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EUROPEE

Rai, lodo Fazzolari: nei talk propaganda al governo Meloni

PAR CONDICIO – Norma del sottosegretario per ministri e premier in tv: in campagna elettorale si dovrà parlare (bene) dell’attività istituzionale

DI GIACOMO SALVINI 

7 APRILE 2024

I programmi di approfondimento della Rai – a partire dai talk show, ma anche quelli di inchiesta – dovranno garantire ai cittadini una “puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative” durante la campagna elettorale per le elezioni europee dell’8-9 giugno. Questo nonostante le regole della par condicio imporrebbero la parità di trattamento televisivo per tutti gli attori politici. Insomma, la Rai dovrà informare i cittadini su cosa sta facendo il governo Meloni e, se possibile, parlarne bene. Invitando anche ministri e premier.

È questo il senso di un emendamento presentato dalla maggioranza di destra alla delibera sulla par condicio in discussione in commissione di Vigilanza Rai che sarà approvata il 9 aprile. Gli altri 13 sono stati raccontati ieri dal Fatto e vanno tutti nella direzione di favorire la presenza di Giorgia Meloni nelle trasmissioni Rai: la destra vuole modificare la delibera chiedendo di eliminare il criterio qualitativo delle fasce orarie (la prima serata avrebbe contato di più) mantenendo solo quello del minutaggio e dare la possibilità a Rai News 24 di trasmettere i comizi in diretta dei leader. La maggioranza vuole anche permettere a ministri ed esponenti di governo di intervenire nei programmi Rai su “materie inerenti all’esclusivo esercizio delle funzioni istituzionali” senza dover sottostare alle regole della par condicio. Un favore non da poco all’attuale maggioranza che avrà inevitabilmente più spazi tv rispetto all’opposizione.

Ma c’è un altro emendamento che va a modificare le regole sulla par condicio Rai e che ha l’obiettivo di limitare la libertà di informazione a viale Mazzini sotto elezioni europee. Se la proposta di Maria Elena Boschi è quella di prevedere una par condicio anche per i giornalisti, la maggioranza trova una soluzione diversa per l’informazione Rai: i programmi di approfondimento dovranno garantire “la più ampia possibilità di espressione” fatto salvo “il principio della notiziabilità giornalistica” ma soprattutto “la necessità di garantire ai cittadini una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative”. È quest’ultimo comma che è stato inserito dalla destra e serve proprio per imporre il racconto dell’attività del governo coinvolgendo ministri e premier.

L’emendamento è firmato dai capigruppo di maggioranza in commissione di Vigilanza Rai: il leghista Giorgio Maria Bergesio della Lega, Maurizio Lupi di Noi Moderati e Francesco Filini di Fratelli d’Italia. Quest’ultimo è un fedelissimo del sottosegretario alla presidenza del Consiglio e responsabile della comunicazione del governo Giovanbattista Fazzolari: sarebbe proprio lui l’ideatore della proposta condivisa con il direttore generale (e prossimo amministratore delegato) della Rai Giampaolo Rossi, spiegano due fonti di governo che chiedono l’anonimato per parlare della questione. La norma piace anche alla Lega di Matteo Salvini che vuole sfruttare la sua attività al ministero delle Infrastrutture per ottenere più consensi alle elezioni europee.

La norma si applicherà ai programmi di approfondimento di viale Mazzini, quindi soprattutto i talk show come Agorà che va in onda tutte le mattine, Cinque minuti e Porta a Porta di Bruno Vespa ma anche il domenicale In mezz’ora di Monica Maggioni. Eppure la norma si applicherà anche ai programmi di inchiesta come Report di Sigfrido Ranucci che riprenderà la stagione proprio nel periodo della campagna elettorale per le europee e della par condicio: andrà in onda da domenica 21 aprile a domenica 23 giugno.

Una possibile vendetta della destra proprio nei confronti della trasmissione di Ranucci le cui inchieste hanno portato a proteste, querele annunciate e interrogazioni parlamentari da parte di esponenti della maggioranza. Basta ricordare le inchieste sulla famiglia La Russa, sul padre di Giorgia e Arianna Meloni e sugli affari del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. Con questa norma, la maggioranza proverà a limitare queste notizie: si dovrà garantire la pluralità delle espressioni e soprattutto parlar bene del governo.

LEGGI – Comizi e spazi tv, la destra vuole Giorgia “pigliatutto”

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

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