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'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

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sorrentino:

Gori, guasto nel sorrentino e Capri

Guasto alla condotta addutrice a servizio della penisola sorrentina e dell’isola di Capri. Ripristino del servizio previsto alle ore 12 di venerdì 21 giugno. Disposto il servizio idrico sostitutivo

CASTELLAMMARE DI STABIA | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Nella mattinata di giovedì 20 giugno, sulla Strada Statale 145, si è verificata la rottura della condotta adduttrice DN 600, posta in una posizione particolarmente impervia, che trasporta l’acqua verso la Penisola Sorrentina e  l’isola di Capri.

I tecnici di Gori hanno prontamente provveduto all’interruzione del flusso idrico, alla messa in sicurezza dell’area e all’avvio dei lavori di riparazione.

Per consentire questi interventi è stata interrotta la fornitura idrica in alcune località dei seguenti comuni: Vico Equense, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento, Massa Lubrense, Capri.

Disposto il servizio idrico sostitutivo con batterie di fontanine che saranno affiancate ad autobotti nell’arco della giornata.

Il ripristino della normale erogazione è previsto alle ore 12 di venerdì 21 giugno.

A seguire i dettagli delle zone interessate.

Vico Equense:

Località Bonea

Località Alberi

Località Arola

Località Moiano

Località Patierno

Località Massaquano

Località Sant’Andrea

Località Montechiaro

Località Camaldoli.

SERVIZIO IDRICO SOSTITUTIVO con BATTERIA DI FONTANINE:

Corso Filangieri altezza Stazione Circumvesuviana

Corso Caulino località Piazza di Seiano.

Piano di Sorrento:

Località GALATEA

Località COLLI SAN PIETRO

Località PLATANI

Località TRINITÀ

SERVIZIO IDRICO SOSTITUTIVO con BATTERIA DI FONTANINE:

Corso Italia incrocio Via San Sergio, nel comune di Sant’Agnello.

Sant’Agnello:

Intera località COLLI DI FONTANELLE

SERVIZIO IDRICO SOSTITUTIVO con BATTERIA DI FONTANINE:

Corso Italia, incrocio Via San Sergio.

Sorrento:

Località Picco Sant’Angelo

Località Campitiello

Località Casarlano

Località Cesarano

SERVIZIO IDRICO SOSTITUTIVO con BATTERIA DI FONTANINE:

Via degli Aranci;

Via Capo, incrocio via Nastro Verde.

Massa Lubrense:

INTERO TERRITORIO COMUNALE

SERVIZIO IDRICO SOSTITUTIVO con BATTERIA DI FONTANINE:

Via Nastro Azzurro.

Capri:

VIA AIANO DI SOPRA

VIA AIANO DI SOTTO

VIA PROVINCIALE ANACAPRI

VIA TORINA

Si segnala che alla riapertura del flusso idrico potrebbero verificarsitransitori fenomeni di torbidità dell’acqua, di breve durata, per i quali si consiglia di far scorrere per alcuni minuti l’acqua dai propri rubinetti.

L’articolo Gori, guasto nel sorrentino e Capri proviene da Lo Speakers Corner.

(Fonte: LoSpeakersCorner – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Speranza. Mons. Sorrentino: “Il mondo converta la sua immensa capacità comunicativa in una grande rete del bene”

È da poco iniziato un nuovo anno. Ogni volta l’Incarnazione di Gesù viene a riportare la speranza nel nostro mondo, che oggi più che mai è attraversato da guerre spietate, dal Medio Oriente all’Ucraina passando per i tanti conflitti dimenticati nel mondo, da violenza feroce, pensiamo ai tanti femminicidi che hanno insanguinato il nostro Paese nel 2023, da povertà estrema, da cambiamenti climatici che aggravano le condizioni dei più fragili. E, mentre continuiamo a sperare che il nuovo anno sia meno drammatico del 2023, già all’orizzonte si staglia un grande evento al cuore della Chiesa, che coinvolgerà fedeli di tutto il mondo: il Giubileo del 2025, che ha per motto “Peregrinantes in Spem”. Con l’arcivescovo-vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, riflettiamo sulla speranza, a partire da Assisi, culla di San Francesco e luogo di approdo del giovane beato Carlo Acutis.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Eccellenza, da Assisi che parola di speranza arriva

Una speranza vera e grande. Vera, perché è fondata sull’annuncio di Gesù, che Francesco scelse come unica gioia del suo cuore, diventando capace, per questo, di rinunciare a tutto. Dimostrò così che si può essere poveri, in condizione di fragilità, privi di umane risorse e garanzie, eppure felici. Gesù è davvero il Salvatore. Speranza grande, perché proprio la vicenda di Francesco mostra di quale “rivoluzione” sia capace una conversione, una conversione autentica e profonda: non cambia solo l’animo del convertito, ma coinvolge e travolge, creando un movimento spirituale di risurrezione anche nelle situazioni più tristi e umanamente disperate. Bisogna guardare in positivo.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

La Chiesa di Assisi ha due “testimonial” di eccezione: San Francesco e il beato Carlo Acutis. San Francesco è l’uomo della pace, dell’incontro, del dialogo e ad Assisi Giovanni Paolo II promosse l’incontro interreligioso per la pace il 27 ottobre 1986. La diocesi, infatti, continua a pregare ogni 27 del mese con una particolare intenzione per la pace. Quale strada oggi San Francesco ci indica per la pace e con la pace per ritrovare la speranza

La prima cosa è nel suo stesso saluto: “Il Signore vi dia la pace”. Non è solo un augurio , ma un’invocazione, una preghiera. La pace riparte dalla preghiera. Fu anche questa l’intuizione di San Giovanni Paolo II quando convocò ad Assisi i leader religiosi del mondo. Naturalmente, una preghiera che sia autentica e che, pertanto, coinvolga la vita, nell’ascolto e nella pratica della Parola di Dio. Abbiamo bisogno che la grazia intenerisca e illumini i cuori di quanti hanno responsabilità decisionali. Occorre una cultura della pace. Scelte economiche coraggiose di fronte alla scandalosa spesa per le armi. Occorre sconfiggere la cultura delle egemonie politiche e trovare la forza di riconciliazioni difficili. Ognuno deve impegnarsi a suo livello. Ma chi, se non Dio, può dare la forza di tutto questo?

