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Caporalato Armani: “Gli operai cinesi pagati 2 euro l’ora” MILANO – Commissariata una società del gruppo, accusata di omessa vigilanza sui subappalti: “Prassi collaudata”. Trovato il “registro del nero”






 ARMANI? PEGGIO dei  BENETTON, degli  AGNELLI, dei  DELLA VALLE, dei  De BENEDETTO, degli ANGELUCCI, di SANTANCHE’, di TANZI

PARIS, FRANCE – JULY 06: Fashion designer Giorgio Armani walks the runway during the Giorgio Armani Prive Couture Haute Couture Fall/Winter 2021/2022 show as part of Paris Fashion Week on July 06, 2021 in Paris, France. (Photo by Peter White/Getty Images)

 

Caporalato Armani: “Gli operai cinesi pagati 2 euro l’ora”

MILANO – Commissariata una società del gruppo, accusata di omessa vigilanza sui subappalti: “Prassi collaudata”. Trovato il “registro del nero”

DI DAVIDE MILOSA
6 APRILE 2024

“Quel che emerge è che alla Giorgio Armani Operations (GA) Spa vi è una cultura di impresa gravemente deficitaria sotto il profilo del controllo, anche minimo, della filiera produttiva della quale la società si avvale. Una cultura radicata all’interno della struttura che ha di fatto favorito la perpetuazione degli illeciti”. E ancora: “Una prassi così collaudata, da poter essere considerata inserita in una più ampia politica d’impresa diretta all’aumento del business”.

Questi i passaggi decisivi con i quali la Procura di Milano ha ottenuto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale l’amministrazione giudiziaria per un anno del braccio industriale del gruppo Giorgio Armani con un capitale sociale di 24 milioni. Alla base della decisione la contestazione di un acclarato sfruttamento del lavoro (caporalato), che la GA Operations non ha impedito. Secondo gli inquirenti, la società partecipata al 100% dal gruppo Armani è “ritenuta incapace di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo non avendo messo in atto misure idonee alla verifica delle reali condizioni lavorative, ovvero delle capacità tecniche delle aziende appaltatrici tanto da agevolare (colposamente) soggetti raggiunti da corposi elementi probatori in ordine al delitto di caporalato”. Tanto che i carabinieri durante un controllo in un opificio hanno trovato un ispettore della Giorgio Armani Operations intento a fare i controlli qualità. Le vittime sono decine di lavoratori cinesi impiegati in quattro opifici riconducibili a ditte sempre cinesi, costretti a lavorare oltre 14 ore a meno di 2 euro all’ora o a cottimo a 1 euro per una borsa confezionata, venduta all’appaltatore a 90 euro e che poi in negozio con il marchio Armani arrivava a 1.800 euro. Il sistema fotografato dall’inchiesta è molto semplice: la Giorgio Armani Operations esternalizza al 100% la produzione appoggiandosi a due ditte: la Manifatture Lombarde Srl e la Minoronzoni Srl. Le due società in realtà non hanno capacità produttiva e quindi subappaltano a imprese cinesi. In sostanza le Srl italiane forniscono solo i modelli da riprodurre. In questo caso si tratta di borse e cinture con marchio Armani. La ricostruzione degli illeciti, per i pm, torna indietro di sette anni. Gli accessi presso gli opifici da parte dei carabinieri hanno rilevato: assenza di dispositivi di sicurezza sulle attrezzature; assenza di formazione lavoro e visite mediche; la presenza nei luoghi di aree adibite a dormitorio e mensa che “consentono un utilizzo di forza lavoro h24”. “Mentre – scrive il Tribunale – la conferma che l’attività di produzione dichiarata è stata sottostimata è data dalla rilevazione degli assorbimenti elettrici che attestano l’innalzamento del livello di consumo tra le 6.45 e le 21.00 anche in giorni festivi. Il dato dei consumi inoltre conforta anche l’attendibilità delle dichiarazioni acquisite da una dipendente e conferma i dati del ‘registro nero’ rinvenuto in azienda circa le ore effettivamente svolte dall’organico dipendenti”. Di più: “Dalle dichiarazioni degli operai sono emerse paghe anche di 2/3 euro orarie, tali da essere giudicate sotto minimo etico”.

