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'Se un uomo non ha il coraggio di difendere le proprie idee, o non valgono nulla le idee o non vale nulla l'uomo' (Ezra W.Pound)

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partecipazione

ART-TORRE, AL VIA BANDO DI PARTECIPAZIONE ALLA KERMESSE

Il Comune di Torre del Greco prepara la seconda edizione della rassegna ArtTorre. E’ possibile partecipare al bando di 30 mila euro stanziati per la kermesse entro il 22 agosto.

KappaelleNet

(Fonte: Kappaelle.net – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Camigliano Experience 2024: successo per l’evento tra cultura, tradizione e partecipazione

Sabato 20 e domenica 21 luglio 2024 si è tenuta la terza edizione del Camigliano Experience 2024, nel centro storico di Camigliano, in provincia di Caserta.

La terza edizione dell’evento ha attirato un vasto pubblico, confermando l’impegno della comunità nel valorizzare il patrimonio storico e culturale del territorio. Soddisfazione del Sindaco di Camigliano, Avv. Antonio Veltre.

Si è conclusa con grande successo la terza edizione del Camigliano Experience 2024, l’evento che ha animato il centro storico di Camigliano, in provincia di Caserta, nelle serate di sabato 20 e domenica 21 luglio 2024. L’iniziativa, promossa dall’amministrazione comunale in collaborazione con le associazioni e le attività commerciali del territorio, ha confermato l’impegno della comunità nel promuovere e valorizzare le tradizioni, la storia e la cultura dell’agro caleno.
Viaggio nel passato tra antichi mestieri, arte e cultura.

Le vie del centro storico si sono trasformate in un palcoscenico a cielo aperto, dove i visitatori hanno potuto immergersi in un affascinante viaggio nel passato. Musica popolare, artisti di strada e la suggestiva esibizione della compagnia dei Bottari hanno allietato le serate, creando un’atmosfera di allegria e socializzazione. I Bottari, in particolare, hanno incantato il pubblico con la loro musica eseguita con strumenti artigianali come la falce e la botte, testimonianza di un’arte antica che affonda le radici nella tradizione medievale.

Il Sindaco Veltre: «Evento che cresce e trova sempre più entusiasmo».

Il Sindaco di Camigliano ha espresso grande soddisfazione per il successo dell’evento: «L’idea nasce dall’amministrazione comunale che ogni anno, insieme alle associazioni e alle attività commerciali del territorio, mette in scena questo evento per promuovere e valorizzare il nostro territorio con la promozione dei prodotti tipici della nostra terra, ma in modo particolare anche i vecchi mestieri, nonché la valorizzazione dell’arte e della cultura della nostra Camigliano».

L’auspicio per le prossime edizioni di Camigliano Experience

Come spiegato dal Sindaco di Camigliano «la cosa molto bella è che quest’attività viene fatta con una grande collaborazione e partecipazione delle associazioni e delle attività commerciali del territorio. Ciò conferma che Camigliano è un popolo di persone laboriose e che tengono tantissimo a valorizzare la tradizione, la storia e la cultura del nostro territorio».

Veltre ha poi rimarcato l’importanza delle associazioni che durante l’anno si occupano dei diversi aspetti sociali e culturali per promuovere le origini del territorio. Dunque, l’auspicio di Veltre per le prossime edizioni dell’iniziativa:

«Ci aspettiamo che questo evento cresca sempre e che trovi sempre lo stesso entusiasmo, anzi, aumenti nel tempo».

Per rivedere i momenti salienti dell’evento cliccare su una delle foto oppure sul seguente link:

 

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Marcianise. Gruppo ‘Trombetta’: Antimo Zarrillo è il presidente della pacificazione e della partecipazione politica

Assistiamo negli ultimi consigli comunali, e in particolare nell’ultimo dello scorso Martedì, a un innalzamento dei toni e polemiche che, in maniera del tutto gratuita e inusuale, investono la figura del Presidente del Consiglio, avv. Antimo Zarrillo, cui viene addebitata una sorta di parzialità nella condotta del civico consesso.
In particolare le parole di un consigliere comunale che, conscio delle sue difficoltà politiche del momento, non esita a gettare discredito su modi e tempi di tenuta del consiglio.
Trombetta per Marcianise respinge al mittente questo inqualificabile atteggiamento sottolineando le doti umane e professionali del Presidente del Consiglio sia nei lavori preparatori, vedi Conferenza dei Capigruppo, che in quelli del Consiglio Comunale, luogo in cui l’imparzialità, neutralità e terzietà sono state garantite proprio dalla figura dello stesso nell’applicazione dello Statuto Comunale e del Regolamento per il funzionamento delle Attività Consiliari.
Compito della politica è saper ascoltare, prendere atto dei dati di fatto e riflettere: esprimendo senz’altro pareri contrari, ma con la giusta attenzione e l’apertura allo scambio.
Nell’esprimere la nostra massima vicinanza al Presidente del Consiglio per il grande e paziente lavoro che sta portando avanti, vogliamo invitare tutte e tutti ad abbassare i toni, perché il ruolo delle istituzioni è esattamente quello che abbiamo visto in questi mesi: esprimere diversi punti di vista e far dialogare le diversità, per contribuire allo sviluppo di una collettività non soffocata da odio e risentimento.
I Consiglieri comunali e gli Assessori “Trombetta per Marcianise”: Angelo Ricciardi, Tommaso Acconcia, Giandomenico Colella, Stefano Farro, Domenico Amarando.
(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Democrazia è partecipazione: sintesi della 50ª Settimana sociale