San Francesco con il suo Cantico delle Creature ci invita anche a lodare Dio per il dono del Creato, ma l’uomo purtroppo ha devastato sempre più l’ambiente che lo circonda e la risposta della natura non tarda ad arrivare. A Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre si è tenuta la Cop28. Sull’esempio del Poverello, come riprendere un cammino di speranza per un futuro migliore?

Passo dopo passo, questi raduni internazionali portano a un progresso di sensibilizzazione, anche se i risultati sono sempre inferiori alle attese. Mi pare che anche il grande slancio di qualche anno fa della mobilitazione giovanile si sia alquanto affievolito. Ma non ci si può arrendere, anche perché non ci sono scelte alternative. Quello che la scienza documenta e i fatti estremi di cui siamo sempre più spesso testimoni e vittime dovrebbero essere più convincenti per tutti.

(Foto Siciliani – Gennari/SIR)

L’altro grande testimonial è Carlo Acutis, un giovanissimo che parla ai giovani. Nell’udienza alla Fisc dello scorso 23 novembre, il Papa ancora una volta ha portato l’esempio del giovanissimo beato che “ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza”, riprendendo le parole della “Christus vivit”. Come la speranza passa attraverso la testimonianza di Carlo Acutis e parla ai giovani di oggi?

È incredibile il “lavoro” che questo quindicenne sta facendo dal paradiso. Nel giro di pochi anni, qui ad Assisi abbiamo avuto un incremento massiccio di visite proprio per lui, tanti ci chiedono reliquie e missioni nelle più svariate parti del mondo. Quello che mi sembra più importante è che eserciti una particolare influenza sui giovani.

In poche battute, quasi tweet, spiega il Vangelo.

Invita i suoi coetanei ad essere originali, non fotocopie, e a farlo con Gesù. Sono testimone di quanto i giovani si sentano attratti da lui.

Foto Siciliani-Gennari/SIR

Nel 2025 si celebra il Giubileo e il suo motto è “Peregrinantes in Spem”: le storie anche di vita di San Francesco e di Carlo Acutis come ci insegnano a essere pellegrini di speranza, malgrado le difficoltà, le sofferenze, le malattie?

Tutte e due le personalità sono figure in movimento. Francesco sottrasse la vita consacrata alla sua figura stanziale e ne fece una figura dinamica. Carlo è il beato della tecnologia informatica. Nel nostro santuario della Spogliazione, all’interno del vescovado, dove ora c’è il Museo della memoria apriremo il Museo della speranza, con gli ambienti che ci mostreranno le prospettive che nascono dalla spogliazione e che vanno dalla custodia dell’ambiente al rinnovamento dell’economia, fino a una cultura di pace. L’ultimo ambiente, che può dirsi anche il culmine, si chiamerà “L’internet dell’Eucaristia”: un nome per dire il programma di un mondo che deve convertire la sua immensa capacità comunicativa in una grande rete del bene. Tutto ci porterebbe a disperare. Ma

la speranza cristiana torna sempre ad albeggiare. Il Giubileo ci aiuterà.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Vietri sul Mare. ‘Quello che le Donne …dicono!, mercoledì con i libri di Maria Tedeschi e Marinella Sorrentino

Alla rassegna culturale di Vietri sul Mare il 20 dicembre Maria Tedeschi e Marinella Sorrentino: due libri per parlare di Napoli tra realtà e fantasia, superstizioni e partiarcato, riscatti e leggende.

Mercoledi 20 dicembre, nella Sala del Consiglio del Palazzo di Città di Vietri sul Mare, con inizio alle 18.30, terzo  appuntamento con  la rassegna “Quello che le donne… Dicono!”, organizzata dal Comune di Vietri sul Mare, nell’ambito delle manifestazioni culturali “Vietri Cultura”, per la direzione artistica di Luigi Avallone e incentrata sulle produzioni letterarie e creative al femminile, con il patrocinio dell’Associazione Giornalisti Cava de’ Tirreni e Costa d’Amalfi “Lucio Barone” e della Proloco di Vietri sul mare.

Saranno due scrittrici, vincitrici tra l’altro di numerosi premi letterari e presenti nelle più importanti fiere del libro, in Italia e non solo, a presentare i loro lavori letterari. Maria Tedeschi, con “Il donatore di sangue”, edito dalla Di Carlo edizioni e Marinella Sorrentino con“Clementina. Una donna del  Novecento a Napoli “ della Mediterranea produzioni.

Marinella Sorrentino con il suo libro di esordio: il romanzo “Clementina. Una donna del  Novecento a Napoli“ narra di una donna, sua nonna Clementina, attraverso  le cui vicende viene offerta anche una visione dell’epoca difficile in cui ha vissuto.

