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Kokono: la culla che salva i neonati in Uganda

Una culla innovativa, progettata e brevettata in Italia da De-Lab – società benefit specializzata in consulenza nel settore della cooperazione allo sviluppo e dell’economia di scopo, con base a Milano – e realizzata e distribuita localmente in Uganda, in grado di proteggere i neonati dalla malaria e da altre potenziali cause di morte, costruita in plastica biodegradabile e multifunzione: è Kokono, progetto di imprenditoria sostenibile e ad impatto unico nel suo genere, che proprio nel paese dell’Africa sub-sahariana ha le sue radici. Ad oggi sono 1.500 le culle prodotte e distribuite nei contesti più poveri dell’Uganda, dagli slum di Kampala alle aree rurali. Un numero destinato presto a raddoppiare grazie a una strategia di scale-up promossa da De-Lab e dalla Ong Amref Health Africa e vincitrice nei giorni scorsi di un contributo nell’ambito della call “Sprint. Consolidamento di soluzioni sostenute nell’ambito del Progetto Innovazione per lo sviluppo” promossa da Fondazione Cariplo e Fondazione Compagnia di San Paolo. Ora la fondatrice di De-Lab, Lucia Dal Negro, punta ad attrarre anche nuovi partner finanziari per far crescere ulteriormente il progetto.

Come funziona Kokono
Kokono, grazie a una zanzariera “di serie”, difende i bambini da 0 a 12 mesi dalle malattie infettive – tra cui la malaria che incide ancora per il 20% sulla mortalità nel continente – ma anche da altre minacce come gli incidenti domestici o il soffocamento dovuti all’assenza di un riparo specifico per i neonati e gli attacchi degli animali come insetti, rettili e roditori. Queste sono le principali cause della mortalità infantile che in Uganda colpisce ogni anno 200mila bambini sotto i 5 anni, di cui 45mila muoiono entro il primo mese di vita. Oltre ad essere un riparo per i neonati, Kokono è anche sostenibile nei confronti dell’ambiente: grazie ad un polimero organico che rende la plastica di cui è composta biodegradabile, la culla si trasforma in compost dopo una decina di anni trascorsi in ambiente aerobico.
“Kokono è un modello replicabile in tutti i contesti vulnerabili del continente africano e del mondo, grazie a un modello che nasce dal basso, a partire dall’ascolto delle necessità delle famiglie più povere”, sottolinea la fondatrice di De-Lab Lucia Dal Negro. “Una soluzione che unisce alla sostenibilità sociale e ambientale anche quella economica – prosegue Dal Negro –, visto che permette di creare un circuito virtuoso di produzione e vendita in Uganda, con grandi potenzialità in termini di ricadute economiche e occupazionali sulla popolazione locale. Per questo De-LAB è alla ricerca di nuovi partner anche finanziari che credano e investano in Kokono”. Ogni dollaro investito in Kokono, è stato calcolato, genera 2,88 dollari in termini di ritorno sociale dell’investimento e questo senza ancora calcolare gli impatti ambientali positivi.

La storia e le partnership
La storia di Kokono – che in un dialetto ugandese significa “zucca vuota” – ha inizio nel 2018 quando l’idea viene perfezionata insieme ai suoi utilizzatori finali durante una serie di focus-group che coinvolgono quasi 200 persone in quattro distretti dell’Uganda: la capitale Kampala, Hoima, Fort Portal e Gulu. Un percorso di ricerca che ha fatto emergere la necessità di un design multi-funzione – Kokono si utilizza come culla portatile, come letto, come vasca per il bagno e come spazio per il gioco –, e un prezzo accessibile per una fascia di popolazione a medio-basso reddito.

