ALIFE/BIODIGESTORE2. Ci scrive l’Ingegnere Pietro Cornelio sulla vicenda: “Io sono contrario ad una Centrale Biogas di quelle dimensioni!”

Cari tutti, dopo aver letto alcuni commenti (su questo portale e anche sul social network Facebook) nei quali ho notato una “anomala” e per alcuni versi grottesca incomprensione (per mala fede o per buona fede) del senso autentico della mia lettera (nella quale tra le altre cose ho cercato di essere lessicalmente il più chiaro possibile), ritengo sia doveroso da parte mia chiarire il mio pensiero per fugare ogni dubbio. Desidero premettere che IO SONO CONTRARIO A UNA CENTRALE BIOGAS DI QUELLE DIMENSIONI perché la sua struttura industriale e logistica NON E’ ECOSOSTENIBILE per tutta una serie di motivazioni tecniche e logistiche lunghe da esporre in questo contesto. Quindi la critica e opposizione non deve essere fatta al BioGas che è e rimane un processo bio-chimico del tutto naturale per la demolizione di materia a base organica e la tecnologia che vi è dietro è sicura e collaudata (lo sottolineo ancora), ma piuttosto SONO/SIAMO CONTRARI alle inevitabili conseguenze di MALA GESTIONE a cui ci hanno abituati i politici e gli organi Governativi di controllo nel corso dei decenni. Infatti i risultati di tante “male gestioni” della cosa pubblica a riguardo dei rifiuti hanno portato alla distruzione ambientale del territorio Campano. Nessun politico o tecnico potrà più convincerci del contrario. Purtroppo in Italia siamo tristemente famosi per la disonestà a tutti i livelli civili. Vi invito per favore a rileggere la mia lettera, dove esprimo senza mezzi termini che un impianto di quelle proporzioni aprirà le porte a futuri stoccaggi di eco-balle in regime di emergenza e altri moduli non ecologici. Qual’era la mia idea/soluzione. Fermo restando che il problema non è il BioGas/BioMassa, l’unico modo concreto per evitare la costruzione dell’EcoMostro è riprenderci i terreni velocemente (questo dovrà farlo il Comune di Alife) per costruirci in breve tempo un nostro impianto BioGas di piccole dimensioni per la gestione/smaltimento autonomo dei nostri rifiuti. In questo modo nessuno potrà imporci un mega impianto sui nostri terreni se già ne abbiamo uno tutto nostro. Affermo ciò per esperienza diretta professionale, gli impianti piccoli sono veri gioielli di tecnologia e funzionalità. La mia affermazione “isterismo collettivo” era ed è da intendersi sul fatto che dopo innumerevoli riunioni nelle quali si è detto di tutto e il contrario di tutto, oltre a urla, parolacce, discorsi ipocriti, etc. la popolazione non ha ancora capito chi è il “nemico” e conseguentemente non si sta giungendo a nessuna soluzione concreta. La lotta viene indirizzata erroneamente al BioGas come il “male”, andando avanti di questo passo la centrale la faranno senza che nessuno potrà opporsi. Noi non vogliamo questo. Sono stato accusato di non partecipare alle riunioni organizzate dal comitato. Rispondo subito, semplicemente perché io non amo mettermi in mostra, ma collaboro attivamente dietro le quinte col comitato del “no” fornendo consulenza, aiuti, idee, etc. Ultima cosa, qualcuno ha scritto : “fattela a casa tua la centrale”. Certo che la farò, ho studiato un impianto piccolo per smaltire i liquami fognari e la materia agro-alimentare della mia villetta di campagna. In questo modo potrò sfruttare il BioGas per il riscaldamento e i fornelli della cucina. Con molta probabilità la prossima estate implementerò l’impianto Biogas casalingo, più o meno lo stesso modello (anche se più sofisticato) che alcune tribù Africane da tempo utilizzano grazie all’ingegno dei missionari Comboniani. Cordialmente.