Parrocchia N.S. di Lourdes: nel futuro attività dell’ oratorio a vantaggio di tutto il contesto territoriale, svantaggiato e non

L’associazione senza scopo di lucro ASD Tennis Lourdes dopo 50 anni dovrà interrompere al 30 settembre la gestione dell’area ottenuta in concessione da parte della Curia per un contratto recesso anticipatamente con relativa “liquidazione” di 14 mila euro. La volontà del parroco don Antonello Giannotti di mettere fine all’attività dell’associazione che ha rappresentato da tanto tempo ” un luogo che ha promosso l’attività sportiva e l’aggregazione sociale per la comunità” secondo quanto sostengono gli associati, si è rilevata irremovibile, anche dopo l’offerta inedita di “corsi di tennis con maestri certificati dalla Federazione Italiana Tennis a costo zero per tutti i ragazzi che frequentano l’oratorio” come si legge dai social. La citazione in giudizio da parte della parrocchia ha indotto l’associazione ad addivenire ad un accordo con relativa indennità, così come lo stesso parroco recita in una lettera aperta alla cittadinanza disponibile in rete in cui specifica “Gli spazi che ritorneranno nella disponibilità della parrocchia, che ne è la proprietaria, serviranno per realizzare finalità sociali, togliere i ragazzi dalla strada, consentendo loro di fruire di un luogo dove si svolgeranno attività culturali, ludiche e di promozione umana e per dotare l’oratorio di spazi per le attività sportive, compreso il tennis”. E’ evidente la legittima pianificazione di sottrarre l’area ad un accesso a pagamento come formulato in altro passaggio della lettera:”L’ oratorio, secondo lo spirito di don Bosco, è casa che accoglie tutti, e sottolineo tutti , non solo gli iscritti ad un circolo privato dove si paga per giocare”. E’ noto che esistono diversi esempi di strutture sportive di proprietà delle parrocchie date in gestione a squadre o società extra, con le quali i rapporti si attengono agli aspetti economici di affitto, bollette e manutenzione. Ma un tempo ricordiamo che le comunità cristiane puntavano ad attività sportive organizzate come valido strumento educativo e pastorale, quasi un riflesso di quanto Papa Francesco ha detto in vari incontri:”E’ bello quando in parrocchia c’è il gruppo sportivo, e se non c’è il gruppo sportivo manca qualcosa. Ma questo gruppo sportivo deve essere impostato bene, in modo coerente con la comunità cristiana”. Fin qui la vertenza attinente al recesso del contratto con l’Asd Tennis e le motivazioni espresse nero su bianco dal parroco che mettono fine alle pressioni incalzanti tradotte anche in un sondaggio on line rivolto a raccogliere l’opinione dei concittadini da parte di un associato. Per quanto attiene al futuro dell’area, di esso non si è trattato in nessuna seduta del Consiglio pastorale fino ad oggi, dichiarano il parroco nella lettera e alcuni membri del Consiglio pastorale raggiunti telefonicamente. Pertanto i paventati parcheggi non sono al momento progetti definiti. C’è da attendersi e augurarsi che don Antonello, secondo il suo stile versatile e poliedrico, come anticipa nella stessa lettera, non tardi a condividere con la comunità parrocchiale le soluzioni piú idonee per trasformare gli spazi disponibili dell’area in siti aperti a tutti per una efficace attività di oratorio orientata anche a pratiche sportive, di bassa soglia, non legate a enti di spiccato intento agonistico. Gli oratori sono luoghi stimolanti di socializzazione e crescita educativa, a prescindere dal ceto sociale, appartenenza religiosa o disponibilità economica. Il disegno che verrà del rinnovamento dell’oratorio N.S. Lourdes non potrà che formularsi sulla base dei bisogni del territorio e non dell’incremento atteso magari nella frequentazione della parrocchia di fedeli afferenti da altre realtà ed esigenti ampi spazi di parcheggio auto. Don Antonello avrà modo di tutelare la sua parrocchia da eventuali appetiti di privati e di garantire la priorità nel futuro di quella dell’apertura concreta alle esigenze sociali ed educative del suo intorno. Del resto, come per il Macrico la cui progettualità non sembra ancora acquisire le prerogative di trasparenza e condivisione inderogabile sulla zero nuova edificabilità dell’area (nonostante quanto asserisce lo stesso parroco in un’altra vibrante lettera di risposta ad un articolo pubblicato dalla rivista Adista reperibile sul web), la riqualificazione di interi quartieri come quello di Acquaviva non risponderebbe a nessuna “rigenerazione urbana” solidale e liberatoria per la comunità locale se non pensata “con” prima che “per” quelle stesse comunità come declinato da spot consolatori dei proponenti, amministrazioni comunali o parrocchie che siano.
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