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Attualità

Arrestati 5 militari italiani della nave militare “Caprera”. Coinvolti due militari campani

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NAPOLI – Gli arrestati sono accusati di: di imbarco arbitrario di merci di contrabbando su una nave militare, di peculato d’uso, di istigazione alla corruzione e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e falso. In carcere – su ordine del GIP del tribunale di Brindisi Vittorio Testi – è finito Marco Corbisiero, di Taranto, che ha rivestito il ruolo di ufficiale tecnico della Marina e che è indagato anche per aver cercato di comprare il silenzio di altri colleghi, per evitare una denuncia.

Agli arresti domiciliari sono l’ufficiale della Guardia costiera libica Mohamed Hamza Ben Abulad, il tarantino Roberto Castiglione, il napoletano Antonio Filogamo e il brindisino Antonio Mosca. Per il napoletano Mario Ortelli è stato disposto l’obbligo di dimora.

Secondo gli accertamenti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Brindisi a cui i pm Giuseppe De Nozza e Alfredo Manca, coordinati dal procuratore aggiunto Antonio Negro, hanno affidato l’inchiesta, gli indagati avrebbero organizzato il trasporto dal porto di Tripoli a quello di Brindisi di 774 chili di sigarette e di Cialis che sarebbero stati sbarcati sulla banchina Garibaldi del porto di Brindisi nel luglio 2018, al rientro dall’operazione nel Paese nordafricano.

La mente dell’operazione, stando agli accertamenti, era Corbisiero, che dal 13 ottobre 2017 al 6 maggio 2018 aveva rivestito il ruolo di ufficiale tecnico della Marina Militare a capo del team incaricato della ristrutturazione della Caprera ceduta dall’Italia alla Libia per il potenziamento del contrasto all’immigrazione clandestina.

Secondo la procura è stato lui ad “aver costituito la provvista di denaro necessaria a finanziare l’acquisto” a Tripoli “dell’illecito carico mediante fatturazioni per operazioni in tutto od in parte inesistenti poste in essere nel contesto dell’acquisto, da parte dello Stato Italiano, dei beni e dei servizi necessari al ripristino” della nave Caprera.

Le notizie dell’arresto di cinque militari della Marina per traffici illeciti sono di quelle che fanno davvero male. In particolare in questo momento mentre viviamo un sussulto di orgoglio per la reattività dei cittadini italiani, sia civili che militari, per il sacrificio e la voglia di riscatto dalla pandemia.

Siamo profondamente arrabbiati con chi, con questi gesti ignobili, mortifica e ferisce l’immagine delle nostre Forze Armate. Si tratta di una amarezza ancora più forte perché è avvenuta durante una missione di pace, l’operazione “Mare Sicuro”, in cui la nostra Marina Militare è impegnata davanti alle coste libiche per impedire il contrabbando di merci e di armi, nonché il traffico illegale di persone.

Questi personaggi non sono “degni” di vestire l’uniforme delle nostre Forze Armate e vanno presi tutti i più severi provvedimenti affinché non possano più rimanere negli organici delle FF.AA. dove prestano il loro incondizionato servizio per il nostro Paese migliaia di militari che mettono quotidianamente a rischio la loro vita per noi tutti.

Onore alle donne ed agli uomini della Marina Militare onesti che rappresentano una risorsa per il Paese e la nostra democrazia.

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