Se c’è una parola, con il relativo verbo, con cui si possono sintetizzare le cinque giornate della 50ª Settimana sociale di Trieste è partecipazione. Nelle assemblee plenari e nei laboratori, nelle tavole rotonde delle “piazze della democrazia” in centro città e tra gli stand dei “Villaggi delle buone pratiche” quello che è risaltato subito agli occhi è il volto di un popolo che ha voluto prendere parte in prima persona al gioco democratico, collocandosi al “cuore” dei processi, in un momento complesso e delicato quale quello che stiamo attraversando. A fare da bussola sono stati, rispettivamente all’inizio e alla fine del percorso, gli interventi del presidente Sergio Mattarella e l’ampio discorso pronunciato da Papa Francesco al Centro Congressi, prima del bagno di folla in piazza Unità Italia con un abbraccio che è arrivato fino al mare.

Dal capo dello Stato, che ha tenuto una vera e propria “lectio magistralis” al Centro Congressi, l’invito a “battersi perché non ci siano analfabeti della democrazia”. Tema, questo, ripreso anche dal Santo Padre, nello stesso luogo, quando ha chiesto ai cattolici di avere il coraggio di pensarsi come popolo e di partecipare e fermarsi alla politica come bene comune, per contrastare la “cultura dello scarto”.

“I cattolici in Italia desiderano essere protagonisti nel costruire una democrazia inclusiva, dove nessuno sia scartato o venga lasciato indietro”, ha assicurato il cardinale presidente della Cei Matteo Zuppi aprendo i lavori. “La partecipazione, cuore della nostra Costituzione, consente e richiede la fioritura umana dei singoli e della società, accresce il senso di appartenenza, educa ad avere un cuore che batte con gli altri, tra le differenze”, l’analisi di Zuppi. L’auspicio, da una “città di frontiera” come Trieste, è quello di “costruire il domani di un Paese per tutti, con al centro la persona”. All’ingresso del Centro congressi, i 1.200 delegati hanno trovato un’opera gigantesca che ben sintetizza cosa significhi, per le nuove generazioni, partecipare: creare legami, tessere legami. E’ il messaggio dell’immensa tovaglia di 90 metri, larga 180 centimetri, fatta di tanti pezzi di stoffa sui quali i quasi 2.000 ragazzi delle scuole italiane e slovene che hanno collaborato alla realizzazione dell’opera – ha spiegato il padrone di casa, monsignor Enrico Trevisi – ha scritto qualcosa su cosa significhi per ciascuno di loro partecipare. E i 1200 delegati, la maggioranza dei quali donne e giovani, lo hanno colto perfettamente, ascoltando le riflessioni in aula e poi confrontandosi nei laboratori. “Ci siamo riscoperti popolo che è pronto a partire per riprendere il suo cammino nella vita quotidiana con delle grandi sfide: quelle della partecipazione e di una cittadinanza vera, autentica”, ha detto monsignor Luigi Renna, a nome del Comitato scientifico e organizzatore, a conclusione dei lavori. “Qui non abbiamo parlato di partecipazione, l’abbiamo vissuta”, ha puntualizzato il presidente della Cei salutando il Papa durante la messa finale in piazza Unità d’Italia. “I cattolici i Italia – le parole di Zuppi – non sono e non vogliono essere una lobby in difesa di interessi particolari e non diventeranno mai di parte perché l’unica parte che amano e indicano liberamente a tutti è quella della persona, ogni persona, dall’inizio alla fine naturale della vita, senza passaporto. Non un amore qualsiasi ma quello che ci insegna Gesù”. Perché la partecipazione alla politica, come ha rimarcato il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi, tracciando un primo bilancio della Settimana sociale di Trieste al Sir, non è partigianeria.

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Grande partecipazione all’inaugurazione del Bar Sociale “Caffè Basaglia” a Sessa Aurunca.   Oliviero: “Una opportunità di inclusione reale per i nostri ragazzi, affinché mai nessuno venga lasciato indietro”






Grande partecipazione all’inaugurazione del Bar Sociale “Caffè Basaglia” a Sessa Aurunca.
Oliviero: “Una opportunità di inclusione reale per i nostri ragazzi, affinché mai nessuno venga lasciato indietro”

Sessa Aurunca, 11 luglio 2024 – Questa mattina si è tenuta l’inaugurazione del bar sociale “Caffè Basaglia”, situato in via XXI Luglio civico 10. Il nuovo locale rappresenta un importante traguardo per l’inclusione sociale e lavorativa, essendo il primo bar inclusivo gestito dai ragazzi della cooperativa “Terra Magica”, guidata da Giuseppina Grella, e da Alessandro Pane legale rappresentante ed utente della cooperativa “Orme di Basaglia”.

Alla cerimonia del taglio del nastro hanno partecipato illustri rappresentanti delle istituzioni, tra cui il Presidente del Consiglio regionale della Campania, Gennaro Oliviero, il sindaco di Sessa Aurunca, Lorenzo Di Iorio, l’assessore Simona Pollano, e i consiglieri Ciro MarciglianoAnnalisa De CivitaBasilio VernileSimona Carpino e Francesco Gagliardo.

Il “Caffè Basaglia” nasce nell’ambito dei Progetti Terapeutico-Riabilitativi Individuali (PTRI) sostenuti da Budget di Salute (BdS). I giovani coinvolti sono utenti della cooperativa, affidati dalle Asl e dagli ambiti territoriali, per seguire un percorso di riabilitazione psichiatrica.