Di tutto questo, per l’accusa, era consapevole l’appaltatore, mentre il committente, e cioè la Giorgio Armani Operations Spa non risulta abbia mantenuto serrati controlli, visto che l’unico audit fatto è del 2020 e dove tra l’altro non è segnalato un dato decisivo: l’assenza di capacità produttiva della Manifatture Lombarde. Un operaio racconta: “Mi trovavo presso la Minoronzoni quando venne un’impiegata e ci fece nascondere, io e altri 4 imprenditori cinesi, in un angolo dell’ufficio a luci spente e chiuso da un separé, perché quel giorno si presentarono agenti del controllo qualità di un marchio importante”. Conclude la Procura: “A nulla valgono i codici etici, i modelli di controllo, le certificazioni di sostenibilità quando, per il raggiungimento del maggior profitto al più basso costo, si consente la creazione di un sistema produttivo che si basa su una produzione con forza lavoro in condizione di sfruttamento”. Il gruppo Armani ieri ha spiegato: “La GA Operations collaborerà con gli organi competenti per chiarire la propria posizione”.

 

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Avviso Pubblico per l’“Aggiornamento del Registro delle Associazioni Giovanili del Comune di Napoli”

Avviso Pubblico per l’aggiornamento del “Registro delle Associazioni Giovanili del Comune di Napoli”

La documentazione necessaria per l’iscrizione nel Registro, come specificato nell’avviso, va inviata a mezzo email certificata all’indirizzo: registroassociazionigiovanili@pec.comune.napoli.it.

(Fonte: Comune di Napoli – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

• Colpo di scena nel caso di Alessia Pifferi. La donna, che lasciò morire di stenti la figlioletta di 18 mesi per spassarsela col compagno, non sarebbe poi così «scema». Le due professioniste che hanno redatto la perizia, secondo la quale la donna avrebbe un Qi pari a 40, sono accusate di falso ideologico e favoreggiamento. Nel registro degli indagati anche la legale di Pifferi






GIOVEDÌ 24 GENNAIO 2024
Clamoroso
Bombe atomiche in servizio, pronte a essere usate, nel mondo: 9.600

In prima pagina
• Nonostante le intimidazioni dei sostenitori di Trump, Nikki Haley non si ritira e procede con nuove raccolte fondi. Vuole aspettare i risultati del South Carolina ma soprattutto l’esito dei processi di Trump

• Colpo di scena nel caso di Alessia Pifferi. La donna, che lasciò morire di stenti la figlioletta di 18 mesi per spassarsela col compagno, non sarebbe poi così «scema». Le due professioniste che hanno redatto la perizia, secondo la quale la donna avrebbe un Qi pari a 40, sono accusate di falso ideologico e favoreggiamento. Nel registro degli indagati anche la legale di Pifferi

• Trentamila persone hanno partecipato ai funerali di Gigi Riva. Una mattina di lacrime e ricordi, e un punto altissimo, di solo silenzio, quando Gravina si è avvicinato a Cannavaro e il capitano degli Azzurri campioni del 2006 ha deposto sulle gambe di Gigi la maglia numero 11 con su scritto il nome Riva
• Ieri Giorgia Meloni ha risposto al Question time. Nulla di nuovo. Se l’è presa con il superbonus e ha attaccato Stellantis. In mattinata una velina di Palazzo Chigi ha dichiarato guerra al quotidiano Repubblica
• Dopo il primo sì all’autonomia differenziata scatta l’allarme sui costi della riforma: i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) potrebbero costare tra gli 80 e i 100 miliardi di euro
• Oggi sul tavolo del consiglio dei ministri l’election day, un miliardo per gli anziani non autosufficienti, il ddl beneficenza che dovrebbe evitare altri casi Ferragni e l’inasprimento delle pene per gli attacchi cibernetici
• Montecitorio ha ospitato un convegno contro l’aborto e l’eutanasia. Dopo una pioggia di polemiche il governo ha precisato: «la 194 non si tocca»
• I revisori del gruppo Visibilia (Daniela Santanché) sono stati multati dalla Consob per la violazione di principi contabili
• Dopo Germania, Belgio e Francia anche gli agricoltori italiani hanno bloccato strade e piazze a Vercelli, Biella, Novara, Frosinone e in Abruzzo
• Gli abbonati Netflix sono aumentati di 13 milioni negli ultimi tre mesi del 2023
• La nazionale palestinese ha tagliato un traguardo storico. Per la prima volta ha staccato il pass per gli Ottavi di finale della Coppa d’Asia battendo Hong Kong per 3 a 0
• È giallo sull’aereo di Mosca abbattuto ieri da Kiev. Stando alla Russia trasportava 65 prigionieri che facevano parte di uno scambio con i soldati della Federazione. Secondo l’Ucraina, a bordo c’erano missili
• Oggi il ministro Tajani sarà in Israele per ribadire la posizione italiana favorevole ai “due popoli due Stati”. Intanto alcuni israeliani hanno bloccato gli aiuti per la Striscia al grido: «Il governo nutre il nemico». I gazawi sfollati chiedono a Hamas la liberazione degli ostaggi: «vogliamo tornare a casa nostra»
• L’Argentina in piazza contro Milei.
• Più della metà degli abitanti del Montenegro considera l’omosessualità una malattia. È lo stesso Paese in cui il 45,4 per cento deglio abitanti sostiene che la pandemia non è mai esistita
• In Sicilia è stato arrestato per corruzione il deputato regionale del Pd Dario Safina. Secondo l’accusa avrebbe truccato un concorso per un tornaconto personale