Ambientata a Napoli, si colloca nel periodo storico del trentennio che va dal 1930 al 1960 e che si intreccia con le vicende della guerra che l’hanno segnato, offrendo una visione difficile della vita e della società del tempo in cui è   vissuta la protagonista  con tutte le sue esperienze, le passioni, i timori e le asprezze della vita quotidiana.

Un compendio di temi forti, dove questa donna audace e intraprendente affronta le difficoltà di una quotidianità non facile.

Clementina  si trova ad agire in una città martoriata dai bombardamenti  dal terrore e le atrocità della  guerra.

Un libro pieno di storia e una galleria di personaggi e di fatti in cui si ritrovano amori, rabbia, dubbi, scoperte  in una società che fatica a comprendere le dinamiche naturali della vita, una su tutte le difficoltà vissute in quel tempo dalle famiglie di fatto e dei loro minori.

Ad introdurre il libro il critico cinematografico Francesco della Calce, mentre le lettura saranno affidate all’attore Rosario Volpe, mentre a dialogare con la scrittrice ci sarà la docente Concetta Lambiase.

Maria Tedeschi con la sua ultima fatica letteraria “Il donatore di sangue”, edito dalla Di Carlo edizioni, racconta la storia dell’emofobico Mirko Balsa. Il suo odio per il sangue risale all’infanzia.

Ha da tempo bandito il colore rosso dalla sua vita, rifiutandolo in ogni sua forma e manifestazione.

A causa di una sospetta riduzione dei globuli rossi e di un’eccessiva fotosensibilità sarà obbligato, suo malgrado, a dover effettuare un prelievo di sangue nel laboratorio sotto casa che è anche un importante centro trasfusionale.

Per uno scambio di referti, Mirko si illuderà per un po’ di essere sano, ma in seguito, scoprirà di appartenere al rarissimo gruppo sanguigno e di essere affetto dal morbo di Günther: «Un nemico sconosciuto e subdolo – dice la Tedeschi – che lo sta distruggendo e che gli impedisce di vivere alla luce del sole.

Assistito dalla avvenente dottoressa Cinzia, inizierà il suo calvario fatto di trasfusioni in attesa di sperimentare il nuovo farmaco di un ricercatore francese».

La storia poi procede con vari colpi di scena. Mirko infatti scoprirà alcuni aspetti legati al passato che non avrebbe mai immaginato: strane coincidenze che gli faranno presagire la possibile parentela con Vlad Tepes III, passato alla storia come il conte “Dracula”.

Per questo, Mirko dovrà imparare a convivere con la sua pesante eredità, con la malattia e soprattutto con quello che lui definisce il suo più “grande nemico” che è anche la sua unica medicina.

Ad introdurre il libro sarà Giuseppe Reale docente universitario e direttore del Complesso Monumentale di S. Maria La Nova, le letture saranno affidate all’attore Gabriele Saurio, mentre a dialogare con la scrittrice ci sarà la giornalista Angela Vitaliano.
Ad accompagnare la presentazione dei libri, una performance canora del soprano Mariangela Iozzino.
La manifestazione è presentata dal giornalista Antonio Di Giovanni ed aderisce al progetto “Posto Occupato“, campagna di sensibilizzazione sociale, virale e gratuita contro la violenza sulle donne, nata nel 2013 da Maria Andaloro, che ha ideato e messo in piedi questa campagna che ha fatto il giro d’Italia ed ha anche oltrepassato le Alpi, e rappresentata in questo evento da Concetta Lambiase.
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Economia della fraternità. Mons. Sorrentino: “Sarebbe bello sostenere progetti che arrivano da Terra Santa e Ucraina”

“Promuovere un rinnovamento dell’economia all’insegna dell’universale fraternità di tutti gli esseri umani a partire dalla condizione e dagli interessi dei più umili e disagiati, nella prospettiva evangelica dell’unica paternità di Dio e del suo disegno di amore per tutti i suoi figli”: è questo l’obiettivo del Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis, come previsto nello Statuto e nel Regolamento. L’edizione del premio per il 2024 è stata presentata, martedì 5 dicembre, alla Filmoteca vaticana, alla presenza dell’arcivescovo-vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, il card. Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento, suor Alessandra Smerilli, segretario del Dicastero per lo Servizio dello sviluppo umano integrale, padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali della diocesi di Roma e membro della Commissione valutativa del Premio, mons. Anthony Figueiredo, coordinatore del Premio, e suor Roberta Arcaro, responsabile del Segretariato delle missioni delle Suore Francescane Angeline, vincitrici dell’edizione 2023.

(Foto: diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino)

“Questo Premio è un riconoscimento concreto alla fraternità vissuta in maniera intelligente ed efficace anche sul piano economico.

È un sostegno che va ad aiutare realtà imprenditoriali minori che hanno bisogno di una spinta di avvio ma che sono un esempio di quella nuova economia, solidale, umana, circolare e fraterna di cui c’è tanto bisogno, specialmente nelle regioni più povere del mondo”, ha spiegato mons. Domenico Sorrentino, in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2024 del “Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternita”. “Da Assisi – ha aggiunto il presule – diamo concretezza al messaggio di San Francesco e del beato Carlo Acutis, in linea con l’iniziativa del Santo Padre che, con The Economy of Francesco, ha invitato giovani economisti, changemakers e imprenditori a rifondare l’economia, dandole un’anima. Grazie alla generosità di imprenditori lungimiranti, attenti alle persone più che al profitto, con questo premio già negli anni scorsi abbiamo permesso a realtà svantaggiate economicamente ma ricche del capitale della fraternità di essere un modello di speranza e di cambiamento”. Anche quest’anno, ha osservato mons. Sorrentino, “ci aspettiamo candidature da tanti luoghi del mondo.

