinazione di impiego dei prodotti acquistati, il cui costo, in un anno, era oramai lievitato in maniera considerevole sino a raggiungere l’ingente somma di 18 milioni di Euro. E’ stato quindi accertato che la GRILLO ha ricevuto, in più occasioni, somme di danaro, per le quali accampava esigenze che variavano dall’acquisto di biglietti ferroviari a vacanze in località turistiche.

Addirittura, in un’occasione, la GRILLO si è procurata la provvista di denaro necessaria a corrompere un pubblico ufficiale, per ottenere in favore dei propri figli il positivo superamento delle prove di un concorso per l’arruolamento nell’Esercito Italiano, ancora una volta piegando alle illecite esigenze private la struttura pubblica: effettuava, infatti, un ordinativo inutile per la struttura sanitaria pubblica. richiedendo ai dipendenti della società una somma di denaro, comprensiva non solo della cifra pattuita per la corruzione, ma anche per le spese di vitto e alloggio cui sarebbe andata incontro nel l’accompagnare i propri figli a Foligno. In questo ambito, si inserisce la misura dell’obbligo di presentazione alla P.G. a carico di un militare dell’Esercito Italiano, Generoso VAIANO, che ha promosso l’illecita mediazione. Le attività investigative permettevano altresì di riscontrare una serie di trafugamenti di farmaci e reagenti vari commessi dalla GRILLO, da altri dipendenti dell’ Azienda Ospedaliera e parenti o conoscenti di questi che utilizzavano illecitamente i predetti materiali o li destinavano a terze persone. In tale contesto, appare emblematica ed emerge in tutta la sua gravità la richiesta sfrontatamente avanzata dalla SCOTTI, titolare del “gemellato” laboratorio di analisi privato, affinché venisse effettuata una fornitura di reagenti chimici per i propri macchinari, che sarebbero dovuti ovviamente essere acquistati con i fondi ospedalieri; ordine, poi, non effettuato solo per una mera scelta strategica dovuta all’imminente chiusura dei bilanci e all’ingente spesa che avrebbe catalizzato l’attenzione di eventuali controllori addetti alla verifica sul contenimento del budget annuale. L’ennesima attività criminosa emersa nel corso delle indagini è rappresentata dall’esecuzione di una serie indeterminata di analisi di laboratorio di “piacere”, effettuati senza corrispondere alcuna somma e in spregio ad ogni minima norma di buon andamento della P.A.

Molteplici dipendenti del reparto, con la colpevole accondiscendenza del COSTANZO, si prodigavano per compiere gli esami in favore di amici e/o parenti/conoscenti, ai quali, come già anticipato, veniva consentito di evitare la prevista prenotazione al CUP e dunque la corresponsione delle dovute quote di compartecipazione alla spesa sanitaria (ticket), con conseguente ammanco per l’Erario e sperpero di reagenti, nonché l’illecito utilizzo delle apparecchiature a scapito della regolare utenza. In tale contesto, infatti, è stato accertato che queste attività illecite, talvolta riguardanti importi, per singole prestazioni, anche superiore ai 250,00 Euro, determinavano considerevoli mancati introiti per le risorse della Sanità Pubblica. Le investigazioni hanno permesso di dimostrare che le illegalità venivano anteposte a quelle delle ordinarie esigenze ospedaliere, tant’è che diversi turni di servizio venivano portati a termine, eseguendo esclusivamente accertamenti su campioni prelevati da parenti, amici e conoscenti, posticipando le attività diagnostiche sulle matrici provenienti dai reparti ospedalieri e, addirittura, dalle urgenze e dal pronto soccorso. Al fine di celare le migliaia di analisi eseguite il lecitamente (che comportavano anche il superamento del tetto di spesa imposto dall’Azienda al Reparto di Patologia Clinica) e lo sperpero di reagenti, tale da renderli indisponibili per l’esecuzione degli esami routinari richiesti dagli altri reparti aziendali, il primario e r dipendenti del laboratorio avevano posto in essere una serie di stratagemmi per mascherare e, nello stesso tempo, consentire agli interessati di individuare le analisi “di piacere” rispetto a quelle ufficiali. La particolare procedura consisteva nelPinserire, nel sistema informatizzato, solo il nome de II1 intestatario de! campione oppure cancellarlo prima della condivisione in rete, lasciando così un buco nella cronologia degli esami eseguiti, in modo tale da non rendere individuabile il campione esaminato e il relativo beneficiario a eventuali, ma improbabili controllori.

