In carcere da innocente. Venerdì Pio Del Gaudio presenta il suo libro “Guai a chi ci capita”
Leggere Guai a chi ci capita il libro di Pio Del Gaudio mette i brividi. Pagine su pagine, riflessioni su riflessioni, parole su parole che si rincorrono, si intrecciano, si accavallano per descrivere l’inferno, l’inferno del carcere in cui si viene trascinati senza sapere alcun perché.
Pio Del Gaudio descrive la sua vicenda. Undici giornate: dal 14 luglio al 24 luglio 2015.
Il tutto nella notte del 14 luglio, quando l’alba si assottiglia sempre più per iniziare a fare posto all’aurora, allorché si passa poi all’esplodere della luce del sole.
Caserta è assorta nel più pieno sonno. Morfeo è ancora il dio incontrastato della vita degli uomini, ma sa che tra poco sarà spodestato dall’apollineo Sole. E tutto ciò dalla notte dei tempi. Ma il 14 luglio del 2015, in una notte più calda delle altre, quando tutti lasciano le finestre e le porte delle camere sono spaparanzate, ad un certo punto un frastuono inusitato entra prepotentemente nelle case di tutti. Si dorme. Ci si sveglia. Si salta dal letto. Chi si schiarisce gli occhi. Chi inforca gli occhiali. Si corre nella camera da letto. Ci si affaccia ad una finestra. O ad un balcone. Si vuole capire che cosa stia succedendo. Non si riesce a capire da dove provenga quel frastuono ossessivo, fastidioso, che ha travalicato qualsiasi decibel di sopportazione. Si vede in lontananza un faro acceso. I pensieri e le immagini si rincorrono fra di loro. Non si capisce che cosa sia accadendo.
Per chi si deve alzare un po prima degli altri, la notizia arriva prima. Gli altri devono attendere ancora qualche ora, forse due, o addirittura tre. Le notizie di cronaca si incrociano sempre con la stessa: “È stato arrestato Pio Del Gaudio, sindaco di Caserta.”
Inizia così la terribile avventura – come altro chiamarla? – di Pio Del Gaudio, sindaco fino a qualche giorno prima, allorché un numero sufficiente di consiglieri comunali si reca da un notaio per rassegnare le dimissioni, provocando così la decadenza dello stesso sindaco.
La città, al di là di tutti i colori politici, tranne ovviamente per i più spietati giustizialisti, ovviamente giustizialisti sempre e solo a senso unico: solo per gli altri, cioè, non crede minimamente a ciò che ha visto o sentito. Non può essere.
Già, non può essere… intanto il sindaco, anzi, l’ex-sindaco viene portato al carcere di Santa Maria Capua Vetere, là dove si trovano le estreme propaggini dei Mazzoni. E li inizia una esperienza terrificante che, di sicuro, pur con tutta la sua fantasia l’ex-sindaco non ha mai pensato, non solo per sé ma anche per gli altri.
Viene a contatto così con tutto un altro mondo, che vive a contatto con quello della stragrande maggioranza degli uomini, che si interseca anche con questo, ma che è tutta un’altra cosa. È proprio un altro pianeta, un pianeta che non è mai citato nei libri di astronomia, un pianeta che bisogna entrarci dentro per capire che cosa possa essere. Un pianeta che, al di là di qualsiasi immaginazione, lascia delle tracce indelebili, che nessuna acqua riesce a pulire e rimarginare.
Undici giornate all’inferno per un uomo che nel proprio nome e cognome porta forti significati: pio come colui che adempie ai doveri morali e religiose dell’urbs e gaudio come colui che trae intensa gioia. Undici giornate da raccontare e da lui raccontate nel suo libro dal significativo titolo Guai a chi ci capita, pubblicato con la casa editrice casertana Giuseppe Vozza Editore ed arricchito da tantissime fotografie, documenti ed atti giudiziari, con la copertina appositamente disegnata dal giovane disegnatore casertano Joel Folda.
Un libro da leggere e meditare, forse Il processo di Kakfa è sempre dietro l’angolo.
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