Sarebbe bello riceverne dai luoghi di guerra dell’Ucraina e della Terra Santa dove c’è davvero bisogno di ricostruire legami fraterni e umani”.

(Foto: diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino)

“Come Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale – ha affermato suor Alessandra Smerilli – siamo felici che la diocesi di Assisi-Nocera-Gualdo abbia promosso questa iniziativa. Noi lavoriamo a servizio del Papa e di tutte le Chiese del mondo perché sia vera la parola di Gesù ‘Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza’. Il nostro lavoro è di fare in modo che si rimuovano gli ostacoli allo sviluppo: e le attività imprenditoriali possono essere una via di sviluppo e di pace e l’impresa può diventare promotrice di fraternità e di pace. Non dobbiamo dimenticare che la diocesi è diventata la culla di Economy of Francesco, da cui è nato un momento di tantissimi giovani da tutte le parti del mondo e di tutte le età che stanno dando la vita per la fraternità e la pace”.

“Sono convinto – ha sostenuto padre Giulio Albanese – che questo Premio sia stato concepito dopo un lungo discernimento.

Mai come oggi le diseguaglianze gridano vendetta al cospetto di Dio e mai come oggi è importante affermare un messaggio all’insegna della comunione e della fraternità, come Papa Francesco ha dimostrato nel suo illuminato magistero.

Se uno legge lo Statuto del Premio, vedrà che è una straordinaria lezione di dottrina sociale: leggendo gli orientamenti si riescono a cogliere le coordinate per innescare il cambiamento. Indipendentemente dal denaro a disposizione non possiamo cambiare il mondo ma ritengo che, così come è stato concepito, questo Premio sia il lievito che fa fermentare la massa”.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Mons. Anthony  Figueiredo ha ricordato i premiati delle edizioni precedenti sottolineando che “questo premio vuole dare voce alle piaghe dei fratelli scartati e spogliarci dalla mentalità odierna, passando da un’economia del profitto a un’economia della fraternità. L’anno scorso le domande sono arrivate da quattro continenti, 23 nazioni, 18 dall’Africa. La generatività è uno dei criteri per le domande: i vincitori del premio devono essere protagonisti del loro riscatto per sviluppare i loro territori e le loro comunità, ma anche per custodire la casa comune”.

“Grazie – le parole di suor Roberta Arcaro – perché il premio non è servito a costruire un panificio, ma a cambiare mentalità. I nostri sono ragazzi che vivono in un ambiente di totale povertà ma che ora sono formati alla gestione di quello che verrà prodotto. Noi stiamo cercando di lavorare come se dovessimo andare via il giorno dopo lasciando l’opera in mano ai ragazzi. La formazione ci impegna, non solo per imparare il mestiere ma anche per formare l’uomo e la donna”.

“Complimenti al vescovo Sorrentino – il saluto finale del card. Francesco Montenegro – per questo coraggio di mostrarci San Francesco non solo come un uomo umile e mite ma forte e con i muscoli, che sa fare e andare lontano. E grazie perché la restituzione non è soltanto un gesto di carità, ma un atto di giustizia. Vedendo i bambini vincitori della scorsa edizione pensavo ai morti di Lampedusa: i morti nel mare, nel deserto, in Albania, sono persone che graffiano l’anima. E mi auguro che questa restituzione non avvenga solo perché Francesco e Carlo sono diventati due capisaldi. Mi auguro che facciano riflettere la Chiesa sul cambiare stile, per poter vivere l’economia diversamente”.

(Foto: diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino)

Il bando dell’edizione 2024 del Premio è pubblicato e sostenuto dalla Fondazione diocesana di religione-Santuario della Spogliazione, istituita dalla diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, ed è online sul sito www.francescoassisicarloacutisaward.com. Le domande di partecipazione devono essere presentate entro il 31 gennaio 2024. Il progetto vincitore del Premio riceverà una corresponsione in denaro al massimo di 50mila euro, frutto della sensibilità di un comitato di sostenitori. Al vincitore sarà inoltre consegnato un foulard con l’immagine della spogliazione, in ricordo del gesto con cui l’allora vescovo di Assisi, Guido, coprì il giovane Francesco Bernardone nel momento della sua spogliazione, e un’icona con il logo del Premio, portando i volti di San Francesco e del Beato Carlo Acutis.

Il Premio, nella sua edizione inaugurale del 15 maggio 2021 è stato assegnato, a titolo emblematico e fuori concorso, all’Istituto Serafico di Assisi, in occasione del 150° anniversario della sua fondazione. Nel 2022 il riconoscimento da 50mila euro è stato assegnato al progetto Ecobriqs Charcoal Briquettes, realizzato da un gruppo di 15 persone con disabilità della diocesi di Pasig, nelle Filippine (Manila metropolitana), che usando rifiuti, scarti e ninfee infestanti producono – tramite una tecnologia rivoluzionaria – i bricchetti di carbone. I promotori avevano anche deciso di sostenere Farm of Francesco, progetto frutto di Agriculture & Justice Village, uno dei villaggi di Economy of Francesco, con 15mila euro. Infine, nel 2023, il premio da 50mila euro è stato assegnato alla “Casa del Pane”, un laboratorio per la panificazione e la vendita di prodotti da forno, in Ciad, che sarà gestito da ragazzi e ragazze disoccupati, orfani o in difficoltà, con il sostegno delle suore francescane angeline.

