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Mondragone. ‘Beccato’ con numerose dosi di stupefacente: arrestato ‘rapper’ tunisino 24enne

È stato bloccato in una delle abitazioni di via Razzino a Mondragone, presso i cosiddetti palazzi Cirio, il rapper 24enne, di origini tunisine, che dovrà rispondere di produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti o psicotrope.

I carabinieri della Sezione Operativa del Reparto Territoriale di Mondragone, poco dopo le 18.00 di martedì, durante un servizio antidroga, hanno notato un viavai sospetto di giovani tossicodipendenti provenire dallo stabile abitato dal 24enne, ed hanno proceduto, nell’immediato, all’accesso e controllo della struttura.

I militari in abiti civili, che per primi hanno effettuato l’accesso alle scale che conducono agli appartamenti, hanno sorpreso tre giovani che non riconoscendoli quali carabinieri, gli hanno intimato di fermarsi subito e di rispettare la fila visto che loro avevano già pagato ed erano in attesa di ricevere lo stupefacente.

Dopo aver ricevuto l’amara sorpresa ed aver scoperto che i giovani in fila non erano acquirenti ma carabinieri, sono stati bloccati ed identificati.

Gli avventori hanno riferito di aver consegnato del denaro ad un ragazzo e che questi era salito al secondo piano per prendere la droga che gli avevano ordinato.

Avuto accesso al piano superiore i carabinieri hanno sorpreso nel corridoio il rapper 24enne, già noto alle forze dell’ordine, che stringeva tra le mani due involucri termosaldati contenenti dosi di cocaina e crack.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

‘AIR Campania’. Numerose assunzioni, anche a stretto giro, nel comparto dei trasporti pubblici: qui i dettagli

Air Campana, la “nuova” azienda che gestisce un gosso volume di servizi di trasporto in ambito regionale, ha bisogno di nuovo personale, che pertanto ricerca con vari bandi pubblici.

Per conoscerne i dettagli essenziali alla partecipazione ai vari bandi e in particolare le scadenze, alcune delle quali anche imminenti, clccare sulla foto oppure sul seguente link:

 

https://pubblica-amministrazione.apisjob.it/?selezioni&fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTAAAR16HPPRfVm1HYivuyGCzpRogfMGAAKQN-p1nWAzyMmdWUTvcmmbf2m-tsM_aem_Af9WLFxnJz9llsdfNY5cc-fODrK4xJnjKwk-mA7fCjCcCDPoqM18uq683jFT6mBZ7gNzJJ92l4rrxxc0xp_y7Ynd/

(Ines D’Angelo – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web© Diritti riservati all’autore)

Italia. Green e sostenibilità: occorrono nuove regole, numerose aziende sono a rischio paralisi

Simone Sorbo (MiaSuite): Non solo rinnovabili, puntare su trasporti ecologici e riduzione rifiuti

Il green deal e la sostenibilità non sono solo parole prive di significato. Un’azienda, una società, un mondo che si vuol definire all’avanguardia, non può esimersi da quella che è la vera, unica e importantissima sfida per gli anni futuri”. Lo ha affermato Simone Sorbo (nella foto), direttore marketing di MiaSuite, azienda leader nell’e-commerce di materassi.

L’Unione Europea e diversi Paesi – continua Sorbo – si stanno già muovendo in questo senso. Ma è necessario uniformare le leggi in tutte le nazioni del vecchio continente. La Francia, ad esempio, ha già applicato nuove regole, la Germania ne ha seguito l’esempio. In Italia, invece, al momento siamo ancora indietro. Una situazione paradossale che può perfino paralizzare alcune aziende, in favore di altre, e alcuni mercati”.

La strada maestra – sottolinea – è quella di porre l’attenzione sull’attività green. Bisogna ridisegnare e ristrutturare non solo l’approvvigionamento energetico di cui si parla tanto negli ultimi tempi, ma l’intera filiera. I sistemi di produzione, i materiali e finanche il sistema di trasporto. Non serve a nulla produrre con energia proveniente da fonti rinnovabili se il prodotto finito arriva al consumatore finale tramite camion e mezzi ultra inquinanti. Ma questo riguarda anche il recupero degli articoli ormai dismessi”.

Nel nostro sistema produttivo abbiamo sempre cercato di utilizzare e ottimizzare i costi di logistica e quelli legati al trasporto e di agevolare lo smaltimento dei prodotti. Dato che i materassi sono oggetti molto ingombranti abbiamo sempre cercato, attraverso dei macchinari e grazie al processo di sottovuoto, di compattarli e avere rispetto dell’ambiente. Da questo nasce poi l’esigenza, dato che siamo trasformatori e non produttori di materie prime, di accordi con una selezione dei nostri partner, dei nostri fornitori, che ci possano offrire, dove è possibile, materie prime sostenibili fatte di materiali riciclabili. Si può e si deve, quindi, puntare anche sul riutilizzo, dare ai materassi e ai materiali una seconda vita. La parola chiave quindi, è evitare gli sprechi. L’automazione e la robotica, come tutte le nuove tecnologie, in questo ci stanno aiutando”, spiega Sorbo.

