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AttualitàCaserta e Sannio

I Cinesi in Italia durante il Fascismo

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Lungi dall’immaginare per la gran parte del popolo italico che i Cinesi avessero avuto qualche dimestichezza con l’Italia fascista. Ed, invece, anche questo particolare aspetto è stato evidenziato nel libro I Cinesi in Italia durante il Fascismo di Philip W.L. Kwok. Il libro è stato pubblicato dalla casa editrice Phoenix Publishing. Il libro fu edito per la prima nel 1984 da Tommaso Marotta Editore.
Philip W.L. Kwok, nato in Cina il 14 aprile 1944, arrivò a Napoli agli inizi degli anni Settanta per partecipare ad un dottorato in Storia e Filosofia. Nella città partenopea si trovò benissimo, tant’è che di lì a poco chiese ed ottenne la cittadinanza, e proseguì la sua carriera professionale diventando professore e storico. A Napoli morì il 10 marzo2011.
Ma che cosa ha di interessante questo libro? È uno spaccato di storia che riguarda i campi di prigionia istituiti in Italia e riguardanti proprio i cinesi e gli altri orientali. L’autore, Philip W.L. Kwok, venuto a sapere di questi campi, se ne interessò a tal punto da iniziare ricerche sempre più approfondite, al punto da farne quasi una sua esclusiva indagine.
Kwok venne a sapere che diversi cinesi, allo scoppio della seconda guerra mondiale, erano stati relegati in alcuni campi di prigionia dislocati in varie parti della Penisola, come Tossicia ed Isola del Gran Sasso in Abruzzo, Ferramonti di Tarsia in Calabria. Riuscì anche a trascrivere quasi integralmente i nomi dei cinesi prigionieri, grazie anche ad un elenco che egli trovò proprio nell’archivio del comune di Tossicia, che pari pari è stato poi riportato nel suo libro. È da specificare che i nomi trascritti, nella gran parte dei casi, riportati con vari errori di trascrizione, fanno riferimento anche a false generalità; pertanto, non è possibile arrivare alla esatta identificazione dei prigionieri cinesi. Ma ciò nonostante Kwok ripercorre l’intero viaggio di ciascun cinese, dal villaggio di partenza a quello di arrivo, i tempi di prigionia ed altre notizie che, seppur secondarie, danno l’esatto quadro di una questione che era misconosciuta a tantissimi.
Il libro, arricchito di una preziosa prefazione di Daniele Brigadoi Cologna, dell’Università dell’Insubria, apre, quindi, uno squarcio su un particolare momento della storia italiana, che, proprio in riferimento agli avvenimenti del XX secolo deve ancora essere scritta ed in diversi casi riscritta, al fine di poter avere una conoscenza se non esaustiva, impossibile per qualsiasi argomento, per lo meno più soddisfacente e soprattutto giammai di parte, visto che ciò che leggiamo è sostanzialmente sempre stato di parte, ma di una parte che vuole farsi maggioranza occupando posti, cattedre e giornali.

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