Il Premio internazionale “Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per una economia di fraternità” è stato istituito dal vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, arcivescovo Domenico Sorrentino, il 10 ottobre 2020, giorno della beatificazione di Carlo Acutis. Ed è nato per promuovere un rinnovamento dell’economia all’insegna della fraternità a cominciare dalla condizione e dagli interessi dei più umili e disagiati. L’obiettivo del premio è fornire un aiuto concreto ad avviare processi economici che nascono dal basso nel rispetto della persona, in un clima di fraternità e che siano d’esempio per la diffusione di un’economia fraterna, umana e solidale. Possono partecipare al premio persone, enti, associazioni e società, di qualunque parte del mondo, e specialmente nelle regioni più povere, in partenariato. Il premio, dunque, mira a incoraggiare progetti economici fraterni “dal basso”, a cominciare “dalle difficili condizioni in cui versano i nostri fratelli e sorelle più piccoli e sofferenti e ad ispirare in modo generativo le persone con scarse possibilità economiche, in particolare i giovani al di sotto dei 35 anni e nelle regioni più povere del mondo, a riunirsi (‘Fratelli tutti’) e presentare, come cambiamento- makers, un progetto specifico e valido, sottoposto all’attento esame e giudizio di una Commissione di valutazione, per beneficiare e soddisfare i bisogni concreti dei più disagiati e bisognosi in mezzo a loro”.

Come ha espresso continuamente Papa Francesco nel suo pontificato, San Francesco d’Assisi è ispirazione per un nuovo rapporto con le nostre sorelle e fratelli poveri ed emarginati: “San Francesco ci offre un ideale e, in un certo senso, un programma. Per me, che ho preso il suo nome, è una costante fonte di ispirazione” (Lettera per l’evento “Economia di Francesco”, 1° maggio 2019). Per questo “crediamo che da Assisi, le parole di Gesù dal Crocifisso di San Damiano debbano risuonare oggi in un mondo colpito dalla pandemia: ‘Va’, Francesco, ripara la mia casa che, come vedi, sta cadendo in rovina’. Spogliandosi delle vesti e dei beni materiali davanti al padre, Pietro Bernardone, e all’allora vescovo di Assisi, Guido, il giovane Francesco avviò, attraverso il segno concreto della sua nudità, un’economia diversa da quella del padre terreno: la fiducia sulla provvidenza come strumento generativo per il bene di tutti e, soprattutto, dei più poveri e abbandonati. Così Francesco potrebbe esclamare: ‘D’ora in poi dirò: Padre nostro che sei nei cieli’ e non più ‘Padre Pietro Bernardone’”.

Ispirato da san Francesco, il beato Carlo Acutis, sepolto ad Assisi nel Santuario della Spogliazione, è egli stesso un esempio di “economia della fraternità”, soprattutto per i giovani.

La sua spiritualità profondamente eucaristica si è manifestata nel suo amore per i poveri, caratterizzato non solo dall’elemosina, ma dalla vicinanza e dall’amicizia con i bisognosi, cosa che Papa Francesco ha spesso incoraggiato nei nostri rapporti con i poveri. “Ciò che solo ci renderà veramente belli agli occhi di Dio», ci dice Carlo, «è il modo in cui amiamo Dio e il nostro prossimo”. In un mondo scosso dalla pandemia e dalla guerra e confrontato a tante altre sfide, il Premio internazionale “Francesco d’Assisi e Carlo Acutis, per un’economia di fraternità” vuole essere “ispirazione di santità, bellezza e bontà attraverso nuovi modelli di economia, necessario per questi tempi”.

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Bellona – Blitz delle Forze dell’Ordine in via Alberto Sorrentino

È di pochi minuti la notizia che le Forze dell’Ordine hanno effettuato un blitz in via Alberto Sorrentino in cerca di droga. Stando alle voci di corridoio pare che sono stati fermati tre giovani bellonesi già conosciuti alle Forze dell’Ordine. Il blitz è scattato nello spazio che intercorre tra il trivio con via Giordano Bruni e l’incrocio con via Angelo Della Cioppa. Al momento i fermati sono nella Stazione dei Carabinieri di Vitulazio per gli accertamenti del caso e si aspetta la disposizione del Giudice di turno. Segue aggiornamento

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Napoli. ’12 Repliche’: colonna sonora del Mastro Sorrentino per l’Opera Prima del regista Gianfranco Gallo

Molto positivo il riscontro che sta riscuotendo il film dell’attore e regista napoletano Gianfranco Gallo “12 Repliche”.

La colonna sonora del film è a cura delle Maestro Vincenzo Sorrentino, stimato e apprezzato pianista e direttore d’orchestra, altrettanto conosciuto per le sue colonne sonore realizzate sia per la Rai che per Mediaset.

Incontro casuale quello con il regista Gallo e il brano di Sorrentino 12 Repliche, diventa un film.

“12 Repliche”: il maestro Vincenzo Sorrentino firma la colonna sonora dell’opera prima di Gianfranco Gallo: “14 film in sette anni, la musica di Sorrentino conquista anche 12 repliche”.

Proiettato pochi giorni fa durante la 24ª edizione di Napoli Film Festival, già disponibile su Amazon Prime e il successo è già scritto.

“12 Repliche” il primo film del regista Gianfranco Gallo con la colonna sonora a firma del conosciuto e apprezzato Maestro Vincenzo Sorrentino.

È cominciato tutto durante la pandemia. Non conoscevo Gianfranco Gallo – racconta Sorrentino – mi fu presentato dalla produzione. Ricordo ancora che avevo composto il brano ’12 Repliche’ ed ero pronto per l’uscita discografica.