“Franco Basaglia è stato il promotore della legge che ha poi portato alla chiusura dei manicomi, sostenendo la reintegrazione sociale dell’individuo. In tal modo veniva dato valore alla persona vista non più come oggetto di cura ma soggetto umano, integrato, incluso nella società. Un importante passo in avanti che ha segnato una svolta nel mondo dell’assistenza ai pazienti psichiatrici. Oggi, con questa inaugurazione, segniamo un altro passo nel solco di Basaglia: uomini e donne inclusi nella società territoriale con opportunità reali di lavoro affinché mai nessuno venga lasciato solo”, ha affermato Oliviero.

“I progetti attivati sono finalizzati all’inserimento lavorativo. E la prima attività lavorativa a cui abbiamo pensato è stata proprio l’apertura del “Caffè Basaglia”. Il progetto trae ispirazione dalle teorie di Franco Basaglia, il celebre psichiatra che ha rivoluzionato la legge 180 sulla salute mentale in Italia, e ha dato origine alla cooperativa “Orme di Basaglia”, di cui il bar è una componente fondamentale”, ha spiegato Grella.

“I ragazzi lavoreranno come camerieri e baristi, occupandosi del servizio al tavolo e del lavoro al bancone. Per loro è previsto un vero e proprio contratto di lavoro, rendendo questa esperienza un’importante occasione di crescita professionale e personale. Si tratta non soltanto dunque di riabilitazione ma di inclusione vera e propria”, ha affermato Salvatore Granato, psicologo della cooperativa “Terra Magica”.

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Consiglio Regionale della Campania
Ufficio di Presidenza

Dott.ssa Maria Teresa Perrotta
0817783649
3441250648

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(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

I giovani delegati a Trieste: “C’è molto da fare sulla partecipazione, non solo per la nostra generazione”

C’è emozione nell’essere protagonisti di un evento nazionale importante a livello ecclesiale e sociale; c’è consapevolezza del proprio valore e dell’importanza del proprio contributo; ma c’è anche la volontà di far comprendere che sta crescendo nel Paese una generazione che vuole partecipare, essere attiva, incidere nel presente per determinare il futuro. Raccontano questo i volti e le storie dei giovani delegati alla 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia che si concluderà domani a Trieste. Una delle scelte attuate e rivendicate dal Comitato scientifico e organizzatore è stata quella di riservare un terzo della platea dei partecipanti ai giovani. Non solo un segnale, ma un’esigenza insopprimibile volendo andare davvero “Al cuore della democrazia” contando sul contributo di tutti, nessuno escluso.

“Laboratori della partecipazione”. “Il confronto fa crescere”, afferma Ludovica Beritelli, 26enne della diocesi di Nicosia, sintetizzando il giudizio positivo diffuso anche tra i giovani delegati sulle modalità di coinvolgimento dei partecipanti alla Settimana sociale. “Nei gruppi di lavoro c’è stato modo di relazionarsi con persone adulte che hanno, ovviamente, molta più esperienza di me ed è stata un’occasione per imparare”, spiega Giuseppe Russo, 23enne della diocesi di Nicosia e studente universitario a Catania, dove è entrato a far parte dell’Ufficio comunicazioni dell’arcidiocesi.

“È stato bellissimo poter discutere di tematiche così importanti anche con adulti e, a volte, anziani, in un confronto intergenerazionale che penso sia davvero importante per lo sviluppo dell’Italia”,

gli fa eco Rachele Barale, 24enne insegnante di religione e responsabile nell’Acr della diocesi di Cuneo-Fossano. “Già con il Cammino sinodale – rileva – abbiamo fatto esperienza del confronto, un’occasione senza la quale anche noi giovani non avremmo avuto modo di riflettere insieme su fede, politica, democrazia, partecipazione, temi sociali”. Anche per Fabrizio Iacono, fresco 32enne originario della diocesi di Ragusa dove è attivo nella Pastorale sociale e prima come animatore del Progetto Policoro, “è stato un privilegio partecipare al dialogo tra generazioni e al confronto sulle sfide che l’oggi ci pone partendo da un’identità comune”. Se per molti quella di Trieste è la prima esperienza vissuta in eventi di questo rilievo, per Isabella Biasci, 26enne della diocesi di Volterra dove è impegnata nella Pastorale sociale e del lavoro, quella di quest’anno è la seconda partecipazione ad una Settimana sociale, dopo che nel 2021 era stata a Taranto.

“A Trieste, grazie all’app, c’è modo di dire il proprio pensiero e questo rimane”,

sottolinea: la dinamica del confronto fa sì che “dai pensieri dei singoli si sia individuato quello più comune a tutti e su quello si è lavorato. Questo ha reso il confronto più concreto, meno forzato. E questo mi è piaciuto molto”. Anche Ndreca Tresi, 24enne educatrice dell’arcidiocesi di Milano dove fin da piccola è attiva nell’oratorio della parrocchia di Santa Giustina, “lavorare nei laboratori è stato sicuramente interessante; ognuno ha espresso le sue visioni, però

lo schema valoriale ha accomunato tutti e questo ha consentito di ritrovarsi su quelli che sono i principi fondamentali”.