Dopo la prima fase di ideazione, prototipazione e sviluppo, De-LAB ha acquistato, grazie alla vittoria di un grant dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), lo stampo industriale per produrre la culla in modo seriale. In seguito alla sospensione dovuta alla pandemia, nel 2021 si completano il design del prodotto e la definizione della catena di fornitura locale, e avviene la registrazione da parte di De-LAB del brevetto di invenzione e del trademark “Kokono” sia in Italia che all’estero. L’anno seguente iniziano la produzione e la vendita, promossa in loco grazie alla collaborazione con l’ambasciata d’Italia in Uganda, e viene aperto un negozio a Muyenga, quartiere di Kampala, anche grazie ai fondi del bando Coopen di Fondazione Cariplo. Nel frattempo, grazie alla collaborazione tra De-Lab e le Ong Amref Health Africa Italia e Uganda, le culle vengono distribuite in contesti in difficoltà, tra cui lo slum di Kawempe.
Più di recente è stata attivata una collaborazione con Unfpa – United Nations Population Fund, l’agenzia dell’Onu per la salute sessuale e riproduttiva, grazie a cui è stata avviata la distribuzione di alcuni esemplari di Kokono nei campi profughi dell’Uganda, che conta oltre 1,5 milioni di rifugiati su una popolazione di 45 milioni di abitanti, una delle quote più alte al mondo.

 

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

AttualitàCaserta e SannioIn EvidenzaPolitica, economia, giustizia

Cancello Arnone. Strade bonificate dalle erbacce, grazie all’ex sindaco Di Pasquale, che lo rende noto

Francesco Di Pasquale, presidente del Circolo “Folgore – F.d.I” nonché ex sindaco di Cancello e Arnone, comunica che sono stati effettuati dalla Provincia i lavori di taglio della vegetazione agli incroci di via A. Diaz e via Provinciale per Castel Volturno, vicino alla strada che porta alla stazione ferroviaria.

Contemporaneamente è stata inviata, il giorno 15.06.2023, una nota al Comune per quanto riguarda la zona ZTL, di via L. Settembrini.

Dopo gli interventi alla via A. Diaz, sistemazione di tratti della strada, quindi anche taglio della vegetazione, su segnalazioni di Di Pasquale, la Provincia ha provveduto a tagliare la vegetazione in incroci pericolosi.

Si tratta dell’incrocio di via A. Diaz con la via Bonifica e dell’incrocio della strada provinciale per Castel Volturno con la strada che porta alla stazione ferroviaria

Sono imminenti i lavori di bonifica- pulizia degli argini del centro del paese.

A seguito di tante segnalazioni di cittadini, in data 15.06.2023, Di Pasquale ha inviato una nota al Consiglio Comunale, perchè affronti la questione della ZTL, di via L. Settembrini, riportata di seguito:

CIRCOLO FOLGORE DI F.D.I CANCELLO ED ARNONE – Spett. Consiglio Comunale di CANCELLO ED ARNONE – Oggetto. Via L. Settembrini, zona ZTL.

In qualità di presidente del circolo Folgore, di F.d.I., di Cancello ed Arnone, a seguito di segnalazioni di cittadini, lo scrivente pone all’attenzione dello spett. Consiglio Comunale, del Comune di CANCELLO ED ARNONE, le seguenti osservazioni, affinchè siano attentamente valutate, per apportare i giusti miglioramenti per il rispetto delle regole e vivibilità della comunità.

VIA L. SETTEMBRINI, ZONA ZTL

A-I cittadini fanno presente che questo segnale di inizio varco è posto troppo in alto e che quando si proviene dalla via Giovanni XXIII non si nota, quindi è ovvio che l’automobilista che viene da suddetta strada viene tirato in inganno, in quanto non riesce a vedere il segnale d’inizio varco.

B- Sarebbe opportuno portare a conoscenza i concittadini della finalità di questo provvedimento, visto che il tratto interdetto alla circolazione riguarda solo una porzione della strada, e, che, aggirando l’edificio del centro direzionale, ci si mette nuovamente sulla strada, quindi non si intravede un nesso logico di tale provvedimento.

C- Si porta a conoscenza che i bambini delle scuole materne escono alle ore 16,00 e comunque in questa fascia oraria la ZTL è disattivata, quantunque ci sia un’ affluenza di bambini e di genitori all’uscita dalle scuole con veicoli circolanti in questa via.