• Stando all’ex comandante dei Ris Luciano Garofano, Serena Mollicone fu uccisa nella caserma di Arce

• Una mamma è stata condannata a 16 mesi di reclusione perché costringeva la figlia a stare a dieta. Alla ragazza, 16 anni, era proibito pesare più di 47 chili

• La Polizia di Udine ha individuato altre quattro persone che avrebbero coperto di insulti il portiere del Milan Mike Maignan. Tutti deferiti

• Alain Delon vuole morire. Il quotidiano Le Parisien pubblica una perizia medica secondo la quale l’attore francese, 88 anni, debilitato da un ictus e da un tumore, starebbe pensando al suicidio

• Polemiche in Gran Bretagna perché Harry e Meghan erano in Giamaica alla prima del film One Love dedicato a Bob Marley, mentre il Regno Unito è in ansia per la salute di re Carlo e di Kate
• Lady Gaga vorrebbe comprarsi i diritti di C’è ancora domani, il film diretto e interpretato da Paola Cortellesi, per realizzare un remake hollywoodiano

Titoli
Corriere della Sera: Ucraina, accuse dopo la strage
la Repubblica: La velina nera
La Stampa: Autonomia, Sanità a rischio
Il Sole 24 Ore: Controlli solo sul 5% delle partite Iva
Avvenire: Anziani, si parteIl Messaggero: Sanità, auto, conti pubblici: il duello in aula di Meloni
Leggo: Meloni-Schlein, duello sulla sanità
Qn: Governo a Stellantis: produca in Italia
Il Fatto: I 45 senatori del Sud / che hanno tradito il Sud
Libero: Le sportellate di Giorgia
La Verità: A 30 all’ora più incidenti e più feriti
Il Mattino: Meloni-Schlein, prima sfida
il Quotidiano del Sud: L’anello debole di una Europa schiacciata
il manifesto: Il nuovo / mondo
Domani: Primo turno del duello a Schlein / La premier ora ha meno certezze

IN TERZA PAGINA
Paolo Russo ci spiega cosa prevede l’autonomia differenziata. Secondo Michele Pignatelli il prossimo parlamento europeo virerà decisamente a destra. Marco Palombi fa le pulci alle dichiarazioni di Giorgia Meloni. Michele Masneri racconta la storia di Marlene Engelhorn, l’ereditiera che vuole dare il suo patrimonio in beneficenza e, per finire, Danilo Taino ci porta in un mondo di ingiustizie
IN QUARTA PAGINA
A che ora è la fine del mondo?
Tra 90 secondi. Lo dice il Bulletin
of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago.
Anche nel 2024 le lancette dell’«orologio del giudizio» sono vicine all’apocalisse.
Un articolo di Ugo Tramballi

 

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Antiriciclaggio, il Registro dei titolari effettivi fermo fino a primavera: il Tar sospende il decreto che chiedeva i dati entro lunedì 11






Antiriciclaggio, il Registro dei titolari effettivi fermo fino a primavera: il Tar sospende il decreto che chiedeva i dati entro lunedì 11

Antiriciclaggio, il Registro dei titolari effettivi fermo fino a primavera: il Tar sospende il decreto che chiedeva i dati entro lunedì 11