Fondamentali – conclude Sorbo – saranno gli investimenti e la ricerca che nel futuro ci consentirà l’utilizzo di prodotti riciclabili al 100%. Sicuramente non nel breve termine, ma nel lungo periodo è ipotizzabile che un materasso, per esempio, possa diventare totalmente riutilizzabile. Ci si può arrivare. Nel breve periodo l’obiettivo è riutilizzare tutti gli avanzi di produzione”.

Un approccio innovativo, green, che ha già iniziato a produrre i suoi effetti. Grazie all’attenzione all’ambiente e alle pratiche sostenibili, Altroconsumo, una delle più importanti organizzazioni di consumatori in Italia, ha premiato il materasso di MiaSuite, modello Enduro, con il sigillo di “Migliore scelta green”.

(Comunicato Stampa – Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

CASERTA. AGGREDISCE CON SCHIAFFI E PUGNI LA FIGLIA AL SESTO MESE DI GRAVIDANZA. 47ENNE ARRESTATO DAI CARABINIERI.A STEL VOLTURNO (CE). “DROGA SHOP” IN AUTO. 26ENNE ARRESTATO DAI CARABINIERI.SAN MARCELLINO (CE). NASCONDEVA IN CASA NUMEROSE ARMI E OLTRE 300 DOSI STUPEFACENTE. 54ENNE ARRESTATO DAI CARABINIERI.






CASERTA. AGGREDISCE CON SCHIAFFI E PUGNI LA FIGLIA AL SESTO MESE DI GRAVIDANZA. 47ENNE ARRESTATO DAI CARABINIERI.

Doveva essere un 8 marzo tranquillo per la 19enne al sesto mese di gravidanza, ma così non è stato. Nel tardo pomeriggio di ieri ha composto il numero di emergenza “112” e, con voce tremante, ha chiesto aiuto ai Carabinieri denunciando di essere stata violentemente picchiata, per futili motivi, dal proprio padre alla presenza della figlia di appena un anno e della sorella minore.

L’operatore della Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Caserta ha immediatamente inviato, all’indirizzo segnalato, la pattuglia del Nucleo Operativo e Radiomobile in servizio in quel settore cittadino.

Giunti sul posto, i militari dell’Arma hanno trovato la giovane donna visibilmente scossa ed intimorita per quanto appena accaduto in compagnia del padre 47enne ancora intento ad inveire violentemente contro di lei.

L’uomo, particolarmente agitato ed in evidente stato di alterazione psicofisica dovuta all’abuso di alcolici, ha minacciato la figlia di morte anche in presenza dei carabinieri che, con non poca fatica sono riusciti a calmarlo e a sedare la lite.

La vittima, soccorsa da personale sanitario del servizio “118“, fatto intervenire presso l’abitazione, è stata accompagnata al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Caserta per le cure necessarie.

Subito dopo la stessa ha formalizzato la denuncia nei confronti del genitore, riferendo che lo stesso, in preda ad un attacco d’ira, senza fornire alcuna spiegazione, l’aveva picchiata violentemente con schiaffi e i pugni sia al volto che in altre parti del corpo.

Inoltre ha denunciato che i comportamenti violenti, le percosse e le minacce poste in essere dal padre, sia nei suoi confronti che della sorella minore e della madre perduravano ormai da tempo e che non erano mai stati formalmente denunciati.

I militari dell’Arma, a seguito degli immediati accertamenti hanno accompagnato il 47enne in caserma, dove è stato arrestato tradotto presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Dovrà rispondere di maltrattamenti contro familiari conviventi.

 

CASTEL VOLTURNO (CE). “DROGA SHOP” IN AUTO. 26ENNE ARRESTATO DAI CARABINIERI.

È stato intercettato a bordo della sua Peugeot 108 mentre, la notte scorsa, percorreva a velocità sostenuta la ss 7 quater, a Castel Volturno. Il 26nne, con il suo atteggiamento spavaldo ha insospettito i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile del Reparto Territoriale di Mondragone che, dopo averlo affiancato, gli hanno intimato l’alt all’altezza dell’incrocio con via Nuova di quel centro.

Sin dalle prime fasi del controllo il giovane si è subito mostrato intollerante nei confronti dei militari che, dopo averlo identificato, lo hanno sottoposto a perquisizione personale e veicolare.

Sono bastati pochi minuti ai carabinieri, per rinvenire, all’interno dell’abitacolo, un vero e proprio “droga shop” costituito da diverse tipologie di stupefacenti e attrezzature per lo smercio.

Sono intatti stati trovati e sequestrati, 34,85 grammi di cocaina, 128,31 grammi di hashish, 75 grammi di marijuana, un bilancino elettronico di precisione, due smartphone con relative sim card e la somma in contanti pari a € 1.050,00 in banconote dii vario taglio.

In uno dei portaoggetti dell’auto, inoltre, sono state rinvenute numerose bustine in cellophane utilizzate per il confezionamento e la cessione delle dosi.

Il 26enne, già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato e accompagnato presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. Dovrà rispondere di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

SAN MARCELLINO (CE). NASCONDEVA IN CASA NUMEROSE ARMI E OLTRE 300 DOSI STUPEFACENTE. 54ENNE ARRESTATO DAI CARABINIERI.

