Ultime notizie dal Sindacato Unitario Giornalisti Campania

 

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Parte da Napoli la campagna ‘Usigrai 2027’

15 December, 2023

Parte da Napoli la campagna di mobilitazione dell’Usigrai. Il sindacato unitario dei giornalisti della Rai ha promosso per venerdì 15 dicembre 2023 un incontro dal titolo: “Usigrai 2027 Per il servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale del prossimo decennio”. L’appuntamento è alle 16.30, al Complesso di San Domenico Maggiore (vico di San Domenico Maggiore, 18).

«L’incontro verterà sul ruolo del servizio pubblico in vista del rinnovo della concessione che scadrà nel 2027 in un momento particolarmente delicato per la Rai visto il taglio di risorse certe con la riduzione di una parte del canone in bolletta. In più, il passaggio in fiscalità generale della quota di canone tagliata dalla bolletta potrebbe aggravare le difficoltà finanziarie dell’azienda», anticipa l’Usigrai.

Quella di Napoli è la prima di una serie di iniziative che coinvolgeranno tutte le regioni italiane e che culmineranno con un appuntamento a Bruxelles, «per accendere i riflettori sul futuro del servizio pubblico radiotelevisivo del nostro Paese, oggi ipotecato dai paventati tagli alle risorse e da un piano industriale, a queste condizioni, volto più alla ristrutturazione aziendale che al suo sviluppo», incalzano i rappresentanti dei giornalisti Rai.

L’incontro coinvolgerà le realtà sociali, istituzionali e culturali del territorio campano per riflettere sul ruolo del servizio pubblico e sulle modalità del suo finanziamento. Con il segretario Usigrai, Daniele Macheda, con il presidente della Fnsi, Vittorio di Trapani, e con il presidente del SUGC Claudio Silvestri, interverranno rappresentanti di associazioni, sindacati, istituzioni e del mondo della scuola, del terzo settore, della cultura e dello sport.

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Giornalisti in piazza contro il ddl diffamazione, Fnsi: «In Italia e Ue azioni contro la libertà di stampa»

15 December, 2023

Giornalisti in campo per sensibilizzare opinione pubblica e addetti ai lavori sui pericoli legati al disegno di legge di riforma della diffamazione in discussione in commissione Giustizia del Senato. Per lanciare l’allarme, la Fnsi ha convocato in piazza Santi Apostoli a Roma una riunione straordinaria del Consiglio nazionale, giovedì 14 dicembre 2023, invitando a partecipare i rappresentanti degli organismi della categoria, parlamentari, magistrati.

«È un ddl pericoloso perché allontana l’Italia dagli standard europei», ha sottolineato il presidente della Federazione della Stampa, Vittorio di Trapani, aprendo la manifestazione con un ricordo di Antonio Megalizzi, ucciso cinque anni fa in un attentato a Strasburgo. Poi anche parole di sostegno ai colleghi della Dire, vittime di «editori che continuano a licenziare».

«Ci troviamo di fronte a due azioni parallele, in Italia e in Europa, che si stringono a tenaglia sulla libertà di stampa – ha sottolineato la segretaria della Fnsi, Alessandra Costante -. Il ddl sulla diffamazione è un testo liberticida, perché uccide la capacità dei giornalisti di cercare e pubblicare notizie».

Costante ha quindi puntato il dito contro la volontà di Italia, Francia e Germania di consentire, nell’ambito della discussione sulla legge europea sulla libertà dei media, la possibilità di mettere sotto controllo i telefoni dei giornalisti nel nome della sicurezza nazionale. «Ma quale è la definizione di sicurezza nazionale? – si è chiesta -. Tutto può essere sicurezza nazionale. Dobbiamo far sentire la nostra voce e riunire la gente nel nome delle nostre richieste».

«Abbiamo condiviso con la Federazione gli emendamenti al disegno di legge, che ci auguriamo venga modificato. Quanto previsto nel ddl è molto inadeguato», ha detto il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, invitando i parlamentari a sostenere la proposta sull’equo compenso messa a punto dal Consiglio nazionale.