Quando poi nel mio studio venne Gallo ed ascoltò il brano rimase entusiasta e senza alcuna esitazione disse ‘questa sarà la colonna sonora del film‘.

Da lì poi, ho realizzato tutto il commento musicale e le varie orchestrazioni e arrangiamenti dei brani in primo piano.

È stata una bella esperienza – continua Vincenzo Sorrentino – e soprattutto una grande soddisfazione perché è stata l’opera prima di Gianfranco Gallo. Inoltre, lui mi chiese di fare una band per una scena del film, e così ho chiamato gli stessi amici, i maestri, con cui abbiamo lavorato insieme ne ‘L’amica geniale’ su Rai 1”.

Rumori, musica, sorrisi, applausi, sussurri, silenzi; l’insieme di tutti i suoni presenti nelle scene del film ’12 Repliche’ hanno il potere non di influenzare il racconto, bensì di sovvertire e rivoluzionare il messaggio di ciò che si vede.

Nulla è mai scontato, e le note che si ascoltano non sono solo in grado di rafforzare ciò che è dietro l’immagine stessa, ma regalano allo spettatore strumenti di comprensione espressiva, profondità interpretativa, e non anticipano la scena o accompagnano chi le guarda.

Sono parte di essa, un tutt’uno che armonicamente si fonde e diventa ‘ipnotico’. Non è una ricetta con le giuste dosi al suo interno, ma è il risultato straordinario della capacità del regista di potenziare la sensibilità dei ruoli degli attori e l’orecchio assoluto di Vincenzo Sorrentino che, con la sua musica, dona allo spettatore un viaggio emozionale fatto di rimica incalzante, dolci pause, e commistioni stilistiche.

’12 repliche’ un film intimo, poetico, la cui storia è ambientata nel 2016 e si centra sul personaggio principale: Andrea Michelini (Gianfranco Gallo), chiamato Gigi con pronuncia francese, artista che sta per debuttare con le ultime “12 repliche”, (per l’occasione col nome di Butterfly), di uno spettacolo di successo intitolato “Banana Blu”. Amicizia, sentimento, affetto all’interno di un gruppo gay che, oltre alla recitazione, attualizzano e richiamano la pièce ai giorni nostri, e in tutti prevale un profondo bisogno di solidarietà e amore.

Una commedia ambientata negli anni’ 70 in cui c’era poca tolleranza verso il movimento LGBT, muro del pregiudizio ancora oggi radicato.

L’omosessualità espressa nel film anche nel rapporto di Gigì con il suo compagno Antoine (Gianni Parisi), è vissuta e raccontata con profonda umanità.

Una ‘diversità’ che viene sottolineata con grande delicatezza e corroborata da un’intensa recitazione, dando vita ad un film equilibrato che mette in discussione il concetto di libertà personale e il peso delle gabbie che erigiamo nella nostra mente.

Un passaggio forte è quello dei rimpianti, i bilanci, quando si costruisce un corpo-corazza, si indossa la maschera, il trucco, lustrini e vestiti dai colori sgargianti, ma poi il cuore piange la fine e si respira imminente il mistero ineffabile della morte.

Inaspettata e improvvisa arriva la malattia e il percorso della vita si arresta bruscamente e si chiude il sipario.

Un film che ha colpito favorevolmente la critica perché unisce commedia, fantasia, realtà e consegna al pubblico un tono narrativo garbato e poetico.

In 12 Repliche è proprio la colonna sonora del Maestro Sorrentino che fa la differenza, perché la sua creatività e il suo talento, si sono bilanciati magistralmente con la richiesta e il leitmotiv del regista Gianfranco Gallo. Una sfida ben riuscita!

(Sabrina Ciani – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Shrines. Bishop Sorrentino: “Veritable outposts for Evangelisation”

The society we live in is becoming increasingly secularised, yet the thirst for God and for meaning remains strong. Many people seeking to quench that thirst draw strength and find a response to that yearning also in the pilgrimages to holy shrines, where they find an atmosphere for reflection and strong spirituality. Italy is rich in shrines, from the north to the south of the country. Msgr. Domenico Sorrentino, bishop of the dioceses of Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino and Foligno, has been appointed ‘ad quinquennium’ ecclesiastical assistant of the National Shrines Coordination (“Collegamento nazionale santuari”). SIR asked him whether it is possible to promote the pastoral care of shrines in such a way as to make them driving forces of permanent evangelisation.

Your Excellency, what is the role of the Coordination?

It is expressed in the very word: to bring together, to connect. There are many shrines in Italy, very different from one another.

Believers visit them driven by a need for spirituality, which is frequently very deep and enlightened, and sometimes by a ‘simple’ faith. There are also many visitors driven by cultural or artistic interests, or mere curiosity.

Unlike parishes, pilgrims visit the shrines on an occasional basis, although they often make repeated visits. The Coordination brings together the Rectors and operators of the shrines who share their experiences, hold formation sessions together, and organise shared events.

At a time of strong secularisation yet also of great yearning for meaning, to what extent can the shrines contribute towards rediscovering the faith?

If pastoral ministry is properly carried out in the shrines, the latter can become veritable outposts for evangelisation.

With respect to other churches, they possess what can be described as a ‘charismatic’ identity. These are sites permeated by a special spiritual dimension. When they are attached to special titles of God and the Virgin Mary, their appeal stems not only from the contemplated mystery, but also from being testimonies of the many pilgrims who poured their prayers and often their tears into these places over time. in those shrines that are associated with Saints and the Blessed, believers find the Gospel mirrored in their lives.