Gli stessi, comunque, in caso di controllo avevano già pianificato di sostenere clic le anomalie si riferissero all’ effettuazione di esami urgenti in attesa dell’esibizione della ricetta da parte del paziente. Nella complessa architettura criminosa viene evidenziato anche il caso di un infermiere, in servizio presso il citato laboratorio, che, dopo aver eseguito gli illeciti accertamenti diagnostici (quindi utilizzando impropriamente strumentazione e reagenti del laboratorio ospedaliero), otteneva a titolo personale anche il pagamento di una somma di danaro per la “prestazione” fornita. Altro aspetto messo in luce dalle indagini riguarda una serie di illegittimi allontanamenti dal servizio della GRILLO, con Favai lo del COSTANZO, la quale, adottando una serie di artifizi, dopo aver timbrato l’ingresso in servizio, si allontanava dalla struttura ospedaliera per dedicarsi pienamente a faccende private. In tale contesto, le assenze venivano anche attribuite falsamente a stati di malattia (per cui sono stati prodotti false certificazioni mediche), al fine di evitare di erodere i periodi di ferie effettivamente spettanti.

La falsa malattia veniva fruita spesso per incrementare il periodo di ferie in località balneari e, in un caso specifico, addirittura per assistere ad un incontro di calcio internazionale (Champions League) tenutosi in una regione del nord Italia. Non sono mancati, ad opera di una delle destinatarie dei provvedimenti in esecuzione, casi di interruzioni del turno di servizio, prevalentemente quello notturno, al fine di intrattenere rapporti “amorosi” all’interno dei locali del laboratorio, approfittando appunto della ridotta presenza dei colleghi. L’intero compendio investigativo ha dunque consentito di portare alla luce la scandalosa gestione del laboratorio dell’Azienda Ospedaliera di Caserta, per lo più asservito a scopi strettamente personali e privatistici, ormai nettamente preminenti rispetto all’attività istituzionale, relegata, purtroppo, ad essere espletata nei ritagli di tempo e, solo alla conclusione degli accertamenti laboratoriali del centro privato e quelli “di piacere”. Le conversazioni intercettate hanno dato dimostrazione della naturalezza con cui venivano richieste illecitamente analisi di laboratorio, come fosse ormai una routine (quasi un diritto acquisito) per coloro i quali svolgevano mansioni presso uno qualsiasi dei Reparti dell’Ospedale. La pervicacia criminale dei sodali si è spinta fino alla dichiarata intenzione di “avvicinare” il Pubblico Ministero titolare delle indagini o di architettare una ennesima serie di condotte, altrettanto criminose, da portare a termine per mascherare le illecite attività ormai già emerse; tutte queste considerazioni e progeni sono emersi all’indomani di un’invasiva serie di perquisizioni del NAS presso il reparto ospedaliero e il “SANATRIX”, il laboratorio privato della SCOTTI.

La scelleratezza gestionale del laboratorio pubblico e fa mancanza di valori etico-professionali, che purtroppo pervadono anche i dipendenti pubblici coinvolti nell’indagine, emergono in tutta la loro gravità in un episodio accertato durante l’indagine, quando, vista la mole di lavoro irregolare, è stata omessa l’effettuazione di esami di laboratorio, richiesti con estrema urgenza dal pronto soccorso, facendo rischiare lo stato comatoso ad un paziente in attesa di opportuno trattamento terapeutico da poter stabilire solo all’esito dei risultati cmatochimicr richiesti. Le perizie tecniche effettuate sulla strumentazione utilizzata presso il Reparto di Patologia Clinica per l’esecuzione degli esami diagnostici e gli accertamenti documentali della PG. operante hanno permesso di dimostrare che almeno il 10% degli esami eseguiti, nel periodo in esame, non risultavano collegati ad attività istituzionale, ma erano riconducibili ad esami illeciti. Il danno erariale stimato per difetto è di 1.800.000 euro annui.

Tra i 41 indagati vi sono l ‘ex presidente della Provincia Domenico Zinzi e Leonardo Pace, membro della commissione straordinaria che ha guidato il Sant’Anna e San Sebastiano dopo lo scioglimento per infiltrazione mafiosa. Zinzi avrebbe ottenuto l’espletamento di analisi per la figlia mentre Pace si sarebbe fatto le analisi gratuitamente.