Le sofferenze del “cuore della democrazia”. Per capire quanto sia la voglia di partecipare che , emblematica è proprio la storia di Ndreca: “La partecipazione sociale è sempre stata dentro la mia vita. Quando mi è stata fatta la proposta di rappresentare la diocesi a Trieste, ho pensato di accettare proprio perché nel piccolo, dal basso, ho sperimentato una forma di partecipazione. Ed è cresciuta in me la convinzione che per poter arrivare in alto, per garantire un raccordo verticale, bisogna sempre partire dal basso. E chi è attivo nel piccolo, in un ambito, può portare il proprio contributo”, racconta come un fiume in piena: “Purtroppo, finora, non ho potuto sperimentare la partecipazione ‘politica’ perché ho ricevuto la cittadinanza italiana da pochissimo e, di conseguenza, non ho potuto votare fino al mese scorso. L’ho fatto per la prima volta alle Elezioni europee. È stato un po’ difficile aspettare così tanto tempo, fino ai 24 anni; e ho sofferto per non aver potuto finora l’elettorato passivo e attivo”. “E – confessa –

mi ha indignato l’astensionismo così alto, avendo io così a cuore la partecipazione ‘politica’”. “La bassa affluenza alle urne per le elezioni europee, non solo tra i giovani, è stato angosciante”,

conferma Giuseppe: “È come se non interessasse più partecipare, scegliere, incidere”. Lo conferma anche la sua esperienza da rappresentante degli studenti in Università: “Quando si sono svolte le ultime elezioni – spiega – sono stato eletto con 20 voti; bastava davvero poco per sbloccare i seggi, per via del regolamento didattico dell’Ateneo di Catania che, per ovviare all’abbassamento dell’affluenza al voto per gli organi interni, ha abbassato di molto la soglia per rimanere eletti”. “Anche questo fatto – commenta – dimostra che

c’è molto da fare sul tema della partecipazione

anche nei confronti della mia generazione, così come per quelle immediatamente precedente e successiva per

aumentare la consapevolezza di cos’è la democrazia, della grazia che abbiamo di vivere in uno Stato nel quale la forma di espressione politica è democratica”.

Un faro le parole di Mattarella. Ai giovani delegati è piaciuto molto l’intervento di apertura pronunciato dal Capo dello Stato. “È stato molto prezioso”, sottolinea Giuseppe. “È stato molto interessante quanto ha detto, offrendo spunti di riflessione su cosa sia oggi la democrazia e i rischi che potrebbe incontrare nella società odierna”, conferma Vincenzo Liistro, 29enne della diocesi di Siracusa e membro della Consulta giovanile che ha collaborato con il Comitato scientifico nell’organizzazione dell’evento triestino. “Parlare del tema della democrazia, anche nel contesto giovanile, non credo sia così semplice. Per questo è importante che in questi giorni ci sia stata data la possibilità di sviscerarlo in tutte le sue sfaccettature e nei vari ambiti”. E l’intervento del presidente della Repubblica ha, in qualche modo, orientato i lavori di questi giorni. Che “democrazia” e “partecipazione” non siano tra i trend topic della gioventù trova riscontro nell’esperienza di tanti: “Non sono molto affrontati nelle chiacchierate tra di noi, ma questo succede non solo ai giovani. Per quanto mi riguarda, in famiglia e con i parenti si parla di politica mentre con i coetanei universitari e lavoratori questo non succede”. Invece, ribatte Fabrizio, “nella mia cerchia di amici

quelli della democrazia e della partecipazione sono temi che affrontiamo; ci riguardano personalmente e ci coinvolgono”.

“In generale – aggiunge –, penso che ci sia tra i giovani un’attenzione verso questi temi”.

Si riparte da Trieste. “In questi giorni ho partecipato al gruppo su impresa, innovazione e sviluppo sostenibile ed è stato bello condividere la scelta delle sfide da affrontare per iniziare processi, ognuno lì dove vive. Lungo questa settimana

ho percepito forte l’invito a rimanere svegli, a continuare a guardare e osservare per poter capire come ognuno può fare la propria parte”,

rivela Ludovica. “Ho scelto di partecipare ai gruppi di lavoro dedicati alla comunicazione, al linguaggio da adottare certo che potesse servirmi nell’esperienza che vivo tra Catania e Ragusa”, racconta Giuseppe. Un tema molto sentito, come si è potuto registrare anche nei “Caffè in redazione” che i delegati – molti i giovani partecipanti – hanno vissuto con i giornalisti di Sir, Avvenire e Tv2000. “Nel mio laboratorio – racconta Ndreca – ci siamo focalizzati anche sul tema del raccordo istituzionale alto-basso ed è importante riflettere su come i giovani possano esserne interpreti, soprattutto quando è finalizzato all’inclusione sociale”. “Con il principio del pluralismo – rileva – si tutelano le minoranze, ma quali? Perché alcune vengono tutelate, altre no. C’è una discriminazione anche in questa categoria. Ci si dimentica sempre dei poveri, degli ultimi. E nel dialogo ci siamo detti che se non ci fosse la Chiesa che si occupa degli ultimi e degli emarginati sarebbe un problema perché manca un intervento statale, istituzionale”. “A partire dall’indice sulla povertà – la proposta – sarebbe auspicabile un dialogo, un raccordo tra la Chiesa e le istituzioni riguardo quest’ambito. Non ci scandalizza più per il numero di poveri e per quanti dormono per la strada, quasi come fosse la normalità. Serve ripartire da loro, non può farlo solo la Chiesa ma anche lo Stato deve intervenire”. Avvicinandosi al termine dell’esperienza, i giovani forniscono anche un paio di rilievi sull’organizzazione della Settimana sociale: “A Trieste si è persa un po’ la possibilità di apprezzare a fondo le buone pratiche, che si sono potute vivere meno rispetto a quanto successo a Taranto, dove era previsto nel programma un tempo per conoscere le diverse realtà ed esperienze”, osserva Isabella. Per Fabrizio

“è importante che continuino ad essere messi nella mani dei partecipanti strumenti e parole per fare e dire, per poter agire anche nei territori di appartenenza”.