Prestanome, fiduciari ed evasori che riciclano offshore possono continuare a dormire sonni tranquilli. L’Italia rimarrà almeno fino alla prossima primavera l’unico Paese europeo – insieme alla Spagna che ha legiferato sul tema durante l’estate – privo del Registro dei titolari effettivi. Uno strumento previsto dalla V direttiva Ue antiriciclaggio del 2018 e ancora inattuato, con tanto di messa in mora da parte della Commissione Ue arrivata lo scorso gennaio. Questa sembrava la volta buona: entro lunedì 11 dicembre società, fondazioni, associazioni e trust avrebbero dovuto inviare alle Camere di Commercio le informazioni necessarie per alimentare la nuova sezione del Registro delle Imprese. Ma a pochi giorni dalla scadenza il Tar del Lazio ha accolto una richiesta di sospensiva dell’atteso decreto con cui a fine settembre il Mimit aveva stabilito un “termine perentorio di 60 giorni” per completare l’adempimento. La trattazione di merito è attesa per fine marzo 2024: fino ad allora tutto si blocca.

Resteranno così nel limbo anche gli obblighi di fornire le informazioni sul titolare effettivo previsti dal Regolamento Ue del 2021 per gli appalti del Pnrr. Che puntava a far sì che le pubbliche amministrazioni possano sapere “chi effettivamente sta dietro le scatole cinesi che spesso coprono il vero titolare della società che vince l’appalto, evitando così corruzione e riciclaggio”, come ha ricordato il presidente dell’authority Anticorruzione Giuseppe Busia presentando il nuovo Piano nazionale anticorruzione 2022-2024. Busia del resto aveva anche sollecitato l’introduzione nel nuovo Codice degli appalti dell’obbligo per gli operatori economici di dichiarare il loro titolare effettivo, con sanzioni per l’omessa o falsa dichiarazione. Richiesta rimasta inascoltata.

A presentare la richiesta di sospensiva accolta dal Tar era stata Assoservizi Fiduciari con l’intervento ad adiuvandum di Aletti Fiduciaria, entrambe rappresentate dagli avvocati Bernardo Giorgio Mattarella, Francesco Sciaudone, Davide Giorgio Contini e Carlo Angelici. La società sosteneva che il mandato fiduciario classico – quello con cui si affida a una società fiduciaria l’amministrazione di beni sulla base di istruzioni del fiduciante – non ha alcuna affinità con il trust, in cui la titolarità dei beni passa al trustee. E dunque non deve essere tenuto alla comunicazione dei titolari effettivi al Registro. Il Tribunale amministrativo ha ritenuto che ci sia “fumus boni iuris” e ha dunque congelato l’efficacia del decreto del 29 settembre. Anche i presidenti dei Consigli nazionali dei commercialisti, notai e avvocati si erano spesi per un rinvio, con una lettera inviata alla premier Giorgia Meloni e al ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, lamentando dubbi sulla sanzionabilità di alcune categorie professionali legittimate a fare la comunicazione ma non esplicitamente obbligate.

Anche quando finalmente il Registro diventerà realtà, peraltro, società civile e giornalisti non potranno consultarlo. Il problema stavolta dipende solo in parte dal governo italiano. Dietro c’è la sentenza della Corte di giustizia europea che nel novembre 2022 ha bocciato l’accesso delle informazioni al pubblico valutando che “interferisce con i diritti fondamentali al rispetto della vita privata e alla protezione dei dati personali”. Con il risultato che Roma ha disapplicato l’articolo del decreto del Mef che prevedeva l’accessibilità al pubblico, disponendo che i dati siano resi disponibili solo ai “titolari di un interesse giuridico rilevante e differenziato“. Come aveva fatto notare Transparency International Italia, in realtà la Corte “aveva ribadito che i giornalisti e le organizzazioni della società civile dovrebbero poter accedere a queste informazioni senza dover dimostrare il loro legittimo interesse in casi specifici”. Ma diversi Paesi hanno reagito sospendendo tout court l’accesso pubblico. Da un’analisi di Transparency è emerso il mese scorso che ancora oggi “in 13 dei 27 Stati membri, i media e le organizzazioni della società civile non possono accedere alle informazioni o devono dimostrare dimostrare il loro legittimo interesse con requisiti spesso complessi”.

FONTE:

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)