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Agenzia Dire, Barachini: «Dal 2024 risorse che consentirebbero di mantenere i livelli occupazionali»

15 December, 2023

«Esprimo la mia solidarietà ai giornalisti dell’Agenzia Dire». Così, in una nota, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini.

«Da mesi aggiunge il Dipartimento per l’informazione e l’editoria è impegnato per tutelare i livelli occupazionali e sono previste dal 2024 congrue risorse per le agenzie iscritte al nuovo elenco di rilevanza nazionale istituito dalla riforma che consentirebbero alla Dire il mantenimento dei livelli occupazionali e il ritiro del piano di licenziamenti, come chiesto in tutte le sedi più volte».

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Agenzia Dire, 15 giornalisti resteranno senza lavoro: due giorni di sciopero. Fnsi: «Basta finanziamenti pubblici a chi licenzia»

15 December, 2023

L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti dell’agenzia Dire proclama due giorni di sciopero, nelle giornate di giovedì 14 e venerdì 15 dicembre 2023, a seguito della «grave decisione dell’azienda» di procedere nella decisione di licenziare 15 colleghe e colleghi. «Nonostante quasi due anni di pesanti decurtazioni degli stipendi dovuti al ricorso agli ammortizzatori sociali spiegano i lavoratori oggi (mercoledì 13 dicembre 2023, ndr) si è arrivati alla firma di un verbale di mancato accordo fra azienda, associazioni di stampa e comitato di redazione in riferimento alla procedura di licenziamento collettivo avviata dalla proprietà a fine settembre e giudicata fin da subito irricevibile e immotivata dallassemblea dei redattori e dalle associazioni di categoria».

Al fianco dei colleghi si schiera la Federazione nazionale della Stampa italiana. «Basta finanziamenti pubblici a chi licenzia», si legge in una nota in cui la Fnsi chiede al governo di azzerare i contributi pubblici agli editori che nonostante gli aiuti decidono di tagliare i giornalisti.

«Oggi rileva il sindacato si è conclusa con un mancato accordo al Ministero la procedura di licenziamenti collettivi avviata dall’editore della Dire, Stefano Valore, che lascerà senza lavoro 15 giornalisti nonostante le risorse che riceverà dal governo. All’agenzia, infatti, dal 2024 arriveranno oltre 2 milioni di euro l’anno per un triennio, grazie al decreto per i servizi d’informazione da parte della pubblica amministrazione. Un’importante iniezione di risorse che però non è servita a scongiurare questo attacco a tutta la nostra categoria. Insomma, da una parte ci sono milioni di euro dal governo, che gli imprenditori si mettono in tasca, e dall’altra si riduce l’occupazione senza se e senza ma».

Per la Fnsi «tutto questo è inaccettabile tanto più che il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, continua a battere cassa chiedendo più soldi per l’editoria anche in questi giorni. Gli editori incalza il sindacato pensino a investire e a creare occupazione con questi fondi invece di volersi sostenere solo grazie allo Stato. I soldi pubblici non possono essere dati a chi mette alla porta i dipendenti, lasciando famiglie nell’incertezza. Nella trattativa con la Dire sono stati solo i sindacati a proporre alternative ai licenziamenti mentre l’azienda, affiancata dalla Fieg, ha seguito caparbiamente la strada dei tagli e della riduzione del personale».

La Fnsi «è sempre disponibile a collaborare con gli editori per uscire dalla crisi che attanaglia il settore però solo in presenza di una controparte che sia costruttiva e che non abbia come unico obiettivo quello di ridimensionare le redazioni, colpire il lavoro e sostenersi coi soldi dei cittadini senza mai investire o proporre progetti innovativi. Domani e dopodomani i giornalisti della Dire saranno in sciopero: come sindacato li affiancheremo in ogni sede perché questi licenziamenti sono immotivati e illegittimi. Allo stesso tempo conclude la Federazione della Stampa invitiamo il governo a revocare ogni euro pubblico a chi licenzia. Da subito».

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