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Settimana sociale a Trieste. Morandini: “Per una vera partecipazione chiamati a coltivare e custodire il Giardino”

“Conversione ecologica: energie per cambiare rotta”: è il tema di una delle Piazze della democrazia che è prevista nel programma dei delegati alla Settimana sociale di Trieste, il 4 luglio. Moderati da Simone Morandini, in Piazza Verdi, interverranno Giovanni Mori, Gabriella Chiellino, Chiara Francesca Di Tizio. Dopo la Settimana sociale di Taranto che ha avuto per tema “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso”, nell’appuntamento ospitato a Trieste dal 3 al 7 luglio, che è incentrato sul tema “Al cuore della democrazia”, si tornerà a riflettere sull’urgenza della conversione ecologica. Di questo parliamo con il moderatore della Piazza, Simone Morandini, direttore di Credere oggi e vicepreside dell’Istituto studi ecumenici di Venezia.

(Foto: Redazione)

A che punto siamo con la conversione ecologica

Molto si è fatto e molto si sta facendo sul piano della formazione, della presa di coscienza, del lavoro per modificare gli stili di vita nel segno della sostenibilità, al contempo molto rimane da fare specie a fronte dei dati sempre più preoccupanti che ci giungono in relazione alla crisi socio-ambientale e segnatamente in relazione al cambiamento climatico.

C’è un’urgenza che ci chiede di rafforzare ancora il nostro impegno, proprio in quanto comunità ecclesiale.

In occasione della “Piazza della democrazia” parlerete di “energie per cambiare rotta”: dove trovarle e a quale obiettivo puntare?

Il termine energia nel caso della Piazza assume una duplice valenza: da un lato, ci si riferisce alla necessità di potenziare le motivazioni che come soggetti della società civile e come comunità ecclesiale ci spingono a prenderci cura della Casa comune. Dall’altro, il riferimento all’energia è evidentemente centrale in quanto è alla protezione e all’uso dell’energia che sono associate gran parte delle emissioni clima alternanti, che devastano lo status climatico del nostro pianeta, per cui è chiaro che c’è un’attenzione particolare per questo ambito. Non a caso, nella Piazza della democrazia che avremo a Trieste, saranno presenti Gabriella Chiellino, imprenditrice ambientale, una delle prime laureate in Scienze dell’ambiente; Giovanni Moro dei Fridays for future, un’espressione della società civile che molto ha contribuito a portare l’attenzione su questo versante, Chiara Francesca Di Tizio, legata a Economy of Francesco, che si colloca a cavallo tra la società civile e il mondo di una imprenditoria sostenibilmente attenta. Racconteremo delle storie di impegno ambientale, in primo luogo, di queste tre persone che, pur con percorsi assai diversi, hanno esplorato e sostanziato in modo forte pratiche di conversione ecologica, pratiche di cambiamento di rotta. Accanto a questo proveremo a interrogarci su quali sono i passi ulteriori, le aree in cui più è necessario intervenire e anche, guardando al tema generale della Settimana, quali sono i soggetti che sono chiamati ad attivare una partecipazione e una responsabilità sul tema ambientale. Forse, una delle grosse difficoltà sotto la voce “transizione ecologica”, “questione ambientale”, “cura della Casa comune” è la grande varietà di ambiti, di impegni, di sfide socio-ambientali che tali voci racchiudono: fatalmente non possiamo che raccontare delle storie come dei percorsi per attraversare un territorio estremamente vasto.

Il fatto di parlare anche a Trieste di conversione ecologica, dopo Taranto, dipende proprio dal fatto che sono ancora tanti i passi da fare?

Sì e ce l’ha fatto capire anche Papa Francesco, che dopo pochi anni dall’enciclica Laudato si’ ha scritto di nuovo un testo di alta portata come l’esortazione apostolica Laudate Deum. Il motivo è chiaro: semplicemente perché in questi anni molto si è fatto, ma non abbastanza, certamente, a livello di comunità politica internazionale, ma anche nelle nostre comunità ecclesiali. Se davvero avessimo preso sul serio questa urgenza, già avremmo i pannelli solari sopra ogni chiesa e avremmo una formazione pervasiva agli stili di vita e alla spiritualità della creazione in ogni diocesi, in ogni comunità parrocchiale, addirittura. Non siamo ancora a questo livello anche se, ripeto, molto si è fatto e sono cose molto importanti.

Che impulso può venire dalla Settimana sociale di Trieste sul fronte della conversione ecologica e della questione ambientale?

Io credo che la cosa importante che potrà offrire la Settimana di Trieste su questo versante è soprattutto la sottolineatura dell’esigenza di integrare in profondità questa attenzione per la cura della Casa comune con il tema della partecipazione. Chiaramente, il tema della Settimana di Trieste non è quello di Taranto, ma questo non significa che la Settimana di Taranto sia alle nostre spalle. Al contrario, quanto elaborato in quella sede entra come un patrimonio da rielaborare, da ricollocare in questa attenzione per la partecipazione. In un tempo in cui una parte della comunicazione, anche istituzionale, cerca di convincerci che la questione ambientale sia una fake news o una costruzione di pochi interessati, al contrario

Trieste è chiamata a dire e a ribadire che la comunità cattolica italiana sa di essere chiamata a coltivare e a custodire il Giardino, per usare le parole del testo del secondo capitolo della Genesi.