D- Sarebbe opportuno, sempre secondo le sollecitazioni dei cittadini, tornare al precedente sistema di chiusura, transennando l’area interessata, abolendo la rilevazione elettronica delle infrazioni, tanto più ed in funzione del fatto che in via indipendenza, lato Arnone, in prossimità degli edifici scolastici, non c’è ZTL, ma transennata, ottenendo il risultato allo scopo voluto.

I cittadini si chiedono perché non farlo in via Settembrini, visto che in passato la strada si transennava?

Perché incorrere in sanzioni, quando lo stesso risultato si ottiene con alternative valide, come messo in campo tempo addietro?

Conclude, chiedendo di verificare se sussistono i presupposti affinchè l’Amministrazione Comunale possa sospendere l’invio delle multe e verificare l’aspetto normativo che disciplina la ZTL, perché alcuni cittadini hanno fatto notare che non rispetta appieno lo normativa in vigore…

(Francesco Di Pasquale – Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Attualità

La XVII edizione di ..incostieraamalfitana.it rende omaggio a Pablo Neruda

“Un poeta più vicino alla morte della filosofia; più vicino al dolore che all’intelligenza; più vicino al sangue che all’inchiostro”: così nel 1934 Federico García Lorca avrebbe presentato all’Università di Madrid il poeta cileno Pablo Neruda, all’anagrafe Neftali Ricardo Reyes Basoalto. Poeta dell’amore per eccellenza, ma anche uomo politico, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1971, Neruda fu cantore del mondo e dell’animo umano come pochi dei suoi contemporanei, restituendo nei suoi scritti tutta l’intensità vitale e civile che lo avrebbe caratterizzato fino alla fine dei suoi giorni. Una poesia definita fin dall’inizio “singolare” per via di uno stile modernista e spesso erotico, che in un primo periodo non lo portarono a ottenere un buon successo di critica, anche se già da ragazzo si era aggiudicato i suoi primi riconoscimenti. Pablo Neruda non è stato però solo un poeta surrealista e intimista, dedicandosi dalla seconda metà degli anni Trenta a una produzione civile e politica di grande spessore, con la quale ha combattuto apertamente il neocolonialismo, la dittatura, la guerra e l’imperialismo. Il carattere profondo del poeta cileno si misura inoltre nel suo grande amore per l’America Latina, la sua patria. Anche dopo la sua morte, nel 1973, Neruda si è consacrato all’ammirazione internazionale, incantando ancora oggi intere generazioni con la musicalità dei suoi versi, e forse dando ragione a Gabriel García Márquez che lo ha definito “il più grande poeta del XX secolo, in qualsiasi lingua“. E nel cinquantenario dalla sua scomparsa la XVII edizione di ..incostieraamalfitana.it Festa del Libro in Mediterraneo, con il patrocinio morale della Provincia di Salerno, gli rende omaggio Martedì 23 maggio presso la Sala Bottiglieri della stessa Provincia. Alle 17.30, infatti, introdotti dai versi del poeta cileno declamati dall’attrice Maria Staiano, la poetessa e scrittrice Giulia Maria Barbarulo e lo storico della Medicina Giuseppe Lauriello ripercorreranno il percorso poetico e storico “Da Neruda a Neruda…”. La serata è condotta dal Direttore organizzativo di ..incostieraamalfitana.it Alfonso Bottone.