The shrines offer an intense experience of God, as well as a powerful experience of our humanity. The pilgrim normally spend a short time there, but even that short amount of time can have a strong spiritual impact. It is a great responsibility for those ministering there.

We have many shrines in Italy, you served as priest in Pompei, home to an important Marian shrine. Are the shrines in Italy mostly Marian shrines?

There are certainly many Marian shrines. People visit a Marian shrine as they would visit the Blessed Mother’s house. In this respect, my experience of Pompeii proved especially inspiring. The gaze of the pilgrims discloses a true, heartfelt, trusting dialogue with Mary. By entrusting themselves to Mary, the believers feel that they are not lost. And Mary leads to Jesus, indicates Him, entrusts Him to us. He is the Saviour.

One of the responsibilities of those who devote themselves to Marian shrines is to ensure that Marian devotion becomes increasingly ‘Christ-centred’.

You are serving as bishop in Assisi, home to another important shrine, the Shrine of Renunciation, dedicated to Saint Francis, and to Blessed Carlo Acutis, both of whom continue to have a strong impact on the hearts of our contemporaries, young and old. What is the experience in Assisi with this Shrine?

The Shrine of Renunciation traces its roots back in history, but as a shrine, it is a new tile in the Assisi shrine mosaic. It registered an astonishing number of visitors in just a few years, especially considering that many of them are children and young people.

Francesco and Carlo are an incredible ‘team’.

The image of the “Poor Man of Assisi”, who stripped himself of all material possessions to embrace Christ and the poor, and the image of the Blessed, in his youthful, smiling holiness, utterly representative of our present times, yet so sound and profoundly Eucharistic, provide an intimately inspiring direction for life. The two images are depicted together at the entrance to the Shrine, with their hands indicating Jesus. In different ways, Francis and Carlo convey the same message.

Your decree of appointment contains the “firm hope” that you may contribute to the development of the pastoral care of shrines in Italy. Could they become driving forces for permanent evangelisation?

I accepted this appointment with gratitude, knowing that I have a lot to learn, notably by becoming acquainted with and networking with all those involved in this area of pastoral ministry. The shrines offer reception services, catechesis, celebrations – especially of the Eucharist – confession, various devotional practices, especially the Rosary, with handouts, exhibits, guides, ‘ex-voto’, all of which are potential vehicles for evangelisation.

Through their service, the shrines can greatly contribute to evangelisation. They most definitely support parishes’ ordinary pastoral ministry, which they do not replace and which stand as their points of reference.

A number of forthcoming events, such as the Jubilee of the year 2025 or the Franciscan Centenary, along with other significant anniversaries of individual shrines, may offer new opportunities. The pastoral care of the shrines comprises many things, but I hope that the overriding commitment for all is putting the Gospel back into people’s hands and hearts. That should be our starting point.

Is the fact that the faithful approach the sacrament of reconciliation more easily in the shrines a major strength?

It is certainly one of the strengths of many shrines, especially if the sacrament of reconciliation is properly celebrated and organised.

It provides the most favourable environment to pour one’s sins into the arms of divine Mercy and start a new life, a place where it is possible to experience a ‘conversion’. I have seen this many times both in Pompeii and in Assisi.

We also realise, however, that the sacrament of reconciliation is experiencing a deep crisis. It must be relaunched.

How can the pilgrimages to these sites steeped in faith and spirituality be encouraged further?

Shrines exert an appeal of their own and do not need to grow by way of ‘propaganda’.

Their strength lies in ‘gratia loci’: in other words, it flows from on high.

However, greater awareness and information can clearly help. In this regard, the Coordination can promote the dissemination of useful experiences and ideas. What always makes the difference is the information passed on from person to person, by those who had a personal experience of the shrine, when they find not only the specific grace but also a quality service.

Could initiatives like the Night of the Shrines contribute to this?

I believe so. But it is an ‘extraordinary’ initiative, which is useful inasmuch as ordinary activities are carried out in the best possible way.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Santuari. Mons. Sorrentino: “Autentici avamposti di evangelizzazione”

Viviamo in una società sempre più secolarizzata, eppure la sete di Dio e di un senso ai nostri giorni non svanisce, anzi. Molti in ricerca traggono forza e risposte anche grazie a pellegrinaggi in santuari dove si respira un clima di raccoglimento e forte spiritualità. L’Italia è ricca di santuari, da Nord a Sud. Quest’anno il vescovo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, è stato nominato, ad quinquennium, assistente ecclesiastico del Collegamento nazionale santuari. A lui chiediamo come si può sviluppare una pastorale dei santuari in modo che diventino centri propulsori di evangelizzazione permanente.

(Foto: diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino)

Eccellenza, il Collegamento che ruolo svolge?

La parola lo dice: collegare. I santuari italiani sono tanti e delle più diverse tipologie. I fedeli vi giungono con un’esigenza di spiritualità, spesso profonda e illuminata, altre volte con la fede dei “semplici”. Non mancano, infine, i visitatori che vi arrivano con esigenze culturali, artistiche, o semplicemente di curiosità. A differenza delle parrocchie, i pellegrini dei santuari sono saltuari, anche se spesso, con una certa periodicità, ripetono le loro visite. Il Collegamento aiuta i rettori e gli operatori dei santuari a mettere insieme le loro esperienze, ad avere momenti formativi comuni, ad organizzare eventi condivisi.

In un tempo di forte secolarizzazione, ma anche di grande sete di senso, quanto i santuari possono aiutare a ritrovare la fede?