I NOMI DEGLI INDAGATI

ACCARDO Ernesto, 38 anni, residente a Santa Maria a Vico

ALDERISIO Alfonso, 63 anni residente a Nola

ANGELINO Vincenzo, 54 anni, residente a Crispano

BAGLIVI Giovanni, 62 anni, residente a Santa Maria a Vico

BELFIORE Giuseppe, 64 anni, residente a Caserta

BUCCIERO Gabriele, 37 anni residente a Marcianise

CANZANO Giuseppe, 67 anni, residente a Caserta

CINCOTTI Cosima Franca, 70 anni residente a Caserta

COSTANZO Angelo, 70 anni di Caivano

D’AGOSTINO Enrico, 51 anni di Caiazzo

D’ALESSIO Angela, 52 anni residente a Marcianise

DE ANGELIS Luigi, 58 anni, residente a Caserta

DELLI PAOLI Luigi, 50 anni, residente a Marcianise

DI LAURO Andrea, 69 anni, residente a Napoli

DI LORENZO Milena 51 nni, residente a Caserta

DIOMAIUTO Luigi, 64 anni residente a Valle di Maddaloni

GOLINO Vincenzo, 53 anni, residente a Marcianise

GRECO Rita, 52 anni, residente a Caserta

GRILLO Angelina, 50 anni residente a Marcianise

IODICE Saveria, 46 anni residente a Marcianise

LAURITANO Gennaro, 64 anni residente a Marcianise

LEARDI Annalisa, 52 anni residente a San Potito Sannitico

LIBERATORE Giulio, 66 anni, residente a Piedimonte Matese

MANNA Pasquale, 64 anni, residente a Casalnuovo di Napoli

MORELLO Andrea, 40 anni residente a Santa Maria Capua Vetere

NAPOLITANO Domenico, 66 anni, residente a Moiano

PACE Leonardo, 63 anni, residente a Napoli

PANETTA Vittorio, 43 anni residente a Frignano

PARENTE Francesco, 53 anni residente a Capua

PATERNOSTO Diego, 61 anni residente a Caserta

PONTILLO Giovanna Rosaria, 46 anni residente a Capodrise

SACCO Antonella, 55 anni residente a Caserta

SCHIOPPA Maddalena, 62 anni residente a Caserta

SCOTTI Vincenza, 63 anni residente a Caivano

SFERRAGATTA Giovanni, 59 anni residente a Capua

SORBO Maria, 31 anni residente a Capodrise

TELESCO Vincenzo, 61 anni residente a Napoli

TORRE Giuseppe, 41 anni residente a Marcianise

TUCCI GIUSEPPINA, 56 anni residente a Caserta

VAIANO Generoso, 42 anni residente a Marcianise

ZINZI Domenico, 76 anni residente a Caserta

Argomenti:

Potrebbe interessarti: https://www.casertanews.it/cronaca/ospedale-caserta-indagati-zinzi-commissario-danno-5-milioni.html
Seguici su Facebook: https://www.facebook.com/Caserta-News-264163850049/

 

 

Nel corso delle indagini – coordinate dalla Sezione Criminalità Economica della Procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta dal procuratore aggiunto Antonio D’Amato e condotte dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Caserta, guidato dal Tenente Colonnello Vincenzo Maresca – è emerso una sorta di accordo illecito tra il primario della Patologia Clinica, Angelo Costanzo (oggi in pensione) e sua moglie Vincenza Scotti, titolare del laboratorio Sanatrix di Caivano e sorella del boss della Nco di Cutolo, Pasquale Scotti, arrestato nel 2015 dopo una latitanza durata oltre 30 anni dopo la fuga proprio dall’ospedale di Caserta la notte di Natale del 1984 (entrambi sono ai domiciliari). In pratica all’interno dell’ospedale venivano effettuate analisi per conto del laboratorio utilizzando strumenti, personale, macchinari in dotazione della struttura pubblica (tra cui anche i markers tumorali). In questo modo il laboratorio della Scotti risparmiava i costi per le analisi ed al tempo stesso truffava il sistema nazionale sanitario, presso il quale la struttura era accreditata, dal quale avrebbe ottenuto i rimborsi.

LE ANALISI FATTE AD AMICI E PARENTI

Inoltre dalle indagini è emersa anche la gestione del laboratorio utilizzato anche per effettuare analisi ad amici e parenti, sempre utilizzando il materiale dell’ospedale, senza la prevista prenotazione al Cup e la corresponsione del ticket. Tra le analisi fatte spunta anche quelle alle feci del gatto della figlia di uno degli indagati che si sospettava avesse i parassiti. Secondo la procura queste singole prestazioni avevano un costo, in qualche caso, anche di 250 euro. Inoltre la pratica illegale si sarebbe anteposta alle esigenze ordinarie ospedaliere. In altri termini i raccomandati che facevano le analisi a scrocco venivano prima dei comuni mortali che non avevano santi in paradiso.