Non dimentichiamo che la questione ambientale oggi è strettamente legata anche alle conseguenze che i cambiamenti climatici producono soprattutto sulle popolazioni più deboli, ledendo i loro diritti e impoverendole ancora di più. In questo senso curare la Casa comune garantisce anche la democrazia…

Oggi una matura adesione della comunità politica e della vita civile alla democrazia non può che partire da una chiara percezione che la polis è profondamente integrata con la physis, che la città degli uomini e delle donne ha le sue basi profondamente inserite nella natura, se queste basi si sgretolano la stessa città è a rischio, i diritti delle persone che la abitano sono a rischio, le possibilità di futuro per le prossime generazioni sono a rischio. È davvero una questione di vita o di morte. Stiamo scoprendo, probabilmente, e dovremmo farlo più velocemente, che una democrazia matura deve essere una democrazia attenta alla cura della Casa comune, attenta alla sostenibilità. Non è casuale che proprio su queste tematiche si terrà nei giorni immediatamente precedenti alla Settimana sociale di Trieste, dal 29 giugno al 2 luglio, nel Seminario vescovile di Bergamo, il congresso dei teologi moralisti, l’Atism, sul tema “Per il futuro della terra. Etica nell’Antropocene”.

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(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Avviso Pubblico finalizzato alla creazione di una masterclass di giovani compresi tra i 18 e i 34 anni per la partecipazione alle attività di laboratorio cine-reading e workshop gratuiti di contro narrazione cinematografica presso la mediateca civica Santa Sofia

Avviso Pubblico finalizzato alla creazione di una masterclass di giovani compresi tra i 18 e i 34 anni per la partecipazione alle attività di laboratorio cine-reading e workshop gratuiti di contro narrazione cinematografica presso la mediateca civica Santa Sofia.

Scadenza: entro e non oltre le ore 12:00 del 01.09.2024

(Fonte: Comune di Napoli – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Settimana Sociale a Trieste. Mons. Renna: “I cattolici diano speranza all’Italia, per la riforma costituzionale serve ampia partecipazione”

“I cattolici in Italia sono chiamati a dare speranza al Paese”. A pochi giorni dall’apertura della 50ª Settimana Sociale, in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio, parla l’arcivescovo di Catania e presidente del Comitato scientifico e organizzatore, mons. Luigi Renna.

Democrazia e partecipazione saranno al centro della 50ª Settimana Sociale di Trieste.
È un tema decisivo. In questi due anni di preparazione, il Comitato si è confrontato con gli esperti e con la Presidenza e la Segreteria generale della Cei per cogliere le urgenze del momento. E credo che la scelta sia stata profetica. Basti pensare all’astensionismo registrato nelle ultime elezioni europee o all’emergere di populismi e nazionalismi rispetto ai quali la Fratelli tutti ci mette in guardia. Siamo stati guidati dall’attenzione a una delle grandi questioni sociali di oggi, ovvero la partecipazione alla vita democratica, ma anche dalla Dottrina sociale della Chiesa con l’enciclica di Papa Francesco.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

A pochi giorni dall’appuntamento di Trieste che clima si respira, a suo avviso, nel Paese, anche alla luce delle recenti elezioni sia in Europa che in Italia 
C’è preoccupazione, perché il bene da tutelare non è privato ma comune. E il bene comune, ricordiamo la definizione che ne dà Gaudium et spes, è la possibilità data ai singoli e alla comunità di raggiungere il proprio fine. E sia singoli che comunità non possono essere circoscritti a una nazione perché, in un mondo globalizzato, quando parliamo di economia parliamo di diritti. Allora è importante avere uno sguardo lungimirante, che sia attento alle dinamiche democratiche, alle grandi questioni che riguardano l’inclusione. La Settimana Sociale, da questa edizione, non è più dei cattolici italiani ma dei cattolici in Italia. Migliaia di persone, provenienti dall’Europa e dal resto del mondo, vivono nel nostro Paese e danno il loro contributo alla costruzione del bene comune. Molti di essi sono cattolici, altri di diversa religione. Ma noi vogliamo parlare a tutti.

La questione democratica coinvolge il dibattito politico anche in Italia. Si è discusso molto, ad esempio, della riforma dell’autonomia differenziata da poco approvata.
I vescovi non hanno il compito di votare in Parlamento o di fornire indicazioni di partito ma quello di formare le coscienze. Nel momento in cui parlano ai cattolici e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, però, pongono l’attenzione su questioni che riguardano tutti. E quando i vescovi hanno messo in evidenza i pericoli legati ad alcuni punti critici della legge sull’autonomia differenziata, da una parte hanno rappresentato l’episcopato, dall’altra hanno dato voce alle tante persone che ponevano l’attenzione sulle possibili ricadute che questa legge poteva avere in alcuni settori della vita pubblica e sociale del Paese.

Il Parlamento sarà chiamato anche a confrontarsi con una riforma costituzionale, quella del premierato.
La Riforma costituzionale deve poter contare su un’ampia partecipazione. È una situazione che oggi potrebbe essere favorevole ad alcune maggioranze, domani ad altre. Ed è fondamentale che su questioni così importanti ci si dia tempo di riflessione e spazio di confronto. La democrazia deve tenere conto anche degli avversari politici, che non sono nemici del bene comune.

