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AttualitàDalla Campania

Figli di Portici famosi: il botanico Giuseppe Antonio Pasquale

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di Stanislao Scognamiglio

Si sente spesso parlare di personaggi di Portici per nascita o d’elezione dei quali si sta perdendo la memoria … Ritengo perciò doveroso ravvivarne memoria fornendo un breve profilo biografico tratto dal mio inedito Diario; avvenimenti, cose, fenomeni, uomini, vicende.  Portici e Vesuvio dalle origini a oggi, con il conforto di Autori di ogni tempo.

Giuseppe Antonio Pasquale è nato ad Anoia, in provincia di Reggio Calabria, il 30 ottobre 1820.

Laureato in medicina alla Reale Università di Napoli, dedicatosi agli studî botanici, è stato aiuto di Michele Tenore (Napoli, 5 maggio 1780 – ivi, 19 luglio 1861).

Datosi all’insegnamento, è stato «… prima professore di botanica nel R. Collegio medico-chirurgico di Napoli e coadiutore della cattedra di botanica dell’università».

Vincitore di concorso, conseguito la cattedra dell’Ateneo napoletano, l’ha tenuta fino alla morte.

In campo scientifico è stato il primo a occuparsi della briologia (branca della botanica che studia le briofite: muschi ed epatiche) delle provincie meridionali.

Assunta la funzione di direttore dell’Orto Botanico di Napoli, ha raccolto e catalogato  numerosissimi campioni di vegetali provenienti per la maggior parte dall’Italia meridionale.

Della collezione, particolare rilievo assumono «… gli exiccata raccolti per la compilazione della flora di Capri e del Vesuvio e quelli raccolti durante i suoi viaggi in Calabria e nel Gargano».

Inoltre, altrettanto rilevanti sono i molti campioni inviatigli da botanici stranieri con i quali è stato in fervida corrispondenza.

L’erbario, in seguito donato all’Orto Botanico di Napoli, è costituito 95 fascicoli di piante vascolari, 1 fascicolo di alghe e 10 fascicoli di briofite.

Fervente patriota, nel maggio del 1848, giovane professore universitario, ha partecipato alla prima guerra d’indipendenza nazionale contro l’Austria.

Alla testa dei suoi studenti napoletani, a più riprese, ha affrontato valorosamente le forze austro-ungariche.

Combattendo nelle battaglie di Curtatone e Montanara, si è distinto per coraggio ed è rimasto anche ferito.

Alla notizia dell’insurrezione di Venezia contro gli Austriaci, è accorso con immediatezza nella città lagunare.

Ha partecipato attivamente alla difesa della neo proclamata Repubblica di San Marco, battendosi a fianco di illustri patrioti.

Rientrato a Napoli, accantonato momentaneamente il sogno dell’unificazione nazionale, è tornato alle aule.

Nel 1869, nel suo lavoro Flora vesuviana о catalogo ragionato delle piante del Vesuvio confrontate con quelle dell’Isola di Capri, pubblicato a Napoli, ha segnalato le numerose essenze vegetali riscontrate in agro di Portici.

Verso la fine dello stesso anno, ha redatto Una nota sopra alcune piante naturalizzate nella provincia di Napoli. Tra le specie botaniche elencate «… parecchie delle quali hanno assunto oggi tale diffusione da considerarsi come spontanee», ha citato la Rumex crispus Linneus (Romice crespo) nel bosco di Portici e la Oxalis cernua Thumb (Acetosella) al Granatello.

Nel 1874, nominato professore incaricato di Arboricoltura e di Orticoltura, è arrivato a Portici per occupare le rispettive cattedre presso la Reale Scuola Superiore di Agricoltura.

Nella parte terza del suo Manuale di Arboricoltura, edito nel 1876, descrive i caratteri botanici delle piante da frutto coltivate nella provincia di Napoli e la tecnica del loro allevamento.

Fra le maggiori varietà di piante da frutto coltivate, che si ritrovano anche in agro di Portici, cita:

  • uva da tavola: la Inzolia, la Marrocca bianca, la Marrocca nera, l’Uva di Boccucci, la Pizzutella di Portici bianca;
  • uve adatte alla vinificazione: la Sangioveto, la Mastina;
  • uve tardive buone per mangiare: la Pizzutella di Portici bianca;
  • susino: la Ciucciàro;
  • albicocco: l’albicocca del Vicario; il crisòmmolo Peres, o Peres, o Peresa;

Nel 1880, sessantenne, ha lasciato l’insegnamento dell’Arboricoltura e dell’Orticoltura.

Il botanico Giuseppe Antonio Pasquale muore a Napoli, il  23 febbraio 1893.

Le sue spoglie riposano nel cimitero degli uomini illustri di Poggioreale.

Fra i suoi principali lavori, divenuti ricercatissimi dagli studiosi e tradotti in numerose lingue, ricordiamo:

  • Flora medica della provincia di Napoli, ossia Descrizione delle piante medicinali che nascono spontaneamente nel perimetro della provincia … da servire di guida ai giovani medici e farmacisti … compilata da Giuseppe Antonio Pasquale e Giulio Avellino. Azzolino e C.o, Napoli, 1841;
  • Flora vesuviana: o, Catalogo ragionato delle piante del Vesuvio confrontate con quelle dell’isola di Capri e di altri luoghi circostanti. Napoli, 1841;
  • Relazione sullo stato Fisico-economico agrario della prima Calabria ulteriore. nel R. albergo de poveri. Napoli, 1863;
  • Catalogo del Real Orto botanico di Napoli con prefazione, note e carta topografica. Stabilimento tipografico Ghio. Napoli, 1867;
  • Sulla eterofillia dissertazione. Napoli, 1867;
  • Flora vesuviana o Catalogo ragionato delle piante del Vesuvio confrontate con quelle dell’isola di Capri e di altri luoghi circostanti; memoria del socio ordinario Giuseppe Antonio Pasquale. Napoli, 1869;
  • Manuale di arboricoltura da servire pe’ proprietarii, agricoltori, orticoltori, ingegneri, ecc. Pasquale. Napoli, 1876;

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(Tonia Ferraro – http://www.lospeakerscorner.eu – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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