Numerose armi, munizioni e circa 300 dosi di hashish e marijuana, con tanto di bilancino di precisione e materiale per il confezionamento, sono state rinvenute e sequestrate dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta, nel corso di una perquisizione eseguita presso l’abitazione di un agricoltore a San Marcellino, nel casertano.

L’arsenale, che comprende un fucile con canne mozzate e calcio modificato, pronto all’uso, tre fucili con canne singole e sovrapposte, tutti risultati oggetto di furto, una pistola scenica modificata e oltre a 150 munizioni di vario calibro, è stato rinvenuto in vari locali dell’abitazione e delle sue immediate pertinenze occultato in tubi in plastica e avvolto in buste in cellophane, in buono stato d’uso e conservazione.

L’uomo, un 54enne del luogo, non è stato in grado di fornire alcuna giustificazione valida circa il possesso delle armi.

I Carabinieri hanno proceduto, nell’immediato, al suo arresto in flagranza di reato per detenzione illegale di armi e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Contestualmente è stato deferito in stato di libertà, per i medesimi reati, anche un familiare convivente.

Il 54enne è stato accompagnato presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere dove è stato posto a disposizione della competente autorità giudiziaria.

(Fonte: Cronache Agenzia Giornalistica – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Napoli. ACLI metropolitane: congresso con numerose autorità sabato 16 a S.Anna dei Lombardi

Sabato 16 dicembre il congresso delle Acli di Napoli: tra gli ospiti il vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, il presidente nazionale delle Acli Emiliano Manfredonia, il presidente di Alleanza contro la Povertà Antonio Russo.

“Politiche sociali e politiche per il Mezzogiorno: il terzo settore motore del cambiamento” è il titolo del XXIX congresso provinciale delle Acli Metropolitane di Napoli, che sarà celebrato nella sagrestia del Vasari del complesso monumentale di Sant’Anna in Lombardi, in piazza Monteoliveto 4, sabato 16 dicembre, con inizio alle 9.30.

L’associazione dei lavoratori cristiani partenopea, dunque, torna a congresso dopo quattro anni. Con oltre diecimila soci di sistema, oggi le Acli di Napoli sono più forti e visibili sul territorio metropolitano, pronte a dare un contributo sempre maggiore allo sviluppo dei territori ed alla discussione in materia di lavoro, welfare, solidarietà insieme ai 45 circoli disseminati su tutto il territorio insieme agli sportelli di patronato e centri di assistenza fiscale.

Tra gli ospiti del congresso, il vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, il presidente nazionale delle Acli Emiliano Manfredonia, il presidente di Alleanza contro la Povertà e vicepresidente nazionale delle Acli Antonio Russo, il portavoce regionale del Forum del Terzo Settore Giovanpaolo Gaudino.  Per il Comune di Napoli porteranno i saluti l’assessore al bilancio Pierpaolo Baretta su delega del sindaco Gaetano Manfredi ed il presidente del Consiglio Comunale Enza Amato. Sono invitati a dare il proprio contributo esponenti del mondo politico, sindacale e del terzo settore nazionale, regionale e metropolitano, oltre ai rappresentanti delle Acli delle province campane.

Gli oltre cento delegati congressuali eleggeranno il consiglio provinciale dell’associazione, che, a gennaio, eleggerà il nuovo presidente provinciale, il quale prenderà il posto di Maurizio D’Ago, che non si ricandiderà per un secondo mandato. “Sono stati quattro anni ricchissimi, belli e difficili, in cui abbiamo affrontato l’emergenza Covid-19, ma anche tutta la fase della necessaria ripresa, che ci ha visti protagonisti di battaglie per limitare la povertà imperante a Napoli e nel Paese. – afferma D’Ago – Siamo pienamente convinti che, in questa fase storica, il terzo settore debba trasformarsi in motore di cambiamento per le nostre comunità, promuovendo la cittadinanza attiva e la solidarietà”.

(Michele M. Ippolito – Comunicato Stampa –  Elaborato – Archiviato in #TeleradioNews © Diritti riservati all’autore)

La vera partita

È soltanto un gioco. Chissà quante volte lo abbiamo detto e quante volte abbiamo pensato al gioco come a qualcosa di poco importante, superficiale. Non è così. Il gioco, soprattutto quando si parla di sport, è un allenamento alla vita. Per giocare bene, e quindi divertirsi, occorre seguire regole, prepararsi, concentrarsi, osservare gli alti e interagire. Così come nella vita, che è sempre un gioco di squadra. Lo sport ci insegna tutto questo, ci insegna il valore dell’allenamento (che è un altro modo per dire educazione), ci insegna a farci aiutare dai nostri educatori (che è un altro modo per dire “fiducia” nelle persone che hanno più esperienza di noi) e ci insegna a stare con gli altri mettendo insieme le differenze, nella convinzione che questo sia il vero punto di forza (l’inclusione). In queste settimane sono tante le iniziative che ci parlano di sport e di educazione, dal recente Sport in piazza, vetrina delle numerose attività sportive e associazioni presenti sul territorio, al Torneo don Oreste Benzi che si giocherà domenica prossima. E sarà una festa. Al di là dei risultati, del podio, della performance. Perché la vera vittoria è un’altra. Poi lo sport è anche competizione, risultato, classifica, vittoria, sconfitta. Ed è normale che sia così. Ad alti livelli diventa anche business e spettacolo. E non necessariamente tutto questo è negativo. Certo è che se a prevalere sono questi ultimi elementi, cresce in modo esponenziale il rischio di perdere di vista tutto il resto. Che è la parte più importante. E allora sì, la partita è persa.