UN BUCO DA OLTRE 5 MILIONI DI EURO

Complessivamente, nei tre anni di indagine, il danno all’erario per l’utilizzo indebito di materiale ospedaliero è stato stimato in oltre 5 milioni di euro (1 milione ed 800mila euro l’anno). Per la Procura circa il 10% degli esami diagnostici svolti sarebbe irregolare.

INDAGATO ZINZI E L’EX COMMISSARIO

Tra i 41 indagati spiccano nomi eccellenti tra cui quello dell’ex presidente della Provincia Domenico Zinzi e di Leonardo Pace, membro della commissione straordinaria che ha guidato il Sant’Anna e San Sebastiano dopo lo scioglimento per infiltrazione mafiosa. Zinzi avrebbe ottenuto l’espletamento di analisi per la figlia mentre Pace si sarebbe fatto le analisi gratuitamente.

I NOMI DEGLI INDAGATI

ACCARDO Ernesto, 38 anni, residente a Santa Maria a Vico

ALDERISIO Alfonso, 63 anni residente a Nola

ANGELINO Vincenzo, 54 anni, residente a Crispano

BAGLIVI Giovanni, 62 anni, residente a Santa Maria a Vico

BELFIORE Giuseppe, 64 anni, residente a Caserta

BUCCIERO Gabriele, 37 anni residente a Marcianise

CANZANO Giuseppe, 67 anni, residente a Caserta

CINCOTTI Cosima Franca, 70 anni residente a Caserta

COSTANZO Angelo, 70 anni di Caivano

D’AGOSTINO Enrico, 51 anni di Caiazzo

D’ALESSIO Angela, 52 anni residente a Marcianise

DE ANGELIS Luigi, 58 anni, residente a Caserta

DELLI PAOLI Luigi, 50 anni, residente a Marcianise

DI LAURO Andrea, 69 anni, residente a Napoli

DI LORENZO Milena 51 nni, residente a Caserta

DIOMAIUTO Luigi, 64 anni residente a Valle di Maddaloni

GOLINO Vincenzo, 53 anni, residente a Marcianise

GRECO Rita, 52 anni, residente a Caserta

GRILLO Angelina, 50 anni residente a Marcianise

IODICE Saveria, 46 anni residente a Marcianise

LAURITANO Gennaro, 64 anni residente a Marcianise

LEARDI Annalisa, 52 anni residente a San Potito Sannitico

LIBERATORE Giulio, 66 anni, residente a Piedimonte Matese

MANNA Pasquale, 64 anni, residente a Casalnuovo di Napoli

MORELLO Andrea, 40 anni residente a Santa Maria Capua Vetere

NAPOLITANO Domenico, 66 anni, residente a Moiano

PACE Leonardo, 63 anni, residente a Napoli

PANETTA Vittorio, 43 anni residente a Frignano

PARENTE Francesco, 53 anni residente a Capua

PATERNOSTO Diego, 61 anni residente a Caserta

PONTILLO Giovanna Rosaria, 46 anni residente a Capodrise

SACCO Antonella, 55 anni residente a Caserta

SCHIOPPA Maddalena, 62 anni residente a Caserta

SCOTTI Vincenza, 63 anni residente a Caivano

SFERRAGATTA Giovanni, 59 anni residente a Capua

SORBO Maria, 31 anni residente a Capodrise

TELESCO Vincenzo, 61 anni residente a Napoli

TORRE Giuseppe, 41 anni residente a Marcianise

TUCCI GIUSEPPINA, 56 anni residente a Caserta

VAIANO Generoso, 42 anni residente a Marcianise

ZINZI Domenico, 76 anni residente a Caserta

Potrebbe interessarti: https://www.casertanews.it/cronaca/ospedale-caserta-indagati-zinzi-commissario-danno-5-milioni.html
Seguici su Facebook: https://www.facebook.com/Caserta-News-264163850049/

 

L’articolo Scandalo all’Ospedale di Caserta. 41 indagati : tutti i NOMI proviene da BelvedereNews.

(BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Teleradio News ♥ Sempre un passo avanti, anche per te!

Lascia un commento