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AttualitàCaserta e Sannio

Il capobrigante Domenico Fuoco fra storia e leggenda. Brigantaggio postunitario in Alta Terra di Lavoro

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L’Associazione Storica del Caiatino, alacremente guidata dalla d.ssa Ilaria Cervo, organizza presso il Centro di Promozione Culturale “F. de Simone”, sito in Caiazzo, la presentazione di un libro sul brigantaggio.

L’appuntamento è per mercoledì 26 giugno alle ore 17.30. Dopo i saluti di Ilaria Cervo, relazioneranno sul libro la prof.ssa Renata Montanari ed il prof. Aldo Cervo. Il libro ha un titolo molto accattivante Il capobrigante Domenico Fuoco fra storia e leggenda. Brigantaggio postunitario in Alta Terra di Lavoro; ma, in verità, è proprio la materia trattata ad ingenerare passione ed amore per pagine e pagine della nostra storia volutamente occultate dai vincitori. L’autore del libro è Maurizio Zambardi, vero cultore di pagine di storia locale e non solo.

Il libro tratta del capobrigante Domenico Fuoco e del brigantaggio post-unitario, che si manifestò in tutto l’ex-Regno delle Due Sicilie fino agli ultimi quindici anni dell’Ottocento, dovunque manifestando coraggio, coerenza ed attaccamento ai principi di giustizia, pluralismo e libertà, contro la spietatezza messa in atto dalle truppe savoiarde e dai provvedimenti legislativi e regolamentari, allorché, ad esempio, fu vietato addirittura a chi andava a coltivare le proprie terre, il più delle volte distanti dalla propria abitazione, un solo tozzo di pane, tant’è che già nel 1862 fu vietato dai generali piemontesi di “portare pane o altro genere di provviste fuori dell’abitato del comune”.

 

Maurizio Zambardi ritorna sull’argomento Domenico Fuoco e brigantaggio, dopo che dieci anni fa aveva pubblicato con la rivista Studi Cassinati, n. 4, ottobre-dicembre 2009, un articolo di una decina di pagine dal titolo “Il Brigante Domenico Fuoco”. Già in quell’articolo si tracciano i prodromi di una articolata ed approfondita ricerca che successivamente avrà dignità di libro.

Domenico Fuoco, come tantissimi altri briganti, trae spunto da un sopruso comminato nei suoi confronti. Era stato sergente dell’esercito Napoletano, sconfitto se ne era tornato a San Pietro Infine, ma qui un locale maggiorente, uno dei tanti nascenti galantuomini, gli tolse la sciabola. Da quel momento Domenico Fuoco giura a sé stesso che non darà più scampo a chi lo ha umiliato, a chi calpesta i diritti dei contadini, dei pastori, degli ultimi.

Domenico Fuoco, come tutti i capi-briganti, organizza una propria squadra, composta di briganti coraggiosi, decisi, forti, a volte anche spietati, ed alla quale banda partecipano attivamente anche alcune donne, vere e proprie brigantesse, ma che la storiografia ufficiale ha sempre denigrato. Domenico Fuoco con la sua banda detta legge da Picinisco e Settefrati, in provincia di Frosinone, ad Isernia ed ai paesi della provincia de L’Aquila, dando indiscussa e continua prova sul campo di superiore strategia militare di contro a migliaia e migliaia di soldati del nascente Stato unitario.

Maurizio Zambardi, che, tra l’altro, è di San Pietro Infine, lo stesso paese di Domenico Fuoco, ha voluto riprendere il filo del suo articolo e lo ha ispessito, corroborato notevolmente, volendo mettere con la sua ricerca i fatti storici al loro posto. Ne è venuto fuori un libro più che corposo, essendo composto da ben quattrocentotrentaquattro pagine, piene di documenti e foto dell’epoca, testimonianze, riferimenti, oltre che un nutrito elenco di fonti archivistiche (“La storia si fa con i documenti scritti”, ebbe a scrivere circa settanta anni fa Lucien Febvre, fondatore insieme a Marc Bloch della famosa corrente di pensiero storico denominata École des Annales) e bibliografiche.

Il libro è arricchito dall’introduzione di Gaetano de Angelis Curtis, presidente del Centro Documentazioni e Studi Cassinati, associazione che promuove e divulga la storia e la cultura della vasta regione compresa tra il Lazio meridionale e la Campania settentrionale, un tempo Terra di Lavoro, tra l’altro anche con la succitata rivista Studi Cassinati. C’è poi la prefazione di Fernando Riccardi, giornalista e storico, anch’egli facente parte del CDSC. Il caiatino Aldo Cervo, inoltre, da raffinato letterato qual è, introduce alcune brevi ma interessanti considerazioni. Il libro, pubblicato con le Edizioni Eva di Venafro, non può non recare la dedica ad Amerigo Iannacone, fondatore della casa editrice Eva, amico da sempre dell’autore, anch’egli prolifico scrittore, e, purtroppo, scomparso giusto due anni fa per incidente stradale.

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