(Fonte: AgenSIR – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Arrestato per tentato furto aggravato l’autore di numerose spaccate – Questura di Parma

Parma – Nella notte tra il 7 e l’8 settembre le Volanti della Polizia di Stato di Parma hanno proceduto all’arresto, in flagranza di reato, di un soggetto dedito alle spaccate ai danni degli esercizi commerciali di questo centro.

L’intervento è nato a seguito della chiamata, giunta all’utenza 113, del personale in servizio di vigilanza al centro commerciale “Euro Torri” che segnalava la presenza di un soggetto, all’interno di un bar ubicato nel centro commerciale.

Più precisamente la guardia giurata riferiva che tale soggetto era stato individuato a seguito dell’attivazione dell’allarme in funzione presso il bar sopra citato e che, alla richiesta di chiarimenti in ordine alla sua presenza in loco, estraeva dallo zaino che aveva con sé un tablet e un paio di occhiali, ammettendo di averli prelevati poco prima dal bar, non avendo trovato nulla all’interno delle casse dell’esercizio.

Giunti immediatamente sul posto, gli uomini delle Volanti hanno riconosciuto subito l’uomo, in quanto noto a questi uffici per essere un autore seriale di spaccate ai danni di numerosi esercizi commerciali di questo centro, talune perpetrate anche in compagnia di una donna recentemente sottoposta anch’ella alla misura della custodia cautelare in carcere.

Svolti i primi accertamenti, grazie anche alla collaborazione del personale di vigilanza in servizio presso il centro commerciale, gli operatori di polizia hanno atteso l’arrivo della titolare del bar, che, una volta giunta sul posto, ha riconosciuto, senza alcuna ombra di dubbio, come propri, il tablet e gli occhiali precedentemente prelevati dall’uomo. 

Condotto in Questura, il soggetto è stato sottoposto agli accertamenti di rito e, identificato per un cittadino italiano classe 1988, con diversi pregiudizi di polizia a carico per reati inerenti gli stupefacenti e contro il patrimonio, è stato sottoposto all’arresto.

Nella giornata di ieri l’A.G. ha convalidato l’arresto disponendo la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla p.g.

(Fonte: Polizia di Stato – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Donna assume numerose compresse antinfiammatorie ,tante da interrompere la gravidanza.

Nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale
di Napoli Nord, nella mattinata odierna i Carabinieri della Compagnia di Casal di
Principe hanno dato esecuzione ad un provvedimento di fermo del PM nei confronti
di una donna, di anni 40, raggiunto da gravi indizi di colpevolezza per il reato di
infanticidio, commesso in Casal di Principe nei pressi di un’abitazione sita in via San
Nicola, nella tarda serata del 2 agosto 2023.
La donna, di origini Marocchine irregolare in Italia, avrebbe assunto numerose
compresse di un farmaco normalmente utilizzato come antinfiammatorio, che le
avrebbe causato l’interruzione della gravidanza e la susseguente espulsione del feto di
circa 20 settimane.
Soccorsa dai sanitari del 118 nelle immediate vicinanze dell’abitazione, l’odierna
indagata è stata trasportata presso l’ospedale di Aversa dov’è rimasta in osservazione
fino alla mattinata odierna.
Le indagini, affidate ai Carabinieri della Compagnia di Casal di Principe e dirette
dalla Procura di Napoli Nord, si sono immediatamente focalizzate sull’attività di
sopralluogo e repertamento delle tracce biologiche presso l’abitazione della donna e
sull’analisi dei contenuti di alcune chat whatsapp che sarebbero state contestate,
all’odierna indagata, direttamente in sede di interrogatorio. Il quadro emerso risulta,
allo stato attuale, quello di un’assunzione volontaria del farmaco da parte della donna
con l’intento preciso di interrompere la gravidanza.
Sono in corso ulteriori accertamenti finalizzati a ricostruire l’intera dinamica
dell’evento occorso, anche con riguardo all’identificazione del padre del feto e di
eventuali soggetti correi.

L’articolo Donna assume numerose compresse antinfiammatorie ,tante da interrompere la gravidanza. proviene da BelvedereNews.

(Fonte: BelvedereNews – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Lancia oggetti in strada e minaccia di morte i poliziotti che trovano in casa numerose armi bianche. Arrestato – Questura di Genova

armi bianche

Rapallo, ieri ore 01.45

La scorsa notte i poliziotti del Commissariato di Rapallo hanno arrestato un 19enne per i reati di resistenza, violenza, minaccia e lesioni a P.U., denunciandolo altresì per gettito pericoloso di cose.