Una politica, dunque, che non deve avere paura del confronto?
La democrazia ha bisogno di una visione della persona e dello Stato. Quando si parla di persona ci si riferisce a ciascun uomo con i propri diritti. La solidarietà, l’inclusione, la sussidiarietà e la libertà devono essere garantiti. Le procedure politiche devono rispondere al principio di democrazia e di larga partecipazione, che contrastano con una visione e una concezione delle procedure personale. Si può avere maggiore efficienza, ma questa non può essere ottenuta a discapito della democrazia e della partecipazione. Per questo, a mio avviso, è necessario un dialogo aperto tra cattolici di schieramenti diversi.

Cosa si aspetta da Trieste?
Che sia messo da parte il clima di rassegnazione, che tante volte ci porta alla conta dei numeri e a uno sguardo nostalgico del passato. I cattolici in Italia si rendano conto che sono chiamati a dare speranza al Paese, perché sono già presenti dove si amministra e si costruisce il bene comune. Hanno bisogno di dialogare maggiormente, perché il dialogo tante volte manca, e di essere meno prigionieri delle visioni politiche, ricordando che c’è qualcosa di più grande che ci unisce.

Quali saranno i momenti chiave della Settimana Sociale?
La Settimana Sociale sarà caratterizzata dalle piazze della democrazia, luoghi in cui si farà discernimento su alcune questioni che riguardano tutti. Questo discernimento è l’applicazione dei tre passaggi che caratterizzano la dottrina sociale della Chiesa: vedere, giudicare e agire.

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Giovani e società. Lozzi (dirigente scolastico): “Dalla cura alla partecipazione”

Affrontare il tema della partecipazione giovanile alla vita della scuola e della società, significa parlare di cittadinanza attiva, di partecipazione alla vita democratica, come stabilisce la Costituzione all’art. 117: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”. Ma come si possono coinvolgere i ragazzi in maniera libera e significativa ad una partecipazione attiva a scuola Come si costruisce un sistema di partecipazione? Da dove si inizia

(Foto Ic Ennio Morricone, Roma)

Quando nel 2019 sono arrivato nell’istituto Ennio Morricone, che all’epoca portava il nome della strada in cui è ubicato, via Belforte del Chienti, ho trovato una situazione complessa, con molti ragazzi ripetenti, dell’età compresa tra i 13 ed i 15 anni che stazionavano nelle varie classi della scuola secondaria di primo grado. Si registravano molti casi di dispersione scolastica di ragazzi che frequentavano saltuariamente le lezioni o erano presenti a scuola ma senza alcun tipo di coinvolgimento. Cos’era la scuola per questa realtà?

Bisognava ritrovare un’identità di scuola quale luogo di incontro e di confronto, di crescita e di formazione, ma soprattutto occorreva costruire relazioni autentiche, attraverso cui recuperare la fiducia ed un clima sereno in cui poter innescare percorsi di apprendimento mirati.

Cura e ascolto. Si è ritenuto necessario, con il collegio dei docenti, di ripartire dalla parola “cura”. La cura degli ambienti, con l’intento di creare spazi accoglienti ed inclusivi. La cura dell’innovazione, con percorsi di formazione continua rivolti al personale. Ma prioritariamente la cura della persona e delle relazioni, tra il personale scolastico, con le famiglie, con il territorio e soprattutto con gli studenti.

Era necessario dedicare loro del tempo per l’ascolto,

quindi sono stati attivati spazi di ascolto con psicologi esperti, è stato creato il Consiglio dei ragazzi con l’elezione di due sindaci ed è stato favorito un maggior dialogo con gli insegnanti, anche sostituendo la sanzione disciplinare della sospensione con servizi utili alla comunità scolastica. Per promuovere il coinvolgimento degli studenti, si è focalizzata l’attenzione sui loro punti di forza facendo leva sulla motivazione generata dalla passione:

ognuno di loro custodisce un sogno, un desiderio, una passione per qualcosa e far emergere il desiderio di realizzarlo rappresenta una motivazione determinante.

Abbiamo cercato di far capire loro che ognuno rappresenta una risorsa per se stesso e una possibilità di arricchimento per tutti. In una comunità ognuno ricopre un ruolo, che è unico ed irrepetibile, e se manca l’apporto anche di un solo ragazzo, mancherà sempre qualcosa. Sono stati elaborati percorsi sportivi, di fotografia, cinema, teatro, musica, sostegno allo studio pomeridiano, scrittura creativa, lingua inglese con esame Trinity, scacchi, pittura, è nata la Web radio, il giornalino digitale. Si è fatto in modo che il percorso di crescita dei tre anni di scuola secondaria venisse valutato in quanto tale, come crescita della persona in tutti i suoi aspetti, secondo competenze e conoscenze acquisite in ambito formale, non formale e informale, attraverso il riconoscimento dei crediti scolastici per attività certificate (sport, volontariato, associazionismo, partecipazione a percorsi proposti dalla scuola in orario extrascolastico). L’Ic Ennio Morricone ha promosso molteplici collaborazioni con associazioni sportive, musicali, culturali e con gli istituti superiori, per favorire percorsi di orientamento, di sostegno allo studio, motivazionali ed in generale un ampliamento della propria offerta formativa. Oggi la scuola è aperta tutti i giorni fino a sera, punto di riferimento in un territorio complesso, per offrire ad ogni ragazzo percorsi educativi e formativi attraverso la cooperazione con il Terzo Settore, e un’idea di scuola aperta ed accogliente, che pone la persona al centro del processo formativo.