Se il ministero pastorale nei santuari è svolto bene, i santuari possono essere autentici avamposti di evangelizzazione.

Essi hanno, rispetto alle altre chiese, una sorta di identità “carismatica”. Vi si percepisce una speciale presenza soprannaturale. Quando sono legati a titoli speciali di Dio e della Vergine, hanno l’attrazione che deriva, oltre che dal mistero contemplato, anche dal loro essere memoria dei tanti pellegrini che nel tempo hanno riversato in quei luoghi le loro preghiere e spesso le loro lacrime. Se sono legati a santi e beati, i fedeli vi trovano il Vangelo riflesso nella vita. Quello dei santuari è un clima di intensiva esperienza di Dio ma anche di profonda esperienza della nostra umanità. Il tempo che vi si spende è in genere breve, ma può essere di grande impatto spirituale. Una grande responsabilità per chi vi rende il suo servizio.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

In Italia ci sono molti santuari, lei è stato pastore a Pompei, dove c’è un importante santuario mariano. Nel nostro Paese i santuari sono prevalentemente di ispirazione mariana

I santuari mariani sono certamente molti. Si va a un santuario mariano come si va alla casa della Madre. La mia esperienza di Pompei è stata in questo particolarmente istruttiva. Lo sguardo dei pellegrini rivela un dialogo vero, sentito, fiducioso, con Maria. Si sente che, affidandosi a Maria, non si va perduti. E Maria porta a Gesù, lo addita, lo consegna. È Lui il Salvatore.

Una delle responsabilità di quanti si dedicano ai santuari mariani è quella di fare in modo che la devozione mariana diventi sempre più “cristocentrica”.

Lei ora è vescovo ad Assisi, dove c’è un altro importante santuario, quello della Spogliazione, dove sono accostati un santo, Francesco, e un beato, Carlo Acutis, che possono parlare ancora molto ai cuori dei nostri contemporanei, giovani e meno giovani. Che esperienza si sta vivendo ad Assisi con questo santuario?

Il santuario della Spogliazione affonda le radici nella storia, ma, come santuario, è un nuovo tassello nel mosaico santuariale assisano. Ha registrato in pochi anni una adesione che stupisce, soprattutto considerando che moltissimi sono i ragazzi e i giovani che vi giungono.

Francesco e Carlo sono un “team” incredibile.

L’immagine del Poverello, che si spoglia di tutti i suoi beni per essere di Cristo e dei poveri, e l’immagine del beato, nella sua santità giovanile, sorridente, tutta del nostro tempo, ma insieme così solida e profondamente eucaristica, danno insieme una indicazione di vita che coinvolge profondamente. All’ingresso del santuario le due immagini sono rappresentate insieme, con le mani che additano Gesù. In modi diversi, Francesco e Carlo veicolano lo stesso messaggio.

foto SIR/Marco Calvarese

Nel suo decreto di nomina c’è la “ferma speranza” che lei possa contribuire allo sviluppo della pastorale dei santuari in Italia. Come renderli centri propulsori dell’evangelizzazione permanente?

Ho accolto con gratitudine questo incarico, sapendo di avere tanto da apprendere, proprio attraverso la conoscenza e il collegamento di quanti sono impegnati in questo ambito pastorale. Nei santuari si trova un servizio di accoglienza, di catechesi, di celebrazioni specialmente eucaristiche, di confessioni, di svariate pratiche di pietà, in particolare il Rosario, con sussidi, esposizioni, guide, “ex voto”, che sono possibili strumenti di evangelizzazione.

Con il loro servizio , i santuari possono essere di grande aiuto all’evangelizzazione. Sono certamente di sostegno alla pastorale ordinaria delle parrocchie, alla quale essi non si sostituiscono e alla quale devono rinviare.

Alcune circostanze prossime, come il Giubileo del 2025 o il centenario francescano ed altre date significative dei singoli santuari, potranno offrire nuove opportunità. La pastorale dei santuari è fatta di tante cose, ma io mi auguro che per tutti l’impegno prioritario sia rimettere tra le mani e nel cuore delle persone il Vangelo. Bisogna cominciare da qui.

Nei santuari un elemento molto forte è rappresentato dal fatto che i fedeli si riavvicinano più facilmente al sacramento della riconciliazione?

Certamente è uno dei punti di forza di tanti santuari, soprattutto se il sacramento della riconciliazione è ben celebrato e organizzato. Un ambiente, in cui si è aiutati a “convertirsi”, è anche l’ambiente più favorevole per riversare i propri peccati tra le braccia della divina Misericordia e cominciare una vita nuova. L’ho sperimentato tante volte sia a Pompei sia ad Assisi. Ma sappiamo anche che il sacramento della riconciliazione attraversa una crisi storica. Va rilanciato.

Come incoraggiare ancora di più i pellegrinaggi in questi luoghi carichi di fede e spiritualità?

I santuari esercitano da se stessi un’attrazione e non hanno bisogno di crescere per via di “propaganda”.

La loro forza è nella “gratia loci”: come dire, viene dall’alto.

È chiaro, tuttavia, che una maggiore conoscenza e informazione può aiutare. Il Collegamento può offrire in questo una circolazione di idee ed esperienze utili. La differenza poi la fa sempre l’informazione data da persona a persona, da chi ha fatto esperienza, quando nei santuari si trova non solo la loro grazia specifica, ma anche un servizio di qualità.

Possono aiutare iniziative come la Notte dei santuari?

Credo proprio di sì. Ma è iniziativa “straordinaria”, utile nella misura in cui l’ordinario si svolge nel migliore dei modi.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)