A richiedere l’intervento della Polizia alcuni cittadini svegliati nel cuore della notte dalle urla di tre giovani che stavano litigavano; in particolare uno di questi, affacciato ad una finestra del primo piano di uno stabile, aveva cercato di colpire gli altri due in strada scagliando contro di loro oggetti di porcellana, vasi e bicchieri. Gli agenti, una volta sul posto, hanno effettivamente trovato per terra numerosi cocci rotti ma nessuna traccia dei litiganti. Poco dopo, dalla finestra, si è affacciato il 19enne in evidente stato d’ebbrezza alcolica, il quale ha riferito di aver avuto un diverbio con il fratello ed un cugino, aggiungendo una serie di improperi nei confronti dei poliziotti, esprimendo così il suo disappunto circa il loro intervento.

Gli operatori, dopo aver verificato le generalità del giovane, hanno espresso l’intenzione di controllare l’interno dell’appartamento scatenando la sua rabbia che ha sfogato nell’ennesimo lancio dalla finestra del telefono cellulare. Mentre gli agenti si apprestavano ad entrare in casa, ha cominciato a distruggere tutti gli arredi della cucina, minacciando di morte i presenti, tra cui la mamma in evidente stato di shock. Nonostante la violenta resistenza opposta durante la quale ha cagionato ad un operatore lesioni giudicate guaribili in 5 giorni, il giovane è stato bloccato e accompagnato in Commissariato. Dopo un controllo più approfondito nell’abitazione, gli agenti hanno trovato e sequestrato alcuni oggetti occultati nelle varie stanze, tra cui  una spada in acciaio, 2 mazze da baseball, 20 coltelli, un’accetta in metallo e 4 tirapugni.

Questa mattina sarà giudicato con rito direttissimo. Rimane salva la presunzione di innocenza  sino alla condanna definitiva.


(Fonte: Polizia di Stato – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Eseguita una misura cautelare a carico di un 25enne italiano, gravemente indiziato di aver commesso numerose rapine nel territorio lidense. -VIDEO- – Questura di Roma

Misura emessa dal GIP al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma

Gli agenti della Polizia di Stato del X Distretto Lido, nella mattinata scorsa, hanno eseguito un’Ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura capitolina, nei confronti di E.C, romano di 25 anni, già conosciuto alle forze dell’ordine, poiché gravemente indiziato di aver commesso svariate rapine.

Le modalità violente, riscontrate nei vari episodi che gli vengono contestati, ovvero l’utilizzo del coltello e di violenza fisica, avevano destato allarme sociale nel territorio di Acilia.

Il provvedimento è stato notificato dagli investigatori direttamente in carcere, in quanto lo stesso si trovava già lì poiché era stato arrestato, pochi giorni prima, da un poliziotto del Distretto Lido, che stava effettuando le ricerche del soggetto in quanto fuggitivo, poiché, associato agli arresti domiciliari per un’altra rapina, era evaso e si era sottratto, fuggendo, al successivo provvedimento di aggravamento con la custodia in carcere.

Al momento sono 3 le rapine nelle quali è stato riconosciuto quale presunto autore: il 27 aprile scorso avrebbe aggredito un giovane fuori da un bar e, per sottrargli il portafogli, lo avrebbe colpito causandogli diverse fratture ed una prognosi di 20 giorni; successivamente il 18 maggio avrebbe aggredito una coppia di ragazzi presso la fermata della metropolitana “Acilia” della Roma-Lido, accoltellando il ragazzo ad una spalla e rapinando la ragazza dei soldi che aveva,  per poi fuggire; e poi ancora il 23 maggio, nella zona di Piazza Capelvenere, sotto la minaccia di un coltello, avrebbe rapinato un ragazzo del cellulare.

Ma ancora altre sono le rapine per le quali gli investigatori del Distretto Lido di Roma stanno effettuando scrupolose indagini.

Ad ogni modo l’indagato è da ritenere presunto innocente, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.  

 

VIDEO

(Fonte: Polizia di Stato – News archiviata in #TeleradioNews ♥ il tuo sito web © Diritti riservati all’autore)

Livorno: eseguite cinque misure cautelari e indagate numerose persone tra medici e infermieri per corruzione