Un nome e un’identità. Questa è la visione di scuola che si è cercato di costruire in questi anni, e che ci ha condotti all’intitolazione dell’istituto al maestro Ennio Morricone, per assumere un proprio nome ed una propria identità. Questa idea di scuola favorisce la partecipazione di ogni studente alla vita scolastica, poiché ognuno si sente personalmente coinvolto e parte di una comunità. Gli sforzi compiuti per costruire un sistema che coinvolga i ragazzi e ne favorisca la partecipazione sono stati molti, sempre nel rispetto della volontà di ogni studente, al quale resta la libera scelta di partecipare attivamente oppure di fare altre scelte: anche questa è educazione alla democrazia. Esercizio di democrazia.

(*) dirigente scolastico dell’Ic “Ennio Morricone” di Roma

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SERVIZIO PUBBLICO A CASERTA: Grande partecipazione agli incontri di Michele Santoro in Campania






Grande partecipazione agli incontri di Michele Santoro in Campania


Caserta/Napoli- Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 29 maggio, Michele Santoro, cofondatore con Raniero la Valle del movimento “Pace, terra e dignità” che si candida alle prossime elezioni europee dell’8 e 9 giugno, ha fatto tappa in Campania.
Nel pomeriggio, puntualissimo alle 17.30, è stato a Caserta. L’incontro si è tenuto in piazza Dante, al Circolo Nazionale. Sostenitori, simpatizzanti e tanti cittadini lo hanno accolto ed hanno ascoltato per più di un’ora il suo monologo per la pace, contro la guerra.
SE VUOI LA PACE VOTA LA PACE la parola d’ordine che sta portando in giro per l’Italia, per raccontare quello che altri non raccontano, per squarciare il velo di omertà su ciò che non viene detto dai media “ufficiali”. Questa la narrazione che sta portando avanti da mesi, utilizzando come chiavistello parole comuni che lui definisce proibite, parole come lavoro, diritti, pace, genocidio.


Dopo Caserta è stata la volta di Napoli, al teatro Sannazaro.
Qui con lui presenti alcuni candidati della circoscrizione SUD: l’avvocato Domenico Ciruzzi, il sociologo Pino Arlacchi, grande amico di Giovanni Falcone e la giovane palestinese Noor Shihadeh.
Durante la serata è stato proiettato il video messaggio di Piergiorgio Odifreddi, illustre matematico anche lui candidato nella lista della pace.–

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Roma. Politica e Lavoro, Cerreto (FdI): proposta CISL su partecipazione lavoratori a impresa

Lopa e Catapano: “Un passo importante per risolvere il conflitto tra governo e sindacati puntando sul dialogo sociale“.

La legge di iniziativa popolare sostenuta da 400mila firme promossa dalla Cisl, nonché i progetti di legge presentati anche da Fratelli d’Italia, rimettono al centro del dibattito politico il grande tema della partecipazione dei lavoratori all’ impresa nello spirito della concreta attuazione dell’art. 46 Costituzione.

Questo tema può essere la grande occasione per rilanciare un modello vincente e partecipativo in grado di superare dicotomie per certi versi non più attuali. Impresa e lavoratori possono convergere in un destino comune fondato su basi partecipative nelle molteplici declinazioni che questo principio ci offre. Ha commentato così Marco Cerreto, di Fratelli d’Italia, componente della Commissione d’inchiesta sulla sicurezza del lavoro e Capogruppo Commissione Agricoltura, sulla presentazione della proposta di iniziativa popolare promossa dalla Cisl e in esame in Commissione lavoro.

Un passo importante per risolvere il conflitto tra governo e sindacati puntando sul dialogo sociale, in modo da assorbire tutte le questioni in essere, in un accordo generale, che può rappresentare, una delle possibili soluzioni per uscire dall’impasse che spesso paralizzano, i rapporti tra le parti sociali.

Cosi, a margine dell’iniziativa, gli esponenti Partenopei di FdI, Rosario Lopa e Alfredo Catapano.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

Campania. Cerreto (FdI) elogia la proposta CISL sulla partecipazione dei lavoratori all’impresa

Lopa e Catapano: “Un passo importante per risolvere il conflitto tra governo e sindacati puntando sul dialogo sociale”.

“La legge di iniziativa popolare sostenuta da 400mila firme promossa dalla Cisl, nonché i progetti di legge presentati anche da Fratelli d’Italia, rimettono al centro del dibattito politico il grande tema della partecipazione dei lavoratori all’ impresa nello spirito della concreta attuazione dell’art. 46 Costituzione. 

Questo tema può essere la grande occasione per rilanciare un modello vincente e partecipativo in grado di superare dicotomie per certi versi non più attuali. Impresa e lavoratori possono convergere in un destino comune fondato su basi partecipative nelle molteplici declinazioni che questo principio ci offre”.

Ha commentato così Marco CERRETO, di Fratelli d’Italia, componente della Commissione d’inchiesta sulla sicurezza del lavoro e Capogruppo Commissione Agricoltura, sulla presentazione della proposta di iniziativa popolare promossa dalla Cisl e in esame in Commissione lavoro.

Un passo importante per risolvere il conflitto tra governo e sindacati puntando sul dialogo sociale, in modo da assorbire tutte le questioni in essere, in un accordo generale, che può rappresentare, una delle possibili soluzioni per uscire dall’impasse che spesso paralizzano, i rapporti tra le parti sociali.

Cosi, a margine dell’iniziativa, gli esponenti Partenopei di FdI, Rosario LOPA e Alfredo CATAPANO.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)