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(Fonte: DeaNotizie – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Attualità

La Diocesi di Acerra rende “MEMORIA” al Vescovo Nicola Capasso

La Diocesi di Acerra ha organizzato per domani, 12 maggio 2023, il convegno “Cronaca di un episcopato a 90 anni dall’ingresso in Diocesi” per rendere “MEMORIA” al Vescovo Mons. Nicola Capasso.
I lavori del convegno si terranno in Acerra, con inizio alle ore 18.30, nella Cappella del Seminario in Piazza Duomo e saranno introdotti e moderati dal Professore Gennaro Niola, storico e attivo protagonista del Movimento di Impegno Educativo dell’Azione Cattolica. Il convegno si gioverà delle relazioni di Sergio Tanzarella e di Gianfranco Maggi. Il primo relatore, Tanzarella, Dottore di ricerca in Storia e Ordinario di Storia della Chiesa alla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli, sezione San Luigi, dove dirige l’Istituto di Storia del Cristianesimo e docente alla Facoltà di Storia e Beni Culturali dell’Università Gregoriana di Roma e recentemente ha pubblicato studi su Don Milani e Papa Francesco e il secondo relatore, Maggi, che ha vissuto in età giovanile un’intensissima esperienza come dirigente nazionale dei giovani cattolici, fino a ricoprire l’incarico di Segretario generale dell’Azione Cattolica Italiana, ricercatore universitario in Storia contemporanea e si è occupato soprattutto di momenti della storia del movimento cattolico nell’Ottocento e nel Novecento. Concluderà i lavori S. Ecc. Mons. Antonio Di Donna, Vescovo della Diocesi di Acerra dal 2013 e dal 2021 Presidente della Conferenza Episcopale Campana e già Vescovo ausiliare, dal 2007, dell’Arcidiocesi di Napoli.
Nel chiostro del Seminario sarà inaugurata la mostra e nella Biblioteca sarà presentata la “Cronaca del Vescovato di Acerra 1933”.
Chi è il Vescovo Nicola Capasso? Nel delinearne la figura attingiamo agli scritti di Mons. Don Angelo Crispino che nel libro “Testimoni Luminosi – Memorie – Ricordi di persone speciali seminatori di bene e di amore”, pubblicato nel 2020, scrive “(…) Mons. Nicola Capasso, Frattamaggiore 2 agosto 1886 – 27 aprile 1968, un figlio prezioso della nostra terra frattese, esemplare per umanità, per cultura, per spiritualità, per testimonianza di vita sacerdotale ed episcopale. (…) All’età di 46 anni è eletto Vescovo, con destinazione alla Diocesi di Acerra. È qui che si arricchisce e si manifesta in pienezza il suo carisma di pastore vivendo anche in diocesi intensamente ciò che aveva promosso e sperimentato da parroco. (…) L’esperienza acerrana da Vescovo è vissuta con esemplarità e grande coraggio e nessuno, più del presbiterio di Acerra e della stessa comunità civile ha potuto sperimentare l’amore e la dedizione del pastore Nicola per il suo gregge nel governo ordinario e particolarmente durante i giorni terribili vissuti dalla città di Acerra che culminarono con l’insurrezione popolare e l’eccidio di tanti martiri acerrani. Infatti nello scontro tra gli acerrani e i tedeschi il 12 settembre 1943 ben 20 persone con il parroco don Tommaso Carfora, percosso con il calcio di un fucile, vennero fatti prigionieri.
Il Vescovo Nicola che già aveva accolto in episcopio centinaia di giovani e di donne per sottrarli alla cattura dei nazisti, non esita ad intervenire per farli liberare ma viene costretto dai militari a sedersi per terra e quando si offrì di accompagnare i prigionieri fu brutalmente scacciato.
Il gesto di amore che lo porta a donarsi con coraggio per le pecorelle affidate alle sue sollecitudini pastorali, è ancora più prezioso per la connaturale mitezza e umiltà avendo perfino rifiutato cortesemente la decorazione al Valore Militare offertagli nel 1953 dal Ministero degli Interni. (…) Mons. Nicola Capasso indubbiamente passa alla storia per il suo generoso servizio reso nei luoghi dove la Provvidenza di Dio lo ha chiamato ad operare ma ha lasciato a tutta la Chiesa e particolarmente ai nostri territori di Frattamaggiore e di Acerra una ricchezza di valori ecclesiali e civili che non devono disperdersi ma a edificazione di tutti possono aprire la strada a riconoscimenti di santificazione”.

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