La Polizia di Stato di Livorno ha eseguito cinque misure cautelari e indagato numerose persone tra medici e infermieri per corruzione.Sono questi  i risultati di un’articolata attività investigativa, diretta dalla Procura della Repubblica di Livorno e condotta dai poliziotti della Squadra Mobile, avviata nell’estate scorsa e le cui risultanze hanno determinato il G.I.P. presso il Tribunale di Livorno ad emettere un’ordinanza con l’applicazione di misure cautelari coercitive ed interdittive nei confronti di alcuni medici ed infermieri in servizio presso la sede livornese del S.A.S.N. (“Servizio Assistenza Sanitaria Naviganti”), organo sanitario dell’U.S.M.A.F. (“Ufficio di Assistenza Sanitaria al personale navigante, marittimo e di frontiera”).I reati contestati ad alcuni medici e infermieri in servizio presso il S.A.S.N. di Livorno, alla luce di quanto emerso dalle indagini, sono quelli di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, truffa, aggravata ai danni di enti pubblici, falsità in atti e false attestazioni o certificazioni.In particolare, con riferimento ai reati di “corruzione”, un infermiere è gravemente indiziato di una serie di episodi corruttivi: secondo la tesi accusatoria, avrebbe ricevuto da marittimi, somme di denaro, ogni volta comprese tra i 50 ed i 100 Euro, o altre utilità, per compiere atti contrari ai doveri d’ufficio; atti consistiti nella redazione di false certificazioni mediche, che non poteva rilasciare in quanto infermiere, utilizzando le credenziali di medici del S.A.S.N. e falsificandone altresì la firma. Solo da novembre 2022 a gennaio 2023 sono contestati nr. 27 episodi.Anche un medico è gravemente indiziato di alcuni episodi corruttivi: sempre secondo la tesi accusatoria avrebbe ricevuto, in qualità di pubblico ufficiale, per compiere atti contrari ai doveri d’ufficio – consistiti nella redazione di certificazioni mediche per malattie non accertate – una somma di denaro ed altre utilità. Da dicembre 2022 a gennaio 2023 sono contestati nr. 5 episodi da parte di nr. 3 marittimi.Con riferimento ai reati di “falsità in atti”, poi, l’infermiere accusato di corruzione e due medici, sono indagati per avere, in concorso tra loro, a favore di diversi marittimi, falsificato numerosi certificati di malattia. In particolare, i due medici, in qualità di pubblici ufficiali, avrebbero formato certificati di malattia falsi in quanto attestanti visite mediche in realtà non effettuate e attestato, conseguentemente, malattie non verificate; mentre l’infermiere avrebbe redatto materialmente le certificazioni. Con tali condotte, secondo la contestazione preliminare, sarebbe stato anche commesso il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.Il reato di truffa è ipotizzato anche con riferimento a vari episodi di cosiddetto assenteismo, riguardanti alcuni medici e alcuni infermieri. In particolare gli indagati avrebbero fatto ricorso a vari artifici consistenti nell’inserire manualmente, nel portale di rilevamento della presenza, un orario di entrata e di uscita diverso da quello effettivo; nel consegnare il proprio “badge” a colleghi per far risultare falsamente in servizio soggetti che invece erano assenti; nello scambiarsi reciprocamente i propri badge personali, di talché ciascuno avrebbe registrato in ingresso o in uscita non solo il proprio badge, ma anche quello di altri colleghi. Per tali condotte viene anche prospettata la violazione dell’art. 55 quinquies D. Lgs. 165/2001 (Testo Unico sul Pubblico Impiego).Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Livorno, ritenendo sussistenti gravi indizi dei reati  contestati e per i quali il Pubblico Ministero aveva richiesto l’applicazione di misure cautelari, nonché il pericolo di reiterazione dei reati, ha emesso, l’ordinanza cautelare  con cui ha disposto nei confronti di un infermiere, le cui condotte sono state ritenute dal G.I.P. espressione di una “prassi illecita ormai consolidata”, la misura coercitiva degli arresti domiciliari e la misura interdittiva della sospensione dal pubblico ufficio e del divieto di esercitare l’attività professionale di infermiere, per la durata di 12 mesi. Inoltre, il Gip ha disposto la misura coercitiva dell’obbligo di presentazione quotidiana alla P.G. per altri infermieri.Tale misura è stata applicata anche per i medici indagati; per essi il Gip ha pure disposto la sospensione dal pubblico ufficio e il divieto di esercitare l’attività professionale di medico per la durata di 6 mesi. Va precisato che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e, pertanto, le contestazioni dovranno essere ulteriormente verificate nell’eventuale giudizio.Solo una sentenza definitiva di condanna potrà far ritenere colpevoli gli indagati.

Livorno: eseguite cinque misure cautelari e indagate numerose persone tra medici e infermieri per corruzione | Polizia di Stato

