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Piedimonte Matese. ‘Truffa’ all’Inps: salvati dalla prescrizione, ma condannati dalla Corte dei Conti

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La prescrizione evitò loro la condanna penale, 
ma non quella della Corte dei Conti: 800.000 euro al funzionario Inps della sede di Piedimonte Matese Domenico Cornelio e 40.000 al direttore pro tempore dell’agenzia matesina Vincenzo Tamburro.
 Nello specifico, secondo la prospettazione attorea, il convenuto Cornelio avrebbe provveduto, con condotte dolose di rilievo anche penale, a liquidare, senza i necessari requisiti di legge ed attraverso le procedure automatizzate dedicate, indebiti pagamenti per indennità di disoccupazione a requisiti ridotti, prestazioni agricole, assegni al nucleo familiare e rate maturate e non riscosse da pensionati deceduti.
Tutto ciò anche a favore di soci (in società individuali o in nome collettivo di cui lo stesso è risultato titolare e/o socio con la sorella ed altre persone) e di parenti, ivi compresa la moglie, dipendente di ruolo dell’Amministrazione postale, percettrice, per gli anni dal 1997 al 2000, delle indennità di disoccupazione, nonostante l’assenza dei previsti requisiti contributivi nonché delle relative domande.
I pagamenti indebiti di cui è causa sarebbero stati accertati, secondo quanto evidenziato dall’Organo requirente, attraverso puntuali attività ispettive (relazioni del 26.1.2005, 28.2.2005, 27.4.2005, 23.6.2006 e 27.6.2007), a seguito delle quali l’Istituto previdenziale ha provveduto, con atto del 24.9.2007, prot. n. 33229, notificato il 5.10.2007, a costituire in mora il Sig. Cornelio per l’importo di euro 838.050,08 (euro 832.784,26 per n. 322 pagamenti indebiti rilevati al 9.5.2006 + euro 23.898,08 per n. 8 ulteriori pagamenti indebiti rilevati al 27.6.2007 – euro 18.632,26 per recuperi effettuati dall’Istituto alla predetta data del 27.6.2007).

Inoltre, a ragione della rilevata prescrizione parziale e della richiesta di condanna formulata in citazione dall’Organo requirente, risulta concretamente perseguibile nei confronti del convenuto Tamburro l’importo complessivo di euro 59.774,62, quale sommatoria degli importi relativi alle posizioni sottoindicate (vedasi allegati nn. 1 e 17 alla relazione ispettiva del 25.5.2006, presente nel fascicolo di Procura):

a) Gaetano Carmela (prest. agricola 2002 liquidata il 26.9.2003 per l’importo di euro 2.166,85);
b) Loffreda Emilia ( prest. agricola 2002 liquidata il 23.9. 2003, di euro 6.052,75);
c) Pacelli Rosanna (prest. agr 2002 liquidata in data 11.7.2003,di euro 4.475,72);
d) Sansone Giovanna (prest. agr2002, liquidata il 23.9.2003, di euro 7.250,99);
e) Uzzo Anna Maria (prest. agr 2002 liquidata il 23.9.2003 per l’importo di euro 7.250,99);
f) Casaburo Alessandro (prest. agr 2002, liquidata in data 11.7.2003, di euro 6.003,08);
g) Cimmino Anna (prest. agr 2002, liquidata in data 11.7.2003, di euro 5.766,61);
h) Cinquedita Emilio (prest. agr 1999, liquidata in data 16.2.2004, di euro 3.683,95);
i) Di Caprio Luigi (prest. agr 2002, liquidata in data 11.7.2003, di euro 5.912,94);
J) Di Muccio Gioconda (prest. agr 2001, liquidata in data 16.2.2004, di euro 5.295,15);
k) Fragola Carmela (prest. agr 2002, liquidata in data 11.7.2003, di euro 5.915,59).
E ancora, nelle dichiarazioni rese da taluni soggetti, beneficiari di prestazioni indebite ed escussi a sommarie informazioni dalla Polizia Giudiziaria, hanno ammesso di non aver diritto alle somme percepite ed, in alcuni casi, affermato di essere stati contattati dal Cornelio ai fini dell’ottenimento delle stesse prestazioni, da dividere con il Cornelio stesso come si evince dall’informativa di reato della Guardia di Finanza.
Né va tralasciato il fatto, emerso all’esito delle richiamate verifiche ispettive e dotato di particolare significatività, per cui tra i beneficiari dei pagamenti indebiti figurano parenti stretti del Cornelio (la moglie Nacca Anna, dipendente dell’Amministrazione Postale, e la sorella Maddalena Cornelio), nonché soci di società di cui lo stesso Cornelio è risultato titolare e/o socio con la sorella ed altre persone.
Per tutti questi motivi, la Corte dei Conti ha condannato Cornelio al pagamento della somma di 838mila euro, mentre Tamburro è stato condannato per colpa grave al pagamento di 40mila euro.
Altre persone coinvolte in questa vicenda giudiziaria e giudicate presso il tribunale sammaritano sono state, prosciolte per intervenuta prescrizione. Oltre agli imputati di Alife Domenico Cornelio, Giuseppe Casaburo, Maddalena Cornelio, Carolina Falco, Anna Maria Uzzo, finirono alla sbarra Giuseppe Di Chello di Gioia Sannitica, mentre per il comune di Capriati a Volturno era presente con Eustachio Aulitano e Marino Aulitano.
Per il comune di Pratella figurava Gioconda Di Muccio, mentre per Cusano Mutri erano imputati Fernando e Giandomenico Petrillo.

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