La Polizia di Stato di Livorno ha eseguito cinque misure cautelari e indagato numerose persone tra medici e infermieri per corruzione.Sono questi  i risultati di un’articolata attività investigativa, diretta dalla Procura della Repubblica di Livorno e condotta dai poliziotti della Squadra Mobile, avviata nell’estate scorsa e le cui risultanze hanno determinato il G.I.P. presso il Tribunale di Livorno ad emettere un’ordinanza con l’applicazione di misure cautelari coercitive ed interdittive nei confronti di alcuni medici ed infermieri in servizio presso la sede livornese del S.A.S.N. (“Servizio Assistenza Sanitaria Naviganti”), organo sanitario dell’U.S.M.A.F. (“Ufficio di Assistenza Sanitaria al personale navigante, marittimo e di frontiera”).I reati contestati ad alcuni medici e infermieri in servizio presso il S.A.S.N. di Livorno, alla luce di quanto emerso dalle indagini, sono quelli di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, truffa, aggravata ai danni di enti pubblici, falsità in atti e false attestazioni o certificazioni.In particolare, con riferimento ai reati di “corruzione”, un infermiere è gravemente indiziato di una serie di episodi corruttivi: secondo la tesi accusatoria, avrebbe ricevuto da marittimi, somme di denaro, ogni volta comprese tra i 50 ed i 100 Euro, o altre utilità, per compiere atti contrari ai doveri d’ufficio; atti consistiti nella redazione di false certificazioni mediche, che non poteva rilasciare in quanto infermiere, utilizzando le credenziali di medici del S.A.S.N. e falsificandone altresì la firma. Solo da novembre 2022 a gennaio 2023 sono contestati nr. 27 episodi.Anche un medico è gravemente indiziato di alcuni episodi corruttivi: sempre secondo la tesi accusatoria avrebbe ricevuto, in qualità di pubblico ufficiale, per compiere atti contrari ai doveri d’ufficio – consistiti nella redazione di certificazioni mediche per malattie non accertate – una somma di denaro ed altre utilità. Da dicembre 2022 a gennaio 2023 sono contestati nr. 5 episodi da parte di nr. 3 marittimi.Con riferimento ai reati di “falsità in atti”, poi, l’infermiere accusato di corruzione e due medici, sono indagati per avere, in concorso tra loro, a favore di diversi marittimi, falsificato numerosi certificati di malattia. In particolare, i due medici, in qualità di pubblici ufficiali, avrebbero formato certificati di malattia falsi in quanto attestanti visite mediche in realtà non effettuate e attestato, conseguentemente, malattie non verificate; mentre l’infermiere avrebbe redatto materialmente le certificazioni. Con tali condotte, secondo la contestazione preliminare, sarebbe stato anche commesso il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.Il reato di truffa è ipotizzato anche con riferimento a vari episodi di cosiddetto assenteismo, riguardanti alcuni medici e alcuni infermieri. In particolare gli indagati avrebbero fatto ricorso a vari artifici consistenti nell’inserire manualmente, nel portale di rilevamento della presenza, un orario di entrata e di uscita diverso da quello effettivo; nel consegnare il proprio “badge” a colleghi per far risultare falsamente in servizio soggetti che invece erano assenti; nello scambiarsi reciprocamente i propri badge personali, di talché ciascuno avrebbe registrato in ingresso o in uscita non solo il proprio badge, ma anche quello di altri colleghi. Per tali condotte viene anche prospettata la violazione dell’art. 55 quinquies D. Lgs. 165/2001 (Testo Unico sul Pubblico Impiego).Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Livorno, ritenendo sussistenti gravi indizi dei reati  contestati e per i quali il Pubblico Ministero aveva richiesto l’applicazione di misure cautelari, nonché il pericolo di reiterazione dei reati, ha emesso, l’ordinanza cautelare  con cui ha disposto nei confronti di un infermiere, le cui condotte sono state ritenute dal G.I.P. espressione di una “prassi illecita ormai consolidata”, la misura coercitiva degli arresti domiciliari e la misura interdittiva della sospensione dal pubblico ufficio e del divieto di esercitare l’attività professionale di infermiere, per la durata di 12 mesi. Inoltre, il Gip ha disposto la misura coercitiva dell’obbligo di presentazione quotidiana alla P.G. per altri infermieri.Tale misura è stata applicata anche per i medici indagati; per essi il Gip ha pure disposto la sospensione dal pubblico ufficio e il divieto di esercitare l’attività professionale di medico per la durata di 6 mesi. Va precisato che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e, pertanto, le contestazioni dovranno essere ulteriormente verificate nell’eventuale giudizio.Solo una sentenza definitiva di condanna potrà far ritenere colpevoli gli indagati.

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Numerose condanne per furti ed altri reati – arrestato a Pavia – Questura di Pavia

Aveva collezionato numerose condanne per furti ed altri reati, l’uomo arrestato ieri dalla Polizia di Stato di Pavia.

Personale della Squadra Mobile della Questura, a seguito dello sviluppo di mirate attività info-investigative e di ricerca rintracciava il quarantaduenne all’interno di un campo nomadi della zona.

Accompagnato in Questura per la completa identificazione, veniva eseguita nei suoi confronti la misura restrittiva disposta dall’Autorità Giudiziaria a seguito di un provvedimento di cumulo di pene concorrenti.

L’uomo era ricercato, infatti, perché su di lui pendeva un ordine di carcerazione, dovendo espiare 8 anni, 11 mesi e giorni 7 di reclusione.

Gli Agenti della Polizia di Stato, al termine delle formalità di rito, lo associavano alla locale Casa Circondariale.

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Questura di Crotone: Crotone, sosta selvaggia, continuano i servizi congiunti della Polizia di Stato e della Polizia Municipale, rilevate numerose infrazioni

soste

Nel capoluogo, continuano i servizi effettuati congiuntamente da equipaggi dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura e della Polizia Municipale di Crotone, per verificare il rispetto della normativa del codice della strada, ed in particolare per contrastare il diffuso fenomeno della sosta vietata.

I servizi, effettuati nella mattinata odierna, hanno interessato in particolare il centro cittadino ed il lungomare, spesso congestionati dal traffico veicolare, ed hanno consentito di rilevare e sanzionare ben 123 infrazioni al codice: n. 58 infrazioni per veicoli parcheggiati fuori dagli stalli di sosta, n. 45 infrazioni per auto parcate nel divieto di fermata, n. 2 infrazioni per auto parcheggiate in zona riservata agli invalidi, n. 3 infrazioni per auto parcheggiata sugli incroci, n. 5 per sosta su passaggio pedonale, n. 2 per sosta in modo non parallelo all’asse della strada,  n. 7 per sosta sul marciapiede, n. 1 per sosta davanti cassonetto dei rifiuti. 

Le attività di verifica, effettuate con tali modalità, verranno ripetute periodicamente. 

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Livorno: cinque misure cautelari e indagato numerose persone tra medici e infermieri per corruzione

La Polizia di Stato di Livorno ha eseguito cinque misure cautelari e indagato numerose persone tra medici e infermieri per corruzione. Sono questi  i risultati di un’articolata attività investigativa, diretta dalla Procura della Repubblica di Livorno e condotta dai poliziotti della Squadra Mobile, avviata nell’estate scorsa e le cui risultanze hanno determinato il G.I.P. presso il Tribunale di Livorno ad emettere un’ordinanza con l’applicazione di misure cautelari coercitive ed interdittive nei confronti di alcuni medici ed infermieri in servizio presso la sede livornese del S.A.S.N. (“Servizio Assistenza Sanitaria Naviganti”), organo sanitario dell’U.S.M.A.F. (“Ufficio di Assistenza Sanitaria al personale navigante, marittimo e di frontiera”). I reati contestati ad alcuni medici e infermieri in servizio presso il S.A.S.N. di Livorno, alla luce di quanto emerso dalle indagini, sono quelli di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, truffa, aggravata ai danni di enti pubblici, falsità in atti e false attestazioni o certificazioni. In particolare, con riferimento ai reati di “corruzione”, un infermiere è gravemente indiziato di una serie di episodi corruttivi: secondo la tesi accusatoria, avrebbe ricevuto da marittimi, somme di denaro, ogni volta comprese tra i 50 ed i 100 Euro, o altre utilità, per compiere atti contrari ai doveri d’ufficio; atti consistiti nella redazione di false certificazioni mediche, che non poteva rilasciare in quanto infermiere, utilizzando le credenziali di medici del S.A.S.N. e falsificandone altresì la firma. Solo da novembre 2022 a gennaio 2023 sono contestati nr. 27 episodi. Anche un medico è gravemente indiziato di alcuni episodi corruttivi: sempre secondo la tesi accusatoria avrebbe ricevuto, in qualità di pubblico ufficiale, per compiere atti contrari ai doveri d’ufficio – consistiti nella redazione di certificazioni mediche per malattie non accertate – una somma di denaro ed altre utilità. Da dicembre 2022 a gennaio 2023 sono contestati nr. 5 episodi da parte di nr. 3 marittimi. Con riferimento ai reati di “falsità in atti”, poi, l’infermiere accusato di corruzione e due medici, sono indagati per avere, in concorso tra loro, a favore di diversi marittimi, falsificato numerosi certificati di malattia. In particolare, i due medici, in qualità di pubblici ufficiali, avrebbero formato certificati di malattia falsi in quanto attestanti visite mediche in realtà non effettuate e attestato, conseguentemente, malattie non verificate; mentre l’infermiere avrebbe redatto materialmente le certificazioni. Con tali condotte, secondo la contestazione preliminare, sarebbe stato anche commesso il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato. Il reato di truffa è ipotizzato anche con riferimento a vari episodi di cosiddetto assenteismo, riguardanti alcuni medici e alcuni infermieri. In particolare gli indagati avrebbero fatto ricorso a vari artifici consistenti nell’inserire manualmente, nel portale di rilevamento della presenza, un orario di entrata e di uscita diverso da quello effettivo; nel consegnare il proprio “badge” a colleghi per far risultare falsamente in servizio soggetti che invece erano assenti; nello scambiarsi reciprocamente i propri badge personali, di talché ciascuno avrebbe registrato in ingresso o in uscita non solo il proprio badge, ma anche quello di altri colleghi. Per tali condotte viene anche prospettata la violazione dell’art. 55 quinquies D. Lgs. 165/2001 (Testo Unico sul Pubblico Impiego). Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Livorno, ritenendo sussistenti gravi indizi dei reati  contestati e per i quali il Pubblico Ministero aveva richiesto l’applicazione di misure cautelari, nonché il pericolo di reiterazione dei reati, ha emesso, l’ordinanza cautelare  con cui ha disposto nei confronti di un infermiere, le cui condotte sono state ritenute dal G.I.P. espressione di una “prassi illecita ormai consolidata”, la misura coercitiva degli arresti domiciliari e la misura interdittiva della sospensione dal pubblico ufficio e del divieto di esercitare l’attività professionale di infermiere, per la durata di 12 mesi. Inoltre, il Gip ha disposto la misura coercitiva dell’obbligo di presentazione quotidiana alla P.G. per altri infermieri. Tale misura è stata applicata anche per i medici indagati; per essi il Gip ha pure disposto la sospensione dal pubblico ufficio e il divieto di esercitare l’attività professionale di medico per la durata di 6 mesi. Va precisato che il procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e, pertanto, le contestazioni dovranno essere ulteriormente verificate nell’eventuale giudizio. Solo una sentenza definitiva di condanna potrà far ritenere colpevoli gli indagati.